L’irresistibile ascesa dei guaritori anti cancro

E' nelle pieghe della sofferenza e della disperazione di tanti malati di cancro che si trova il brodo di coltura per una pletora di guaritori, santoni, medici frustrati che promettono cure miracolose quanto inefficaci

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Dolore e sofferenza sono da sempre il brodo di coltura per santoni, guaritori, medici “incompresi” che promettono cure miracolose contro il cancro o altre patologie gravissime, accusando il “sistema” di nascondere i loro farmaci e le loro pratiche per biechi interessi economici.

Con il sostegno di una parte vociante e disperata dell’opinione pubblica, di media compiacenti e talvolta anche di forze politiche in cerca di facili consensi questi individui hanno spesso costretto le autorità sanitarie ad improbabili sperimentazioni dei loro “metodi miracolosi” che tutti, nessuno escluso, si sono rivelati per quello che sono: bufale pseudo sanitarie.

La casistica è lunga ed in Italia si parte negli anni Cinquanta quando un veterinario di Agropoli, Liborio Bonifacio diventa celebre sostenendo di aver scoperto un siero anti cancro infallibile. La “scoperta”, Bonifacio la fa esponendo 20 capre del suo allevamento al benzopirene, una sostanza cancerogena, ma nonostante questo bombardamento chimico gli animali non sviluppano nessun tipo di tumore. Da qui egli conclude, sic et simpliciter, che le capre sono immuni e quindi occorre trasferire all’uomo il “principio” che rende le capre resistenti ai tumori.

Bonifacio mette a punto un miscuglio che all’inizio egli chiama genericamente “estratto biologico di capra”, ma che poi rivelerà trattarsi di un composto a base di feci e urina di capra mescolate ad acqua. La “cura Bonifacio” si impone sui giornali dell’epoca ed il veterinario si ritrova con la fila di persone malate di cancro davanti casa.

La pressione popolare e mediatica diviene così forte che il Ministero della Sanità alla fine acconsente ad avviare una sperimentazione controllata. Dopo un anno di somministrazione del “siero Bonifacio” ai malati il risultato è zero: nessuna guarigione e quattro pazienti morti. Il veterinario di Agropoli muore nel 1983 ed il figlio, che nel frattempo ha ribattezzato il siero come “oncoclasina”, continua ancora per qualche tempo nella somministrazione del preparato ma l’assoluta mancanza di risultati, spegne di fatto i riflettori sulla presunta cura miracolosa e tutto finisce nel dimenticatoio.



La storia però si ripete negli anni Novanta, quando un anziano medico modenese, Luigi Di Bella, diventa famoso perché anche lui dichiara di aver messo a punto un metodo definitivo anti cancro. Si tratta di un siero composto da un cocktail di diverse sostanze, tra cui somatostatina, inibitori di prolattina, vitamine, melatonina e chemioterapici, capace di debellare ogni tipo di tumore e anche altre malattie.

Come per il caso Bonifacio, si scatena anche qui una grande querelle che vede da una parte la gente, fomentata da trasmissioni televisive come Moby Dick di Michele Santoro e alcune forze politiche come Alleanza Nazionale, e dall’altra gli scienziati che sottolineano come non esistono studi scientifici sulla presunta validità del metodo Di Bella.

Niente da fare. Anche in questo caso il Ministero della Sanità cede alle pressioni politiche, popolari e mediatiche ed autorizza la sperimentazione del “protocollo Di Bella”. Lo stesso medico modenese insieme ad un prestigioso comitato di esperti nazionali ed internazionali di oncologia segue i risultati. L’esito della sperimentazione è come prevedibile negativo: nessuno dei malati trattati con il metodo Di Bella sopravvive.

Divampano le polemiche, l’ultra ottantenne medico modenese sostiene che la sperimentazione sia stata manipolata al fine di screditarlo, la magistratura apre un’inchiesta che però non trova alcuna traccia delle accuse mosse da Di Bella ed il suo entourage.

La proliferazione di questi santoni e guaritori che improvvisamente promettono cure miracolose non è un fenomeno esclusivamente italiano. Un caso di scuola è quello di Harry Hoxsey, un minatore analfabeta statunitense che trovò impiego in un’agenzia di assicurazioni. Disse di aver ereditato dal padre un formula che curava il cancro riuscendo a scatenare una furiosa polemica spalleggiato da alcune forze politiche contro le più eminenti autorità mediche del paese.

In Canada, il ruolo di santone incompreso che salva i malati dal cancro appartiene ad un’infermiera dell’Ontario, Rene Caisse, che dichiarò di avere appreso la formula di una tisana miracolosa, l’Essiac da una tribù di nativi americani che la usavano con risultati straordinari nella “cura del cancro”.

Intorno alla metà degli anni Cinquanta dello scorso secolo quando la Caisse mette a punto il “rimedio miracoloso” molte persone erano pronte a giurare di essere guarite dal cancro. Naturalmente anche in questo caso si trattava dell’ennesima bufala medica che trovava alimento dalla disperazione di malati spesso senza speranze.

Il caso più famoso, e che probabilmente ha prodotto più danni, è stato senz’altro quello di Ryke Geerd Hamer, un metodo tedesco che elabora una farneticante teoria secondo la quale il cancro non è altro che la manifestazione somatica di un “conflitto interiore”.

Tutto nasce da una tragedia che coinvolge la famiglia di Hamer.

Nel 1978 nei pressi dell’isola di Cavallo in Corsica, scoppia un alterco tra due barche da diporto. Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell’ultimo Re d’Italia, spara con una carabina da caccia e colpisce ad una gamba il diciannovenne Dirk Hamer, figlio di Ryke Geerd Hamer. Dopo quattro mesi di agonia il ragazzo muore e Vittorio Emanuele di Savoia viene incredibilmente prosciolto nel successivo processo.

È negli anni successivi che Hamer elabora una medicina alternativa denominata Nuova Medicina Germanica (NMG), secondo la quale la genesi di ogni patologia è dovuta a presunti traumi o conflitti non risolti e propone trattamenti originali, come il contagio volontario con agenti microbici.

Le sue teorie alternative, logicamente contraddittorie e scientificamente implausibili in quanto prive di qualsiasi riscontro biologico o clinico, sono state ripetutamente al centro di polemiche poiché hanno causato il decesso di un alto numero di pazienti che le avevano seguite.

Come se non bastasse, Hamer ha manifestato un forte antisemitismo asserendo pubblicamente come gli ebrei in realtà seguirebbero tutti la “nuova medicina germanica” e per questo nessuno di loro avrebbe mai avuto il cancro (sic!), nascondendo all’umanità questi risultati in modo premeditato.

Messo sotto processo in Germania per “incitamento all’odio tra i popoli”, condannato in vari paesi europei e recluso per circa tre anni in Francia per frode ed esercizio abusivo della professione medica, Hamer ha continuato anche in clandestinità dalla Norvegia a curare il suo giro d’affari di rispettabili proporzioni, ottenuto vendendo corsi (a 6000 euro l’uno) e libri che neppure la sua morte avvenuta nel 2017 ha arrestato.

Quella che si può ormai definire come una vera e propria setta continua a mietere vittime di sventurati che per disperazione ed ignoranza si affidano ad un metodo tanto assurdo quanto inefficace, perdendo le loro ultime reali possibilità di sopravvivenza ed andando incontro spesso ad orribili morti.

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