Pipistrelli: dall’analisi dei genomi importanti prospettive per la ricerca

Il progetto internazionale BAT1K promette importanti risultati nella comprensione della straordinaria capacità di resistenza ai virus dei pipistrelli

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Il progetto internazionale BAT1K coordinato dalla zoologa Emma Teelingdell’University College di Dublino si pone l’ambizioso obiettivo di sequenziare tutte le 1400 specie note di pipistrelli. Al momento sono state sequenziati i genomi di sei specie ed un’altra trentina sono in arrivo.
I pipistrelli o chirotteri rappresentano ben un quinto di tutte le specie di mammiferi della Terra ed hanno sviluppato adattamenti evolutivi straordinari come il volo, l’ecolocalizzazione, affinatissime capacità sensoriali ed una ragguardevole longevità per una specie così piccola (possono raggiungere i 40 anni di vita).
Come se non bastasse, gran parte delle specie possiedono un’elevata resistenza ai virus che fa si che siano portatori numerosi ed abbondanti di questi patogeni che talvolta fanno il salto di specie aggredendo anche gli uomini.
Il confronto di questi primi sei genomi con il corredo genetico di altre specie animali ha permesso di stabilire come la linea evolutiva dei pipistrelli si sia separata abbastanza presto dagli altri mammiferi e sembra avere un antenato comune con cavalli, cetacei e pangolini.
E’ stata anche chiarita la capacità di ecolocalizzare le prede e mappare l’ambiente circostante che non tutti questi chirotteri possiede. E’ emerso che questa capacità fosse già presente nell’antenato comune e sia poi stata persa dalle specie di pipistrelli che non avendola utilizzata, probabilmente per ragioni ambientali, non ne ha più la disponibilità.
Quanto alla straordinaria immunità dai virus le sequenze geniche rivelano un doppio adattamento. Da un lato nei pipistrelli sono inattivi una decina di geni che negli altri mammiferi provocano una risposta infiammatoria per combattere le infezioni. Queste risposte talvolta possono essere eccessive, come in certi casi di Covid19, risultando più pericolose dell’infezione stessa.
Come se non bastasse i pipistrelli hanno copie aggiuntive e varianti inedite di alcuni geni antivirali che possono spiegare questa super resistenza ai virus. Il genoma dei pipistrelli contiene abbondanti residui di DNA virali testimonianza nel lontano passato di frequenti “incontri ravvicinati” con i virus.
Nella loro storia evolutiva i pipistrelli sembrano aver subito più infezioni virali di qualunque altro gruppo di mammiferi anche da parte di virus che fino ad oggi si credevano di esclusivo contatto con gli uccelli.
Il progetto prevede per il 2021 il sequenziamento di un’altra trentina di genomi, la cui analisi potrebbe aiutarci, fra l’altro, a capire come mai i pipistrelli tollerano molto bene i coronavirus. Comprendere quali sono i meccanismi di questa sorta di “immunità” potrebbe aprire importanti prospettive terapeutiche e di profilassi anche per gli uomini.
Fonte: Le Scienze, settembre 2020, edizione cartacea

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