Game Boy modificato per minare Bitcoin: cosa è successo?

Game Boy modificato per minare Bitcoin: funziona anche, ma va molto lento. A dimostrare che l'esperimento è possibile è stato uno youtuber. La console richiede un Raspberry Pi Pico

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Un Game Boy, celebre console portatile degli anni ’90, è stata modificata per minare Bitcoin. Riesce anche nel suo intento, ma si dimostra essere di una lentezza incredibile. Autore dell’esperimento uno youtuber. Per la modifica la console richiede un Raspberry Pi Pico.

Non bisogna aspettarsi, tuttavia, miracoli: come già detto la procedura è molto lenta e per ottenere un Bitcoin ci sarà bisogno di attendere molto… Molto a lungo.

Quando parliamo di teoria la facciamo facile: qualsiasi dispositivo con una potenza di calcolo, almeno a parole, può minare criptovalute, anche lo stesso Nintendo Game Boy. Quando però si parla di pratica, le cose ci complicano.

Game Boy: l’operato di stacksmashing per minare Bitcoin

A dimostrare il potenziale intrinseco del Game Boy è stato lo youtuber stacksmashing, che ha deciso di attuare un esperimento che, nonostante la buona volontà, non lo farà certo diventare ricco, non almeno con la sua creatura. Dovrà accontentarsi delle visual da parte degli utenti sul suo video.

Ammirevole però lo sforzo da parte dello youtuber di dimostrare come un Nintendo Game Boy, console tascabile messa in commercio a partire dal 1989, possa essere usato per qualcosa di molto ambizioso, un qualcosa che va oltre la nostalgia e il collezionismo.



L’utilità del Raspberry Pi Pico

Il mod vede il suo perno centrale nell’utilizzo del Raspberry Pi Pico. Di cosa si tratta? A dircelo è Hwupgrade.it in maniera minuziosa in un recente articolo sull’argomento. Si tratta di una board molto economica, necessaria per far sì che il nostro vecchio Game Boy possa comunicare col mondo moderno e, in più particolar modo, per permettere alla console in miniatura di collegarsi alla rete di mining.

Il collegamento è stato possibile tramite la modifica del Nintendo Game Link Cable (pensato per permettere la connessione di più Game Boy contemporaneamente e giocare in modalità multiplayer), seppur con qualche ostacolo comprensibile (stiamo parlando del resto di una console uscita 32 anni fa).

Le difficoltà

Raspberry e cavo del Game Boy richiedono tensioni differenti. Questo è dunque la prima difficoltà che lo youtuber stackmashing si è trovato a dover affrontare. Bisogna sapere che la board opera a 3,3V, mentre il cavo necessita di 5V. Proprio per questa ragione stackmashing ha dovuto necessariamente implementare un convertitore di livelli logici bidirezionale.

Precisiamo come la bidirezionalità non sia necessaria, ma era l’unico convertitore disponibile in quel momento. Stiamo parlando di un convertitore a quattro canali necessario affinché i due device funzionassero in simbiosi e contemporaneamente. Una volta terminata la connessione il Pico è stato connesso al PC, per avere una connessione Internet utile all’invio del carico verso la console.

Una console resuscitata

Il vecchio Game Boy, più specificatamente il suo processore Sharp LR35902 a 8 bit con frequenza di 4,19 MHz, è riuscito a raggiungere 0,8 hash al secondo. Un valore che sicuramente non permette di raggiungere guadagni rapidi e sostanziosi nel minare Bitcoin.

Questo se pensiamo ai valori che gli ASIC dedicati sono riusciti a raggiungere, poiché capaci di toccare cento terahash al secondo. Per l’ottenimento di un singolo Bitcoin si dovrebbe aspettare, secondo Hwupgrade.it, miliardi di anni addirittura, se si è ottimisti. Per allora, probabilmente l’umanità sarà già estinta.

In alternativa al vecchio Game Boy, si può pèensare di ricorrere al cloud mining per minare bitcoin: il cloud mining è un sistema di guadagno legato alle criptovalute che permette di partecipare ai profitti dei principali servizi di mining senza dover necessariamente acquistare del costoso hardware e pagare le spese di manutenzione.

E’ un servizio di noleggio nato per generare criptovalute in maniera professionale e senza obbligo di conoscenze tecniche di mining o di acquisto macchinari da usare in casa con conseguenti problemi di dissipazione del calore e consumo di energia elettrica.

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