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L’inversione dei poli magnetici 42.000 anni fa: l’evento di Laschamp

Le registrazioni paleomagnetiche mostrano come i due stati di polarità del campo si siano alternati. La variabilità naturale del campo prevede anche grandi variazioni di intensità. Quando l’intensità del campo è molto debole, fino a valori dell’ordine del 10-20% del valore che registriamo oggi, si può innescare l'inversioni dei poli magnetici della Terra

Circa 42.000 anni fa l’inversione dei poli magnetici della Terra, ha portato a un lungo periodo di sconvolgimenti globali.

Ma cos’è l’inversione dei poli magnetici e come avviene?

Innanzitutto sappiamo che il campo magnetico terrestre è prodotto dai turbolenti moti convettivi del materiale metallico fuso, fortemente conduttore di elettricità, che compone il nucleo esterno del nostro pianeta. Il campo magnetico che ne risulta ha la stessa struttura del campo prodotto da un magnete a barra posto nel centro della Terra e inclinato di circa 9° rispetto all’asse di rotazione.

La teoria afferma che esistono due stati possibili di polarità, quella normale (l’attuale, in cui le linee di forza del campo entrano verso l’interno della Terra nell’emisfero settentrionale ed escono verso l’esterno della Terra nell’emisfero meridionale) e il suo opposto.

Le registrazioni paleomagnetiche mostrano come i due stati di polarità del campo si siano alternati. La variabilità naturale del campo prevede anche grandi variazioni di intensità. Quando l’intensità del campo è molto debole, fino a valori dell’ordine del 10-20% del valore che registriamo oggi, si può innescare l’inversioni dei poli magnetici della Terra.

Una volta che l’inversione dei poli terrestri si è conclusa i valori della sua intensità riprendono rapidamente a salire, fino a riportarsi sui livelli precedenti all’inversione.

Inversione dei poli magnetici: l’ultima volta avvenne 42.000 anni fa

L’ultima inversione dei poli magnetici della Terra, secondo le misurazioni del radiocarbonio all’interno degli alberi, avrebbe portato a secoli di degrado climatico, estinzioni di massa e cambiamenti nel comportamento degli esseri umani.

Il team che si è occupato della ricerca ha chiamato il periodo in cui è stata registrata l’ultima inversione dei poli magnetici della Terra Adams Transitional Geomagnetic Event“, (o Adams Event), in onore dello scrittore di fantascienza Douglas Adams, che ha dichiarato il “numero 42” la risposta definitiva alla vita, all’Universo e a tutto.

Il team ha datato per la prima volta i tempi e gli impatti ambientali dell’ultima inversione magnetica, ad affermarlo il geologo Chris Turney dell’Università del New South Wales in Australia. 

I risultati della ricerca sono stati ottenuti grazie all’analisi degli antichi alberi kauri della Nuova Zelanda, conservati nei sedimenti per oltre 40.000 anni. Usando gli alberi fossili, il team ha potuto misurare e datare il picco nei livelli di radiocarbonio atmosferico causato dall’inversione dei poli magnetici ella Terra.

L’inversione dei poli magnetici della Terra avvenuta 42 mila anni fa è nota anche come evento di Laschamp e viene chiamata anche escursione geomagnetica. L’escursione geomagnetica avviene quando i poli magnetici del pianeta si scambiano brevemente di posizione prima di tornare nella loro posizione iniziale. 

Questo evento geomagnetico è forse quello meglio conosciuto e viene registrato anche dai minerali ferromagnetici.

Il fenomeno di inversione magnetica è iniziato circa 41.000 anni fa e si è protratto per circa 800 anni. Prima della scoperta dell’antico fossile dell’albero Kauri, risalente all’epoca, non era ben chiaro l’impatto dell’inversione dei poli magnetici della Terra sulla vita presente in quel periodo.

Inversione dei poli magnetici e il C-14

Sappiamo che gli alberi sono in grado di registrare l’attività atmosferica nei loro anelli di crescita annuali. In particolare, il carbonio-14, o radiocarbonio, può rivelare molte informazioni.

Il radiocarbonio è presente sulla Terra solo in tracce rispetto ad altri isotopi del carbonio presenti in natura. 

Il carbonio 14 si forma nell’alta atmosfera a causa del bombardamento dei raggi cosmici provenienti dallo spazio. Quando i raggi cosmici entrano nell’atmosfera, interagiscono con gli atomi di azoto innescando una reazione che produce C-14.

Sappiamo che i raggi cosmici colpiscono il nostro pianeta costantemente e la Terra riceve costantemente C-14. Se in un dato periodo di tempo il C-14 negli anelli degli alberi aumenta significa che il nostro pianeta ha subito un’esposizione maggiore ai raggi cosmici.

Questo incremento dei raggi cosmici è dovuto all’indebolimento del campo magnetico, avvenuto durante l’evento di Laschamp. Più raggi cosmici penetrano nell’atmosfera terrestre più radiocarbonio viene prodotto. 

Per questo motivo, gli scienziati sono stati in grado di accertare che il campo magnetico terrestre si era indebolito riducendosi a un valore del 28 percento rispetto alla sua normale intensità per circa 800 anni.

L’albero kauri ha permesso al gruppo di ricerca di studiare anche gli anni precedenti all’evento di Laschamp. Il team ha così scoperto che l‘evento di Adams ha avuto luogo a partire da circa 42.200 anni fa e il campo magnetico si trovava nel punto più debole prima dell’evento di Laschamp.

Durante l’evento Adams il campo magnetico terrestre è sceso a solo il 6% di intensità, il nostro pianeta in quel periodo non aveva uno scudo abbastanza intenso da impedire il passaggio dei raggi cosmici.

Anche il campo magnetico del Sole in quel periodo avrebbe subito una riduzione. Il Sole aveva certamente meno macchie ed emetteva meno flare, ma non era in grado di proteggere la Terra dai raggi cosmici provenienti dallo spazio interstellare.

L’indebolimento combinato dei campi magnetici avrebbe innescato mutamenti importanti nello strato di ozono della Terra con drammatiche conseguenze climatiche. Queste osservazioni sono coerenti con i mutamenti climatici e ambientali che hanno portato all’estinzione della megafauna australiana.

L’indebolimento sembra coincidere, curiosamente, con alcune delle più antiche incisioni rupestri, spingendo i ricercatori a ipotizzare che l’evento Adams avrebbe potuto portare gli esseri umani dalle coste verso l’interno.

L’uomo avrebbe iniziato a utilizzare le grotte naturali forse per proteggersi dall’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti, utilizzando inoltre l’ocra rossa come protezione per la pelle.

Queste, ovviamente, sono solo delle speculazioni, ma indicano anche che l’inversione dei poli magnetici della Terra può alterare molto seriamente il nostro pianeta.

Secondo i ricercatori, l’atmosfera terrestre contiene alti livelli di carbonio mai registrati in altre epoche. l’inversione dei poli magnetici della Terra o un drastico mutamento dell’attività solare potrebbe accelerare i mutamenti climatici indiscutibilmente in atto.

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