Come vedrebbero la Terra da un altro punto nell’universo eventuali alieni intelligenti?

Da qui sulla Terra, guardare più lontano nello spazio significa guardare indietro nel tempo. Ma come stanno vedendo la Terra eventuali osservatori da lontani punti dell'universo in questo momento?

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Come vedrebbero la Terra da un altro punto nell'universo eventuali alieni intelligenti?
Come vedrebbero la Terra da un altro punto nell'universo eventuali alieni intelligenti?


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L’esopianeta TOI 700d è il primo esopianeta roccioso conosciuto situato nella zona abitabile della sua stella madre, come scoperto dalla missione TESS. Si trova a 101,6 anni luce di distanza e potrebbe rilevare le prime trasmissioni radiofoniche della Terra. Credito : NASA/GSFC)
La Grande Nube di Magellano ospita la supernova più vicina del secolo scorso, avvenuta nel 1987. Le regioni rosa qui non sono artificiali, ma sono segnali di idrogeno ionizzato e formazione stellare attiva, probabilmente innescata da interazioni gravitazionali e forze di marea. Le regioni rosa si verificano specificamente quando gli elettroni ricadono sui nuclei di idrogeno ionizzato e passano dal livello di energia n=3 al livello di energia n=2, producendo fotoni esattamente di 656,3 nm . ( Credito : Jesús Peláez Aguado)
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La galassia di Andromeda (M31), ripresa da un telescopio terrestre con filtri multipli e ricostruita per mostrare un ritratto colorato. Rispetto alla Via Lattea, Andromeda è di estensione significativamente più grande, con un diametro di circa 220.000 anni luce: paragonabile a quasi il doppio delle dimensioni della Via Lattea. Se la Via Lattea fosse mostrata sovrapposta ad Andromeda, il suo disco stellare finirebbe più o meno dove le corsie di polvere di Andromeda appaiono più scure. Credito : Adam Evans/flickr)
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Quasar 3C 273, mostrato come appare nell’ottica (a sinistra) e con un coronografo applicato alla luminosa sorgente centrale (a destra), è una galassia situata a 1,99 miliardi di anni luce di distanza. È il quasar più luminoso nel cielo notturno della Terra ed è stato il primo quasar mai identificato. Crediti : NASA, A. Martel (JHU), H. Ford (JHU), M. Clampin (STScI), G. Hartig (STScI), G. Illingworth (UCO/Lick Observatory), ACS Science Team ed ESA)
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