Un nuovo rapporto dei ricercatori dell’organizzazione World Animal Protection (WAP) e in collaborazione con l’Università di Oxford, redatto dopo un’inchiesta di due anni, sottolinea che la crescente domanda in Cina e in Vietnam per le squame e la carne del pangolino, un simpatico animaletto in via di estinzione, sta spingendo i poverissimi agricoltori del nordest dell’India a commerciarli illegalmente.
I pangolini sono considerati come uno dei mammiferi più ricercati del mondo e le diverse parti del loro corpo possono valere grandi somme di denaro, questo permette a chi li caccia nello stato di Assam, di guadagnare, con un singolo pangolino, quanto guadagnerebbe in tutto l’anno. .
Delle 141 persone intervistate in 31 villaggi, “tutti tranne due dei cacciatori hanno confermato la caccia ai pangolini sia per uso personale che commerciale“, dice il rapporto.
“Le squame di un solo pangolino possono permettere di guadagnare una somma di denaro che cambia la vita per le persone in queste comunità, ma il numero di pangolini in natura sta cominciando a precipitare“, ha spiegato in un comunicato stampa David Macdonald, professore di tecniche di salvaguardia della fauna selvatica a Oxford.
Il rapporto documenta la crudeltà con la quale i pangolini vengono cacciati e costretti ad uscire dalle loro tane nei tronchi degli alberi affumicandoli e storditi tramite colpi sula testa.
Le inquietanti riprese diffuse dal WAP mostrano bracconieri che randellano un pangolino con un machete e lo fanno bollire prima di rimuovere le sue scaglie.
“Soffocati dal fumo, picchiati e bolliti vivi, questo è un calvario terrificante e i pangolini chiaramente soffrono immensamente“, spiega Neil D’Cruze, esperto di fauna selvatica del World Animal Protection. “Questo non è solo un problema di salvaguardia della specie ma è anche una preoccupazione per il benessere degli animali“.
Un commercio redditizio
In India, la vendita di pangolini per scopi commerciali è illegale ai sensi della legge sulla protezione della fauna selvatica e il bracconaggio è punibile con la reclusione da uno a sei anni, più una forte multa.
Un divieto globale di commercio commerciale di pangolini è stato emesso nel 2016 dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES).
Nonostante ciò, l’aumento della domanda spinge i poverissimi agricoltori dell’Aslam a cacciare i pangolini e a venderle agli intermediari urbani, che poi li rivendono agli acquirenti in Cina e Vietnam, dove le loro scaglie sono molto ricercate per le loro presunte proprietà curative.
Sono stati 5.772 i pangolini sequestrati in India tra il 2009 e il 2017, secondo TRAFFIC, una ONG che si occupa di contrastare il commercio di specie selvatiche.
Sull’orlo dell’estinzione
Tutte le otto specie di pangolino, quattro asiatiche e quattro africane, sono minacciate di estinzione nei 51 paesi in cui vivono, secondo il rapporto.
Il bracconaggio illegale sarebbe il diretto responsabile della riduzione dei numeri del pangolino. Ad alimentare questa domanda è la convinzione in alcuni paesi asiatici, in particolare in Cina e Vietnam, che le squame di pangolino possano trattare l’impotenza e l’infertilità.
Le scaglie di pangolino sono fatte di cheratina, lo stesso materiale delle unghie e dei capelli umani, e coloro che praticano la medicina tradizionale cinese credono di poter migliorare la circolazione sanguigna, curare i disturbi della pelle e le infezioni con le parti di questo animale. Le squame sono anche considerate afrodisiache e in alcuni paesi la carne di pangolino è una prelibatezza.
Dal punto di vista scientifico, non c’è alcuna evidenza che le scaglie di pangolino abbiano un qualsiasi valore terapeutico, al contrario, ai ricercatori risultano segnalazioni secondo le quali l’ingestione delle squame può causare effetti avversi come gonfiore, ittero e danni al fegato.
“I pangolini sono seriamente a rischio di estinzione“, scrive nel rapporto Kate Nustedt, direttore della WPA. “Questo relazione ci fa capire perché sta succedendo e quali dovrebbe essere gli interventi da effettuare da parte delle autorità”.
Il WPA ha chiesto una più severa applicazione delle leggi, magari associandola ad un maggior sostegno economico per coloro che diventano bracconieri per disperazione, oltre che una maggiore opera coordinata tra governi e ONG per contrastare la domanda dei consumatori per i farmaci a base di parti di pangolino prodotti dalla medicina tradizionale cinese.