È stato compiuto un significativo progresso nello sviluppo della chirurgia spaziale: un team di chirurghi, dalla Terra, hanno controllato a distanza un piccolo robot a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, conducendo il primo intervento chirurgico di questo tipo in orbita.
Chirurgia spaziale: la nuova frontiera delle emergenze mediche nello Spazio
L’esperimento, considerato un “enorme successo” dai partecipanti, rappresenta un nuovo passo nello sviluppo della chirurgia spaziale, che potrebbe diventare necessaria per trattare le emergenze mediche durante i viaggi pluriennali con equipaggio, come su Marte.
La tecnologia di chirurgia spaziale potrebbe anche essere utilizzata per sviluppare tecniche chirurgiche a controllo remoto sulla Terra, per servire aree isolate. Il robot è stato prodotto da Virtual Incision (VIC) e dall’Università del Nebraska, si chiama spaceMIRA.
Decollato alla volta della Stazione Spaziale Internazionale alla fine di gennaio, a bordo di un carico utile trasportato da un razzo SpaceX, il robot è stato conservato all’interno di un contenitore compatto delle dimensioni di un forno a microonde ed è stato installato dall’astronauta della NASA Loral O’Hara, che è nello spazio dallo scorso settembre 2023.
L’esperimento ha poi avuto luogo Sabato, condotto dal quartier generale di Virtual Incision a Lincoln, nel Nebraska. L’intervento di chirurgia spaziale è durato circa due ore, durante le quali sei chirurghi hanno provato a far funzionare il robot, che è dotato di una telecamera e di due bracci.
“L’esperimento ha testato tecniche chirurgiche standard come afferrare, manipolare e tagliare i tessuti. Il tessuto simulato è costituito da elastici“, ha spiegato Virtual Incision in una nota.
In un video sull’intervento di chirurgia spaziale condiviso dall’azienda, si vede un braccio dotato di pinze che afferra la fascia e la allunga, mentre l’altro braccio dotato di forbici esegue un taglio, imitando una dissezione. Una delle principali difficoltà è l’intervallo di tempo, circa 0,85 secondi, tra il centro operativo sulla Terra e la ISS.
Per un esperimento di controllo, lo stesso processo avrà luogo con la stessa attrezzatura, ma sulla Terra: “L’esperimento di chirurgia spaziale è stato considerato un enorme successo da tutti i chirurghi e ricercatori, e non ci sono stati intoppi“, ha affermato Virtual Incision in una nota, sostenendo che : “Cambierà il futuro della chirurgia”.
La NASA, che ha fornito un sostegno finanziario al progetto, ha affermato che con le missioni spaziali più lunghe: “La potenziale necessità di cure di emergenza aumenta, comprese le procedure chirurgiche dalla semplice sutura delle lacerazioni ad attività più complesse“.
La combo chirurgia spaziale e robotica è il futuro dell’Umanità
Inventato da Shane Farritor dell’Università del Nebraska-Lincoln e altri, il robot è decollato il 30 gennaio 2024 dalla stazione spaziale della Cape Canaveral in Florida a bordo di una navicella spaziale Northrup Grumman Cygnus diretta al laboratorio orbitale. Il Cygnus era trasportato da un razzo SpaceX Falcon 9.
Si tratta del primo robot chirurgico sulla stazione spaziale e una delle prime volte in cui le attività di chirurgia spaziale remota saranno testate nello spazio. La missione aiuterà a identificare i prossimi passi per la creazione di tecnologie chirurgiche adatte ai viaggi spaziali a lunga distanza, ma avrà anche implicazioni per l’assistenza sanitaria sulla Terra.
“Sebbene sia emozionante pensare ai viaggi nello spazio, c’è anche un bisogno immediato sulla Terra di aiutare i pazienti a ricevere le cure di cui hanno bisogno“, ha affermato Farritor, Lederer Professore di Ingegneria presso l’Università del Nebraska-Lincoln e responsabile tecnologico di Virtual Incision, una startup da lui cofondata per portare il robot in miniatura sul mercato commerciale.
Secondo un rapporto del 2018 pubblicato dall’American College of Surgeons, circa un terzo delle contee degli Stati Uniti non ha un chirurgo, nonostante la metà di queste contee ospiti un ospedale. Una ricerca dell’Università di Washington ha dimostrato che la disponibilità di chirurghi nelle aree rurali è diminuita di oltre il 29% tra il 2001 e il 2019.
La visione di MIRA è quella di eseguire interventi chirurgici in aree remote, che si tratti dello spazio, dei campi di battaglia militari o delle aree rurali dove nessun medico è a presente.
Nell’esperimento di chirurgia spaziale appena eseguito con successo, un chirurgo di Lincoln che ha assistito nei precedenti test del dispositivo ha guidato spaceMIRA mentre utilizza entrambe le “mani” per eseguire una simulazione chirurgica.
I materiali impiegati hanno imitato il tessuto chirurgico con una tensione che consente di eseguire una dissezione. Il robot ha utilizzato il braccio sinistro per afferrare e il braccio destro per tagliare, proprio come un chirurgo umano in una sala operatoria di un ospedale.
“L’approccio a due mani è fondamentale nelle procedure chirurgiche perché la tensione locale è fondamentale per determinare le posizioni ideali da resecare e tagliare nel modo desiderato”, ha concluso Farritor.