Il futuro che ci raccontavano: che fine ha fatto il futuro che sognavamo?

Le vecchie generazioni ricorderanno come si immaginavano gli anni 2000 una volta. Quali di quelle tecnologie che la fantascienza immaginava si sono poi realizzate anche oltre i nostri sogni?

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Il futuro non è più quello di una volta.

A detta di tutti, dovrebbe essere qui ormai. È il 2018. Il nuovo millennio è abbastanza vecchio da votare. La NASA è nello spazio da mezzo secolo. Praticamente ogni casa ha un computer, e ogni cosa è più piccola di una volta, perfino più carina.

Eppure il futuro che ci era stato promesso è incompleto.

Dov’è la mia macchina volante? Il mio jetpack personale? Perché continua a piovere nel momento sbagliato ed il controllo del clima non funziona? Non è il futuro?

Durante il secolo scorso ci avevano fatto credere che nel 2000 avremmo avuto tante cose che invece non abbiamo.



Perché? Cosa ha fermato lo sviluppo tecnologico che doveva portarcele?

In realtà, molte delle idee profetizzate nel passato sono state realizzate, anche se a costi decisamente proibitivi, mentre altre si sono rivelate irrealizzabili, perlomeno per ora, o non adatte ad un uso di massa. Come ha scritto lo scrittore di fantascienza William Gibson, “Il futuro è già qui, solo che non è distribuito in modo molto uniforme“.

In definitiva, “il futuro è qualunque cosa tu faccia“, ci dice Doc in Ritorno al futuro Parte III.

Eppure, alcune delle più popolari tecnologie promesse non si son realizzate. Vediamo quali.

I Jetpacks

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Un’Illustrazione di Alex Schomburg del 1953 per Science Fiction Plus. Credits: The Estate of Alex Schomburg

Che cos’è? Una macchina indossata come uno zaino che ti permette di volare, solitamente tramite un motore a reazione.

Dove l’hai visto: The Rocketeer, The Jetsons, Iron Man

Perché sarebbe bello: uno dei nostri desideri è quello di volare con la stessa facilità degli uccelli. Il jetpack ci consentirebbe di farlo nel modo più “naturale“: nessun abitacolo, niente mongolfiere in balia del vento, solo azione ad alta velocità. Ci si potrebbe andare al lavoro evitando il traffico, con un rapido volo si potrebbero visitare moltissimi luoghi, senza dimenticare i vantaggi militari se un jetpack fosse di serie con l’uniforme di ogni soldato. In definitiva, il jetpack riguarda la libertà. Poter volare in qualsiasi circostanza godendosi il panorama.

Quando avremmo dovuto averlo: L’idea del jetpack  è nata negli anni ’30 in The Rocketeer, quindi avremmo dovuto già averlo.

Flyboard Air
The Flyboard Air, il prototipo di un moderno jetpack (Zapata)

Quanto ci siamo vicini? In realtà, è già possibile volare con un jetpack… Essendo nell’ambiente giusto.

Nello spazio, gli astronauti vanno in giro in EVA con le cosiddette unità di manovra con equipaggio dal 1984. Non si è un astronauta? Si può avere migliore fortuna per l’acqua: I jetpack Hydro del marchio Flyboard, usano la tecnologia Jet Ski per sparare acqua invece di un gas propellente ma necessitano di una fonte di carburante. Così mentre queste macchine sembrano apparentemente molto simili ai tradizionali jetpack volanti, sono letteralmente legate all’acqua.

E il vero jetpack? È possibile, ma non esattamente come tecnologia di consumo. JetPack Aviation, il cui CEO ha volato intorno alla Statua della Libertà nel 2015, offre voli promozionali e formazione; non è richiesta la licenza di pilota. In alternativa si può provare con un Flyboard Air, un jetpack su cui si sta in piedi: ha carburante per 10 minuti, costa 250.000 dollari ma non è ancora in vendita.

In definitiva, c’è un motivo per cui i jetpack non sono disponibili al pubblico: sarebbero estremamente pericolosi, sgradevolmente rumorosi e ingombranti. E, in fondo, gli esseri umani non sono molto aerodinamici, quindi controllare un dispositivo del genere a qualsiasi velocità è complicato.

Comunque, almeno ci sono opzioni.

Automobili volanti

Convair 118
Questo modello di Convair 118 volò effettivamente nel 1947. La compagnia sperava di rendere volanti le macchine tradizionali dopo la seconda guerra mondiale. (Aviation-images.com/Mary Evans Picture Library)

Che cos’è? È un’auto… Che può volare (di solito un modello più sportivo).

Dove l’hai visto: Ritorno al futuro, Blade Runner, Futurama, The Fifth Element.

Perché sarebbe bello: il volo controllato è uno sviluppo relativamente recente per la nostra specie, il primo aereo ha volato solo 115 anni fa. Sembra ancora bello e futuristico immaginare noi stessi che ci facciamo una gita con la famiglia a bordo di un’auto volante, proprio come una famiglia agiata potrebbe godersi una gita sulla propria barca o un giro in auto. L’auto volante personale simboleggia un altro regno che abbiamo conquistato, un altro ostacolo tecnologico eliminato. Inoltre, i panorami sono più belli, il traffico meno congestionato e sembra divertente.

Quando avremmo dovuto averlo: Nella trilogia “Ritorno al futuro” l’auto volante era prevista nel 2015, mentre in Blade Runner, ambientato nel 2019, è una cosa comune volare con l’auto. In entrambi i casi, la realtà è stata diversa.

Quanto ci siamo vicini? Moltissimo! Le macchine volanti esistono già come prototipi. Il problema è che sembrano più piccoli aerei che auto. Necessitano, quindi, di un’area speciale per i decolli e atterraggi e bisogna essere un pilota per guidarle.

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In definitiva, gli aerei sono a forma di aereo per una ragione ed è molto più pratico volare con un’aereo che con un’auto. Tuttavia, la tecnologia di base è quasi pronta e, quando sarà possibile la guida autonoma tramite IA, avremo le nostre macchine volanti, dopotutto.

Fatto divertente: l’idea delle auto volanti ha compiuto il secolo: il primo brevetto per un progetto del genere è stato rilasciato nel 1918.

La macchina del tempo

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In un adattamento cinematografico del 1960 di The Time Machine di HG Wells, l’attore Rod Taylor interpreta un inventore dell’epoca vittoriana che viaggia nella quarta dimensione su una slitta attaccata a un grande orologio. – Collezione Everett

Che cos’è? Un aggeggio che ti consente di esplorare il futuro ed il passato.

Dove l’hai visto: The Time Machine, Ritorno al futuro, l’eccellente avventura di Bill & Ted, Doctor Who e tanti altri film

Perché sarebbe bello: ci piace esplorare e conoscere, quali esplorazioni sarebbero più suggestive del passato e del futuro? Gli storici potrebbero rispondere a tutti gli enigmi storici irrisolti e gli scienziati conoscere le tecnologie future prima che siano inventate. Si potrebbero reincontrare le persone care e sapere in anticipo cosa succederà. Le possibilità sono infinite come il tempo!

Quando avremmo dovuto averlo: The Time Machine uscì nel 1895, quindi almeno da allora. Di solito viene presentata come una tecnologia appena inventata quindi avremmo dovuto già averla.

Quanto siamo vicini? Per niente.

Tecnicamente, semplicemente esistendo andiamo avanti nel tempo alla velocità di un secondo al secondo, quindi in questo senso tutta la vita è una macchina del tempo.

Ma per quanto riguarda una macchina che ti trasporta ovunque nel tempo e, presumibilmente, nello spazio? No. È praticamente impossibile, per quanto ne sappiamo al momento.

Fatto divertente: a causa della relatività, gli astronauti che passano sei mesi nello spazio sono invecchiati 0,007 secondi in meno rispetto al resto dell’umanità.

Velocità di curvatura

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Viaggi spaziali più veloci della luce

Che cos’è? La capacità di viaggiare più velocemente della luce, spesso a vari multipli di essa.

Dove l’hai visto: Star Trek, Star Wars, The Last Starfighter – praticamente in quasi tutta la cinematografia di fantascienza.

Perché sarebbe bello: “Lo spazio“, ci spiega Douglas Adams in “Guida galattica per autostoppisti“, “è grande. Davvero grande.” Per andare ovunque, è necessario pianificare mesi o anni di viaggio, se non secoli o millenni se la destinazione è oltre il sistema solare, oppure devi viaggiare più velocemente della velocità della luce, l’attuale limite di velocità per la materia, se si deve credere a Albert Einstein. Ma se potessimo in qualche modo raggiungere velocità superluminali, saremmo liberi di viaggiare quasi ovunque, “andando audacemente” ovunque ci piaccia, il vento solare nei nostri capelli. La galassia, e forse l’universo stesso, ci si aprirebbero.

Quando avremmo dovuto averlo: l’unica data certa sembra essere quando Zephram Cochrane di Star Trek inventerà il motore a curvatura nel 2063.

Quanto siamo vicini? Non molto.
Le teorie di Einstein sono state verificate abbastanza da suggerire che se potremo mai violare il limite di velocità della luce, sarà con qualche trucco che, al momento, possiamo solo immaginare.
Il fisico teorico messicano Miguel Alcubierre ha escogitato un modo per farlo: basta spostare lo spazio-tempo attorno a un’astronave per creare una bolla in movimento all’interno della struttura dell’universo.
Restringendo lo spazio di fronte all’astronave e espandendo lo spazio retrostante, si potrebbe percorrere l’universo molto più velocemente della luce. La nave e le sue immediate vicinanze non avrebbero viaggiato più veloce della luce, non avrebbero nemmeno percepito gli effetti del movimento, ma sarebbe stato l’universo stesso a muoversi intorno alla bolla.
Quest’idea andrebbe bene per Einstein. sarebbe una soluzione elegante, ma sfortunatamente richiede che una tecnologia che al momento attuale non esiste, come la creazione di qualcosa con massa negativa.
Einstein, inoltre, non proibisce le unità di curvatura che attingono ad una dimensione nascosta, come ad esempio Han Solo che salta nell’iperspazio, permettendo alle astronavi di prendere scorciatoie più veloci della luce in tutto il cosmo. Purtroppo non c’è nessuna prova che sia effettivamente possibile anche se non possiamo dire per certo che non lo sia.

Sé virtuale / Avatar

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Nel film “surrogates” Bruce Willis e quasi tutti gli esseri umani interagiscono e lavorano da casa, mandando in giro un proprio avatar, più bello e forte.
Che cos’è? Un modo per apparire esattamente come ti piacerebbe essere visto; spesso, però, limitatamente agli spazi digitali.

Dove l’hai visto: Matrix, Ready Player One, Snow Crash, Blade Runner 2049, Avatar.

Perché sarebbe bello: si potrebbe facilmente diventare tutto ciò che si è sempre desiderato essere. La razza e il sesso di nascita, le disabilità fisiche, le malattie, nessun limite fisico avrebbe più importanza. Si potrebbe viaggiare per il mondo, o per i mondi digitali, dalla sicurezza del proprio computer, vedendosi esattamente come ci si immagina. Insomma: vivere la vita alle proprie condizioni.

Quando avremmo dovuto averlo: di solito questa è una tecnologia del futuro prossimo; la maggior parte degli esempi sopra riportati si svolgono nei prossimi decenni.

Quanto siamo vicini? E se ci fossimo già dentro?
I videogiochi e i forum su Internet hanno utilizzato questa idea per anni, consentendo ai giocatori e agli utenti di personalizzare il proprio aspetto, spesso chiamato avatar (come in Snow Crash).
Con il miglioramento della tecnologia, anche il virtuale è apparso sempre più intricato e complesso, forse addirittura fotorealistico, a questo punto. Che si tratti di una foto reale o di un’illustrazione che appare accanto alle tue parole o di un corpo tridimensionale completamente progettato che si muove nello spazio, questo è il modo in cui il mondo digitale ti vede.
L’unico problema è che il resto del mondo reale non ti vede come il tuo bitmoji. Per arrivare a quel punto, la maggior parte delle nostre interazioni dovrà essere digitale. E, per ora, il mondo reale è ancora troppo conveniente come spazio di incontro.
Ma è possibile che stiamo andando in quella direzione. Second Life, ad esempio, è un “mondo virtuale” che esiste come luogo alternativo completamente funzionale per creare, intrattenere e fare affari con gli altri. In 14 anni di esistenza ha raggiunto il picco di oltre un milione di visitatori mensili e 3,2 miliardi di dollari di transazioni interne totali.
Altri universi online, come il videogioco World of Warcraft, vantano numeri di utenti ancora più alti.
Quindi il sogno è già reale per molte persone e se il tempo che passiamo online è indicativo, uno stile di vita digitale potrebbe essere in tutti i nostri futuri.
Fatto divertente: con la realtà virtuale, programmi come VR Chat e Sansar rendono l’interazione con gli avatar degli altri utenti più facile e più realistica.
Insomma, il futuro è ora, abbiamo fatto molta strada anche se non sempre è stato come ce l’aspettavamo.
Smaltimento rifiuti ISS
La Stazione Spaziale Internazionale. – NASA

A volte la transizione dal gadget fantascientifico allo strumento quotidiano procede senza problemi. Ecco alcune tecnologie ormai banali che i nostri antenati avevano solo sognato:

Personal computer: dal motore di storytelling nei viaggi di Gulliver al supercomputer Multivac di Isaac Asimov, i dispositivi computazionali sono comuni in tutta la letteratura. E grazie ai progressi tecnologici degli ultimi decenni, sono ormai onnipresenti come i McDonald’s, con oltre un miliardo di PC attualmente in uso, e senza contare gli smartphone che sono computers molto personal a tutti gli effetti.

Televisione: cosa potrebbe essere più futuristico dell’idea di catturare le immagini ed i suoni di un momento, vedere e ascoltare una storia o notizie che raccontano un mondo lontano? Eppure, da quando i primi modelli sono comparsi quasi un secolo fa, ci siamo quasi annoiati di questi dispositivi. Suono ad alta fedeltà, perfetto, anche in 3-D, immagini e altro ancora, eppure le vendite dei televisori sono in calo.

Smartphone: Star Trek può avere avuto qualche tecnologia discutibile, ma i comunicatori della serie originale non sono altro che i classici RAZR di Motorola. Abbiamo decisamente migliorato questa tecnologia: quasi tre quarti degli esseri umani possiedono almeno uno smartphone (consentendo, off course, la realizzazione del sogno fantascientifico delle videochiamate), la maggior parte dei quali sono centinaia di volte più potenti delle prime astronavi della NASA.

Viaggi nello spazio: Una volta scoperto il volo, ci sono voluti solo pochi decenni per arrivare sulla Luna. E il volo spaziale in orbita bassa è ormai routine: una missione di successo alla Stazione Spaziale Internazionale, ormai, non viene nemmeno citata nelle notizie principali del giorno. Più interessanti saranno, almeno nei prossimi anni, i voli spaziali aperti ai turisti che forse inizieranno nel 1921.

I robots: Beh, ce ne sono già per tutti i gusti ma, per ora, limitati all’industria. Alcune aziende cominciano a commercializzare i primi modelli destinati alle famiglie.

Insomma, non avremo il personal jetpack ma viviamo davvero nel futuro.

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