L’oceano nascosto di Encelado sembra ribollire

L'oceano nascosto di Encelado potrebbe possedere le condizioni favorevoli per ospitare la vita

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L’oceano nascosto di Encelado, sepolto sotto una crosta di ghiaccio spessa 20 chilometri, sembra produrre correnti simili a quelle che si sviluppano negli oceani del nostro pianeta.

A dimostrarlo sarebbe la forma assunta dallo spesso guscio di ghiaccio che avvolge la piccola luna di Saturno.

Questa teoria contrasta con quanto ritenuto finora.

Infatti, fino ad oggi, la teoria maggiormente accettata prevede che l’oceano nascosto di Encelado sotto lo strato di ghiaccio che avvolge l’intera luna sia omogeneo, a parte un rimescolamento verticale generato dal calore del nucleo.

Encelado, scoperto il 28 agosto del 1799 da William Herschel è una piccola luna di circa 500 chilometri di diametro (circa 1/7 del diametro della luna terrestre) ed è la sesta luna più grande di Saturno. 



Nonostante le dimensioni modeste, questa luna attirò l’attenzione degli esobiologi nel 2014 quando un sorvolo della sonda Cassini scoprì prove dell’esistenza di un grande oceano sotterraneo. L’oceano nascosto di Encelado potrebbe possedere le condizioni favorevoli per ospitare la vita.

La sonda Cassini durante il sorvolo di Encelado, avvenuto nel 2005, registrò fenomeni di crio vulcanesimo. Questo fenomeno emette particelle ghiacciate e gas invece del magma che viene emesso dai vulcani terrestri.

La sonda Cassini riprese in diversi sorvoli pennacchi di particelle ghiacciate emesse dal polo sud della luna. La sonda stabilì, in un passaggio successivo, che i pennacchi erano composti da vapore acqueo, azoto, metano e anidride carbonica.

Encelado è uno dei pochi mondi presenti nel sistema solare a possedere grandi quantità di acqua liquida (un altro di questi mondi è la luna di Giove “Europa”), rendendolo un obiettivo interessante per gli astrobiologi alla ricerca di tracce di vita extraterrestre.

L‘oceano nascosto di Encelado è molto diverso dagli oceani presenti sul nostro pianeta. Gli oceani terrestri infatti sono relativamente poco profondo, in media  3,6 km, e  coprono i tre quarti della superficie del pianeta, sono più caldi nella parte superficiale in quanto vengono riscaldati dai raggi del Sole e sono più freddi nelle profondità buie vicino al fondo.

Gli oceani terrestri, a differenza di quelli di Encelado, sono influenzati dall’azione del vento. L’oceano nascosto di Encelado invece sembra estendersi su tutto il globo ed è completamente ricoperto da una spessa crosta di ghiaccio. Potrebbe essere immensamente più profondo degli oceani terrestri, una stima indica una profondità di almeno 30 Km. E’ freddissimo nella parte superiore e riscaldato dal calore del nucleo in profondità.

L’oceano nascosto di Encelado, similitudini con gli oceani della Terra

Secondo la studentessa laureata del Caltech Ana Lobo (MS ’17), nonostante le evidenti differenze con gli oceani presenti sulla Terra, l’oceano nascosto di Encelado ha correnti simili a quelle presenti negli oceani terrestri.

Lo studio, basato sui dati raccolti dalla sonda Cassini e sulla ricerca di Andrew Thompson, professore di scienze ambientali e ingegneria, che ha studiato in che modo il ghiaccio e l’acqua interagiscono per portare alla miscelazione degli oceani intorno all’Antartide.

Ma gli oceani della Terra e di Encelado hanno qualcosa di importante in comune: sono oceani salati.

Proprio le variazioni di salinità su Encelado, dimostrate in uno studio pubblicato su Nature Geoscience il 25 marzo 2021, potrebbero funzionare come un motore per la circolazione oceanica, proprio come fanno nell’Oceano Meridionale della Terra, che circonda l’Antartide.

Oltre a Lobo e Thompson hanno collaborato al lavoro anche Steven Vance e Saikiran Tharimena del JPL, che il Caltech gestisce per conto della NASA .

Le misurazioni gravitazionali e i calcoli del calore effettuati grazie ai dati della sonda Cassini avevano già sottolineato che la crosta di ghiaccio è più sottile ai poli che all’equatore. 

Le regioni ricoperte dal ghiaccio sottile ai poli sono probabilmente associate allo scioglimento e le regioni ricoperte dal ghiaccio più spesso all’equatore sono invece associate al congelamento, spiega Thompson

Questo influenza le correnti oceaniche perché quando l’acqua salata gela, rilascia i sali e rende l’acqua circostante più pesante, facendola affondare. L’opposto accade nelle regioni dove il ghiaccio fonde.

“Conoscere la distribuzione del ghiaccio ci consente di porre vincoli ai modelli di circolazione”, spiega Lobo

Un modello computerizzato idealizzato, basato sugli studi di Thompson effettuati in ‘Antartide, suggerisce che le regioni dove avviene il congelamento e lo scioglimento, identificate dalla struttura del ghiaccio, sarebbero collegate attraverso le correnti oceaniche. 

Il collegamento creerebbe una circolazione dal polo all’equatore che influenza la distribuzione del calore e dei nutrienti.

Per questo occorre capire quali regioni del sottosuolo oceanico di Encelado potrebbero essere le più ospitali per la vita perché, sostiene Thompson: “Sappiamo che un giorno potrebbe influenzare gli sforzi per cercare segni di vita”.

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