I misteri svelati della prima passeggiata nello spazio.

Leonov "passeggiò" per 20 minuti nello spazio circumterrestre ancorato mediante un cavo di sicurezza lungo 5 metri al suo veicolo spaziale.

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Sono passati 55 anni dalla prima passeggiata spaziale che il cosmonauta sovietico Alexei Leonov portò a termine il 18 marzo del 1965, solo 4 anni dopo il primo volo oltre l’atmosfera compiuto da Yuri Gagarin.
Leonov “passeggiò” per 20 minuti nello spazio circumterrestre ancorato mediante un cavo di sicurezza lungo 5 metri al suo veicolo spaziale. La missione tenne l’URSS in testa alla corsa nello spazio fino a quando gli astronauti americani giunsero sulla Luna grazie alle missioni Apollo.
Jurij Alekseevič Gagarin nacque il 9 marzo 1934, fu cosmonauta, aviatore e politico sovietico e primo uomo a volare nello Spazio. Portò a termine la propria missione il 12 aprile 1961 a bordo della Vostok 1 e, in seguito a quello storico volo, Gagarin divenne una celebrità mondiale ricevendo numerosi riconoscimenti e medaglie, tra cui quella di Eroe dell’Unione Sovietica. La missione sulla Vostok 1 fu il suo unico volo spaziale.
Gagarin morì in un incidente aereo il 27 marzo del 1968. Fu da allora che Leonov emerse come una delle personalità più importanti del primo programma spaziale sovietico. Artista di talento, stupì il pubblico con le sue rappresentazioni di missioni storiche e sul futuro dell’umanità nello spazio. Prestò servizio come comandante dell’equipaggio del volo congiunto Soyuz-Apollo nel 1975, che rappresentò il culmine della cooperazione spaziale tra sovietici e americani fino agli anni ’90.
Grazie al carattere di Leonov, descritto dallo storico spaziale russo Anatoly Zak come un personaggio estroverso e disponibile, la sua passeggiata spaziale è molto conosciuta. Leonov raccontò del suo disperato tentativo di rientrare all’interno della navicella spaziale mentre galleggiava nello spazio senza nessun controllo, cercando di districarsi dal cavo di ancoraggio lungo cinque metri che lo assicurava al veicolo spaziale e lo manteneva collegato alla radio di bordo, il suo rientro fu particolarmente drammatico.
La sua tuta si gonfiò, le sue mani si sfilarono dai guanti e i suoi piedi si sfilarono dagli stivali. Il cosmonauta sovietico si trovò a fluttuare all’interno della tuta stessa. Incapace di rientrare a bordo, eliminò parte dell’aria contenuta nella tuta spaziale, con tutti i rischi che questo comportava. Solo in questo modo riuscì a rientrare a fatica e a testa in avanti nella capsula Voskhod-2, dove lo attendeva, incapace di portare qualsiasi aiuto, il suo compagno di missione Pavel Belyaev.
Fu lo stesso Leonov a raccontare nel libro del 2004 Two Sides of the Moon, scritto con il collega e rivale americano David Scott, le fatiche tenute segrete per difendere la versione ufficiale del Cremlino. Raccontò che il rigonfiamento della sua tuta lo costrinse non solo a far uscire parte dell’aria interna, ma anche a rientrare nell‘airlock del veicolo spaziale a testa in avanti anziché con i piedi in avanti come previsto dalle normali procedure.
Tuttavia le cose andarono diversamente.
Come scrive Paolo Attivissimo nel suo articolo “Storie di Scienza: il segreto della prima passeggiata spaziale” sul sito “Il Disinformatico”, la prima rivelazione delle disavventure di Leonov risalgono al 2001, e sono contenute inThe Rocket Men di Rex Hall and David Shayler, a pagina 248.
Lo stesso storico spaziale russo Anatoly Zak, in un articolo pubblicato da Air & Space alla fine di marzo 2020 grazie a documenti inediti svela la realtà dei fatti.
I documenti sono stati resi pubblici dalle autorità russe soltanto di recente e pubblicati nel sito dell’ente spaziale russo Roscosmos. Si tratta di filmati più estesi, del diario di bordo originale e dei resoconti firmati personalmente da Leonov stesso subito dopo la missione, e in questa documentazione non c’è nessun resoconto dell’eroico gesto raccontato al mondo per decenni.
Anche la decisione di sfiatare la tuta spaziale era stata programmata durante le prove a terra.
Anatoly Zak traduce così le parole scritte da Leonov: “Sulla Terra avevo pensato cosa fare se fosse fallita la prima entrata. Avevo previsto, sulla Terra, di portare la pressione a 0,27 atmosfere (rispetto alle 0,4 atmosfere nominali). Le mie stime sono state confermate ed è andata esattamente così…”.
Leovov raccontò che alla fine dell’attività extraveicolare era stanco, ma non esausto, e descrivendo solo una leggera difficoltà nel rientrare nella camera di decompressione nella giusta posizione, con i piedi in avanti, posizione documentata dal filmato, al minuto 1:00:30 dall’inizio: si vede Leonov entrare con l’assetto corretto.
Non sapremo mai cosa spinse Leonov a raccontare un fatto cosi drammatico di un avvenimento che sarebbe comunque entrato nella storia. Alexei Leonov è morto l’11 ottobre 2019 a 85 anni e ha portato con se questo mistero per sempre.
Ma anche questa bugia, forse un peccato di vanità, lascia immutato il valore della sua straordinaria prima passeggiata spaziale.
Fonti: https://attivissimo.blogspot.com/2020/05/storie-di-scienza-il-segreto-della.html; https://www.airspacemag.com/daily-planet/turns-out-alexei-leonovs-first-spacewalk-wasnt-quite-dramatic-we-thought-180974522/; https://www.roscosmos.ru/28203/

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