Culto della Dea: nascita e sviluppo

Tanti popoli credevano che le divinità femminili avessero creato il mondo che teneva dentro di sé sola grazie al culto della Dea

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Il culto della Dea in antichità era considerato come una forza cosmica fondamentale

Tanti popoli credevano che le divinità femminili avessero creato il mondo che teneva dentro di sé sola o con un coniuge maschile, creato dalle dee per partogenesi.

Si pensava che le donne e le dee davano la vita da sole, le donne venivano venerate perché si aveva paura di loro, il loro corpo era visto come potente simbolo di procreazione e rinascita.

Le statuine femminili rappresentavano il loro potere generativo ed erano caratterizzate da seno prominente, pancia, fianchi e vulva prominenti. Le statuette furono scoperte tra i resti delle antiche civiltà in tutto il mondo ed erano le prove archeologiche delle società agricole ginocratiche fondate sulla democrazia e la pace.

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La società in seguito venne dominata dal genere maschile, il potere del culto della Dea scemò fino a ribaltare la credenza di creazione, poi passata alla convinzione che l’uomo da solo aveva il potere di procreare e dee e donne iniziarono ad essere viste come figure pericolose e negative.

Queste storie sono note in tutte le religioni, le religioni giudaico-cristiane assorbirono tutte le dee in una singola divinità maschile, sebbene veneravano sia un dio che una dea. Nei secoli Astarte lasciò il posto a Geova.



Anche la cultura matriarcale greca e romana vennero assorbite dai miti greci e romani. La nuova società patriarcale affievolì fino a cancellare le figure divine femminili, la frase dell’antico scrittore greco Tucidide è molto chiara al riguardo: “La donna migliore è colei di cui gli uomini parlano poco o per nulla, nel bene e nel male”.

Agli albori dell’Impero romano il culto della Dea Iside era stato copiato

Il cristianesimo ed il mitraismo erano popolari in tutte le regioni mediterranee. Iside, Osiride e Horus erano venerati tutti e tre proprio come la trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Iside è la Madonna con in braccio Gesù, così come vennero copiate anche le leggende sulla risurrezione egizie.

Le donne tuttavia non accettarono sommessamente questa perdita di autorità religiosa, politica e sociale, racconti e leggende testimoniano questa presa di posizione attraverso le amazzoni, guerriere, figure femminili varie che tentarono di rovesciare il corso degli eventi.

Romane e greche erano nella stessa posizione sociale e religiosa, erano affidate alla giurisdizione dei propri mariti e padri, considerate incapaci di intendere e volere.

Agli inizi del cristianesimo invece gli uomini e le donne godevano pari diritti, per la recente idea secondo la quale in Cristo non esiste maschio e femmina. Con la venuta del Medioevo difatti la Chiesa difese le donne e le offrì rifugio durante le invasioni poiché erano vittime di stupri, rapimenti e matrimoni forzati. Durante questi stessi anni le donne di alto rango persero gradualmente la loro autorità perdendo anche i diritti di proprietà.

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Per difesa molte donne formarono case religiose come badesse, incoraggiate dalla Chiesa stessa. A molte di loro furono concessi gli stessi diritti dei baroni feudali a cui spesso facevano le veci in loro assenza.

La Chiesa, nel tentativo di attrarre nuovi seguaci riassorbì le antiche pratiche religiose del culto della Dea, culto che continuava nonostante tutto ad esistere nei ranghi di potere, fu così che trasferì il culto della Dea nella figura di Maria, da cui proveniva l’immagine procreatrice, che si diffuse subito in tutti i territori nel XIII Sec..

Questa situazione di notorietà della Chiesa fece perdere l’importanza delle donne, ormai inutili per lo scopo ecclesiastico, portando ad una soppressione del culto della Dea e a privare dei diritti le donne. 

Nacquero sette eretiche, congreghe di streghe e questo imbestialiva la Chiesa.  I capi della Chiesa si sentivano minacciati e sovente il culto ella Dea veniva identificato con pratiche di stregoneria, pratiche che la Chiesa stessa aveva praticato per secoli. Il periodo buio durò dal XIII al XVII Sec. con la caccia alle streghe, persecuzioni alle donne erudite, assassinando circa l’ 85% delle donne processate, circa trecentomila donne.

Le donne non potevano più ereditare, non potevano più avere proprietà, ed i loro diritti vennero lentamente annientati, perfino il diritto all’educazione venne limitato al solo scopo di leggere e insegnare la Bibbia, potevano solamente sperare nel matrimonio, anche i conventi vennero eliminati..

 

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