La respirazione è una priorità enorme per gli esseri umani, ma il volo spaziale come lo conosciamo non offre molte opportunità di usare l’ossigeno, a meno che non lo portiamo con noi, ovviamente.
La NASA sta prendendo di mira la superficie sterile della luna per future esplorazioni nell’ambito del programma Artemis, portando astronauti in un mondo senza un’atmosfera apprezzabile e, per estensione, senza ossigeno respirabile. Sì, l’abbiamo già fatto durante le missioni Apollo dal 1969 al 1972, ma si trattava di soggiorni di breve durata di pochi giorni. Sicuramente ci deve essere un modo più efficiente per mantenere una base lunare a permanenza più lunga, giusto?
L’Agenzia spaziale europea, che sta lavorando con la NASA sull’esplorazione lunare, ha assegnato un contratto ai servizi per le applicazioni spaziali per trasformare la regolite lunare in ossigeno. “Il processo utilizza una cella elettrolitica in cui viene applicato un potenziale elettrico attraverso la cellula, che è sufficientemente alto da decomporre la regolite lunare, che evolve direttamente ossigeno puro“, ha fatto sapere attraverso SAS una dichiarazione.
La regolite lunare viene messa in un “bagno” di cloruro di calcio fuso prima dell’utilizzo della cella elettrolitica. I risultati sono ossigeno puro sul lato dell’anodo e metallo sul lato del catodo “con interessanti potenziali future applicazioni di produzione“, ha osservato il SAS.
L’azienda con sede in Belgio prevede di costruire tre reattori sperimentali prima di una missione dimostrativa europea nel 2025 per vedere se lo stesso processo funziona sulla superficie lunare. Non solo l’ossigeno aiuterà a produrre aria respirabile per gli astronauti, ha affermato l’ESA in un comunicato, ma potrebbe anche “essere utilizzato insieme all’idrogeno come carburante per sistemi di alimentazione e propulsione“.
Quindi il processo ha un grande potenziale per ridurre la quantità di materiali da costruzione, ossigeno e carburante da inviare sulla Luna. Poiché il lancio è la parte più costosa delle missioni spaziali, ridurre le spedizioni sarà probabilmente cruciale per rendere la futura esplorazione spaziale più sostenibile.
Il processo si basa su decenni di ricerche passate sviluppate da FFC Cambridge, risalenti alla fine degli anni ’90 e relative al modo in cui il titanio viene estratto dall’ossido di titanio. In alternativa, il SAS sta valutando l’estrazione di ossigeno attraverso la riduzione dell’idrogeno dall’ilmenite, un minerale ricco di titanio disponibile in alcune regioni della Luna.
La regolite verrebbe cotta in un contenitore con gas idrogeno, producendo vapore acqueo che può essere suddiviso nei suoi componenti di ossigeno e idrogeno.
Comunque l’ossigeno fuoriesce, il SAS afferma che la fattibilità di un processo sostenibile sulla Luna “giocherà un ruolo chiave nell’esplorazione del sistema solare nei prossimi decenni“.
Dopotutto, se riusciamo a far sì che la regolite lunare produca ampiamente ossigeno, potremmo essere in grado di applicare il processo ad altri mondi con tipi di terreno simili. Speriamo che porti gli esseri umani su Marte nel corso della nostra vita.