No, non abbiamo trovato prove dell’esistenza di un Universo parallelo

L'esperimento ANITA ha rilevato raggi cosmici che escono dall'Antartide. Un'interpretazione sostiene "universi paralleli", ma è giusto?

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Un’illustrazione di universi multipli e indipendenti, disconnessi causalmente l’uno dall’altro in un oceano cosmico in continua espansione, è una rappresentazione dell’idea del multiverso. (Credito: Ozytive/dominio pubblico)
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L’interpretazione dei molti mondi della meccanica quantistica sostiene che esistono un numero infinito di universi paralleli, che contengono tutti i possibili risultati di un sistema di meccanica quantistica, e che fare un’osservazione sceglie semplicemente un percorso. Questa interpretazione è filosoficamente interessante, ma potrebbe non aggiungere nulla di valore quando si tratta di fisica reale. ( Credito : Christian Schirm/Wikimedia Commons)


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Mentre si prevede che molti universi indipendenti verranno creati in uno spaziotempo in espansione, l’inflazione non finisce mai dappertutto in una volta, ma piuttosto solo in aree distinte e indipendenti separate dallo spazio che continua a gonfiarsi. È da qui che viene la motivazione scientifica per un Multiverso e perché nessun universo si scontrerà mai. Semplicemente non ci sono abbastanza universi creati dall’inflazione per contenere ogni possibile risultato quantistico a causa delle interazioni delle particelle all’interno di un singolo Universo. (Credito: MUSTAFABULENT / Adobe Stock)
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Una rappresentazione dei diversi “mondi” paralleli che potrebbero esistere in altre sacche del multiverso. (Credito: Pixabay/dominio pubblico)
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Mentre gli sciami di raggi cosmici sono comuni dalle particelle ad alta energia, sono principalmente i muoni che arrivano sulla superficie terrestre, dove sono rilevabili con la giusta configurazione. Vengono prodotti anche neutrini, alcuni dei quali possono passare attraverso la Terra, ma questa spiegazione per il segnale ANITA non è convincente come alcune delle possibilità più banali. ( Credito : Alberto Izquierdo; Francisco Barradas Solas)
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Quando un neutrino interagisce nel limpido ghiaccio antartico, produce particelle secondarie che lasciano una traccia di luce blu mentre viaggiano attraverso il rivelatore IceCube. La mancanza di neutrini tau ad alta energia visti da IceCube esclude efficacemente l’origine astrofisica di qualunque cosa abbia creato le onde radio che ANITA ha visto. ( Credito : Nicolle Rager Fuller/NSF/IceCube)
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