Il mostro di Dover

Il mostro, in base al comportamento osservato nelle uniche tre volte che è stato segnalato, pare prediligere i boschi e, nonostante sia stato segnalato solo in quelle circostanze, i media parlano di lui da decenni compreso un episodio della serie “X-Files”

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L’essere, descritto dalla criptozoologia (lo studio degli animali sconosciuti, conosciuti o noti ma presenti in luoghi non abituali), è stato segnalato per la prima volta nelle vicinanze di Dover nello stato del Massachusetts, il 21 e 22 aprile del 1977.

Chiamato mostro di Dover, viene descritto come un essere bipede, più piccolo di un essere umano, con una testa di notevoli dimensioni e simile a un grosso melone con occhi luminosi di colore arancione o verdastro. Privo di peli, pelliccia o piume di colore brunastro o arancione simile alla pelle di uno squalo.

Il mostro, in base al comportamento osservato nelle uniche tre volte che è stato segnalato, pare prediligere i boschi e, nonostante sia stato segnalato solo in quelle circostanze, i media parlano di lui da decenni compreso un episodio della serie “X-Files”. Soprattutto i primi ricercatori giunti sui luoghi dove veniva segnalata la sua presenza assegnano al mostro di Dover una probabile origine extraterrestre collegata a quegli esseri alieni che in ufologia vengono chiamati “grigi”.

La storia

Verso le dieci e mezzo di sera tre amici, Bill Bartlett, Mike Mazzocca e Andy Brodie stanno percorrendo Farm Street a bordo di una automobile quando Bill intravede, illuminata dai fari della macchina, una strana sagoma camminare lungo un muro diroccato. Bill sta guidando piuttosto veloce e l’incontro dura solo pochi secondi, più che sufficienti però a lasciargli una vividissima impressione e un ricordo duraturo. I suoi amici non scorgono nulla e quando i tre tornano indietro l’essere è scomparso. Non appena Bill torna a casa si mette a disegnare quel che ha visto, aggiungendo poi in calce allo schizzo la frase “giuro su una pila di Bibbie di averlo visto!

Mentre Bill è impegnato a disegnare il mostro, un altro ragazzo, il quindicenne John Baxter, saluta la sua ragazza e si mette in cammino per tornare a casa. Scocca la mezzanotte e lungo la strada, all’altezza di Miller Hill Road, il giovane scorge una piccola figura davanti a lui, un nanetto con un testone e inizialmente lo scambia per un tipo che conosce. Mentre si avvicina lo chiama ma la figura non reagisce e a John ora quel che ha davanti pare più una scimmia deforme che un uomo. L’essere misterioso svolta a sinistra, in una macchia boscosa scoscesa e si ferma dall’altro versante, fissando intensamente il ragazzo che lo ha seguito, Ora John può osservare meglio la creatura (e in seguito ne darà una descrizione corrispondente a quella di Bartlett) e quel che vede lo dissuade dal continuare l’inseguimento.

Passa un giorno, scocca di nuovo la mezzanotte e questa volta è una coppietta a incontrare lo strano essere: Will Taintor, 18 anni, sta accompagnando a casa la sua ragazza, Abby Brabham di 15 e mentre, in auto, percorrono Springdale Avenue, Abby scorge una figura rannicchiata a bordo strada. è l’essere che li fissa intensamente con i suoi occhi luminosi, questa volta verdi.

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Tre avvistamenti in due giorni.

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Nonostante gli avvistamenti siano stati solo tre, con la fantasia dei media, l’aggiunta di un pizzico di criptozoologia e di ufologia quanto basta, l’essere è diventato “il mostro di Dover

Spiegazioni

Come detto, venne battuta la pista aliena per spiegare l’avvistamento dello strano essere che, secondo alcuni, poteva essere un grigio o addirittura un esperimento sfuggito di mano. Altri invece collegano l’essere a una figura mitologica degli indiani Cree i “Mannegishi”, un piccolo popolo con arti sottili e allungati con una testa sproporzionata e priva di naso e bocca.

Certamente queste spiegazioni, fantasiose e prive di riscontro, ma allettanti sia per un certo tipo di informazione sia per una certa tipologia di “amanti del mistero”, non hanno nessuna base solida.

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L’essere, venne spiegato anche in maniera naturale, un piccolo di alce o una volpe affetta da un qualche tipo di malattia che la avrebbe privata della pelliccia. La spiegazione al fatto che l’essere fosse bipede è relativamente semplice, forse l’alce o comunque un qualche animale, si stava semplicemente nutrendo delle parti superiori di un albero.

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