È ufficiale: nessuna eruzione in corso su Marte, stiamo assistendo ad un fenomeno tipico di questo periodo dell’anno

0
2386
Indice

Da un po’ di tempo si rincorrono su vari siti e sui social network voci circa un’eruzione che sarebbe in corso su Marte.

Più precisamente, sarebbe l’Arsia mons ad emettere un lungo pennacchio di fumo, visibile addirittura con buoni telescopi amatoriali dalla Terra ma ben ripreso soprattutto dalla Mars Webcam dell’ESA. Dopo parecchi giorni di attesa, finalmente alcuni scienziati della NASA e dell’ESA si sono espressi sul pennacchio che effettivamente risulta presente: a quanto pare, e lo scriviamo con dispiacere, non è in corso nessuna eruzione su Marte e l’Arsia mons rimane freddo come sempre, avendo avuto la sua ultima eruzione più di 50 milioni di anni fa.

Il fatto

La Mars webcam dell’Agenzia Spaziale Europea riprende il pianeta rosso dalla sonda Mars Express, e le immagini che trasmette vengono pubblicate regolarmente su Flickr. Intorno al 20 settembre scorso, sono state pubblicate alcune belle immagini che mostravano quello che sembrava proprio un lungo pennacchio di fumo emesso dal grande vulcano chiamato Arsia Mons.

Tanto è bastato perchè alcuni appassionati che consultano regolarmente il repository delle immagini della Mars webcam pensassero che fosse in corso un’eruzione del monte Arsia. Alcuni siti, tra i quali il nostro, pubblicarono subito articoli in cui si prendeva in considerazione tale ipotesi. Per quanto ci riguarda ritenemmo di dare voce anche ad alcuni esperti che indicarono subito nell’insolito fenomeno una nuvola di origine orografica, già apparsa altre volte in quell’area e ripresa anche dal MRO della NASA e dalla sonda indiana in orbita intorno a Marte già dal 2015.

Già allora, il sito italiano di debunking ufooffinterest.org evidenziò su Twitter alcuni esempi precedenti di nuvole lunghe e sottili apparse nei pressi dell’Arsia Mons.



Finalmente, dopo oltre un mese dalla prima segnalazione, la scienziata planetologa Tanya Harrison, membro del team che gestisce il rover Opportunity della NASA, specializzata in geologia e meteorologia marziana, è intervenuta su Twitter gettando, è il caso di dirlo, acqua sul fuoco dell’eruzione su Marte.

8fZaGtDi normal

Jorge Hernández@jorgeherber

Hi, this is under investigation. I can say that it is not an eruption of the vulcano.

ZvF0rN7p normal

Dr. Tanya Harrison

@tanyaofmars

It’s not a plume of smoke, but rather water ice clouds condensing out over the summit of the Arsia Mons volcano. We see them quite often over this particular volcano. Here’s another view of them from earlier this month from NASA’s Mars Reconnaissance Orbiter. pic.twitter.com/aRAMrkkROc

View image on Twitter

Non è un pennacchio di fumo, ma piuttosto nuvole di ghiaccio d’acqua che si condensano sulla cima del vulcano Arsia Mons. Li vediamo spesso su questo particolare vulcano“, spiega la Harrison.

Visto che alcuni commentavano la sua spiegazione accusando la NASA di nascondere le prove di un’eruzione vulcanica, la Harrison ha condiviso anche un’immagine trasmessa dal Mars Reconnaissance Orbiter che mostra evidenti formazioni nuvolose sopra Arsia Mons all’inizio di ottobre.

Vediamo queste nuvole uscire sulla vetta di Arsia per settimane alla volta durante questo periodo dell’anno, ogni anno“, ha scritto ancora la Harrison, spiegando che è l’altezza del vulcano, in combinazione con l’aumento del vapore acqueo nell’atmosfera dovuto all’inizio dell’estate marziana che provoca lo scioglimento del ghiaccio invernale, a favorire la formazione delle nuvole.

Milioni di anni fa, Marte aveva una forte attività vulcanica e ne vediamo bene i segni sulla superficie del pianeta ma, le ricerche svolte finora, hanno dimostrato che l’Arsia Mons non è più attivo da oltre 50 milioni di anni, all’incirca quando i dinosauri si stavano estinguendo sulla Terra, milione d’anni più o meno.

Quindi, niente eruzione. Per il momento Marte resta un pianeta geologicamente morto, almeno fino a quando, il prossimo 26 novembre, scenderà sul pianeta la missione InSight, inviata lassù proprio per verificare la situazione geologica del pianeta rosso e la composizione del suo sottosuolo.

Del resto, visti i precedenti in cui ogni minima scoperta ha provocato una conferenza stampa in mondovisione con annunci strombazzati con il massimo clamore possibile, c’è da scommettere che, se fossero state testimoni di un’eruzione vulcanica sul pianeta rosso, sia la NASA che l’ESA avrebbero fatto a gara per rivelare la notizia per prime, dandogli enorme risalto e provocando il massimo clamore.

2