L’avventurosa vita di Fra’ Diavolo

Avventuriero, soldato, brigante, Michele Pezza è uno dei personaggi iconici vissuti a cavallo tra Il Diciannovesimo ed il Diciottesimo secolo

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Michele Pezza, meglio conosciuto come Fra’ Diavolo, è un personaggio iconico nel territorio del Sud Pontino. Ci riferiamo, per la precisione, all’area storico-geografica della provincia di Latina che, come informa Wikipedia, è sita a sud dell’agro pontino. Michele Pezza vide la luce nel 1771 a Itri e fu battezzato nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore. Come ricorda la professoressa Cecilia Aida del Mastro nella sua opera Tellus Aurunca e Lucus Lauri, il padre di Michele venne ucciso dai francesi nel 1799, mentre la madre era Arcangela Mutrullo. La sua famiglia era molto credente e devota. 

Fra’ Diavolo: la giovinezza e il banditismo 

Il portale fradiavoloitri.org informa come Michele Pezza ebbe fin da giovane un debole per il gioco d’azzardo e per le fanciulle avvenenti. Nel corso di una rissa in cui fu coinvolto lo stesso Michele ci scappò il morto. A questo si aggiunse un secondo omicidio per potersi difendere dalla vendetta dei familiari della vittima. A causa della situazione molto delicata, Michele Pezza fu costretto a una lunga latitanza tra i monti ausoni e aurunci. Nonostante ciò, il futuro Fra’ Diavolo potè sempre contare sull’aiuto della sua famiglia e di altri banditi come lui, con cui, per assicurarsi la sopravvivenza, attuò diversi misfatti quali furti e rapine. 

Inizia il servizio militare 

A causa dell’avanzata dell’esercito francese in Italia, nel 1798 i Borboni si videro costretti, a scopo difensivo ad aprire le patrie galere per arricchire il proprio esercito con nuovi individui. A tal proposito la famiglia Pezza chiese per Michele una commutazione della pena a 13 anni di servizio militare. Pezza, di conseguenza, venne assegnato al Corpo dei Fucilieri di Montagna. Tuttavia, Fra’ Diavolo andò a finire, rispetto a quanto stabilito in precedenza, nel Reggimento della Fanteria reale che cercò di liberare Roma dall’invasore francese. Secondo quanto ci è stato tramandato, nel corso dell’operazione militare, Pezza e i suoi sodali avrebbero compiuto saccheggi e razzie presso i Castelli Romani. 

Le operazioni militari

Roma, Pescara, Gaeta, Napoli e, infine, anche Capua. I francesi trionfarono dinanzi a tutti i tentavi di re Ferdinando IV di cacciarli dal loro regno. Neanche l’astuzia e la caparbietà di Fra’ Diavolo poterono nulla dinanzi alla potenza dell’esercito d’oltralpe. Eppure, Michele Pezza fu un militare molto acclamato. Questo, nonostante le sue tendenze al banditismo e al brigantaggio. Come leggiamo dal Portale del Sud, questo suo modo di essere attirò le simpatie della regina Maria Carolina, sorella di Maria Antonietta, che nel frattempo si era rifugiata a Palermo assieme al suo consorte Ferdinando. 

Il cuore, la forza e la spada

Nel 1806 Napoleone riuscì a vincere anche sulla Quarta Coalizione e, di conseguenza, dichiarò guerra al Regno di Napoli. Fra’ Diavolo, che di arrendersi non ci pensava proprio, decise di dare tutto sé stesso alla difesa della propria patria. A Michele Pezza venne trasmessa un’ordinanza che gli intimava di non opporsi all’esercito francese. Dopo qualche giorno a salire sul trono di Napoli fu Giuseppe Bonaparte. Ora conosciamo l’indole di Fra’ Diavolo e possiamo facilmente intuire come l’uomo di guerra e brigante disobbedì all’ordinanza senza troppi complimenti, iniziando nuove scorribande ai danni dell’esercito francese. 



Come leggiamo da Vesuvio Live, Michele Pezza venne chiamato dal sovrano in Sicilia nel suo rifugio di Palermo. Qui Pezza venne nominato luogotenente, con il compito di condurre una nuova spedizione militare che, secondo i piani iniziali, sarebbe dovuta essere un’impresa simile a quella sanfedista del 1799. Nel corso della sua risalita dalla Calabria alla Campania, diversi furono i successi militari del Pezza, ma sul più bello venne richiamato a Palermo, lasciando i suoi uomini alla mercé dei francesi. 

La nomina a duca e la morte

Alla fine, per i suoi meriti militari, Fra’ Diavolo venne nominato dal re di Napoli come Duca di Cassano. Fu infine catturato a Baronissi dai soldati capeggiati da Joseph Léopold Sigisbert Hugo, un nome che a nessuno direbbe niente se non fosse che costui era il papà del famoso scrittore Victor Hugo (I Miserabili, Il Gobbo di Notre Dame). Come informa charmenapoli.it Joseph era peraltro segreto ammiratore del Pezza. Rifiutata l’offerta di unirsi all’esercito transalpino con il titolo di duca, Michele Pezza fu impiccato l’11 novembre 1806.

Il film con Stanlio e Ollio 

Per il carisma, le imprese e la simpatia suscitata dal personaggio, la vita di Fra’ Diavolo godette di diversi adattamenti cinematografici. Tra questi ricordiamo l’omonimo film Con Stanlio e Ollio del 1933. Qui Fra’ Diavolo è dipinto come un bandito cinico e spietato che non si fa scrupoli ad uccidere le proprie vittime. Come testimonia il film, Fra’ Diavolo era solito cantare una canzone per avvertire i passanti della sua presenza. Il film con i due comici statunitensi, diretto da Hal Roach, è in realtà una parodia della vita e delle numerose leggende nate attorno al soldato/brigante. Nel lungometraggio, il personaggio ispirato a Michele Pezza è interpretato da Dennis King. 

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