I ricercatori hanno recentemente portato alla luce un conglomerato di fossili composto da un animale che ne consuma un altro con la prova che il predatore è morto a metà pasto a causa di un altro predatore.
L’ottimo stato di conservazione del reperto è una vera manna per la paleontologia.
I due animali consistevano in una belemnite, una specie di calamaro ormai estinta, che stava consumando un antenato delle aragoste del genere Proeryon.
Il fossile ritrovato
Dopo aver esaminato attentamente entrambi i fossili e le loro posizioni l’uno rispetto all’altro, gli scienziati si sono resi conto che l’esemplare di aragosta Proeryon era più deteriorato della belemnite suggerendo che il cefalopode stava mordendo il crostaceo (potrebbe anche essere che l’aragosta stava facendo la muta in quel momento).
Inoltre, il fossile di calamaro intatto ha permesso ai ricercatori di individuare che una parte del corpo molle della belemnite era stata morsa da un predatore, probabilmente uno squalo in base alla natura del morso, poco prima che l’animale morisse.
Quindi, sembra che proprio mentre la belemnite stava banchettando, divenne a sua volta un pasto, facendo sprofondare l’animale sul fondo del mare mentre l’aragosta era ancora nelle sue grinfie, cosa a cui dobbiamo la conservazione fossile di questo spaccato di vita marina preistorica.
I fossili che raffigurano le interazioni animali non sono rari, e questi fossili di resti animali vengono chiamati con il termine latino per “avanzi“: pabuliti.
Spesso si tratta di campioni troppo danneggiati per effettuare un’analisi anatomica approfondita. Ma questa belemnite potrebbe essere uno dei campioni meglio conservati mai trovati fino ad oggi.
Gli scienziati hanno definito questa specifica scoperta un “avanzo di caduta” perché il crostaceo non è mai stato effettivamente consumato dal calamaro.
Un collezionista di fossili dilettante ha scoperto per primo lo spettacolare esemplare in Germania che solo di recente è stato acquisito dal Museo statale di storia naturale di Stoccarda.