Quando lo statunitense Herbert A. Gilbert depositò il primo brevetto di una sigaretta elettronica nel lontano 1965, probabilmente non immaginava che attorno a quello strumento sarebbe potuto nascere un vero e proprio sport estremo.
Stiamo parlando del cloud chasing, una disciplina in cui i vaper si sfidano tra loro in pirotecniche evoluzioni con le proprie e-cig. La competizione ruota attorno alle forme e alle dimensioni delle nubi di vapore prodotte dai dispositivi, opportunamente settati per una produzione oltremodo abbondante.
Non bisogna immaginarsi la nuvoletta che esce solitamente dalle pod mod, piuttosto una vera e propria ciminiera di vapore denso e persistente che pervade l’aria. Ovviamente per farlo, i vaper che partecipano al contest devono possedere appositi hardware e allenarsi tantissimo per poter effettuare trick sempre nuovi e di grande impatto visivo.
Cosa serve per praticare il cloud chasing?
Le esibizioni dei vaper che praticano il cloud chasing ruotano principalmente intorno ad anelli di vapore fatti girare, volare e intersecare tra loro e impressionanti nubi sbuffate da bocca e naso. Le sigarette elettroniche per effettuare queste evoluzioni sono corredate di apposite componenti, tra cui:
- Un atomizzatore rigenerabile
- Un bocchino con foro molto ampio
- Una box mod molto potente
L’atomizzatore da cloud presenta dei tratti caratteristici tipici della categoria, come la larghezza abbondante del deck, in cui si possono installare anche due o più resistenze. La camera di vaporizzazione deve essere molto spaziosa, in modo da dissipare le alte temperature che vengono a crearsi al suo interno, ed essere dotata di regolazione dell’aria.
Il bocchino, in gergo “drip tip”, deve essere di diametro interno largo, in modo da evitare la formazione di condensa, far passare una quantità esorbitante di vapore ed evitare di surriscaldarsi eccessivamente.
La box mod, ovvero il corpo dell’e-cig in cui si va ad alloggiare l’atomizzatore, deve essere in grado di erogare una potenza molto alta, così da azionare le resistenze in maniera efficiente. Nella maggior parte dei casi, infatti, vengono impiegati dispositivi dual battery.
Naturalmente, affinché la produzione di vapore sia quella desiderata, è necessario utilizzare delle coil appropriate e degli e-liquid di una certa densità.
Resistenze sub-ohm e liquidi svapo da cloud
Per poter creare delle nubi così corpose e persistenti, il vaper ha bisogno di settare il proprio dispositivo con resistenze elettriche di valore molto basso, che si approssima allo zero. Minore è questo numero, maggiore sarà la quantità di vapore sprigionato (ad esempio 0,2 Ohm).
Le coil necessarie a questo scopo sono fatte a mano e consistono in bobine di filo resistivo avvolto attorno ad una punta di diametro abbondante, solitamente oltre i 3mm. Una volta installate le resistenze prodotte nel deck dell’atomizzatore, viene inserito al loro interno del cotone da vape, che funge da veicolo per portare il liquido alle spire metalliche.
Fatto ciò, bisogna bagnare abbondantemente il cotone con i liquidi svapo scelti per l’occasione, anch’essi con precise caratteristiche. Gli e-juice da cloud chasing si possono acquistare già pronti oppure possono essere miscelati in maniera fai da te, ma per farlo è necessario utilizzare specifiche ricette.
I liquidi per le competizioni infatti, devono contenere una percentuale molto alta di glicerina vegetale (VG) e una minore di glicole propilenico (PG), in modo da favorire la vaporosità della miscela.
Una volta composta una base neutra di questo genere, ad esempio una 80 VG / 20 PG, si possono addizionare al mix delle fragranze concentrate, come ad esempio i nuovi aromi TNT Vape, per renderlo più piacevole al gusto.
Consigli utili per svapare in cloud chasing
Per addentrarsi nello svapo in cloud, è bene avere già un’ottima dimestichezza con la sigaretta elettronica e saper rigenerare la resistenza in maniera ottimale. Questo perché ci sono tutta una serie di passaggi intermedi da compiere prima di poter praticare questo “sport” in modo sicuro.
Praticare il cloud chasing comporta dei rischi, poiché si ha a che fare con dei veri e propri sistemi elettrici che vanno saputi gestire in modo consapevole.
Ecco alcuni elementi a cui bisogna prestare particolare attenzione:
- Le batterie utilizzate devono essere di buona fattura e non essere logore.
- La box mod deve essere in grado di supportare il valore delle coil installate.
- Le mod meccaniche sono le più performanti per il cloud, ma per poterle utilizzare bisogna conoscere i fondamenti del circuito elettrico e le leggi di Ohm.
- Se gestite in modo errato, le batterie possono esplodere, soprattutto nelle e-cig modificate per massimizzare la produzione del vapore.
Le sigarette elettroniche per le esibizioni non sono dunque assimilabili a quelle classiche utilizzate per smettere di fumare, ma dei veri e propri dispositivi per uso esclusivamente professionale.
Considerazioni finali
Come si racconta in un articolo di Sigmagazine sul cloud chasing, dietro questa disciplina si cela il lifestyle dei cloud chaser. Possedere l’ultimo atom o tubo meccanico uscito sul mercato è spesso una priorità per questi ragazzi, talvolta visti dall’esterno come esibizionisti.
La realtà dei fatti è che si tratta semplicemente di persone che amano lo svapo a tal punto da farne un vero e proprio stile di vita, una vocazione artistica a cui dedicare anima e corpo, giorno dopo giorno.
Le gare di cloud chasing, sono senza dubbio molto affascinanti dal punto di vista dello spettacolo, ma per potervi partecipare è fondamentale essere già esperti nell’utilizzo della sigaretta elettronica rigenerabile.
Il rischio di farsi male è assimilabile in tutto e per tutto agli sport estremi in cui si ha a che fare con dispositivi che possono esplodere o prendere fuoco, perciò è assolutamente raccomandato ai principianti di evitare qualsiasi tentativo.
La sigaretta elettronica rimane pur sempre uno strumento per la lotta al fumo di tabacco e il suo utilizzo in modalità differenti deve essere limitato a coloro che possiedono le nozioni adeguate per farlo.