Come ogni satellite in orbita attorno alla Terra, anche il telescopio spaziale Hubble sta lentamente rientrando nell’atmosfera: dopo 33 anni di onorato servizio Hubble sta per raggiungere il punto di non ritorno.
Una soluzione proposta da due startup incaricate dalla NASA potrebbe, tuttavia, prolungare la vita di Hubble, in maniera tale che possa continuare a funzionare ancora per qualche tempo. Il telescopio spaziale è ancora in buona salute, ma più passa il tempo, più la resistenza atmosferica lo sta abbassando di quota: alla fine il suo destino è cadere giù sulla Terra tra la metà e la fine degli anni ’30. Dal lancio effettuato nel lontano 1990, l’altezza orbitale di Hubble è diminuita di 30 chilometri circa.
La NASA non vuole dire addio a Hubble per il momento
Non pronta a salutare Hubble, la NASA ha emesso una richiesta di informazioni (RFI) alla fine dell’anno scorso, chiedendo al settore commerciale di elaborare strategie per rilanciare l’orbita di Hubble. La squadra vincente dovrebbe quindi fornire le risorse e i servizi necessari per portare a termine il lavoro, inclusi il veicolo di lancio, il veicolo spaziale, l’equipaggio (se applicabile) e le operazioni di missione (escluse le operazioni di Hubble).
SpaceX ha espresso interesse poco dopo la pubblicazione della RFI, affermando che sta lavorando a uno studio di fattibilità. La società guidata da Elon Musk sta cercando di sfruttare il suo programma Polaris, una serie di missioni organizzate e guidate dall’astronauta miliardario Jared Isaacman. I dettagli esatti del piano SpaceX non sono noti, ma il coinvolgimento del programma Polaris e Isaacman suggerisce che si tratterebbe di una missione con equipaggio a bordo della navicella spaziale Crew Dragon della compagnia.
L’aiuto da parte di Momentus Space e Astroscale
Vi è tuttavia un’altra proposta per risolvere il problema di Hubble: una proposta congiunta lanciata da Momentus Space con sede in California e Astroscale con sede a Tokyo. Lavorando insieme, le due società trasferirebbero Hubble su un’orbita terrestre più alta e quindi rimuoverebbero eventuali detriti pericolosi all’interno della nuova orbita del telescopio.
La collaborazione ha senso, poiché la piattaforma Vigoride di Momentus è progettata per trasportare carichi utili attraverso varie orbite. Proprio lo scorso 8 maggio, Momentus ha annunciato che il sistema sperimentale di propulsione ad acqua di Vigoride-5 ha sollevato il “rimorchiatore spaziale” di circa 3 chilometri sopra la sua orbita originale.
In risposta a una domanda di Gizmodo, un portavoce di Momentus ha confermato che il Microwave Electrothermal Thruster (MET) dell’azienda, che utilizza acqua distillata come propellente, sarebbe stato utilizzato nella missione per aumentare l’orbita di Hubble, se questa offerta fosse stata scelta .
John Rood e la collaborazione con la NASA
“Anche a 33 anni, Hubble è pienamente in grado di continuare la sua missione”, ha affermato John Rood, amministratore delegato di Momentus, in una dichiarazione della società. “Sono entusiasta che abbiamo collaborato per offrire alla NASA un modo molto conveniente per continuare a gestire questo investimento scientifico da un miliardo di dollari sfruttando la nuova tecnologia di assistenza robotica nello spazio”.
Il contributo di Astroscale
Per quanto riguarda Astroscale, una startup che cerca di fornire servizi orbitali di rimozione dei rifiuti, il suo contributo consisterebbe nel fornire rendezvous, operazioni di prossimità e servizi di attracco e una suite di funzionalità altrimenti nota come RPOD.
La missione proposta per sollevare la traiettoria orbitale di Hubble sarebbe completamente robotica, eliminando la necessità di lanciare nello spazio esseri umani. Il piano proposto vedrebbe un piccolo razzo ancora da nominare lanciare un rimorchiatore spaziale Vigoride verso l’orbita terrestre bassa.
Il veicolo spaziale, equipaggiato con la tecnologia RPOD di Astroscale, si avvicinerebbe e catturerebbe il telescopio spaziale. Bloccati insieme, Vigoride avrebbe eseguito una serie di manovre nel tentativo di sollevare Hubble fino a 31 miglia (50 km), un’orbita più alta di quella originariamente occupata dal telescopio. Completato questo compito, il sistema si sgancerebbe quindi da Hubble e inizierebbe il processo di rimozione di detriti potenzialmente minacciosi nelle vicinanze orbitali di Hubble.