Ma un’altra opzione è che il ruolo dell’energia oscura diminuirà nel tempo, causando l’arresto dell’espansione accelerata e la transizione graduale verso una lenta contrazione. Questa possibilità combacia perfettamente con l’idea che l’universo si espande e contrare in un ciclo continuo.
Questa seconda possibilità solleva una domanda interessante: quando potrebbe accadere tutto questo?
Ora, Cosmin Andrei dell’Università di Princeton e un paio di colleghi hanno studiato questo problema utilizzando modelli teorici coerenti con le attuali osservazioni e hanno da poco pubblicato le loro conclusioni sul sito di prestampa Arxiv. E dicono che potrebbe iniziare prima di quanto pensiamo, forse su una scala temporale misurata in milioni anziché miliardi di anni.
Andrei e colleghi iniziano considerando come le proprietà dell’energia oscura potrebbero cambiare pur rimanendo coerenti con l’universo mentre gli astronomi attualmente lo osservano. Quindi calcolano il tempo minimo prima che queste transizioni possano iniziare.
I risultati costituiscono una lettura interessante. Andrei e compagni affermano che il tempo minimo prima che l’accelerazione finisca è “sorprendentemente breve, cosmologicamente parlando“. “In effetti, potrebbe essere paragonato alle scale temporali geologiche“, affermano.
In uno degli scenari sviluppati il tempo minimo rimanente prima della fine dell’espansione è più o meno uguale al periodo da quando la vita è esistita sulla Terra. Sono 3 o 4 miliardi di anni.
In un altro scenario, calcolano che “l’intervallo di tempo rimanente prima della fine dell’accelerazione è inferiore al tempo trascorso da quando l’asteroide di Chicxulub ha posto fine ai dinosauri“. Sono solo 65 milioni di anni: un battito di ciglia in termini cosmologici.
Tuttavia, ci sono cattive notizie per gli astronomi. Anche se l’espansione terminasse così presto, è improbabile che gli astronomi ne vedano la prova. “Curiosamente, non siamo in grado di rilevare i drammatici eventi cosmici in arrivo con le migliori osservazioni disponibili oggi“, affermano Andrei e co.
Questo perché tutte le prove provengono da oggetti distanti che hanno emesso luce molti miliardi di anni fa, come le supernove, e il fondo cosmico a microonde, che è un’eco del Big Bang stesso.
Questi oggetti non mostreranno prove di questo cambiamento per molto tempo a venire, anche se gli autori suggeriscono che potrebbero esserci altri modi per cercarlo.
Andrei e compagni concludono con una discussione sul perché la fine dell’espansione dovrebbe avvenire ora, proprio nel momento in cui la vita è emersa per testimoniarla. In risposta, sottolineano che in un universo ciclico che si espande e si contrae alternativamente, c’è solo un breve periodo all’interno di ogni ciclo in cui le condizioni sono mature perché la vita emerga. E questo è ora.