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Odd Radio Circles: ecco da dove provengono

Negli ultimi cinque anni, gli astronomi hanno scoperto un nuovo tipo di fenomeno astronomico che esiste su vasta scala, più grande di intere galassie. Si chiamano Odd Radio Circles (ORC) e sembrano anelli giganti di onde radio che si espandono verso l'esterno come un'onda d'urto

Negli ultimi cinque anni, gli astronomi hanno scoperto un nuovo tipo di fenomeno astronomico che esiste su vasta scala, più grande di intere galassie. Si chiamano Odd Radio Circles (ORC) e sembrano anelli giganti di onde radio che si espandono verso l’esterno come un’onda d’urto.

Odd Radio Circles

Lo strano fenomeno deglu Odd Radio Circles

Fino a ora, gli Odd Radio Circles non erano mai stati osservati in lunghezze d’onda diverse dalla radio, ma secondo un nuovo studio pubblicato il 30 aprile 2024, gli astronomi hanno catturato per la prima volta i raggi X associati a un ORC.

La scoperta ha procurato alcuni nuovi indizi su cosa potrebbe esserci dietro la creazione di un ORC. Mentre molti eventi astronomici, come le esplosioni di supernova, possono lasciare resti circolari, gli Odd Radio Circles sembrano richiedere una spiegazione diversa.

Odd Radio Circles
Negli ultimi cinque anni, gli astronomi hanno scoperto un nuovo tipo di fenomeno astronomico che esiste su vasta scala, più grande di intere galassie. Si chiamano Odd Radio Circles (ORC) e sembrano anelli giganti di onde radio che si espandono verso l’esterno come un’onda d’urto

“La potenza necessaria per produrre un’emissione radio così estesa è molto forte”, ha affermato Esra Bulbul, autrice principale del nuovo studio: “Alcune simulazioni possono riprodurre le loro forme ma non la loro intensità. Nessuna simulazione spiega come creare gli ORC”.

Lo studio

Gli Odd Radio Circles possono essere difficili da studiare, in parte perché di solito sono visibili solo nelle lunghezze d’onda radio. Non sono stati precedentemente associati a emissioni di raggi X o infrarossi, né è stato trovato alcun segno di essi nelle lunghezze d’onda ottiche.

A volte, gli ORC circondano una galassia visibile, ma non sempre (ne sono stati scoperti otto attorno a galassie ellittiche conosciute).

Utilizzando il telescopio XMM-Newton dell’ESA, Bulbul e il suo team hanno osservato uno degli Odd Radio Circles conosciuti più vicini, un oggetto chiamato Cloverleaf, e hanno trovato una sorprendente componente di raggi X nell’oggetto.

Questa è la prima volta che qualcuno vede un’emissione di raggi X associata a un ORC“, ha spiegato Bulbul: “Era la chiave mancante per svelare il segreto della Cloverleaf’s formation“.

I raggi X del Cloverleaf mostrano gas che è stato riscaldato ed eccitato da qualche processo. In questo caso, le emissioni di raggi X rivelano due gruppi di galassie (per un totale di circa una dozzina di galassie) che hanno iniziato a fondersi all’interno del Cloverleaf, riscaldando il gas a 15 milioni di gradi Fahrenheit.

 

Le caotiche fusioni tra galassie sono interessanti, ma da sole non riescono a spiegare il Cloverleaf. Le fusioni di galassie avvengono in tutto L’Universo, mentre gli Odd Radio Circles sono un fenomeno raro. C’è qualcosa di unico che sta per creare qualcosa come il Cloverleaf.

Odd Radio Circles

Le fusioni costituiscono la spina dorsale della formazione delle strutture, ma c’è qualcosa di speciale in questo sistema che fa aumentare le emissioni radio“, ha aggiunto Bulbul: “Non possiamo dire in questo momento di cosa si tratta, quindi abbiamo bisogno di dati sempre più approfonditi provenienti sia dai radiotelescopi che dai telescopi a raggi X“.

Questo non significa che gli astronomi non abbiano alcuna ipotesi: “Un’idea affascinante per il potente segnale radio è che i buchi neri supermassicci residenti abbiano attraversato episodi di attività estrema in passato, e gli elettroni relitti di quell’antica attività siano stati riaccelerati da questo evento di fusione“, ha affermato Kim Weaver, scienziato del progetto NASA per XMM.

Conclusioni

In altre parole, gli Odd Radio Circles come il Cloverleaf potrebbero richiedere una storia di origine in due parti: potenti emissioni da buchi neri supermassicci attivi, seguite da onde d’urto da fusione di galassie che danno a quelle emissioni un secondo calcio.

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