Scoperto un modo per trattare le infezioni resistenti gli antibiotici

Il nuovo modo per trattare le infezioni si basa su una nuova sostanza antibatterica, valida alternativa agli antibiotici

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Le infezioni in futuro potrebbero essere trattate con una nuova sostanza antibatterica, valida alternativa agli antibiotici. Effettivamente, a causa dell’abuso di antibiotici, sono sempre più numerosi i ceppi batterici che hanno sviluppato una resistenza agli antibiotici, tanto che, alla fine, questi potrebbero risultare inefficaci per la protezione dell’organismo umano.

Abbiamo parlato di un’alternativa, ma di cosa si tratta? Gli scienziati stanno lavorando ad una versione artificiale di un enzima prodotto in maniera naturale dai batteriofagi, ossia virus che infettano i batteri. La sostanza in questione si chiama endolisina che negli esperimenti di laboratorio ha dimostrato di poter eliminare la specie più pericolosa della grande famiglia degli stafilococchi, lo Staphylococcus aureus.

Cos’è Staphylococcus aureus?

Lo Staphylococcus aureus è un batterio più comune di quanto crediamo. Esso infatti abita nella nostra pelle e nel tratto nasale. Quando riesce a superare certe barriere, esso può dare vita a infezioni cutanee di basso livello, come ascessi o foruncoli.

Questo nella norma. In alcuni casi, tuttavia, esso può trasformarsi in un vero e proprio batterio killer, arrivando a provocare malattie gravi, in alcune casi mortali, come le infezioni del sangue o la polmonite. Queste patologie raggiungono un livello di gravità importante nel caso in cui sono causate da ceppi resistenti agli antibiotici, come ad esempio la MRSA, conosciuta più comunemente come meticillina.

Batteri da non sottovalutare

In ospedale batteri di questo tipo sono studiati e continuamente monitorati. Essi destano preoccupazione soprattutto nel caso in cui vanno ad attaccare persone con un sistema immunitario indebolito da terapie abbastanza invasive come può essere la chemioterapia, oppure per i pazienti che utilizzano dispositivi altrettanto invasivi come il catetere.



L’infezione da Staphylococcus aureus può rappresentare un problema molto grave in persone che presentano un linfoma cutaneo. La questione diviene ancor più critica quando l’infezione è causata nell’organismo da ceppi resistenti.

Lo studio dell’endolisina

I ricercatori hanno recentemente valutato l’effetto dell’endolisina, una nuova classe di agenti batterici. Si tratta, per la precisione, di enzima proteolitico presente nelle cellule batteriche. L’aumento della produzione di endolisina si palesa soprattutto nei batteri infettati da virus (questi sono chiamati batteriofagi).

Tali virus sono capaci di degradare i peptidogliani, alcune molecole che formano l’impalcatura della parete cellulare batterica, che uccidono i batteri all’interno. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Investigative Dermatology.

Lo studio di laboratorio dei ricercatori dell’Università di Copenaghen ha utilizzato una versione artificiale di un enzima prodotto naturalmente dai batteriofagi e l’ha usata per sradicare lo Staphylococcus aureus nei campioni bioptici di persone con linfoma della pelle.

Niels Ødum: “Gli stafilococchi possono essere un grande problema”

Il professor Niels Ødum è immunologo presso l’Università di Copenaghen. L’esperto ha spiegato: “Per le persone gravemente malate di linfoma cutaneo, gli stafilococchi possono rappresentare un problema enorme, a volte insolubile, poiché molti sono infettati da un tipo di Staphylococcus aureus resistente agli antibiotici. Ecco perché stiamo attenti a non dare antibiotici a tutti, perché non vogliamo avere a che fare con batteri più resistenti. Pertanto, è importante trovare nuovi modi per curare (e non ultimo per prevenire) queste infezioni”.

S. aureus è un comune abitante della nostra pelle e del tratto nasale, e generalmente innocuo. Ma è un patogeno opportunista: quando l’immunità è ridotta, può causare ogni tipo di infezione, da infezioni cutanee minori come foruncoli e ascessi, fino a malattie potenzialmente letali come polmonite e sepsi. In un ambiente ospedaliero, i ceppi batterici resistenti ai farmaci sono un problema grave e crescente.

S. aureus può trovare la sua strada nel flusso sanguigno durante l’intervento chirurgico o tramite dispositivi medici come i cateteri, scivolando oltre la prima linea di difesa del corpo: la pelle e le barriere mucose (moccio).

Scoperto un nuovo farmaco contro le infezioni?

Ogni specie batterica ha peptidogliani unici, che la giusta endolisina potrebbe bersagliare selettivamente. Un’endolisina, XZ.700, è stata testata in questo studio, su campioni di pelle raccolti da persone con pelle sana e da persone con CTCL (linfomi cutanei a cellule).

Negli esperimenti di laboratorio, l’endolisina XZ.700 ha ucciso i ceppi di S. aureus che erano stati isolati dai pazienti affetti da CTCL e ha bloccato i suoi effetti di promozione del tumore sulle cellule T maligne cresciute in laboratorio. Il trattamento con endolisina ha anche “profondamente” impedito a S. aureus di colonizzare campioni di pelle sana e biopsie di pelle lesionata da persone con CTCL. Ha anche rimosso le colonie di S. aureus che si erano già depositate sulla pelle sottoposta a biopsia.

FONTI: Treccani; Science Alert; FanPage

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