Donazione del sangue: compiere atti altruistici fa bene alla salute, lo conferma Serenis

Donare il sangue salva la vita di circa 630 mila persone ogni anno

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Donazione del sangue: compiere atti altruistici fa bene alla salute, lo conferma Serenis
Donazione del sangue: compiere atti altruistici fa bene alla salute, lo conferma Serenis
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Donare il sangue salva la vita di circa 630 mila persone ogni anno, ma quali emozioni sono associate a questo gesto? L’altruismo non solo beneficia il prossimo, ma anche se stessi, innalzando il livello di felicità e riducendo la mortalità. Infatti, secondo Serenis e Fondazione Telethon, compiere un atto di altruismo giova non solo al prossimo, ma anche a se stessi.

Il sondaggio di Serenis ha rivelato che il 59% dei partecipanti ha donato il sangue. Molti lo fanno per ottenere analisi gratuite periodiche, mentre una piccola percentuale è coinvolta in associazioni. Alcuni hanno smesso per motivi come malessere durante o dopo il prelievo o a causa dei requisiti rigidi. Alcuni individui non hanno mai donato per paura dell’ago o per mancanza di informazioni.

Le emozioni associate alla donazione di sangue variano. Il 17% degli intervistati ha provato ansia, timore, agitazione, paura e dolore durante il processo, ma la maggior parte ha sperimentato gratitudine, orgoglio e soddisfazione. L’altruismo, il benessere, la felicità, la generosità, la gratitudine, l’orgoglio e la soddisfazione prevalgono sulle paure, soprattutto dopo il prelievo.

Secondo Martina Migliore, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale di Serenis ed esperta di Superhero Therapy, “Il nostro lato sociale, quello che ci spinge a stare insieme e ad aiutarci, è fondamentale per farci sopravvivere. Ma perché aiutiamo gli altri? Per incentivare lo spirito di solidarietà, la compassione o per compiere un atto di fede: in molte religioni, infatti, aiutare il prossimo viene considerato un principio centrale. Ma possiamo anche farlo per occupare il tempo, incontrare nuove persone, ridurre il senso di colpa o ricevere gratificazioni. Insomma, per premesse più “egoistiche”. Per esempio, una persona può scegliere di donare il sangue perché ritiene che sia un dovere, avendone la possibilità, ma forse nel suo processo decisionale influisce anche il vantaggio di controllarsi periodicamente, grazie alle analisi regolari e gratuite. Questo ovviamente non toglie il valore del gesto, né rende la persona meno “altruista”, anzi, sapere che fare del bene può giovare anche a noi stessi può essere un motivo ulteriore per impegnarsi nel volontariato o nella beneficenza”.

In conclusione, donare il sangue è un atto di altruismo che salva molte vite. Nonostante alcune paure e ansie associate, prevalgono emozioni positive come gratitudine, orgoglio e felicità. Promuovere la consapevolezza e diffondere emozioni positive può incoraggiare più persone a donare il sangue, contribuendo così a salvare più vite e a migliorare il benessere di tutti.



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