L’accessibilità alle informazioni costituisce una prerogativa indispensabile per una comunicazione incisiva, soprattutto in settori come la protezione civile che opera spesso in (per) situazioni di emergenza
È fondamentale tutelare tutti gli edifici scolastici, e quando parliamo di tutele ci riferiamo a processi multiformi e articolati, che richiedono elevati standard di sicurezza, e requisiti di security che abbisognano di soluzioni tecnologiche performanti, tali da permettere all’utenza di operare sempre in maniera ottimale, supportata dalla maggior quantità possibile di informazioni
Per una volta accantoniamo l’emergenza Covid ed occupiamoci del settore hospitality nelle sue più “consuete” vulnerabilità. Partiamo dalle vulnerabilità prettamente di security, dal tema cyber fino al furto delle identità degli ospiti
Un’azienda ospedaliera, al di là delle sue dimensioni, ha delle vulnerabilità intrinseche di difficile gestione, dal punto di vista safety e security; ad esempio il triage, struttura operativa della medicina e chirurgia di accettazione e di urgenza (MeCAU), caratterizza un’area decisamente critica da gestire, dal punto di vista della sicurezza pubblica e dello stesso personale medico, dove il rischio di manifestazioni estreme, che sfociano puntualmente in vere aggressioni fisiche, sono avvenimenti quotidiani.
Come cambieranno i grandi eventi culturali e le manifestazioni sportive nella fase post emergenza SARS-CoV-2? E’ la domanda che ci poniamo tutti, perché sappiamo bene quanto queste realtà valgano in termini di socializzazione (ce ne siamo accorti rinunciandoci in nome della salute collettiva). Purtroppo, ad oggi, non si hanno ancora risposte certe sulla ripartenza in sicurezza di tali settori (stadi, discoteche, concerti, attività sportive, etc), ma solo ipotetiche cifre e soprattutto distanze buttate lì dalla politica.
Giuridicamente definite come dati personali, le immagini video sono idonee a identificare singoli soggetti, finanche indirettamente (parere n. 8/2001 wp 48 , parere 4/2007 wp 136).
Una grandezza sproporzionata di apparecchiature installate, associata a un’insensata raccolta di dati personali (problematica dei big data), faticano nel controllare (prevenzione) un singolo cittadino, che tranquillamente attraversa centinaia di occhi elettronici senza alcuna reattività né degli operatori delle sale operative, né tantomeno dei software di video analisi dei sistemi preposti al controllo di polizia artificiale
Si è analizzato come la sfera della riservatezza individuale, i dati personali trattati di ogni singolo cittadino, possano essere compromessi dall’invasività creata dalle innovative tecnologie video, dagli usi non conformi utilizzati nelle attività di sicurezza, che si sono dimostrati di forte e negativo impatto della sfera privacy.
I sistemi e le tecnologie nel settore della videosorveglianza rappresentano una buona soluzione ai problemi di security, perché costituiscono un ottimo mezzo per l’analisi successiva di fatti o situazioni rischiose, con lo scopo di individuarne i responsabili o le corrette soluzioni future applicabili, impedendo il ripetersi dei fatti.
di Giovanni Villarosa
Circa due anni fa lessi su Il Sole 24 Ore un interessantissimo articolo del bravo Jacopo Giliberto, giornalista impegnato da sempre su tematiche che spaziano dall’energia all’ambiente, soprattutto nell’ambito del...