L’uomo che sta diventando un cyborg per non morire

Esiste già un lungo elenco di dispositivi medici che lo aiutano a respirare, mangiare e comunicare; queste tecnologie sono destinate ad aumentare nel prossimo futuro. Ma, secondo Scott-Morgan, non si tratta di evitare la morte; si tratta di evolversi

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Peter Scott-Morgan non vuole che la gente pensi a lui come un uomo che sta per morire a causa di una malattia neurodegenerativa. Vuole diventare Peter 2.0, il cyborg più avanzato di sempre.

Esiste già un lungo elenco di dispositivi medici che lo aiutano a respirare, mangiare e comunicare; queste tecnologie sono destinate ad aumentare nel prossimo futuro. Ma, secondo Scott-Morgan, non si tratta di evitare la morte; si tratta di evolversi.

Sì, lo so, sembra tutto fantascienza, ammette sul suo blog. “Ma alcuni dei migliori cervelli del mondo, in un’alleanza di alcune delle più potenti megacorporazioni hi-tech, sono pronti a realizzarlo – entro la fine di quest’anno“.

La linea temporale coincide più o meno con la quantità di tempo che gli resta, almeno secondo la medicina. Statisticamente parlando, almeno. Ma Peter, dopo avere scavallato il 2019 ed il 2020, a dispetto delle previsioni dei medici, ha tutte le intenzioni di vedere cos’altro ha in serbo il 2021 e altro ancora.

Il suo corpo biologico è in declino a causa di una malattia terminale che distrugge lentamente i nervi, chiamata malattia dei motoneuroni. È lo stesso disturbo neurodegenerativo al quale fu diagnosticato al fisico Stephen Hawking nel 1963, obbligandolo ad affidarsi alla tecnologia per la mobilità e la parola.



Come per Hawking, il sistema nervoso di Scott-Morgan sta lentamente perdendo la sua capacità di governare le funzioni chiave e i movimenti volontari, lasciandolo in uno stato di paralisi quasi totale.

Gli aggiornamenti Cyborg

Ora Peter è provvisto di un mini-ventilatore (più silenzioso di quello di Darth Vader, si vanta allegramente), di un sondino naso-gastrico per l’alimentazione e di una sacca per colostomia. Scott-Morgan ha anche rimosso il suo apparato vocale per ridurre il rischio di aspirare la sua saliva e comunica con un sintetizzatore.

Lui vede ogni nuovo pezzo di tecnologia come “un aggiornamento” piuttosto che una sostituzione. Ma a quanto pare il meglio deve ancora venire.

Ora siamo solo a un anno o due di distanza dalla possibilità di realizzare qualcosa di rivoluzionario. esiste già tutta la tecnologia necessaria, resta solo da affinarla, afferma.

La tecnologia in arrivo comprende innovazioni tecnologiche come interfacce cervello-computer e eye tracking, ma Scott-Morgan immagina qualcosa di più: vede un futuro in cui Peter 2.0 non è tanto un corpo nello spazio fisico, ma una mente in un paesaggio digitale.

Insieme a suo marito Francis, Scott-Morgan ha creato una fondazione che mira a promuovere l’uso etico dell’IA e della robotica per aumentare chiunque si senta limitato da malattia, età o disabilità.

Il futuro è già qui, in molti modi. Ma per citare lo scrittore di fantascienza William Gibson, “non è distribuito in modo molto uniforme“.

Per ampliare l’accesso ai trattamenti e alle tecnologie salvavita per le persone con malattie dei motoneuroni, la loro campagna “Right to Thrive” ha chiesto sostegno ai membri del parlamento.

Forse avremo altre notizie da Peter 2.0 già fra qualche tempo. Lo speriamo.

Ma anche se la tecnologia critica non arrivasse in tempo per Scott-Morgan, il suo messaggio resta importante.

Ci vorrà ancora un po’ ma la società dovrà arrivare a rendere accessibile a tutti coloro che ne necessitano l’uso della tecnologia, abbattendone i costi, permettendo a coloro che soffrono di disabilità, a causa di malattie degenerative, croniche o incidenti, di tornare ad avere una vita che permetta loro di interagire con il resto del mondo.

Un cyborg od organismo cibernetico o bionico è, nell’immaginario fantascientifico, un essere al confine tra uomo e macchina, grazie alla capacità dei suoi innesti di comunicare attivamente con l’organismo, che risulta dunque costituito da elementi artificiali, come protesi meccaniche ed elettroniche, solitamente innestati sul corpo umano.

Il termine, che deriva dalla contrazione dell’inglese cybernetic organism, per l’appunto organismo cibernetico, è nato nell’ambito della medicina e della bionica e fu reso popolare dagli scienziati Manfred E. Clynes e Nathan S. Kline nel 1960 in riferimento alla loro idea di un essere umano potenziato per sopravvivere in ambienti extraterrestri inospitali.

Essi ritenevano che un’intima relazione tra essere umano e macchina fosse la chiave per varcare la nuova frontiera dell’esplorazione spaziale in un prossimo futuro.

Il confine tra essere umano e cyborg è sempre più sfumato, basti pensare ai progressi delle tecnologie applicate alle protesi e agli organi artificiali: una persona dotata di un pace-maker potrebbe infatti già corrispondere alla definizione di cyborg.

A seconda della loro origine, è possibile distinguere i cyborg in tre categorie:

  1. Esseri umani potenziati, esseri umani che hanno subito consistenti modificazioni artificiali ed innesti. Esempi: il protagonista del film RoboCop (1987) è un poliziotto che, ucciso in servizio, viene fatto resuscitare trasformato in cyborg. Il protagonista del film Io, Robot (2004) ha un braccio e altri organi cibernetici.
  2. Alieni potenziati, esseri extraterrestri divenuti cyborg al pari degli umani descritti nella precedente categoria. In Guerre stellari, Anakin Skywalker (Dart Fener) ha arti cibernetici e una tecnologica armatura in grado di tenerlo in vita.
  3. Androidi, cioè robot umanoidi, provvisti di apporti biologici, spesso allo scopo di aumentare la loro somiglianza con l’essere umano. È il caso del cyborg assassino protagonista del film Terminator (1984) e dei suoi seguiti.
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