Il mito di Atlantide

Il mito di Atlantide tra leggenda e possibili effetti di un cataclisma naturale. Cosa c'è di vero alla base di quanto scritto da Platone nel Timeo?

0
2693
Indice

La storia di Atlantide giunge fino a noi grazie al filosofo greco Platone. Questi all’interno di due sue brevi opere Timeo e Crizia scritte nel IV secolo a.e.v., più di mille anni dopo l’eruzione di Tera, ci racconta di una civiltà incredibile e di un’isola che nel giro di un giorno e una notte affondò sotto le onde, scomparendo per sempre. È nel Timeo che afferma letteralmente: «Avvennero terribili terremoti e diluvi, trascorsi un solo giorno e una sola notte tremendi […] l’isola di Atlantide scomparve sprofondando nel mare». Non dice mai dove fosse situata, se non che «davanti a quell’imboccatura che, come dite, voi chiamate colonne d’Ercole, aveva un’isola, e quest’isola era più grande della Libia e dell’Asia messe insieme».
Secondo Platone fu un sacerdote egizio a raccontare per la prima volta il mito di Atlantide ad un legislatore greco in visita di nome Solone,  in una data che si colloca intorno al 590 a.e.v. Secondo il sacerdote egizio questi terribili eventi si erano svolti 9.000 anni prima, cosa però altamente improbabile visto che intorno al 10.000 a.e.v. ovvero durante il Neolitico non esistevano civiltà complesse.
La cosa più probabile, volendo dare un minimo di fondamento di verità a questo mito e che gli anni fossero 900 e non 9000, tali da collocare la scomparsa di Atlantide in concomitanza con l’eruzione di Thera o eruzione di Santorini, una catastrofica eruzione vulcanica che si stima sia avvenuta intorno al 1500 a.e.v.
Platone inoltre descrive in modo molto dettagliato l’aspetto di Atlantide, dicendo ad esempio che era formata da anelli concentrici di terra e acqua che si alternavano, dando misure specifiche delle varie parti della città e così via. Non usa però altrettanta precisione per la sua ubicazione tanto che Atlantide è stata ricercata in zone molto differenti del pianeta, dalle coste dell’isola di Cipro alle Bahamas.
La cosa più probabile è che Atlantide sia un luogo mitico, inventato da Platone per descrivere la sua concezione di città e società perfette. Non è possibile per altro escludere del tutto che un’isola, non certamente un continente, sia stata spazzata via dagli effetti dell’eruzione di Santorini e magari da un correlato tsunami.
Spesso infatti la mitologia greca nasconde briciole di verità che però è difficile dipanare dagli elementi favolistici e di fantasia sedimentati nel corso dei secoli. Una cosa è certa,  l’eruzione di Thera fu percepita anche dal lontano Egitto, sia per l’enorme nuvola di gas espulsi nell’atmosfera sia per i gli innumerevoli pezzi di pomice che galleggiando sono certamente arrivate sulle spiagge del paese africano.
Alcuni egittologi hanno perfino ipotizzato che una famosa iscrizione egizia, detta la «Stele della Tempesta», possa essere un resoconto contemporaneo di ciò che videro e udirono durante e dopo l’esplosione vulcanica. Certamente dopo quella spaventosa eruzione i traffici commerciali da queste isole all’Egitto si interruppero per molto tempo e questo può aver alimentato la leggenda della scomparsa di un grande impero insulare.
Così, l’eruzione di Santorini potrebbe essere alla base del racconto di Platone su Atlantide e della sua millenaria leggenda.