Galvanizzazione. Cos’è, chi l’ha scoperta, come si fa e a cosa serve

La Galvanizzazione è, in elettrometallurgia, un processo elettrolitico attraverso cui viene ricoperto un metallo o uno dei materiali metallici, utilizzando zinco. Viene usata anche in medicina, stimolando alcune parti dell'organismo attraverso l'applicazione di corrente elettrica, per fini terapeutici o diagnostici

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La Galvanizzazione è, in elettrometallurgia, un processo elettrolitico attraverso cui viene ricoperto un metallo o uno dei materiali metallici, utilizzando zinco.

La Galvanizzazione nel settore industriale

Si tratta di una forma di galvanostegia, nel settore industriale ed è un termine che si compone di galvano– e del greco στέγω, ‘coprire’.

Galvanizzazione

In questo modo i metalli non preziosi vengono coperti con sottili strati di altri più preziosi o più nobili o passivabili. Per ottenere il risultato voluto, si  sfrutta la deposizione elettrolitica.

Ogni struttura metallica viene così protetta dalla corrosione. Lo stesso metodo viene usato, anche per scopi decorativi. Uno degli esempi è il rame così come l’argento o l’acciaio con zinco, stagno, nichel o cromo.



La tecnica fu scoperta ed ebbe inizio nell’anno 1791. Luigi Galvani fece la scoperta del fluido elettrico, ogni procedimento elettrolitico fa parte della galvanostegia che deriva dal famoso cognome Galvani.

L’evoluzione della galvanostegia

Johann Wilhelm Ritter nell’anno 1800, utilizzò la corrente elettrica prodotta dalla una pila voltaica. Proprio questo fu il primo esperimento di galvanostegia.

Ritter riuscì a scoprire che il metallo depositato, in termini di quantità, dipendeva da quanto erano lontani gli elettrodi.

Lo svizzero August de La Rive, nell’anno 1840, studiò e realizzò il metodo per elettrodeporre argento e ottone. Fu, per tale motivo, premiato dall’Accademia francese delle Scienze.

Il francese Albert Sorel usò il termine “galvanizzazione”  per la prima volta dal francese Albert Sorel, che nel 1837 ottenne i primi brevetti per la zincatura a caldo.

Esempio di trattamento di galvanostegia

In una vasca che contenente acqua di sale del metallo che deve essere depositato, immergiamo due elettrodi. Il catodo dovrà essere ricoperto. L’anodo potrebbe essere il metallo da depositare, un altro metallo inerte o grafite.

Imponiamo un potenziale diverso, attraverso un generatore di corrente. Che accadrà? I cationi del metallo che deve essere depositato si muoveranno verso il catodo, la cui carica è negativa. Gli anioni si muoveranno verso l’anodo con carica positiva.

Si otterranno quindi:

  • zincatura, cromatura, nichelatura. Tutto ciò aumenterà la resistenza meccanica e i materiali non si corroderanno facilmente.

La Galvanizzazione in medicina

La Galvanizzazione viene usata anche in medicina, avviene stimolando alcune parti dell’organismo attraverso l’applicazione di corrente elettrica galvanica, per fini terapeutici o diagnostici.

La galvanoterapia, in medicina si avvale di bacinelle galvaniche. Si tratta di una  delle terapie fisioterapiche strumentali che sfruttano una corrente galvanica. Come nella precedente con i metalli, si utilizza uno dei principi fisici di Luigi Galvani già ai primi del 900.

Non si tratta di una cura nuovissima, anzi ormai è quasi abbandonata, ma la rendono molto interessante alcune sue proprietà particolari. Non è del tutto irrilevante il numero di richieste di galvanoterapia con bacinelle galvaniche in uno studio di fisioterapia Moderno.

Galvanoterapia mediante bacinelle galvaniche:

La terapia in questione è molto semplice. Il principio fisico dell’uso polarità elettrochimica, noto nei primi anni del 900, è il suo fulcro. Esso sfrutta le proprietà di alcune sostanze che per polarità, sono attratte da una carica opposta.

In un corpo umano, o in una sua zona o area specifica, si potrà trarre beneficio dalla corrente galvanica, a bassa intensità, veicolando e facendo spostare sostanze utili e/o farmaci dall’esterno verso l’interno.

Un qualsiasi fisioterapista e userà la terapia, per la patologia per cui è stata prescritta. Si otterrà quindi:

  • la diminuzione della sensazione dolorifica;
  • I liquidi verranno drenati e spostati; migliore
  • un’azione vascolare migliore;
  • un’azione antinfiammatoria.
  • La corrente galvanica, aumentando di voltaggio provocherà sulla cute un leggero pizzicorio. Le correnti pulsate sono le migliori, per dosare la percezione fastidiosa.

Si procederà ad utilizzare delle bacinelle galvaniche in cui immergeremo gli elettrodi: uno nell’acqua e uno sul corpo asciutto e l’estremità che si desidera trattare.

Il fisioterapista a questo punto aumenterà l’intensità della corrente fino a far percepire un leggero pizzicore sulla zona.

Le indicazioni per la terapia galvanica sono:

  • Dolore alla mano, polsi, gomiti, piedi, caviglie e ginocchio. Iperidrosi: è una patologia molto frequente che consiste in una sudorazione eccessiva da mani, piedi o ascelle,
  • Dolori di origine reumatica,
  • Tendiniti associando la terapia elettrica con terapie come le onde d’urto o gli ultrasuoni.

Controindicazioni alla terapia galvanica?

Donne in stato interessante,
Portatori di pacemaker,
piaghe da decubito,
Piedi Diabetici,
Assunzione di farmaci anticoagulanti,
Pazienti troppo anziani che hanno disturbi di sensibilità alle estremità.
La detersione della cute del paziente e l’eliminare del grasso lipidico, o la presenza di creme grasse che possono modificare la porazione della cute.

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