Quanto paga YouTube per le visualizzazioni in Italia?

Sono sempre più numerose le persone che cercano di guadarsi qualche spicciolo (e a volte molto di più) attraverso YouTube. Quanto si può guadagnare e come?

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Quanto paga YouTube per le visualizzazioni in Italia?
Quanto paga YouTube per le visualizzazioni in Italia?

YouTube, oltre ad essere un interessante sito su cui trovare video di tutti i tipi per intrattanimento, permette agli utenti di caricare video di vario tipo, dagli shorts di pochi secondi fino alle dirette streaming di molte ore; sempre più italiani cercano un vero e proprio sbocco professionale all’interno di YouTube, così da ottenere una fan base di dimensioni adeguate che possa favorire la carriera dello youtuber anche in altri ambiti.

La prima cosa da fare è ottenere la monetizzazione del proprio canale rispettando i requisiti di YouTube, magari usando qualche strategia di marketing per crescere (molte persone cercano di ottenere visualizzazioni su ComprareFollower). Dopodiché, bisogna capire il funzionamento della monetizzazione e sfruttarlo a proprio favore.

Come guadagnare su YouTube

Ciascun creator può tenere traccia dell’andamento del proprio canale tramite la pagina delle Analytics. Qui è possibile avere una panoramica generale sugli iscritti, le visualizzazioni e i video che hanno fatto crescere maggiormente il profilo.

Osservando i guadagni mensili, si nota che alcuni canali sperimentano dei cambiamenti stagionali dovuti anche al target di riferimento. Spesso, i mesi meno remunerativi sono quelli legati alle vacanze estive o immediatamente successivi alle vacanze natalizie. 

Viceversa, mesi come settembre e dicembre tendono a generare entrate più alte; ciò è dovuto alla maggior quantità di aziende che necessitano di campagne promozionali massicce durante questi mesi.

Come vengono assegnati gli annunci

A ogni creator vengono assegnate delle pubblicità in qualche modo connesse con i suoi contenuti tipici; altre volte, invece, le pubblicità sono in linea con lo spettatore dei video in questione.



Anche se il creator può decidere se inserire pubblicità all’interno dei video, può sceglierne solo il posizionamento (all’inizio, alla fine o nel mezzo); la tipologia, invece, viene selezionata da YouTube. In particolare, YouTube può inserire nei video:

  • annunci video ignorabili: sono tra i più numerosi e spesso gli spettatori ne visualizzano solo pochi secondi;
  • annunci bumper: si tratta di video brevi che non possono essere ignorati o saltati.
  • annunci non ignorabili: possono essere più lunghi dei bumper e non possono essere skippati.
  • annunci display: sono piccoli banner rettangolari che solitamente compaiono come overlay nella parte bassa del video
  • annunci video non ignorabili, che vengono inseriti prima, durante o dopo il video principale. Se tutti gli altri annunci elencati finora vengono venduti tramite l’asta di AdWords, questo specifico tipo di annunci viene venduto su prenotazione.

RPM e CPM: la differenza

L’indice RPM indica le entrate percepite per mille visualizzazioni e si calcola dividendo le entrate stimate per il numero di views registrate in quel lasso temporale.

Per entrate stimate, si intende la somma dei guadagni generati dagli annunci e dalle donazioni al netto della quota di condivisione percepita da YouTube. Si ricordi infatti che una parte dei guadagni ottenuti tramite le pubblicità sono di proprietà della piattaforma e non del creator.

L’RPM tiene conto anche delle visualizzazioni non monetizzate, ma non include nel calcolo le visualizzazioni provenienti dagli shorts.

Il CPM, invece, indica il guadagno effettivo generato da mille visualizzazioni monetizzate e risulta pertanto più alto dell’RPM. Per esempio, un canale con circa 200.000 iscritti potrebbe avere un RPM di 0,50 euro e un CPM di 2 euro.

Una visualizzazione, per essere monetizzabile, richiede che lo spettatore visualizzi almeno un’impressione dell’annuncio.

RPM e CPM possono variare nel corso dell’anno, in base al mese, alla stagione e al periodo di attività più o meno intensa del canale; tramite la sezione Analytics è possibile visualizzare il grafico del loro andamento.

 Per incrementare l’indice RPM (e quindi i guadagni), è consigliabile:

  • postare solo video monetizzabili.
  • Attivare tutti i possibili formati di annuncio (anche quelli non skippabili, più fastidiosi per il pubblico).
  • Posizionare correttamente gli annunci all’interno del video.
  • Attivare tutte le fonti di monetizzazione alternative (merchandise, abbonamenti, donazioni, ecc.).

Penalizzazioni: chi colpiscono e come

YouTube ha delle regole molto severe riguardo i contenuti soggetti a restrizioni della monetizzazione, in particolare:

  • I contenuti potenzialmente inappropriati possono subire delle limitazioni al numero di annunci a esso correlato, che può essere molto basso o addirittura nullo. Di questa categoria fanno parte i video con contenuti per adulti, violenza, armi, guerre, scene di nudo a scopo non didattico, argomenti potenzialmente disturbanti, documentari storici o naturalistici privi di censura e molto altro. Spesso, questo tipo di limitazione colpisce i canali che si occupano di attualità, videogiochi, notizie da tutto il mondo, storia, divulgazione scientifica e medicina. Per non perdere la credibilità nei confronti dell’algoritmo di YouTube, è conveniente che sia il creator stesso a demonetizzare un video potenzialmente dubbio.
  • I contenuti con frammenti audiovisivi protetti da copyright non possono in alcun modo essere monetizzati. Tuttavia, alcune etichette discografiche consentono la monetizzazione condivisa delle cover musicali, garantendo anche al creator una parte dei proventi ricavati dalle pubblicità.
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