Gli avvistamenti in Belgio nel 1990

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di Oliver Melis per Aenigma

Il 30 marzo del 1990 al confine con l’Olanda, centinaia di persone, e tre pattuglie della polizia osservarono le evoluzioni di un oggetto di forma triangolare. I radar di Glons e Semmerzake attivi nel controllo del traffico aereo della zona, captarono qualcosa in transito. Alle 00:05 l’Aeronautica militare belga ordina il decollo immediato di due F16 con il compito di intercettare i misteriosi segnali. I due F16 agganciano il bersaglio che viene definito “oggetto volante non identificato”.

Vari siti e diverse riviste e libri riportano quanto accaduto, il contatto radar degli F16 e le straordinarie prestazioni del presunto oggetto volante che passò dai 300 piedi di quota ai 1700 piedi accelerando da 280 Km/h fino a 1700 Km/h in un secondo, sparendo dai radar. Questa manovra sarebbe impossibile per un mezzo terrestre pilotato da un essere umano, un’accelerazione del genere genererebbe una tale forza G sul corpo da uccidere il pilota.

Ci fu un’inchiesta, al termine della quale, il colonnello De Brouwer, capo della sezione operazione dell’aviazione belga, rilasciò una dichiarazione inquietante: “Quando degli scienziati seri dicono che bisogna avere il coraggio di affrontare l’ipotesi di fenomeni di origine extraterrestre lei come reagisce? Siamo sempre prudenti perché noi abbiamo bisogno di prove concrete, ma questa ipotesi, è chiaro, rimane aperta.”



I fatti del marzo 1990 furono il culmine di un’ondata di avvistamenti partita nel novembre dell’89. Secondo molti scettici, i vari avvistamenti potevano attribuirsi all’osservazione di un elicottero SA 330 Puma (29 nov.1989). Lo psicologo belga Jean-Michel Abrassart, ha sostenuto che la lunghezza dell’ondata di avvistamenti si può spiegare con l’ipotesi psicosociale sugli UFO: le segnalazioni dei primi avvistamenti riportati da giornali e televisioni avrebbe incoraggiato la gente a osservare e segnalare i vari fenomeni.

Lo scettico statunitense Brian Dunning ha analizzato il caso dei caccia F16: secondo le sue indagini, i piloti in realtà non avrebbero detto, come è stato raccontato, che gli oggetti scomparivano e ricomparivano, si muovevano troppo velocemente e salivano e scendevano di quota. Per il SOBEPS, gli avvistamenti radar furono nove , ma in realtà fonti ufficiali riportano tre soli segnali coincidenti e diversi echi radar probabilmente dovuti da interferenze atmosferiche.

Dunning ha infine contestato il numero di 2.600 testimoni fornito dalla SOBEPS; inizialmente i testimoni sarebbero stati 143 e il loro numero sarebbe aumentato per effetto della pubblicità dell’evento sui mezzi di comunicazione e delle ripetute sollecitazioni della SOBEPS, che invitava i testimoni a denunciare gli avvistamenti.

Una foto divenne il simbolo dell’ondata UFO del Belgio, un enorme oggetto volante triangolare fotografato il 4 aprile del 1990, l’immagine divenne celebre ma la sua autenticità è stata molto dibattuta. Alcuni ricercatori dell’Università di Liegi, hanno espresso l’opinione che sia un falso. Il 26 luglio del 2011 l’autore della foto, Patrick – questo il nome del falsario, ha confessato il trucco alla televisione Rtl-TV.

Con degli amici, Patrick, che all’epoca aveva 18 anni, aveva costruito «per divertirsi» un modellino triangolare con un pannello di frigolite. Poi l’aveva appeso in aria e fotografato di sera. l’UFO triangolare in realtà non era altro che un modellino costruito con un pezzo di polistirolo dipinto e alcune lampadine, ma questo non ha mai scoraggiato le diverse organizzazioni ufologiche e i tanti appassionati che qualcosa di misterioso successe durante quei mesi in Belgio.

Come al solito, però, un avvistamento che potrebbe avere una certa credibilità viene ammantato del crisma della bufala per colpa di qualcuno in cerca di notorietà.

Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO ItaliaPerle complottare e le scie chimiche sono una cazzata

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