L’esopianeta Proxima b non dovrebbe poter sostenere la vita

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Un annetto fa si parlò di un esopianeta particolarmente, in termini relativi, vicino a noi, interessante sia per la distanza relativamente abbordabile sia per la possibilità che potesse avere le condizioni per ospitare la vita, tanto che si ipotizzò su come inviarci delle microsonde spinta da potenti fasci laser in grado di raggiungerlo in pochi decenni. Questo pianeta era Proxina b.

Ora uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters da parte del Goddard Space Flight Center della NASA, suggerisce che questo pianeta posto a soli 4,3 anni luce da noi non dovrebbe essere in grado di ospitare la vita.

In particolare, lo studio sostiene che il pianeta, probabilmente, non potrebbe sostenere un’atmosfera simile a quella della Terra a causa della sua vicinanza alla nana rossa Proxima Centauri. Una simulazione effettuata ponendo il nostro pianeta, la Terra, nella stessa orbita di Proxina b indicherebbe che l’attività della stella avrebbe spazzato via la nostra atmosfera in poco tempo.

Il tasso di perdita atmosferica di Proxima b, che orbita intorno al suo sole in 11.2 giorni terrestri, è risultato essere 10.000 volte più veloce di quello della Terra intorno al Sole. Se confermato, questo dato porterebbe ad escludere proxina b dai pianeti in grado di ospitare la vita perché, pur essendo nella zona abitabile, senza atmosfera non potrebbe avere acqua allo stato liquido..

Negli ultimi tempi le nane rosse sono sottoposte a studi particolarmente approfonditi perché  sono le stelle più numerose della nostra galassia. In particolare, il sistema di TRAPPIST e Proxima centauri presentano l’ulteriore vantaggio di essere piuttosto vicini alla Terra e possono essere osservati meglio.



Proxima Centauri e altre nane rosse, però, sono attive. Ciò significa che la quantità di radiazione ultravioletta che colpisce Proxima b è centinaia di volte superiore a quella che colpisce Terra.

Questo studio guarda ad un aspetto di solito poco valutato, la perdita atmosferica da parte dei pianeti nel contesto della fisica stellare“, ha detto Shawn Domagal-Goldman, uno scienziato del Goddard non coinvolto nello studio. “I pianeti hanno diversi sistemi interattivi e è importante assicurarsi di includere queste interazioni nei nostri modelli“.

la simulazione effettuata ha dimostrato che Proxima b, che dovrebbe avere sui 4 miliardi di anni, avrebbe perso la sua atmosfera in un periodo variabile tra 100 milioni e 2 miliardi di anni.

Questo studio segna una batuta d’arresto nelle speranze di trovare la vita, non solo su Proxima b ma anche, ad esempio, sui sette pianeti di Trappist, quasi tutti compresi nella zona abitabile dell’orbita della stella che, però, è una nana rossa, come Proxima Centauri

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