di Oliver Melis per Aenigma
In India, a Delhi, c’è una colonna di ferro chiamata anche colonna di Ashoka. Alta sette metri e 21 centimetri, del peso di 6 tonnellate con un diametro di 41 centimetri, il manufatto risale al 423 d.C., esposta agli agenti atmosferici per circa 1600 anni non presenta nessuna traccia di ruggine. Dal 1993 è Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
La colonna venne eretta, probabilmente da Chandragupta II Vikramaditya (375 d.C. – 414 d.C.), durante l’impero Gupta che regnò sull’India settentrionale fra il IV e il VI secolo. Alla sommità si trova una statua di Garuda. Originariamente era posta in un luogo chiamato Vishnupadagiri (collina dell’impronta di Viṣṇu) oggi identificata con Udayagiri, circa 50 chilometri a est di Bhopal.
Durante l’impero Gupta Vishnupadagiri era un centro di studi astronomici, grazie al fatto che la collina si trova sul tropico del Cancro.
La colonna posta nel suo luogo originario proiettava un’ombra, che al solstizio d’estate cadeva nella direzione del piede di Anantasayain Vishnu (in uno dei pannelli che si trovano a Udayagiri) Quando Qutb-ud-din Aibak distrusse i templi preesistenti per erigere il Qutb Minar e la moschea Quwwat-ul-Islam, la colonna di Ashoka venne lasciata intatta, e la moschea stessa fu eretta attorno alla stessa colonna.
La colonna porta un’iscrizione che ne racconta l’origine, essa venne costruita in onore di Vishnu e in memoria del re Chandragupta II.
La colonna divenne famosa, oltre che per il suo indiscusso valore archeologico, anche perché in diversi ambienti di scienza alternativa venne considerata un OOPArt, un oggetto che non poteva essere spiegato in relazione all’epoca ufficiale di appartenenza. La sua leggendaria resistenza alla corrosione e all’ossidazione ha fatto nascere diverse ipotesi sulla sua realizzazione e sulla sua origine.
Esperti dell’istituto Indiano di Tecnologia guidati dal dottor R. Balasubramanian hanno analizzato il manufatto scoprendo che la colonna resiste all’ossidazione e alla corrosione perché composta da ferro quasi puro con una quantità di fosforo elevata dovuta alla tecnica di fusione con la quale essa è realizzata. Il fosforo con il tempo avrebbe favorito la formazione di uno strato protettivo sulla superficie della colonna, un composto di ferro e idrogeno dello spessore di 5 centesimi di millimetro capace di proteggere la colonna dall’aggressione del tempo.
Per chi sostiene un’origine misteriosa della colonna reputandola un oggetto fuori dal tempo l’effetto sarebbe dovuto a particolari tecniche di realizzazione in possesso degli artigiani dell’antica India ma in realtà la presenza del fosforo non sarebbe dovuta a una presunta superiorità tecnologica ma bensi all’utilizzo di materiali poco costosi come la carbonella per realizzare le leghe ferrose. In questo modo si rilasciano grosse quantità di impurità insieme al carbonio, che vanno a costituire minuscole quantità di elementi di lega nel metallo. Questi elementi, pur in concentrazioni piuttosto basse, possono alterare notevolmente le proprietà dei materiali.
Fonte Wikipedia