mercoledì, Aprile 2, 2025
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Vaccini e scie chimiche

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di Oliver melis

Un sito web poco raccomandabile YourNewsWire.com, che regolarmente pubblica storie e notizie prive di riscontro e, spesso, bufale riprese qui e là nel web, nel 2016 ha riciclò una notizia falsa secondo cui i funzionari australiani usavano le “scie chimiche” per rilasciare un vaccino contro il colera tenendo la popolazione all’oscuro dell’operazione.

L’Australia ha approvato la domanda di licenza della società PaxVax di Big Pharma che consentirà loro di rilasciare intenzionalmente un vaccino OGM costituito da batteri vivi nel Queensland, attraverso le scie chimiche.” Questo è quanto rivelava il sito YourNewsWire, che, come anche altri siti cospirazionisti, stava riciclando una vecchia bufala di alcuni anni prima, basata su una storia venuta a alla nel novembre del 2013 pubblicata, guarda caso, da un sito “No vaxPreventDisease.com.

La notizia bomba affermava che la Paxvax era in grado di rilasciare “batteri vivi nell’ambiente“.

Come in ogni bufala, alla base della notizia c’era qualcosa di vero ma la storia va spiegata meglio:

Paxvax fece domanda nel 2013 per condurre studi clinici sul vaccino, e questo è vero, ma le affermazioni seguenti vengono smentite da un rapporto dell’aprile 2014 dell’ufficio del Gene Technology Regulator, una sezione del Dipartimento nazionale della sanità australiano. Tale rapporto specificava non solo che il vaccino si dovesse assumere per via orale, ma che lo stdio sarebbe stato limitato a 1.000 persone selezionate tra coloro che stavano già programmando, per varie ragioni, di recarsi in zone in cui la malattia (il colera) era presente.

Come appare chiaro dal rapporto, la faccenda era ben diversa dal dire che una popolazione ignara sarebbe stata irrorata con un vaccino spruzzato dall’alto utilizzando i fantomatici tanker chimici.

Nel giugno 2016, la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha approvato l’uso del vaccino, Vaxchora, per l’uso da parte degli adulti per proteggersi dal colera durante viaggi in aree a rischio.

Peter Marks, che dirigeva il Centro per la valutazione e la ricerca biologica della FDA, ha dichiarato: “L’approvazione di Vaxchora rappresenta un’aggiunta significativa alle misure di prevenzione del colera attualmente raccomandate dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie per i viaggiatori nelle regioni colpite dal colera.”

Come troppo spesso accade, siti no vax os candalistici hanno utilizzato unanotizia praticamente inventata per gudagnare visualizzazioni e popolarità, invitando, come al solito, i loro seguaci, e magari qulche ingenuo finito per caso sull’articolo, a gridare al complotto e a non fidarsi mai delel dichiarazioni ufficiali rilasciate dalle istituzioni.

Il suco dei contenuti pubblicati in siti del genere resta sempre quello di diffondere diffidenza nei confronti delle cure mediche e dei vaccini.

I rover MinervaII1a e MinervaII1b sono sulla superficie dell’asteroide Ryugu. Ecco le prime foto

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Dopo una lunga attesa durante la quale tutti gli appassionati del mondo, e molti scienziati, hanno trattenuto il fiato, la JAXA ha finalmente confermato ufficialmente che la procedura di rilascio dei piccoli rover è stata eseguita correttamente e che Hayabusa2 ha recuperato la sua posizione in orbita di parcheggio intorno all’asteroide Ryugu.

Anche la discesa dei due piccoli rover saltatori (hopper) è stata ultimata con successo ed i due rover si stanno ora muovendo, o per meglio dire saltellando, sulal superficie dell’asteroide.

Sono trascorse molte ore dall’ultimo tweet in cui la JAXA annunciava che le comunicazioni con i mezzi spaziali su Ryugu erano interrotte a causa della rotazione dell’asteroide, quando un nuovo tweet ha permesso ai tanti che seguivano con trepidazione la difficile operazione di tirare un sospiro di sollievo:

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Siamo spiacenti di avervi lasciato in attesa! Minerva-I1 è composto da due Rover, 1a & 1b. È confermato che entrambi i Rover sono atterrati sulla superficie di Ryugu. Sono in buone condizioni e hanno trasmesso foto e dati. Abbiamo anche conferma che si stanno muovendo sulla superficie.

Subito dopo l’agenzia spaziale giapponese ha pubblicato, sempre su twitter, alcune foto:

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Questa foto arriva da I1. La foto a colori è stata ripresa dal Rover-1a il 21 settembre intorno 13:08, subito dopo la separazione dalla navicella. Hayabusa2 è nella parte superiore e la superficie di Ryugu in quella inferiore. L’immagine risulta sfocata perché il Rover stava ruotando su sé stesso.(Credit: JAXA)

L’immagine è suggestiva ma decisamente poco chiara anche se nella parte superiore il profilo di Hayabusa 2 si riesce a riconoscere.

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Foto scattata dal Rover-1B il 21 settembre alle 13:07 circa. Anche questa è stata scattata subito dopo la separazione dalla navicella. La superficie di Ryugu è in basso a destra. L’area nebbiosa in alto a sinistra è dovuta al riflesso della luce solare. 1b sembra ruotare lentamente dopo la separazione, minimizzando la sfocatura dell’immagine (Credit: JAXA)

Questa foto è decisamente più chiara della precedente e si distingue molto bene la superficie di Ryugu, tutta butterata di rocce.

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Una foto dinamica catturata dal Rover-1a il 22 settembre alle 11:44 circa. L’immagine è stata scattata sulla superficie di Ryugu durante un salto. La metà sinistra è la superficie di Ryugu, mentre la regione bianca a destra è dovuta alla luce del sole. (progetto Hayabusa2) (Credit: JAXA)

Anche quest’ultima immagine, ancorchè entusiasmante, è, purtroppo, tutt’altro che chiara. La luce del sole, abbagliante, sembra disturbare notevolmente le piccole telecamere dei due robottini e lo scatto effettuato durante uno dei salti effettuati dal rover per spostarsi sulla superficie di Ryugu lascia un po’ a desiderare.

Bisogna ricordare che, a causa della gravità quasi inesistente presente sull’asteroide, si è scelto di far muovere i due rover attraverso dei balzi, durante i quali il rover fluttua in aria per circa 15 minuti prima di ritoccare il suolo dell’asteroide. Probabilmente, questi primi scatti hanno anche la funzione di testare e calibrare tutti gli strumenti, le prossime foto che la JAXA invierà saranno certamente di igliore qualità

Il Gas Trace Orbiter dell’ESA ha misurato il quantitativo di radiazione cui saranno esposti gli astronauti nel viaggio verso Marte

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Sono molte le sfide che sarà necessario vincere per portare persone su Marte e queste riguarderanno la configurazione dell’astronave per il viaggio, la salute degli astronauti e la stessa sopravvivenza sul pianeta.

Nuovi dati inviati dal Gas Trace Orbiter, la sonda dell’ESA in orbita sopra Marte, confermano quanto sarà pericoloso per gli astronauti un viaggio di andata e ritorno al pianeta rosso. Come già sapevamo, uno dei rischi principali consiste nel sovradosaggio da radiazioni cosmiche. Un dosimetro installato a bordo del TGO ha misurato la quantità di radizioni incontrate durante il viaggio e la sua permanenza in orbita.

Le radiazioni cosmiche sono costituite da particelle che si muovono quasi alla velocità della luce, il tipo di fenomeno che un corpo umano  non è in grado di sopportare . Queste radiazioni sono onnipresenti nello spazio, ma, normalmente, l’atmosfera ed il campo magnetico della Terra ci schermano, proteggendoci. Il problema è che più ci si allontana dalla superficie terrestre più si resta esposti a queste radiazioni e più se ne assorbono.

In un viaggio verso e da Marte questo diventa un grosso problema. “Le dosi di radiazioni accumulate dagli astronauti nello spazio interplanetario sarebbero centinaia di volte più grandi delle dosi accumulate dagli umani nello stesso periodo di tempo sulla Terra, e molte volte più grandi delle dosi di astronauti e cosmonauti che lavorano sulla Stazione Spaziale Internazionale“, ha spiegato in una nota  Jordanka Semkova, un fisico dell’Accademia delle Scienze bulgara e scienziato capo della nuova ricerca. “I nostri risultati mostrano che il viaggio stesso causerebbe un’esposizione alle radiazioni parecchio significativa per gli astronauti.”

Secondo il team che sta dietro la nuova ricerca, queste misurazioni mostrano che il solo fatto di andare e tornare da Marte potrebbe esporre gli astronauti ad almeno il 60 percento dell’attuale esposizione professionale massima raccomandata.

Il massimo quantitativo raccomandato di esposizione alle radiazioni varia a seconda del sesso e dell’età, ma va da 1 sievert per una donna di 25 anni a 4 sieverts per un uomo di 55 anni. (La misurazione di sieverts giustifica già le differenze di peso).

Il fatto che solo il viaggio, tra andata e ritorno, esporrebbe un astronauta al 60% di questo valore è abbastanza preoccupante, soprattutto perchè, una volta arrivati su Marte, gli astronauti sarebbero comunque esposti alla radiazione spaziale, durante una permanenza prevista in diversi mesi, poichè la sottile atmosfera marziana ed il basso campo magnetico di quel pianeta non costituirebbe uno schermo adeguato.

La sfida da risolvere nei prossimi anni, prima che venga intrapreso un viaggio con equipaggio verso Marte, sarà quella di realizzare schermature adeguate e abbastanza leggere per l’astronave ed i moduli di permanenza.

Sono diversi i progetti orientati a questo risultaro in corso di sperimentazione, l’uomo risolverà anche questo problema.

Casino online in crescita in Italia: come capire se sono sicuri

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Nonostante l’impegno dell’attuale governo nel reprimere il gioco, i casino online stanno registando in Italia, e, del resto, in tutta Europa, una vera e propria crescita. Gli ultimi dati che arrivano dal settore sono evidenti e certificano che ormai da più di tre anni la crescita media annuale per i casino online ed i siti di gambling è ravvisabile intorno al 10%. Il motivo principale dell’aumento dell’interesse dei nostri connazionali nei confronti di questi servizi online è da rintracciare soprattutto nella facilità di accedervi attraverso le app installate sui dispositivi mobili.

La diffusione dei casino online

Un tempo, l’accesso ai giochi nei casino (intendiamo quello fisico) non era facile per tutti, stante sia la curiosa disposizione che questi hanno in Italia, tutti posizionati più o meno a ridosso dei confini nazionali, che l’impegno economico necessario per divertirsi una sera; adesso con internet e soprattutto con gli smartphone, il casino online è diventato un momento di svago e di speranza per tutti.

A guadagnarci sono le aziende impegnate in questo settore, che hanno potuto raggiungere fatturati importanti. Grazie all’accesso tramite mobile adesso tutti hanno a disposizione delle specifiche applicazioni che propongono ai giocatori delle stanze virtuali da gioco, interagendo e sfidando altri appassionati del genere che si collegano alla rete da tutto il mondo.

Sembra che i giochi più richiesti siano, però, i più semplicil e rischiosi: le slot machine e la roulette. Potremmo dire che si tratta di due classici, molto lineari e semplici nel loro regolamento, che hanno saputo conquistare anche i più giovani perchè, nelle loro versioni online, offrono la speranza di vincere cifre anche consistenti a fronte di investimenti relativamente piccoli. C’è da dire, però, che vincere non è facile e che chi sa gestire la propria passione per il gioco riesce sicuramente a divertirsi mentre chi perde il controllo può rischiare di perdere molti soldi. Per i prossimi anni gli esperti si aspettano una prosecuzione del trend in crescita di pari passo con il diffondersi dei dispositivi mobili fra i più giovani. I numeri a disposizione fanno intendere come il gambling giocherà sempre di più la sua partita su internet.

Sono in calo, anche se di poco, invece, i giochi di carte come il poker texano, visti dagli utenti come più impegnativi e che richiedono una certa preparazione di base, impegno e pazienza, attrezzi che non tutti hanno a loro disposizione nel proprio bagaglio di giocatore.

Come capire se un casino online è sicuro

La diffusione dei casino online non deve comunque far abbassare la guardia nel cercare di determinare i possibili rischi in cui si può incorrere. Molti sicuramente si chiederanno come fare a capire se un casino online possa essere considerato sicuro: alcuni siti ben noti come quelli gestiti da giganti del gioco online come Lottomatica, SISAL, SNAI, NetBet Casino, Williams Hill sono sicuri e ci si può giocare ad occhi chiusi. L’unico consiglio è quello di impostare i propri limiti di gioco, giornaliero, settimanale e mensile, in modo da non rischiare di appesantire eccessivamente le proprie tasche in caso di periodi negativi. In generale, per essere sicuri dell’affidabilità di un sito, dobbiamo controllare che riporti in bell’evidenza la certificazione rilasciata dal Garante AAMS, sigla che significa Amministrazione Autonoma Monopoli di Stato. Questa certificazione si trova in tutte le piattaforme digitali sicure, perché garantisce che tutte le scommesse si svolgono nella piena regolarità.

Quando ci rivolgiamo ad un casino online, quindi, cerchiamo il simbolo AAMS ed il numero di concessione della certificazione. Altra cosa da verificare, più difficile in caso si acceda al sito atraverso un’app, è che disponga di una connessione sicura di tipo https; nel caso si acceda al sito da desktop usando Chrome, Firefox, Edge, Safari o altri browsers certificati è molto semplice da capire perchè sulla barra degli indirizzi comparirà il prefisso https e, ad esempio nel caso di Chrome anche la scritta “sicuro“. È anche possibile controllare se il sito compare sullo spazio online dei monopoli di Stato (nello specifico nella lista delle sale legali).

È molto importante la certificazione AAMS, perché, se giochiamo su questi siti, possiamo stare sicuri del fatto di non incorrere in truffe di vario genere. Infatti i siti AAMS devono registrare ogni singola giocata, trasmettendola alla SOGEI e subire periodici controlli anche per ciò che concerne i punteggi di gioco, la percentuale sulle vincite e l’età anagrafica dell’utente (che non può essere minorenne). Un altro aspetto importante relativo alla sicurezza riguarda la protezione delle informazioni e dei dati personali, la privacy, che non può mai mancare quando si naviga online in generale.

I giochi online possono essere davvero divertenti, se tutto si svolge in sicurezza, proprio per questo l’obiettivo dei controlli è quello di combattere il proliferare dei casino online clandestini, che sono generalmente quelli in cui maggiormente si può correre il pericolo di cadere nella dipendenza da gioco d’azzardo.

I siti di crowdfunding raccolgono milioni di euro per i trattamenti alternativi per il cancro. Sono bufale e spesso truffe, ma la scienza dovrebbe farsi qualche domanda…

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Quando a sua sorella è stato diagnosticato un tumore al seno in stadio 4, Sarah Thorp si è rivolta alla piattaforma di crowdfunding GoFundMe, lanciando una campagna per pagare alla sorella la possibilità di recarsi presso l’Integrative Whole Health Clinic, un centro di terapia alternativa in Messico che offre trattamenti antitumorali come caffè e semi di lino inoculati attraverso clisteri.

Purtroppo, non esiste alcuna evidenza scientifica dell’efficacia di questi trattamenti. Al contrario, un primario medico di quella clinica sostiene di avere ottenuto un tasso di successo del 75% dal 2000 a oggi in pazienti con tumori vari. Ovviamente non presenta alcuno studio a supporto delle sue affermazioni.

Conclusa con successo la campagna di crowfunding, le due donne si sono recate presso la suddetta clinica, al modico prezzo di 21 mila dollari per tre settimane di trattamento. Secondo la Thorp, la clinica diede speranza a sua sorella che, purtroppo, o inevitabilmente viene da dire, morì poco più di un anno dopo.

Anche la morte della sorella fu un’occasione per raccogliere soldi attravrso il crowfunding…

Questa storia è una delle tante che è possibile trovare sulle piattaforme di raccolta fondi, raccolte che troppo spesso servono a finanziare presunte terapie alternative, spesso e volentieri assolutamente prive di alcuna prova scientifica di efficacia. Purtroppo, per superficialità o malizia, non esiste una reale supervisione su ciò che viene pubblicato sulle piattaforme di crowfunding, secondo quanto emerge da un’indagine pubblicata su BMJ.

Nel solo Regno Unito, i siti di crowdfunding per la cura del cancro hanno raccolto almeno 8 milioni di sterline (10 milioni di dollari) dal 2012, molti dei quali sono stati spesi, in “viaggi della speranza“. Questo secondo i dati resi pubblici dalla Good Thinking Society, un’organizzazione benefica che promuove il pensiero scientifico.

Secondo quanto riferisce il direttore del progetto, Michael Marshall, le persone molto malate sono più vulnerabili di fronte a proposte di trattamenti alternativi che offrono un po’ di, falsa, speranza. I siti di crowdfunding dovrebbero controllare le campagne che vengono promosse citando terapie alternative che includono farmaci screditati, regimi di dieta estrema, terapie a base di vitamina C per via endovenosa, trattamenti alcalini e altri senza alcun supporto scientifico alla loro efficacia.

È del tutto comprensibile che le persone che si trovano in una crisi di salute e in pericolo di vita possano rivolgersi a cliniche che fanno grandi promesse e danno false speranze, poca speranza è sempre meglio di nessuna speranza“, ha spiegato Marshall.

Ancora più importante, sostiene Marshall, è l’enorme ruolo che i media svolgono nel “promuovere e diffondere, anche involontariamente, queste terapie truffaldine”. Molti di questi trattamenti sono gestiti da cliniche e centri posti in paesi dove la normativa sanitaria è meno stringente. Questi centri di trattamento in genere non pubblicano dati sull’efficacia delle terapie e si affidano invece alle testimonianze di ex pazienti.

Queste testimonianze generano una copertura mediatica positiva che diventa, di fatto, un vero e proprio strumento pubblicitario, senza che la gente venga a sapere come sono finite le storie raccontate sui siti o sui media tradizionali: basta una semplice indagine presso le famiglie dei pazienti – testmonials per scoprire che la maggior parte dei pazienti che cercano di finanziare cure alternative per il cancro tramite raccolte di fondi sono deceduti più rapidamente di quanto sarebbe accaduto affidandosi alle cure tradizionali, in barba alle terapie miracolose.

Bisogna seguire il consiglio di medici specialisti per capire cosa sia meglio fare.

Se una cura è marginale o viene rifiutata dalla maggioranza dei medici, di solito c’è una buona ragione per farlo. Se un trattamento fa grandi promesse che i professionisti della medicina mainstream non sono condividono, è probabilmente saggio affrontarlo con estrema cautela “.

Il successo delle terapie alternative dovrebbe imporre alla scienza ufficiale di cominciare a ripensare alle sue strategie di comunicazione. Le raccolte fondi, in molti casi, sono vere e proprie truffe per lucrare sulla compassione della gente ma, se sono così in tanti a credere che valga la pena  donare soldi per aiutare qualcuno a sottoporsi ad un trattamento alternativo non ufficiale, non può essere solo per ignoranza e cospirazionismo, c’è sfiducia nella scienza e le istituzioni.

La scienza dovrebbe cominciare a chiedersi perchè e gli scienziati dovrebbe scendere dalle loro torri d’avorio e cominciare a parlare il linguaggio della gente comune. Persone disperate hanno bisogno di speranza e di capire perchè possono sperare. La medicina ufficiale va spiegata e deve farsi capire, usando il linguaggio comune, non il complicato slang tecnico – scientifico che usano i medici quando parlano, un linguaggio che la gente, troppo spesso, non ha gli strumenti per interpretare.

 

Un ragazzo di 16 anni, vaccinato è stato ricoverato per pertosse a Rovigo. Il vaccino ha fallito? No, vediamo cosa è successo

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In alcuni articoli comparsi ieri sulla stampa nazionale viene data notizia di un ragazzo di 16 anni di Rovigo ricoverato in ospedale per pertosse, infezione presa nonostante il giovane fosse stato vaccinato. La notizia viene presentata con i titoli ammiccanti che piacciono ai no-vax, in un evidente tentativo di attirare click e visualizzazioni. Le informazioni fornite all’interno dell’articolo, al di là della cronaca, sono sostanzialmente esatte ma è il titolo dell’articolo a creare allarme.

La pertosse è una malattia infettiva di origine batterica molto contagiosa, causata dal batterio Bordetella pertussis. La pertosse è considerata, in linea generale, una malattia infantile, allo stesso modo di la rosolia, morbillo, varicella e parotite, infatti colpisce, come le altre malattie indicate, prevalentemente bambini sotto i 5 anni ma può accadere, saltuariamente, che infetti anche adulti in cui, fortunatamente, è più facilmente affrontabile.

Si tratta di una malattia che, per quanto ne sappiamo, si trasmette unicamente da essere umano ad essere umano. Si cura con un trattamento a base di antibiotici e la guarigione avviene in una quindicina di giorni. Per questa particolare malattia, l’immunità conferita dal primo vaccino non è definitiva, ma declina col tempo.

La pertosse è presente in tutto il mondo, ma da diversi anni è diventata assai rara, particolarmente in quei Paesi in cui è stata introdotta la vaccinazione generalizzata nell’infanzia. Oggi il 90% dei casi di pertosse si registrano proprio nelle popolazioni in cui non viene effettuata la vaccinazione, e in questi casi la pertosse può portare a una mortalità elevata nei bambini. Nelle popolazioni vaccinate si è osservato un ritorno della pertosse a causa della perdita progressiva di immunità e, in effetti, quando è stato introdotto il vaccino 30 anni fa non venivano utilizzate le dosi di richiamo.

In Italia la pertosse viene obbligatoriamente notificata alle autorità sanitarie.

Sintomi, diagnosi e complicazioni

Il batterio della pertosse provoca infezioni alle vie respiratorie che possono non presentare sintomi ma essere estremamente gravi, specie quando il paziente è un neonato. La pertosse si caratterizza per una tosse persistente (per più di tre settimane). L’esordio della malattia si manifesta con una tosse lieve, accompagnata da qualche linea di febbre e copiose secrezioni nasali: è la fase catarrale, che dura da 1 a 2 settimane. Progressivamente la tosse diventa parossistica e si associa a difficoltà respiratorie: è la fase convulsiva o parossistica, che può durare più di 2 mesi in assenza di trattamento. I parossismi, possono provocare episodi di apnea, cianosi e vomito.

Nei bambini piccoli, le complicazioni più gravi sono costituite dalle sovrainfezioni batteriche, che possono portare a otiti, polmonite, bronchiti o addirittura affezioni neurologiche (crisi convulsive, encefaliti). I colpi di tosse possono anche provocare delle emorragie sottocongiuntivali e nel naso. Nel neonato e nei bambini al di sotto di 1 anno, la pertosse può essere molto grave, addirittura mortale.

La conferma della diagnosi si ha principalmente isolando il batterio responsabile, a partire da un’aspirazione nasofaringea.

L’incubazione della malattia dura circa 10 giorni. La pertosse è molto contagiosa, soprattutto durante la fase iniziale, prima dell’insorgenza della tosse parossistica. Dopo tre settimane dall’inizio della fase parossistica, nei pazienti non trattati, la possibilità che possano ancora essere contagiosi si considera trascurabile. Invece nei pazienti trattati con antibiotici, il periodo di infettività è ridotto a circa 5 giorni dall’inizio della terapia.

Il contagio avviene per via aerea, probabilmente attraverso goccioline di saliva diffuse nell’aria quando il malato tossisce. La terapia si pratica con antibiotici, spesso l’eritromicina. Se viene preso prima della fase parossistica, l’antibiotico abbrevia il tempo di contagiosità e la durata della malattia, ma i sintomi non sempre vengono ridotti. Per alleviare i sintomi, vengono prescritti anche antitussivi, sedativi, antispasmodici.

Vaccinazione

Il vaccino si basa su batteri interi inattivati dal calore. È spesso associato con il vaccino antidifterico e antitetanico (Dtp).
In Italia la vaccinazione è obbligatoria. Viene somministrata nei bambini a partire dal compimento dell’ottava settimana di vita. A causa della perdita di immunità nel tempo, sono necessari più richiami: la prima dose, la seconda e la terza vengono fatte a 6-8 settimane di distanza, a cui si aggiunge un’ultima dose di richiamo verso i 2 anni.
Questo vaccino è molto efficace, ma la sua tolleranza non è sempre buona. Per questo sono stati messi a punto dei vaccini acellulari, in cui non compare il batterio intero, ma solo qualche proteina batterica, capace comunque di attivare il sistema immunitario. I vaccini acellulari, efficaci e meglio tollerati nei neonati, vengono consigliati per le dosi primarie e le dosi di rinforzo.

Insomma, è vero che il ragazzo di 16 anni di Rovigo che si è ammalato di pertosse ed è stato ricoverato in malattie infettive, era stato vaccinato ma, purtroppo, dopo quattordici anni dall’ultimo richiamo, l’effetto immunizzante del vaccino è ormai venuto meno, quindi è scorretto sostenere che ha preso la malattia nonostante la vaccinazione.

Fonte: Istituto Superiore di Sanità

Tornati regolari i contatti con Hayabusa2, la JAXA non comunica nessuna notiza degli hoppers. – articolo in aggiornamento

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08.45: La Jaxa ha comunicato in tweet che i contatti con la sonda Hayabus2 sono tornati regolari. La sonda ha ripreso la sua quota normale sopra l’asteroide e che l’operazione del distacco dei roverini si è conclusa. Nessuna dichiarazione o immagine relativa allo stato dei due rover.

22/09/2018 – 01.15: i due piccoli hopprs sembrano aver raggiunto l’obbiettivo ma non è ancora chiaro se sono sani e salvi in ​​superficie.

I minirobot MINERVA-II1A e MINERVA-II1B si sono  separati dalla loro nave madre, la sonda giapponese Hayabusa2, come previsto alle 12:06 am EDT (0406 GMT) oggi (21 settembre) e si sono diretti verso l’asteroide Ryugu.

Il team di Hayabusa2 ha confermato lo spiegamento dei rover e ha stabilito una comunicazione con loro poco dopo. Il collegamento, però, è stato perso da diverse ore.

La comunicazione con i due roverini MINERVA-II1 è attualmente interrotta, probabilmente a causa della rotazione di Ryugu e sonda e hoppers stanno sul lato oppostod ell’ateroide. Stiamo attualmente lavorando per confermare se ci sono immagini che confermino l’atterraggio dei MINERVA-II1 “, ha twittate il team di Hayabusa2.

23.20: Ancora nessun aggiornamento dal centro di controllo. La sonda ha regolarmente rilasciato i due Hoppers ma non ci sono ancora conferme sul loro atterraggio sulla superficie di Ryugu nè sulla sonda. L’ultima immagine rilasciata è quella sottostante in cui si vede l’ombra della sonda proiettata da circa 80 metri di altezza sulla superficie dell’asteroide.

21.11: in attesa di ulteriori comunicazioni è possibile seguire la situazione da questo pannellino messo a  disposizione da JAXA all’indirizzo: http://haya2now.jp/en.html

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La superficie dell’asteroide Ryugu da un’altezza di 40 metri, punto da cui Hayabusa2 ha rilasciato il primo hopper MinervaII1

La situazione al momento dovrebbe essere la seguente: uno dei piccolo hoppers, MinervaII1 dovrebbe avere preso contato con il suolo di Ryugu. L’interruzione delle comunicazioni dovrebbe dipendere dalla posizione della sonda, molto bassa sull’asteroide e quindi coperta. Si stanno aspettando nuove immagini per capire come stanno le cose.

Le comunicazioni tra il centro controllo e l’asteroide Ryugu avvengono con un ritardo di quasi 8 ore… Dovremmo ricevere notizie aggiornate netro le prossime due ore.

20.00: La JAXA ha sospeso la diretta da Hayabusa2. Restiamo in attesa di altre notizie.

Aggiornamento 21/09/2018, ore 14,20: i due Hoppers dovrebbero essere sull’asteroide Ryugu. Restiamo in attesa di conferma sul loro stato.

 

La sonda giapponese Hayabusa2 che sta studiando l’asteroide Ryugu lascerà cadere oggi, 20 settembre, due minuscoli rover esplorativi sulla superficie dell’asteroide, ovviamente se non ci saranno intoppi.

Il team di controllo della sonda Hayabusa2 ha iniziato a preparare la complessa manovra dalla scorsa settimana. Nella giornata di oggi, la sonda si è avvicinata a Ryugu per prepararsi a deporre i due piccoli robot a forma di disco, MINERVA-II1A e MINERVA-II1B.

Ogni rover MINERVA-II misura 18 centimetri di larghezza per 7 di altezza (18 per 7 centimetri), con una massa di circa 1,1 kg. E non “vagheranno” sulla superficie dell’asteroide nel senso tradizionale; invece di muoversi su ruote, i due saltelleranno da un punto all’altro.

La gravità sulla superficie di Ryugu è molto debole, quindi un rover spinto da normali ruote o cingoli galleggerebbe verso l’alto al primo movimento“, hanno spiegato i tecnici del team Hayabusa2 in una descrizione MINERVA-II1. “Pertanto, questo meccanismo di salto è stato adottato per muoversi sulla superficie di piccoli corpi celesti: il rover dovrebbe rimanere in aria per un massimo di 15 minuti dopo un singolo salto prima dell’atterraggio, e muoversi fino a 15 metri orizzontalmente.

I rover si muoveranno autonomamente, esplorando più aree sulla superficie del Ryugu che è ampia 950 metri. I due rover raccoglieranno una varietà di dati con il loro equipaggiamento scientifico, che include sensori di temperatura, sensori ottici, accelerometri, giroscopi e un totale di sette telecamere condivise dai due rover.

Hayabusa2 ha in programma di rilasciare un lander più grande chiamato MASCOT sull’asteroide il mese prossimo, e un altro piccolo rover MINERVA-II2, il prossimo anno.

La sonda Hayabusa2 realizzerà diverse incursioni verso la superficie l’anno prossimo, afferrando ogni volta dei campioni del suolo di Ryugu. L’orbiter lascerà Ryugu a dicembre 2019, ed i suoi campioni torneranno sulla Terra, protetti in una capsula speciale, l’anno successivo.

Questa foto di Ryugu è stata scattata dalla sonda giapponese Hayabusa2 il 26 giugno 2018, giusto un giorno prima dell'arrivo dell'astronave all'asteroide.

Questa foto di Ryugu è stata scattata dalla sonda giapponese Hayabusa2 il 26 giugno 2018.

Crediti: JAXA, Università di Tokyo, Kochi University, Rikkyo University, Nagoya University, Chiba Institute of Technology, Meiji University, University of Aizu, AIST

Gli scienziati studieranno la polvere e la roccia recuperati dalla superficie dell’asteroide per capire di più della storia del sistema solare e il ruolo che gli asteroidi potrebbero avere avuto nel portare la vita sulla Terra.

MINERVA-II sta per “Micro Nano Experimental Robot Vehicle for Asteroid, seconda generazione”. Il rover di prima generazione è volato a bordo della missione originale di Hayabusa, che è arrivata in orbita attorno all’asteroide Itokawa nel settembre 2005. Hayabusa ha riportato, per la prima volta nella storia, un piccolo campione dell’asteroide Itokawa sulla Terra nel 2010. Ma la il rover MINERVA non riuscì ad atterrare con successo sulla roccia spaziale.

Hayabusa2 non è l’unica missione di campionamento degli asteroidi attualmente in corso. La sonda OSIRIS-REx della NASA si sta avvicinando all’asteroide Bennu. È previsto che OSIRIS-REx arrivi in ​​orbita attorno a Bennu il 31 dicembre e restituisca campioni della roccia spaziale sulla Terra nel settembre 2023.

Ancora Nibiru, una nuova profezia sulla fine del mondo: Meade colpisce ancora

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Ricordate Nibiru?

Non ne sentivate un po’ la mancanza?

Quattro o cinque interi mesi senza che qualche apocalittico profeta abbia annunciato l’ennesima fine del mondo ad opera di Nibiru, il fantomatico pianeta portatore di cataclismi il cui arrivo, solo nel 2017, era stato annunciato almeno 6 o 7 volte. Qualcuno comincia a dire che Nibiru, ammesso esista, viaggi sui treni della ferrovie dello Stato, visto che arriva sempre in ritardo. In alternativa, qualcuno suggerisce che sbagli regolarmente strada e rimanga bloccato nel traffico del Grande Raccordo Anulare.

Sia come sia, Nibiru sarebbe nuovamente in viaggio per portarci l’apocalisse.

È quanto annunciato di recente da David Meade, che ha anche rincarato sostenendo di avere avuto accesso a delle foto inequivocabili in cui si vedrebbe il pianeta della fine del mondo diretto verso la Terra. Meade, lo scorso anno, cominciò ad annunciare l’arrivo di Nibiru, previsto per il 23 settembre del 2017, in coincidenza dell’uscita di “Planet X – The 2017 Arrival” un suo libro in cui spiegava come aveva dedotto la data studiando i testi sacri secondo rigorosi criteri numerologici. Naturalmente i reiterati annunci erano solo coincidenze, non marketing, ci mancherebbe altro che il padre dell’apocalisse ricorra a simili mezzucci.

Nel solo 2017, Meade profetizzò prima che l’arrivo di Nibiru sarebbe avvenuto in occasione dell’eclisse totale di Sole avvenuta in agosto, constatato che il mondo non era finito, annunciò alla stampa che aveva inteso male alcuni dati e che il tutto sarebbe avvenuto, invece, il 23 settembre. Anche quella data, però, trascorse senza che Nibiru si facesse vedere o, almeno mandasse una cartolina per scusarsi del ritardo, per cui L’ineffabile David rilanciò proponendo il 21 ottobre come prossima data per la fine del mondo, inevitabile, a suo avviso.

Ovviamente, visto che siamo ancora qui, non accadde nulla nemmeno il 21 ottobre ma, stavolta, invece di rimandare nuovamente al mese successivo, Meade avvisò che Nibiru si stava, si, avvicinando ma che non era ancora rilevabile essendo ancora nella nube di Oort ma che i suoi effetti cominciavano a farsi sentire, citando come prova terremoti ed eruzioni vulcaniche oltre all’uragano Maria che aveva sconvolto PortoRico. Nell’occasione, il nostro avvisò anche che la fine del mondo sarebbe avvenuta progressivamente, con catastrofi climatiche e geologiche che si sarebbero succedute sempre più intense nell’arco di 7 anni.

Nibiru è un leggendario pianeta descritto da Zecharia Sitchinun archeologo dilettante che interpretò le antiche scritture sumere in modo molto personale. Sitchin, che però di archeologia aveva solo un’infarinatura essendo invece specializzato in economia inventò una sua teoria in cui sostiene che l’origine dell’uomo sia da attribuire alla presenza sulla Terra di un’antica civiltà extraterrestre proveniente proprio dal fantomatico pianeta Nibiru. La tesi è stata abbracciata da una parte della comunità ufologica e da gran parte dei cospirazionisti che hanno collocato le ricerche di Sitchin nell’ampio quadro che vede l’umanità controllata da oscure forze di varia natura.

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Sitchin, studiando gli antichi testi, si convinse dell’esistenza di Nibiru che, secondo la sua ricostruzione, attraversò il sistema solare in un’epoca compresa tra i 65 milioni e i 4 miliardi di anni fa. Il grande pianeta Nibiru attraversò il piano dell’eclittica del nostro sistema solare assieme a una piccola stella, Nemesis, destabilizzando durante il passaggio un altro pianeta, Tiamat, che, secondo Sitchin, era un piabeta ricco di vegetazione e ricoperto di oceani. Il passaggio del pianeta Nibiru e di Nemesis portò Tiamat stesso a collidere con Nibiru. I resti di Tiamat diedero vita alla fascia asteroidale e alla coppia Terra – Luna.

Per tornare a Meade, pare che stia per pubblicare un nuovo libro, nel quale spiega come sia riuscito, finalmente, a stabilire la data definitiva della fine del mondo ad opera di Nibiru comparando alcuni dati trovati dentro la grande piramide di Giza con alcuni versetti della Bibbia e analizzando le posizoni dei pianeti. La nuova data sarebbe fissata tra il 20 ed il 23 settembre del 2022.

Insomma, nuovo libro, nuova data.

La NASA, lo scorso anno, fu costretta a smentire l’esistenza del pianeta Nibiru a causa delle tante mail che chiedevano conto all’ente spaziale americano sul perché non avvisasse il popolo del pericolo incombente.

La cosa che più di ogni altra stupisce è che c’è gente che aspetta Nibiru dal 21 dicembre del 2012 e che ancora crede nell’esistenza di questo fantomatico pianeta. Incredibilmente, dopo tante bufale, ci sono ancora seguaci che non sputano in faccia a questo cantastorie di Meade che, anzi, continua a vendere libri e a partecipare, pagato, a conferenze sull’argomento.


La chiusura dell’osservatorio di Sunspot dovuta ad un’indagine federale contro la pedopornografia

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Secondo quanto appurato dall’agenzia stampa Reuters sarebbe stata la fase finale di un’indagine federale contro la pedopornografia la ragione per cui l’FBI ha disposto, la scorsa settimana, la chiusura di circa dieci giorni dell’osservatorio solare di Sunspot nel New Mexico. 

Il Sunspot Solar Observatory, che si trova sopra Sacramento Peak, nel sud del New Mexico, è stato chiuso dal 6 settembre al 16 settembre a causa di un “problema di sicurezza” che fino ad ora era rimasto misterioso. La mancanza di informazioni ha generato una serie di voci, che hanno spaziato da una scoperta di vita aliena a un’attività di spionaggio.

Niente di tutto questo, la verità non ha nulla di fantasioso nè intrigante: si è tratato di un’indagine su uno squallido mercato di immagini pedopornografiche. Secondo i documenti federali di cui è venuta in possesso la Reuters, l’FBI ha indagato sull’apparente uso del Wi-Fi del Sunspor observatory per scaricare e distribuire materiale pedopornografico.

Una dichiarazione giurata dell’FBI esaminata da Reuters “ha identificato il sospetto come un inserviente sotto contratto per pulire la struttura, il cui laptop è stato trovato per essere collegato al sistema wireless dell’osservatorio“.

“Un mandato emesso da un magistrato americano a Las Cruces, nel New Mexico, ha permesso agli agenti federali di sequestrare dalla casa dell’uomo tre telefoni cellulari, cinque laptop, un iPad, un disco rigido esterno, 16 pen drive, 89 compact flash disk e altro materiale “, ha riferito la Reuters .

Secondo quanto dichiarato dall’FBI, riferisce Reuters, il sospetto non è stato arrestato o accusato di un crimine, ma l’inchiesta è ancora in corso.

Spettacolare scoperta in Canada: un cucciolo di lupo e un caribù di 50.000 anni fa ritrovati in condizioni stupefacenti

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Nell’estate 2016, durante una prospezione mineraria svoltasi sulle colline del profondo nord canadese, sono venuti alla luce due tesori inestimabili: i resti incredibilmente ben conservati di un cucciolo di lupo dell’Era Glaciale e un vitello di caribù.

I resti dei due animali sono stati trovati in una miniera vicino a Dawson City a un mese di distanza l’uno dall’altro e, negli ultimi due anni, sono stati studiati da una squadra locale di paleontologi. L’analisi al radiocarbonio ha datato i due esemplari a oltre 50.000 anni fa. Il caribù (o renna) è stato scoperto in un sito che contiene un letto di ceneri vulcaniche risalenti a circa 80.000 anni fa, suggerendo che, potenzialmente, potrebbe essere ancora più vecchio.

Pensiamo che questo sia probabilmente il più antico mammifero mummificato al mondo. Il fatto stupefacente è l’incredibile stato di conservazione dei tessuti molli, della pelle e dei peli.”, ha detto all’agenzia stampa The Canadian Press  Grant Zazula, un paleontologo che ha lavorato sui piccoli resti.

Il cucciolo di lupo è completo, si potrebbe pensare che  stia dormendo. “È bellissimo, il pelo, le piccole zampe e la coda in ottime condizioni e il labbro superiore arricciato che mostra i denti, è spettacolare“, ha detto.

Zazula ha dichiarato al  Guardian che è l’unico lupo dell’epoca glaciale mummificato mai trovato nel mondo.

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Il caribù è stato trovato in un’area che comprende un letto di ceneri vulcaniche formatosi 80.000 anni fa. Credits: Governo dello Yukon

Sono entrambi eccezionalmente ben conservati (nonostante al caribù manchino i quarti posteriori) grazie alle condizioni dello Yukon nell’era glaciale che ha conservato congelati i resti. A quell’epoca, lo Yukon era una freddissima tundra, e queste condizioni hanno permesso ai corpi di disseccarsi rapidamente e di conservarsi quasi intatti.

I corpi dei due animali saranno presto in mostra a Dawson per un mese prima di unirsi ad una esposizione a Whitehorse.

I ricercatori sperano di poter analizzare ulteriormente la composizione chimica del caribù e delle ossa del lupo per ottenere informazioni sul loro ambiente e sulla loro dieta. Sperano anche di eseguire ulteriori test del DNA e di investigare le cause della morte.

A volte siamo invidiosi perché in Siberia abbiamo colleghi che lavorano in Russia e sembra che trovino una nuova carcassa di mammut lanoso ogni estate“, ha detto Zazula. “Finora non avevamo trovato nulla di importante nello Yukon o in Alaska“.

Effettivamente, la Siberia è particolarmente prolifica di scoperte di creature mummificate creature dell’Era Glaciale. I ricercatori nella regione della Yakutia, nel nord della Russia, hanno recentemente scoperto i resti incredibilmente ben conservati di un puledro di  40.000 anni, poche settimane dopo aver dissotterrato i resti congelati di una nuova specie di mammut, un mammut pigmeo.