martedì, Ottobre 22, 2024
HomeAttualitàDati e privacy protetti durante la navigazione sul web? Il caso Google...

Dati e privacy protetti durante la navigazione sul web? Il caso Google Chrome

Un gruppo di consumatori, nell'estate dello scorso anno, ha chiesto un cospicuo risarcimento danni per l'attività di tracciamento effettuata dal browser Google Chrome mentre utilizzavano la modalità in incognito. Venerdì scorso un giudice federale della California ha confermato che Google dovrà affrontare la causa

Indice

Quante volte abbiamo pensato che navigando in incognito su Google Chrome i nostri dati risultassero protetti e le nostre ricerche al sicuro? A quanto pare non è proprio così.

Un gruppo di consumatori, nell’estate dello scorso anno, ha chiesto un cospicuo risarcimento danni per l’attività di tracciamento effettuata dal browser Google Chrome mentre utilizzavano la modalità in incognito. Venerdì scorso un giudice federale della California ha confermato che Google dovrà affrontare la causa.

Ma andiamo per ordine: per prima cosa è importante chiarire cosa si intende per navigazione in incognito.

La navigazione in incognito di Google Chrome serve a non lasciare tracce sul dispositivo in uso. Quando si naviga in incognito, sui nostri computer o dispositivi mobili non vengono salvati: cookie, cronologia della navigazione, file temporanei. Per essere precisi, i cookie e i dati dei siti vengono salvati, ma vengono eliminati automaticamente quando si esce dalla modalità in incognito.

La navigazione in incognito permette quindi il monitoraggio dell’attività sul web da parte degli amministratori di rete e dei fornitori di servizi internet, inoltre rende rintracciabile il nostro indirizzo IP.

La Class Action intentata nei confronti del colosso di Mountain View, presso il tribunale di San Josè, in California, si basa sulle affermazioni di un numeroso gruppo di utenti in base alle quali Google raccoglie i dati personali degli utenti anche quando questi ultimi stanno utilizzando la modalità in incognito della navigazione, con conseguente archiviazione di informazioni personali.

La causa potrebbe costare a Google almeno 5 miliardi di dollari di risarcimento danni, cioè 5mila dollari per utente.

L’accusa sostiene che la navigazione in incognito di Google Chrome dia una falsa impressione di anonimato; in particolare risultano sotto accusa alcuni servizi di tracking come Google Analytics e Google Ad Manager usate da Google.

Si tratterebbe di tracking estremamente invasivo: verrebbero infatti raccolte informazioni riguardanti gli amici, i passatempi e le preferenze, i brand per creare un profilo dettagliato dell’utente: “dati molto intimi e riservati”.

In pratica l’accusa sostiene che Google stia ingannando gli utenti facendo loro credere di avere il totale controllo sulle informazioni quando è in uso la modalità di navigazione in incognito.

Naturalmente il colosso del web, con il fine di far archiviare la causa, ha spiegato che “navigare in incognito” non equivale ad essere invisibili sul web, ai servizi di analisi o pubblicità di terze parti utilizzate da quei siti. 

Un portavoce di Google ha evidenziato che “La modalità in incognito di Google Chrome dà all’utente la scelta di navigare in Internet senza che la sua attività venga salvata nel browser o nel dispositivo da cui si accede a Internet. Come spiegato chiaramente, ogni volta che si apre una scheda in navigazione privata, i siti web potrebbero essere comunque in grado di raccogliere informazioni sull’attività di navigazione dell’utente durante la sessione”.

Le spiegazioni fornite non hanno però convinto il giudice federale Lucy Koh della corte distrettuale di San Jose, la quale ha affermato che Google non ha informato gli utenti che Google chrome si impegna nella presunta raccolta di dati mentre l’utente è in modalità di navigazione privata, pertanto ora Mountain View andrà a processo.

Non è la prima volta che Google è al centro di una bufera riguardante la tutela della privacy: nell’estate del 2020, Google è stata accusata di tracciare gli utenti attraverso le app anche dopo che gli utenti seguono le impostazioni consigliate dall’azienda per interrompere tale monitoraggio.

In questo caso l’accusa sostiene che attraverso Firebase SDK, Google può controllare le interazioni dell’utente con l’app, tra cui la visualizzazione di contenuti, la creazione di nuovi contenuti o la condivisione di contenuti.

In altre parole, Google terrebbe traccia di tutto ciò che “gli utenti vedono, creano e condividono online quando usano le app installate sui loro dispositivi mobili”.

RELATED ARTICLES
- Advertisment -

Viaggi e Vacanze

Alimentazione e Salute

La melissa: un vero toccasana per l’organismo

Le erbe aromatiche sono delle piante che posseggono moltissime qualità e degli aromi molto piacevoli, che sono spesso utilizzate per preparare degli infusi, che in base alla tipologia, riescono ad apportare innumerevoli benefici all'organismo

Formazione delle rughe: svelato il segreto della pelle che invecchia

Un team di ricerca POSTECH ha ricreato le rughe biologiche in vitro, rivelando che la disidratazione dell'ECM e le forze compressive sono cruciali nella...

Pressione sanguigna: le crocifere la tengono a bada

Uno studio dell'Università Edith Cowan ha scoperto che le verdure crocifere, come broccoli e cavoli, abbassano la pressione sanguigna in modo più efficace rispetto...

Giochi

Come scegliere la giusta strategia di scommessa sul Bingo per massimizzare le vincite al casinò di Posido

Il bingo è uno dei più popolari giochi d'azzardo basati sul caso. L'obiettivo del giocatore è quello di essere il primo a completare una...

Le mani del blackjack e come giocarle a Sportaza

Il blackjack è una questione di mani e chi le gioca meglio è quello che ne esce vincente nella maggior parte dei casi. Se vuoi...

I 4 principali errori psicologici da evitare nei casinò online italiano

Gli errori psicologici sono il fattore principale che differenzia i neofiti dai giocatori vincenti. Vuoi migliorare i tuoi risultati al casinò online italiano? Allora...

Recent Comments