I misteri di Coney Island

A “Coney Island”, secondo le cronache, è stata teatro di alcuni degli incontri più bizzarri del XIX secolo. Incontri intriganti e misteriosi da non essere raccontati.

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Forse è la pronuncia a conferire a “Coney Island”, un’atmosfera inquietante. Il luogo, secondo le cronache, ha ospitato alcuni degli incontri più bizzarri del XIX secolo. Incontri intriganti e misteriosi da non essere raccontati.

Secondo un articolo del 12 Dicembre 1885 uscito sull’edizione del The Advocate Carbon, un misterioso fenomeno avvenuto 10 giorni prima “avrebbe mostrano che i tritoni del mare non sono tutti estinti”.

Alcuni testimoni avrebbero visto il merman sulla spiaggia di Coney Island. Sembrava uscire ed entrare nell’acqua a proprio piacimento. La strana creatura aveva in vita, capelli gialli e peli gialli sul suo corpo, era simile a una “criniera di cavallo”.

Ancora più strani sono i rapporti di testimoni che avrebbero assistito allo strano avvistamento nelle ore notturne. Alcuni avrebbero visto l’essere camminare sulla sabbia, ma ogni volta che i testimoni tentavano di avvicinarsi l’essere spariva in acqua.

All’epoca la popolazione locale discusse animatamente sul possibile pericolo che l’essere poteva creare, non mancano resoconti che attribuiscono all’essere la scomparsa di un bambino o l’attacco a una giovane. Secondo altri invece si poteva trattare di un pazzo e proprio per questo nessuno tentò mai di usare la violenza incontrando l’essere.



Cos’era o chi era quella creatura? Era uno strano essere acquatico o cos’altro? Forse, ipotizzò qualcuno, erano dei test per studiare una nuova attrezzatura subacquea segreta.

Ma a Coney Island successe ancora qualcosa di inquietante, almeno cosi raccontano.

Cinque anni prima, il 12 settembre 1880 nell’edizione del New York Times venne descritto un episodio se possibile ancora più bizzarro successo fuori Coney Island. La settimana precedente, a un’altitudine di circa 1.000 piedi, un “uomo con le ali di un pipistrello e le zampe di rana” era stato visto da più persone volare verso il New Jersey.

I testimoni lo videro cosi chiaramente da distinguerne l’espressione del viso definita “determinata”. La storia avrebbe anche messo in evidenza i movimenti della creatura.

Una creatura simile sarebbe stata vista anche nei cieli di St. Louis, nel Missouri, solo un mese prima. E poco dopo quell’incidente, le notizie di un avvistamento identico sarebbero arrivate da tutto lo stato del Kentucky.

Nell’articolo si affermò che “non c’è dubbio che la ‘creatura’ sia, in effetti, un uomo dotato di ali”. Lo scrittore arrivò persino a proporre che il problema della “navigazione aerea” fosse apparentemente risolto.

Ma se qualcuno avesse veramente risolto il problema del volo, non avrebbe fatto qualcosa per pubblicizzare la sua invenzione? Non gli sarebbero mancate né ricchezza, né fama.

Segnalazioni del genere non sono nuove e con il tempo si arrivò a segnalare “aeronavi misteriose”, “Dischi volanti” o “UFO” che dir si voglia.

Il cielo ha sempre mostrato qualcosa e la fantasia umana non si è mai posta dei limiti nell’interpretare quel “qualcosa”.

Fonte: https://www.ufoinsight.com/the-1879-mothership-ufo-and-early-new-york-close-encounters/

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