Le opere di Leonardo da Vinci sono universalmente riconosciute e celebrate, con capolavori iconici come “L’Ultima Cena“, “L’Uomo Vitruviano” e “La Gioconda“. Eppure, anche all’interno di un corpus così vasto e meticolosamente studiato, la possibilità di nuove scoperte non è mai del tutto esaurita. Recentemente, un team di ricercatori ha portato alla luce una di queste sorprendenti rivelazioni: un disegno di un tunnel risalente a un castello del XV secolo.

Nuove scoperte nel corpus di Leonardo da Vinci
Il disegno in questione raffigurava il celebre Castello Sforzesco e, in particolare, includeva rappresentazioni dettagliate di numerosi tunnel sotterranei la cui esistenza non era mai stata accertata fino a quel momento. Il team di ricerca, composto da esperti del Politecnico di Milano, di Codevintec e del Castello Sforzesco, ha intrapreso una collaborazione multidisciplinare impiegando tecnologie avanzate come il georadar e le scansioni laser per mappare il sottosuolo del castello.
Questa indagine ha non solo confermato l’effettiva esistenza dei tunnel accennati nei disegni di Leonardo, ma ha anche suggerito che essi potrebbero rappresentare solo una piccola porzione di un complesso sistema di passaggi che si estende sotto l’intero sito. Come ha affermato Francesca Biolo, ricercatrice presso il Politecnico di Milano: “Il georadar ha arricchito il modello 3D con dati su spazi noti, ma inaccessibili, portando alla luce camminamenti sconosciuti e spunti per ulteriori studi su passaggi segreti”.
La storia del Castello Sforzesco è intrinsecamente legata alla sua rinascita nel XV secolo. Fu in quel periodo che il duca di Milano, Francesco Sforza, ricostruì un antico sito, trasformandolo nel maestoso Castello Sforzesco, arricchito da torri imponenti, cortili eleganti e sale affrescate. Nel 1494, il suo successore, Ludovico Sforza, proseguendo la tradizione di magnificenza del castello, commissionò a Leonardo da Vinci la realizzazione di opere d’arte per la fortezza.
Fu proprio nel corso di questo incarico che Leonardo documentò l’invisibile sistema di gallerie del castello, annotazioni che sono ora accessibili nel Codice Forster I. Questa recente scoperta non solo valida l’accuratezza delle osservazioni di Leonardo, ma apre anche nuove vie per l’esplorazione e la comprensione della complessa architettura sotterranea del Castello Sforzesco.
I segreti nascosti del Castello Sforzesco
Gli esperti ipotizzano che la complessa rete di gallerie sotterranee recentemente confermata al Castello Sforzesco avesse primariamente una funzione militare, strategica per le operazioni belliche dell’epoca. Tuttavia, è plausibile che alcune sezioni di questo intricato sistema includessero anche percorsi adibiti a scopi personali e privati.
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📘 Leggi la guida su AmazonUn esempio significativo è il passaggio che collega il castello alla Basilica di Santa Maria delle Grazie, una chiesa eretta da Francesco Sforza che, peraltro, custodisce il capolavoro leonardesco de “L’Ultima Cena“. Questa basilica è anche il luogo di sepoltura della famiglia Sforza; pertanto, tale passaggio avrebbe potuto consentire agli abitanti del castello un accesso più rapido e discreto alle tombe dei loro congiunti, inclusa quella di Beatrice d’Este, moglie di Ludovico.
Attualmente, il vasto complesso del Castello Sforzesco non è solo un monumento storico, ma ospita anche tre importanti istituzioni museali: la Pinacoteca del Castello Sforzesco, il Museo della Pietà Rondanini e il Museo d’Arte Antica. Nonostante il sistema sotterraneo non sia ancora completamente accessibile al pubblico, l’impiego di tecnologie avanzate come il radar a penetrazione del suolo (GPR) e la scansione laser ha non solo confermato la sua esistenza, ma ha anche aperto nuove e promettenti prospettive per esplorare e comprendere questo mondo nascosto.
L’obiettivo ultimo di questa ricerca è ambizioso e lungimirante, come spiega Franco Guzzetti, professore di geomatica al Politecnico di Milano: “L’obiettivo è realizzare un gemello digitale del Castello Sforzesco, un modello digitale che non solo rappresenti l’aspetto attuale del castello ma che permetta anche di esplorarne il passato, recuperando elementi storici non più visibili“. Questo “gemello digitale” promette di rivoluzionare la nostra conoscenza del castello, rivelando dettagli architettonici e funzionali che il tempo e gli eventi hanno celato, offrendo una visione senza precedenti della sua storia e dei suoi segreti più profondi.
L’esperienza museale del futuro: realtà aumentata e patrimonio nascosto
L’integrazione della realtà aumentata (AR) nei percorsi virtuali rappresenta un’evoluzione epocale nel modo in cui il pubblico può interagire con il patrimonio storico e artistico. Questa tecnologia offre l’opportunità unica di invitare i visitatori a esplorare ambienti che fisicamente rimarrebbero preclusi, come i complessi sistemi sotterranei o i luoghi storici inaccessibili, trasformando l’esperienza museale in qualcosa di profondamente innovativo e immersivo.
Immaginate di passeggiare tra le sale di un museo e, puntando il vostro dispositivo su un punto specifico, vedere emergere proiezioni digitali di antiche gallerie sotterranee o di stanze segrete, complete di ricostruzioni storiche dettagliate e narrazioni contestualizzate. Questo permette non solo di superare le barriere fisiche, ma anche di arricchire la comprensione storica, fornendo ai visitatori una prospettiva tridimensionale e dinamica di ciò che altrimenti resterebbe invisibile.
In questo contesto di innovazione tecnologica, l’opera di Leonardo da Vinci si conferma incredibilmente attuale, affascinando il pubblico moderno con una risonanza che travalica i secoli. La recente scoperta dei suoi disegni relativi ai tunnel sotterranei del Castello Sforzesco, ora confermati attraverso l’uso di tecnologie avanzate come il georadar e la scansione laser, è un esempio perfetto di come il genio del passato possa incontrare e ispirare il futuro.
Questa convergenza offre una base ideale per applicazioni di realtà aumentata: un visitatore potrebbe osservare una riproduzione del disegno leonardesco e, attraverso l’AR, vedere il tunnel prendere vita sotto i propri piedi, con dettagli sulle tecniche costruttive dell’epoca o sulle sue funzioni strategiche. Leonardo, con la sua inesauribile curiosità e la sua capacità di precorrere i tempi, continua così a stimolare non solo la ricerca storica e artistica, ma anche lo sviluppo di nuove frontiere nella divulgazione culturale, dimostrando come il suo lavoro continui a “conquistare” il pubblico, ora attraverso strumenti che lui stesso, con la sua visione, avrebbe probabilmente immaginato.
Lo studio è stato pubblicato sul sito ufficiale del Politecnico di Milano.