Complotti e misteri: Le pietre di Ica

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di Oliver Melis per Reccom Magazine

Ica, Perù.

Il medico Javier Cabrera Darquea possiede oltre 20.000 pietre di andesite di diverse forme e dimensioni, alcune piccole e piatte e color grigio-ocra, altre pesanti sino a 200 chili, tutte custodite nel suo personale museo. Queste pietre hanno una caratteristica, presentano degli elaboratissimi disegni che raffigurano tecnologie che sono state sviluppate in questi ultimi secoli o decenni pur raffigurando animali estinti milioni di anni fa. Su una di esse si vedono degli indigeni che volano su uno pterodattilo ed osservavano con un cannocchiale uno stegosauro, anche se sappiamo che gli pterodattili sono scomparsi dalla faccia della Terra milioni di anni fa, molto prima della comparsa dell’uomo.

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Ci sono anche figure di animali bizzarri, sconosciuti, e rappresentazioni di chirurgia moderna, come un’operazione a cuore aperto. Una pietra descrive la deriva dei continenti che, certamente, era sconosciuta agli uomini del passato. Nelle pietre più grandi c’è tutta la storia e i miti di un popolo vissuto 230 milioni di anni fa, nell’era Mesozoica, addirittura prima dei grandi rettili. Questo popolo, secondo Cabrera, discendeva da una razza extraterrestre che aveva visitato il nostro pianeta 400 milioni di anni fa. Per confermare la storia raccontata nelle misteriose pietre, lo stesso Cabrera ha sottoposto alcuni reperti al geologo americano Ryan Drum, che le ha analizzate con uno microscopio elettronico e non ha trovato nessuna traccia di manipolazione. Joseph Blumrich, un ex-esperto della NASA convinto sostenitore della presenza di visitatori alieni sulla Terra, ha commentato: “Sono rimasto profondamente impressionato da ciò che ho visto. E sono molto felice di avere trovato un’evidenza così diretta di ciò in cui credo. Non ho alcun di dubbio sull’autenticità di queste pietre”. “In molte di queste pietre – ribadisce Steiger – si vedono i progenitori dell’homo sapiens, esseri prima anfibi, poi rettili ed infine mammiferi, comunque anteriore alle scimmie.



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Cabrera è convinto che gli esseri raffigurati nelle pietre siano stati manipolati geneticamente da una razza proveniente dalle Plejadi, che aveva un avamposto su Venere. Questi esseri vennero poi annientati da un cataclisma restando sepolti assieme alle loro pietre. Cabrera ha raccolto quasi 20.000 pietre riuscendo ad aprire un museo, ma sostiene che ne esistano almeno 50.000 che potrebbero essere studiate da una commissione scientifica.

Questa storia è stata studiata sia dallo Skeptical Dictionari che dalla BBC in due documentari, nel 1977 e nel 1996. In queste inchieste si appurò che si tratta di falsi, realizzati da artigiani del posto per venderli ai turisti e a tutti i creduloni interessati a possedere le mitiche pietre che presto divennero famose. Osservando le pietre si capisce che i disegni incisi non sembrano antichi perché, se fossero veramente vecchi di millenni, non sarebbero cosi netti e definiti come appaiono ma, dopo tanto tempo, certamente presenterebbero dei segni di erosione, le pietre non possono essere analizzate attraverso il radiocarbonio e al massimo si potrebbe risalire a una qualche datazione vedendo gli scavi di provenienza delle stesse.

Il ricercatore spagnolo Vicente Paris, di Fraudesparanormales.com, scoprì, con un esame approfondito, che le incisioni contenevano tracce di moderna carta vetrata, quindi le incisioni non potevano avere i milioni di anni indicati da Cabrera nelle sue storie. Un’altra curiosità riguarda il fatto che, in Perù, la vendita di reperti archeologici è vietata e punita severamente mentre Cabrera invece riesce ad acquistare questi manufatti. Come fa?

Forse perché Basilio Uschuya, il principale fornitore di Cabrera, fu arrestato nel 1996 per il traffico delle pietre ma, quando confessò che le pietre se le fabbricava da solo prendendo spunto dai fumetti, dai libri di scuola e dalle riviste, essendo quindi le pietre false, non c’era nessuna vendita di reperti archeologici e quindi fu rilasciato. Le pietre, spiegò, venivano “lavorate” e ricoperte da una patina ottenuta lasciandole per qualche giorno nel pollaio a ricevere gli escrementi delle galline in modo da sembrare vecchie e incrostate…

Javier Cabrera, nonostante fosse un medico, ci cascò con tutte le scarpe. Tutti iniziò quando negli anni Sessanta ricevette in regalo una pietra sulla quale era inciso un pesce, che secondo lui, apparteneva a una specie scomparsa. Incuriosito Cabrera andò alla ricerca di altre pietre simili e gli abitanti del posto furono felici di “fornirgliele” dietro compenso. Ma come è possibile che in un lontano passato sia esistita una civiltà cosi evoluta, in grado di domare i dinosauri, creare macchine volanti e telescopi e di sviluppare una scienza medica in grado di eseguire operazioni al cuore e trovare solo il suo ricordo rozzamente inciso su delle pietre di ardesite? Com’è possibile che una civiltà tanto distante da noi nel tempo “inventasse” gli stessi oggetti che sono in uso nella nostra epoca? Cabrera non si pose certamente queste domande quando acquistò le misteriose pietre.

Ci sono ancora persone che sostengono che l’ardesite è troppo dura per essere incisa o lavorata con semplici strumenti ma il documentario della BBC dimostrò che le incisioni potevano essere eseguite rimuovendo la patina di ossidazione superficiale con un semplice trapano da dentista. La qualità e lo stile delle incisioni sembrano evolvere col tempo dei ritrovamenti, infatti, i dinosauri del 1966 sono intagliati in modo più approssimativo e rozzo di quelli recenti, e lo stesso vale per le incisioni, che migliorano col tempo dei ritrovamenti. Entrambi questi fatti sono palesemente incompatibili col ritrovamento casuale di pezzi appartenenti ad un unico periodo storico, quindi le “mitiche” pietre sono fasulle al di la di ogni ragionevole dubbio.

Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO Italia, Perle complottare e le scie chimiche sono una cazzata

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