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L’Iraq è considerato l’ubicazione sia del Giardino dell’Eden che della torre di Babele. Chissà quanti altri artefatti sono nascosti in questo antico luogo sulla Terra?
Alcuni scienziati del Römer-Pelizaeus-Museum di Hildesheim, ricostruirono uno dei reperti nel 1978 riempendo il vaso di terracotta con una soluzione di aceto al 5%. Un dispositivo di misurazione rilevò una tensione di 0,5 volt e un’intensità di corrente di 150 microampere.
Si riteneva anche che questi vasi di argilla potessero essere utilizzati per la galvanica, cioè per galvanizzare oggetti ricoprendoli con metalli preziosi. Con l’aiuto dei vasi di terracotta e della loro energia elettrica, la velocità del processo di galvanizzazione avrebbe potuto essere aumentata in modo significativo.
Sono stati trovati anche altri vasi di terracotta, alcuni di questi avevano aste di rame bloccate in un cilindro di rame. Eppure, sebbene esperti si riferiscano a questi vasi come a una specie di batteria elettrica, la sua vera origine e il suo scopo rimangono ancora un mistero.
Un’altra versione di questa notizia era già stata pubblicata su questo sito con il titolo: “Gli OOPArts: la batteria, o pila, di Baghdad“.