L’entrata in guerra della Turchia nel 1914

E' una storia di navi ed arroganza inglese la causa che porterà la Turchia a fianco degli Imperi Centrali nella Grande Guerra.

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E’ una storia di navi e di arroganza inglese una delle cause che porterà la Turchia a fianco degli Imperi Centrali nella Grande Guerra. Allo scoppio delle ostilità due navi da battaglia tedesche l’incrociatore pesante Goeben e l’incrociatore leggero Breslau che lo scortava riescono a sfuggire al blocco navale e si intrufolano nel Mediterraneo.
L’obiettivo è raggiungere i porti turchi. Non era la prima volta che queste due navi si recavano in Turchia, fin dal 1912 i due incrociatori al comando del viceammiraglio Wilhelm Souchon, erano divenute il simbolo dello Stato tedesco nel corso delle regolari visite a Costantinopoli, dove la loro presenza ebbe un impatto notevole sull’opinione pubblica turca, generando la convinzione che il Secondo Reich non fosse una potenza militare esclusivamente terrestre.
Anche la Royal Navy aveva una missione militare in Turchia nell’ambito di un corteggiamento delle due potenze rivali di quello che rimaneva del glorioso Impero Ottomano. A far precipitare però l’appeal della Gran Bretagna nei confronti non soltanto del Governo ma del popolo turco, ci fu una delle tante sciocchezze commesse nel corso della sua lunghissima carriera politica da Winston Churchill, allora Primo Lord dell’Ammiragliato.
Churchill senza preavviso ed unilateralmente confiscò due corazzate turche che stavano per essere completate nei cantieri navali inglesi. Questa decisione suscitò un eco enorme in Turchia, un’indignazione popolare tanto più grande quanto queste due corazzate ormai quasi ultimate erano state finanziate mediante una sottoscrizione popolare e incarnavano in buona misura l’orgoglio nazionale turco:
Da quel momento gli eventi iniziano a precipitare. Il 4 agosto, il giorno dopo lo scoppio delle ostilità tra Francia e Germania, Souchon cercò di ostacolare le operazioni di un convoglio francese che trasportava il XIX corpo dall’Africa settentrionale a Marsiglia, verso quello che sarebbe divenuto il fronte occidentale. Nonostante una convulsa e per altro confusionaria caccia agli incrociatori tedeschi, Souchon riuscì a riparare il 10 agosto nei Dardanelli.
Quindi con un “colpo da maestro” in seguito ovviamente all’approvazione di Berlino, il comandante tedesco offrì le due navi da battaglia alla Marina turca come compensazione del “furto” perpetrato dagli inglesi delle due corazzate.
Passarono alcuni mesi di trattative convulse ed intrighi diplomatici che sfociarono in un’incursione della Marina turca guidata da Souchon, a bordo del Goeben, nei porti russi sul mar Nero. Questo episodio, a sua volta, provocò la dichiarazione di guerra della Russia alla Turchia il 2 novembre 1914.
Il coinvolgimento della Turchia nella guerra portò al centro dell’attenzione lo stretto dei Dardanelli, quella sottile striscia d’acqua che divide l’Europa dall’Asia. Il loro controllo era un importante snodo strategico per le rotte marittime verso Costantinopoli, il Mar Nero e la Russia.
Sulla base di queste considerazioni già dal 4 novembre 1914 gli Alleati bombardarono i forti all’ingresso dei Dardanelli, mettendo a nudo l’insufficienza delle difese turche esistenti per coprire quella via d’acqua. Invece di dare continuità a questa azione Francia e Gran Bretagna tergiversarono dando modo alla Turchia di rafforzare le difese costiere. Nel dicembre del 1914 per cercare di alleggerire la pressione turca sui russi tra le montagne dei Carpazi la Gran Bretagna inviò una flotta congiunta anglo-francese, al comando del viceammiraglio Sackville Carden, per forzare i Dardanelli.
L’iniziale bombardamento risultò essere poco efficace, il 19 marzo 1915 il viceammiraglio John de Robeck, subentrato al comando, alle 10:30 del mattino, sotto il sole splendente di un bel giorno di primavera, portò la flotta dentro lo Stretto. I cannoni aprirono il fuoco, bombardando i forti, ma gli effetti furono minimi. Inizialmente i turchi non risposero al fuoco ma quando le navi nemiche si fecero sotto iniziarono un cannoneggiamento furioso con le batterie costiere.
Nel frattempo il posamine turco Nusrat aveva posato uno sbarramento di mine proprio dove le navi erano solite manovrare. Non essendo state rilevate, le conseguenze furono devastanti. Alle 14 la corazzata francese Bouvet incappò in una mina, e dopo una tremenda esplosione interna affondò in pochi minuti. Quella tragedia costò la vita a circa 639 francesi.
Stessa sorte toccò all’incrociatore da battaglia Inflexible che riportò seri danni mentre le corazzate Ocean e Irresistible meno fortunate affondarono. Fortunatamente gran parte degli equipaggi riuscirono a mettersi in salvo. Alle 17:50 de Robeck ordinò alla flotta di ritirarsi. Aveva perduto quasi un terzo delle sue navi senza ottenere nulla.
Il fallimento di questa azione navale aprirà la strada alla cruenta e drammatica campagna terrestre che si consumerà a Gallipoli e di cui racconteremo in un prossimo articolo.