Ritrovato un rotolo di papiro contenente il “Libro dei morti” egiziano

Gli archeologi egiziani hanno recentemente individuato un cimitero perduto di 3.500 anni contenente mummie e statue. Tra le varie scoperte, la più emozionante è forse il ritrovamento di un rotolo di papiro del Libro dei Morti lungo oltre 13 metri, una rara copia sopravvissuta del tradizionale oggetto funerario

0
479
Ritrovato un rotolo di papiro contenente il
Ritrovato un rotolo di papiro contenente il "Libro dei morti" egiziano

Gli antichi egizi erano davvero speciali per allestire i sepolcri: luoghi di riposo curati in ogni particolare, completi di vasi canopi contenenti gli organi del defunto e un rotolo di papiro contenente il testo del Libro dei morti, che aveva lo scopo di aiutare il defunto ad adattarsi al mondo dell’oltretomba.

Di recente, un gruppo di archeologi egiziani hanno scoperto nell’Egitto centrale un antico cimitero dimenticato, un luogo di sepoltura risalente al Nuovo Regno, più o meno 3.500 anni fa, in cui hanno rinvenuto una serie di stanze contenenti mummie, vasi canopi, amuleti, statue e un rotolo di papiro della lunghezza di oltre 13 metri contenente una parte del Libro dei Morti.

Il Libro dei Morti degli antichi egizi

Questo rotolo è il primo papiro completo trovato nell’area di Al-Ghuraifa, ed è “caratterizzato dall’essere in buone condizioni“, come ha detto Mustafa Waziri, segretario generale del Consiglio supremo delle antichità egiziano, in una dichiarazione riportata dal Ministero del turismo e Antichità.

Sebbene il cimitero, risalente a un periodo compreso tra il 1550 a.C. e il 1070 a.C., sia significativo per le centinaia di reperti archeologici e tombe scavate nella roccia situate all’interno dei suoi confini, la scoperta di quella che sembra essere essere una copia del Libro dei Morti ha attirato l’attenzione degli esperti che considerano l’oggetto un esempio davvero raro della cultura egizia. Purtroppo, però, le autorità hanno rilasciasto al pubblico davvero pochi dettagli sul contenuto del rotolo – che si ritiene sia lungo dai 13 ai 15 metri – e rimangono, per ora, molte domande senza risposta su questa particolare copia del tradizionale libro dei morti egizio.

Il testo del libro dei morti può differire a seconda dello scriba che l’ha compilato e, secondo quanto se ne sa finora, apparve per la prima volta all’inizio del Nuovo Regno intorno al 1550 a.C.. Di conseguenza, trovarne uno in “buone condizioni” risalente proprio a quell’epoca non è un evento comune.



Se è così lungo e ben conservato [allora è] sicuramente una scoperta grandiosa e interessante“, ha detto a WordsSideKick.com Lara Weiss, CEO del Museo Roemer e Pelizaeus in Germania. Foy Scalf, un egittologo dell’Università di Chicago, anche lui consultato da WordsSideKick.com ha confermato che è “molto raro” trovare una copia originale del libro dei morti posta in una tomba come parte del corredo del defunto, anche se, senza fotografie e una pubblicazione ufficiale che descriva il testo, è difficile verificare i dettagli del ritrovamento.

Il libro dei morti, che più propriamente può essere tradotto come “I capitoli, o il Libro, dell’andare oltre il giorno” ha svolto un ruolo chiave nella cultura dell’antico Egitto. Secondo l’American Research Center in Egypt, tutti gli esempi del testo forniscono ai ricercatori informazioni sull’antica religione egizia e sulle credenze moltissime credenze relative all’aldilà.

Il Libro dei Morti rivela gli aspetti centrali del sistema di credenze degli antichi egizi“, scrive il centro, “e, come molti argomenti di egittologia, le nostre teorie cambiano, crescono e si adattano costantemente con ogni nuova traduzione di questo testo“.

Anche se il Libro dei Morti potrebbe continuare a interessare i ricercatori (il ministero egiziano afferma di aspettarsi che il rotolo venga esposto nel Grande Museo Egizio), il testo non è stato l’unico oggetto trovato nelle camere sepolcrali.

Gli archeologi hanno rinvenuto bare di pietra e legno contenenti mummie, più di 25.000 statue di ushabti, un enorme numero di utensili, migliaia di amuleti di pietra e di legno e vasi canopi. Le bare di legno incise e colorate, inclusa quella di Ta-de-Isa, figlia di Eret Haru, sommo sacerdote di Djehuti ad Al-Ashmunin, sono tra i principali ritrovamenti. Accanto alla sua bara c’erano due scatole di legno con i suoi vasi canopi, oltre a un set completo di statue ushabti e una statua della divinità simile a uno struzzo, Ptah Sokar.

2