giovedì, Ottobre 24, 2024
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Risolto il mistero del mostro di Tully

Il mostro di Tully (Tullimonstrum gregarium) ha sconcertato i paleontologi per decenni a causa della sua anatomia insolita e della sua classificazione incerta

Quello del mostro di Tully (Tullimonstrum gregarium) è un mistero che ha sconcertato i paleontologi per decenni a causa della sua anatomia insolita e della sua classificazione incerta.

Un recente studio di un team di ricercatori ha avanzato una teoria secondo cui Tullimonstrum era un vertebrato, simile ai ciclostomi (pesci senza mascelle come lamprede e hagfish, animali marini a forma di anguilla). Questa ipotesi, se dimostrata vera, colmerebbe un anello mancante nell’evoluzione dei primi vertebrati. Tuttavia, la ricerca condotta finora ha prodotto risultati contrastanti, con alcuni che sostengono l’idea e altri che la rifiutano.

Ora, utilizzando la tecnologia di imaging 3D, un team in Giappone crede di aver trovato la risposta dopo aver scoperto caratteristiche dettagliate del mostro di Tully che suggeriscono fortemente che non fosse un vertebrato. Tuttavia, la sua esatta classificazione e che tipo di invertebrato fosse è ancora da decidere.

Mostro di Tully: un po’ di storia

Negli anni ’50, Francis Tully si stava divertendo a cacciare fossili in un sito noto come Mazon Creek Lagerstätte nello stato americano dell’Illinois, quando scoprì quello che in seguito sarebbe diventato noto come il mostro di Tully.

Questo “mostro” marino di 15 centimetri (in media) e di 300 milioni di anni si è rivelato un enigma, poiché sin dalla sua scoperta i ricercatori hanno discusso su dove si collocasse nella classificazione degli esseri viventi (la sua posizione tassonomica). A differenza delle ossa di dinosauro e delle creature dal guscio duro che si trovano spesso come fossili, il mostro di Tully aveva un corpo molle.

I tentativi

Il Mazon Creek Lagerstätte è uno dei pochi posti al mondo in cui le condizioni erano perfette per catturare in dettaglio le impronte di questi animali marini nel fango sottomarino prima che potessero decomporsi. Nel 2016, un gruppo di scienziati negli Stati Uniti ha proposto l’ipotesi che il mostro di Tully fosse un vertebrato. Se così fosse, allora potrebbe essere un pezzo mancante del puzzle su come si sono evoluti i vertebrati.

Nonostante i notevoli sforzi, negli ultimi anni sono stati pubblicati studi sia a sostegno che a rifiuto di questa ipotesi, e quindi non era stato raggiunto un consenso. Tuttavia, una nuova ricerca condotta da un team dell’Università di Tokyo e dell’Università di Nagoya potrebbe aver finalmente posto fine al dibattito.

Mikami: “Mistero risolto”

Tomoyuki Mikami, all’epoca studente di dottorato presso la Graduate School of Science dell’Università di Tokyo, ha spiegato: “Crediamo che il mistero che sia un invertebrato o un vertebrato sia stato risolto. Sulla base di molteplici linee di prova, l’ipotesi del mostro di Tully come appartenente ai vertebrati è insostenibile. Il punto più importante è che il mostro di Tully aveva una segmentazione nella regione della testa che si estendeva dal corpo. Questa caratteristica non è nota in nessun lignaggio di vertebrati, suggerendo un’affinità non vertebrata”.

Sebbene i ricercatori siano fiduciosi da questo studio che il mostro di Tully non fosse un vertebrato, il prossimo passo dell’indagine sarà quello di rispondere a quale gruppo di organismi appartenesse, forse un cordato non vertebrato (come un animale simile a un pesce noto lancetta dal muso lungo) o una sorta di protostoma (un gruppo eterogeneo di animali di cui fanno pare, ad esempio, insetti, nematodi, lombrichi e lumache) con morfologia radicalmente modificata.

FONTE: Wikipedia; ScitechDaily

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