sabato, Aprile 26, 2025
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Nuove tendenze: disperdere le ceneri dei propri cari nei parchi tematici Disney

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Un rapporto sul Wall Street Journal ha rivelato una pratica piuttosto macabra, sussurrata ma non confermata fino ad ora, che si svolge nei parchi a tema Walt Disney in Florida e in California.

Circa una volta al mese, sembra che un ospite sparga i resti di una persona amata da qualche parte nel parco, in quanto il parco avrebbe avuto un posto speciale nel cuore del caro estinto. E lo staff avrebbe persino un codice segreto per gestire la pratica.

Nessun codice viene tenuto più segreto da DisneyWorld e Disneyland di quello relativo alla richiesta di una pulizia HEPA “, ha osservato il Journal. “Significa che, ancora una volta, un ospite del parco ha disperso le ceneri cremate di una persona amata da qualche parte nel parco, e un aspirapolvere ultrafine (o” HEPA “) è necessario per risucchiarle.

La pratica è, ovviamente, illegale, in quanto i parchi di divertimento sono proprietà privata, il che significa che è necessario ricevere il permesso dal proprietario di sparpagliare le ceneri in terra privata. Chiunque venga sorpreso a farlo in un parco a tema Disney viene immediatamente espulso dal parco, anche se non ci sono ancora segnalazioni di arresti.

Tuttavia, ciò non ha impedito a molta gente di spargervi ripetutamente le ceneri dei propri cari, con alcune attrazioni, come la Haunted Mansion, particolarmente popolari per questa pratica.

Per portare i resti nel parco, gli aspiranti spargitori utilizzano bottiglie di pillole vuote, sacchetti Ziploc o altri metodi per riuscire ad ingannare la sicurezza.

È un modo dolce per ridere e ricordare – lui è qui … e là … e un po ‘laggiù … sì, anche lì“, ha raccontato al WSJ Caryn Reker di Jacksonville, in Florida, che nel 2006 ha disperso le ceneri a Disney World.

Come ha notato il sito Gizmodo, specializzato in leggende metropolitane, tuttavia, questa non è stata la prima volta che racconti del genere sono stati segnalati in un parco Disney. Un articolo del Los Angeles Times del 2007 raccontava come la polizia abbia colto sul fatto un visitatore del parco di Anaheim mentre disperdeva le ceneri di un parente amato nell’acqua del parco.

Al di là dei motivi sentimentali che possono ispirare il gesto, è necessario ricordare che le ceneri dei nostri parenti disperse nell’ambiente possono infiltrasi nelle falde idriche, inquinandole. Magari ai cari può fare piacere ma per altre persone, trovarsi a bere le ceneri di qualcuno potrebbe non essere esattamente piacevole…

Fonti:  WSJ, Gizmodo

Lunar Gateway, la NASA chiede aiuto ai privati

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La NASA chiede aiuto ai privati per programmare spedizioni di carichi verso la futura stazione spaziale lunare (Lunar Gateway) che sarà posta in orbita cislunare a quasi 400.000 chilometri di distanza dalla Terra. L’agenzia spaziale americana, questa settimana, ha sollecitato le aziende private statunitensi a considerare ciò di cui avrebbero bisogno per consegnare i carichi; le aziende interessate avranno tempo fino al 2 novembre per notificare alla NASA le proprie specifiche.

L’agenzia, come da programma, sta progettando il Lunar Orbital Platform-Gateway, una stazione spaziale che dovrebbe orbitare attorno alla luna e ospitare astronauti, che inizierà ad operare a metà degli anni ’20 e la cui costruzione dovrebbe iniziare intorno al 2024. Mentre la progettazione va avanti, la NASA, in difficoltà con i ritardi del progetto SLS+Orion vuole assicurarsi che i partner commerciali saranno pronti e disponibili sia per il lancio e trasporto delle parti da assemblare della stazione sia per i successivi trasporti di astronauti e rifornimenti.

In questo momento, la NASA sta cercando aziende interessate al trasporto in orbita cislunare di carichi pressurizzati e non pressurizzati, proprio come fa attualmente la navicella Dragon di SpaceX con le sue missioni cargo verso la Stazione Spaziale Internazionale. La NASA, al momento, prevede di acquistare almeno tre missioni di trasporto; la prima, provvisoriamente programmata per il 2024, dovrebbe prevedere il trasporto di “un braccio robotico fornito da un partner internazionale“.

Il bando attuale conferma che la NASA sta avendo problemi con i ritardi nello sviluppo dell’SLS, i cui costi, peraltro, sono ormai lievitati oltre ogni budget programmato. Il breve termine concesso alle aziende per le manifestazioni di interesse dipende probabilmente dal fatto che ricorrere a fornitori esterni per il trasporto delle parti del Lunar Gateway non era inizialmente previsto e l’Agenzia Spaziale ha bisogno di conoscere i probabili costi per inserirli nel budget da richiedere nei prossimi anni.

Ad oggi, l’unica azienda privata che ha effettuato lanci oltre l’orbita bassa è la SpaceX di Elon Musk che effettua lanci commerciali in orbita geostazionaria per il posizionamento di satelliti per telecomunicazioni con il Falcon 9 e ha lanciato un carico pagante fittizio verso l’orbita di Marte in occasione del volo inaugurale del suo lanciatore pesante Falcon Heavy.
SpaceX è, per il momento, anche l’unica azienda in grado di abbattere notevolmente i costi di lancio grazie al recupero dei lanciatori riutilizzabili.
Probabilmente, al momento, SpaceX è l’unica azienda privata realmente in grado di garantire trasporti verso l’orbita lunare, senza considerare che, nei prossimi mesi, la navicella Dragon Crew otterrà la licenza per il lancio e trasporto di astronauti.
Inoltre, SpaceX sta sviluppando una grossa astronave, il Big Falcon Rocket, destinata, nelle intenzioni di Elon Musk, a trasportare equipaggio e grandi carichi verso Marte e per la quale è già programmato un volo turistico con passeggeri paganti intorno alla Luna nel 2023.

In ogni caso, la NASA sta cercando navi cargo che possano essere lanciate sia su razzi commerciali che compatibili per essere montate sull’SLS. Ad oggi, nonostante i continui annunci di ritardi, resta fissato per il 2020 il primo test senza equipaggio del sistema SLS+Orion che dovrebbe effettuare un viaggio di andata e ritorno verso la Luna.

Giova ricordare che il sistema SLS+Orion non è progettato per essere riutilizzabile ed i costi previsti per singolo lancio sono molto alti ed è per questo che la NASA sta cercando partner interessati a partecipare alla realizzazione del Lunar Gateway, probabilmente anche con la disponibilità a concederne l’uso a fini turistici e commerciali di una parte o tutta nei periodi in cui non sarà utilizzata da equipaggi NASA. Infatti per il Lunar Gateway non è, al momento, prevista la presenza di un equipaggio scientifico permanente.

Il Lunar Gateway rientra nella nuova politica spaziale promossa dal presidente Trump, in base alla quale la nuova stazione spaziale in orbita lunare costituisce il primo passo per un ritorno in permanenza sulla Luna, dove sarà anche costruita una base scientifica permanente, non è chiaro che in collaborazione o in concorrenza con il progetto analogo dell’ESA.

Negli anni ’30, infine, il Lunar Gateway dovrebbe essere ampliato e associato al progetto Deep Space Gateway, una ulteriore stazione spaziale in orbita lunare che dovrebbe funzionare da hangar di assemblaggio e rifornimento per le missioni automatiche e con equipaggio umano destinate all’esplorazione dello spazio profondo, a cominciare da Marte.

Nibiru: una previsione ancora più delirante del solito

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Sapete che seguiamo da tempo le peripezie dialettiche di David Meade, lo scrittore-ufologo-biblista-numerologo che ogni tot pubblica un libro su Nibiru e sulle sue interpretazioni circa la data dell’arrivo del fatidico Planet X, continuamente alle prese con il problema di dover giustificare il mancato arrivo di questo mitologico pianeta che, secondo le sue plurime predizione doveva essere già arrivato almeno una ventina di volte durante gli ultimi due anni.

Come si sa, l’arrivo di Nibiru dovrebbe coincidere con la fine del mondo, l’apocalisse biblica, una devastante collisione tra pianeti, la scomparsa dell’umanità o, almeno, di quella numerosa parte di umanità incapace di elevarsi ad un nuovo livello vibrazionale che permetterà a chi invece sarà capace di sopravvivere in un’altra dimensione…

Insomma, un mare di sciocchezze cui, però, un certo numero di persone, che definire ingenue è puro eufemismo, continua a credere in modo morboso.

Un paio di giorni fa un sito web cui non intendo fare pubblicità ha pubblicato un articolo che dimostra come su questa faccenda di Nibiru ormai si sfiorino livelli di assurdità prossimi alla demenza.

L’articolo, intitolato “L’inevitabile finale: Nibiru ottenebrerà la mente della gente e ingloberà la Terra”, suona come una lugubre profezia. Senza mai fare nomi, l’articolo riferisce un messaggio di un anonimo ufologo i cui contenuti sembrano uscire direttamente dai discorsi che fanno i tanti imbonitori o santoni che intrattengono gruppi di disadattati a colpi di annunci sulla fine del mondo, sulla necessità di mondare le anime donando, guarda caso, i propri averi alla loro setta.

 Il pianeta mortale Nibiru schiaccerà in polvere tutti gli esseri viventi sulla Terra per dare all’umanità una vita felice e lussuosa in Paradiso, priva di malattie…” Attacca l’articolo che prosegue spiegando: 

“Nibiru era, forse, il fenomeno più misterioso e segreto nella storia della modernità. La galassia di Sorressean, la morte di un asteroide, una stella che nasce, i tripli suoni dell’Eclisse di Giove all’interno degli anelli di Saturno (????!!!) non possono competere con un Nibiru veramente misterioso. Il suo aspetto è stato descritto dagli antichi nei manoscritti, ma si avrà una comprensione chiara e non ce n’è alcuna. Oggi ci sono diverse versioni dell’aspetto di Nibiru, ma entrambe non si concluderanno con un felice Eiendom per le persone, dice l’ufologo. Secondo lui, l’inevitabile è vicino.

All’inizio apparirà al tramonto vicino al sole e quando la gente si sarà abituata a vederlo, scenderanno gli Anunnaki grazie ai quali Nibiru assorbirà la mente delle persone per alcune ore e inghiottirà la Terra. Seguiranno oscurità, morte e caos. I sopravvissuti saranno molto pochi, ma tutti saranno collocati in un bunker speciale dove verranno utilizzati come cavie per la ricerca“, dice l’ufologo.

Insomma, arriverà questo pianeta enorme che, secondo il fantomatico ufologo, è anche cavo, visto che ingloberà la Terra. Non solo, dal pianeta scenderanno sulla Terra questi Anunnaki (una specie di antichi dei, secondo alcune teorie cospirazioniste e la famosa ipotesi degli antichi astronauti). Questi Anunnaki in qualche modo decimeranno la popolazione umana per poi imprigionare i superstiti in una qualche struttura dove saranno sottoposti ad esperimenti scientifici di qualche tipo.

L’articolo si conclude riportando alcune testimonianze di utenti di social network che pubblicando fotografie della Luna asseriscono che Nibiru è ormai arrivato e solo le menti ottenebrate si rifiutano di riconoscerlo scambiandolo per la Luna e con un appello alla NASA e agli scienziati di dire la verità e smettere di rifiutarsi di riconoscere la realtà.

Insomma, a leggere il delirante articolo pare proprio che siamo prossimi alla fine, questo in contrasto con l’ultima profezia di Meade che ha fissato per il 2022 la data definitiva per l’arrivo di Nibiru. Questo misterioso ufologo, recupera la teogonia di Zecharia Sitchin, inserendo nella profezia i mitici Anunnaki che, però, più che benevoli dei sembrerebbero perfidi alieni invasori, visto che da un lato promettono un paradiso di gioie a pochi, una morte orribile a molti e una vita da cavie a quelli che resteranno…

Direi che resta poco da commentare, semmai viene spontanea una domanda: Questa gente ci fa o ci è? E, in entrambi i casi, che accidenti si è fumato sto ufologo e chi è il suo spacciatore?

Gli esopianeti potenzialmente abitabili scoperti da Kepler sono molti meno di quanto si credesse

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Il numero di pianeti alieni potenzialmente abitabili individuati dal telescopio orbitale Kepler potrebbe dover essere rivisto al ribasso.

Ad oggi, il prolifico telescopio spaziale Kepler della NASA ha scoperto circa 30 esopianeti di dimensioni approssimativamente terrestri posti nella “zona abitabile” delle loro stelle, la fascia di distanze orbitali in cui sulla superficie di un mondo l’acqua può presentarsi allo stato liquido.

O così sembrava. Nuove osservazioni della sonda spaziale Gaia dell’Agenzia spaziale europea (ESA), suggeriscono che il numero effettivo di questi pianeti è, probabilmente, molto inferiore, forse tra 2 e 12.

Gaia è in funzione dal dicembre del 2013, ha lo scopo di creare una mappa 3D ultraprecisa della Via Lattea. Finora, questa mappa include informazioni sulla posizione di circa 1,7 miliardi di stelle e dati sulle distanze di circa 1,3 miliardi di stelle.

Le osservazioni di Gaia suggeriscono che alcune delle stelle individuate da Keplero sono più luminose e più grandi di quanto si credesse in precedenza. I pianeti che orbitano attorno a tali stelle sono, quindi, probabilmente più grandi e più caldi di quanto si pensasse in precedenza.

Il problema “più caldo” è semplice: una stella più grande e più luminosa trasmette più calore. La correlazione “più grande” deriva dalla strategia di caccia al pianeta di Kepler, che è chiamata “metodo di transito“.

In pratica, Kepler registra i piccoli abbassamenti di luminosità causati dal passaggio di un pianeta davanti alla sua stella madre. Le stime delle dimensioni di tali pianeti sono ricavate dalla percentuale di disco stellare che bloccano durante questi “transiti“. Quindi, se il diametro delle stelle è da rivedere verso l’alto, lo è anche il pianeta.

L’intera questione è sempre stata: quanto bene comprendiamo la stella?” Ha commentato Eric Mamajek, scienziato del programma per la ricerca degli esopianeti della NASA.

I nuovi risultati non dovrebbero scoraggiare chi spera che la vita terrestre non sia la sola nella galassia; ci sono ancora molti moltissime stelle che probabilmente ospitano pianeti potenzialmente abitabili nella Via Lattea. I dati di Gaia ci dicono, però, che astronomi, astrobiologi e scienziati planetari hanno ancora molto da imparare sulla valutazione degli esopianeti.

“Non siamo ancora nemmeno sicuri di quanto grande possa essere un pianeta ed essere ancora roccioso”, ha spiegato Jessie Dotson, un’astrofisica dell’AMes Research Center della NASA nella Silicon Valley. Dotson è lo scienziato responsabile del progetto di missione estesa di Kepler, nota come K2.

E poi c’è il concetto di zona abitabile. Basare l’abitabilità unicamente sulla distanza orbitale ignora importanti caratteristiche planetarie, come ad esempio la massa, che influenza la capacità di un mondo di trattene un’atmosfera. inoltre, la stessa composizione atmosferica influisce notevolmente sulla temperatura di un pianeta.

Infine, siamo sicuri che la vita richieda necessariamente acqua liquida sulla superficie? Un certo numero di lune ghiacciate al di fuori della zona abitabile del nostro sistema solare, come la luna di Giove Europa e la luna di Saturno Encelado, sembrano avere oceani di acqua liquida sepolti sotto spessi strati di ghiaccio e alcuni segni fanno sospettare che possano sostenere la vita così come la conosciamo. Senza contare che la vita potrebbe esistere in forme che al momento nemmeno immaginiamo e non avere bisogno dell’acqua come solvente.

Durante la sua missione primaria, durata quattro anni, Kepler ha osservato circa 150.000 stelle simultaneamente, osservandone i transiti planetari.

Nel 2014, Kepler ha iniziato il K2, durante la quale il telescopio ha osservato una varietà di oggetti e fenomeni cosmici oltre ad avere svolto “campagne” di 80 giorni. Alcune di queste campagne sono state vere e proprie cacce al pianeta.

Kepler, che oggi ha finito il suo carburante e, probabilmente anche la sua capacità operativa, ha scoperto il 70 per cento dei circa 3800 esopianeti conosciuti. E il conteggio di Keplero continuerà a crescere; sono quasi 3.000 i “candidati” pianeti che attendono conferma della loro esistenza tramite l’analisi e le osservazioni di follow-up e la maggior parte di questi finirà per essere confermati.

Hubble-Lemaître, gli astronomi hanno detto sì

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di Marco Malaspina

Volete voi cambiare nome alla più famosa legge della cosmologia – la legge di Hubble, quella che descrive la velocità di espansione dell’universo? La domanda era stata posta nel corso dell’ultima Assemblea generale dell’Unione astronomica internazionale (Iua), a Vienna, lo scorso agosto. I presenti, circa tremila, avevano detto sì: la celebre equazione v = HD va rinominata “legge di Hubble-Lemaître”, in onore del fisico e astronomo belga che per primo la formulò – Georges Lemaître, appunto.

Memori, però, dei malumori sollevati da un’altra loro storica decisione, quella di escludere Plutone dalla cerchia dei pianeti, i vertici della Iau questa volta ci sono voluti andare con i piedi di piombo, prendendosi tutto il tempo necessario e allargando la consultazione – con voto elettronico – a tutti i 11072 membri dell’Unione. Alla chiusura delle urne, scattata alla mezzanotte di venerdì scorso, avevano votato in 4060 – circa il 37 per cento degli aventi diritto. E il diritto di Lemaître a veder riconosciuto, con oltre novant’anni di ritardo (l’articolo originale era del 1927), il suo posto nella storia è stato sancito da un’ampia maggioranza: il 78 per cento dei votanti, quasi quattro astronomi su cinque.

Un esito in buona parte scontato, già recepito anche da Wikipedia, e dovuto non solo a ragioni strettamente storico-scientifiche (qui un nostro articolo per chi voglia approfondirle), ma anche alla volontà di premiare l’incredibile modestia di uno scienziato che, rifiutando ogni forma di protagonismo, arrivò addirittura ad “autocensurarsi”. All’origine del mancato riconoscimento iniziale ci fu infatti una scelta dello stesso Lemaître: traducendo, nel 1931, il suo articolo in inglese, tralasciò deliberatamente i riferimenti al cosiddetto “parametro di Hubble”. Questo perché, nel frattempo (nel 1929), giungendo ad analoghe conclusioni, Hubble aveva appunto pubblicato un proprio articolo, rendendo così – secondo il disinteressatissimo Lemaître – non più attuali i risultati illustrati in francese nel lavoro del 1927. Chapeau!

Originariamente pubblicato su Media Inaf con licenza  Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.

Una nuvola di polvere cosmica orbita attorno alla Terra

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Per decenni l’esistenza di strane nubi spaziali nell’orbita terrestre è stata speculativa e controversa, ma una nuova ricerca sembra confermare la loro strana realtà.

Le nuvole di Kordylewski – due misteriosi sciami di polvere intrappolati tra i campi gravitazionali concorrenti della Terra e della Luna – furono inizialmente ipotizzate negli anni ’50, anche se le prove della loro esistenza erano deboli.

Ora, un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università Eötvös Loránd in Ungheria aiuta a confermare questi insoliti satelliti presenti nel cielo.

Le nuvole di Kordylewski sono due degli oggetti più difficili da individuare e, sebbene siano vicine alla Terra come la Luna, sono ampiamente trascurate dai ricercatori in astronomia“, dice la prima autrice dello studio, l’astronomo Judit Slíz-Balogh.

È curioso confermare che il nostro pianeta ha dei polverosi pseudo-satelliti in orbita accanto alla nostra luna.”

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Il punto L5, con la regione centrale della nuvola di Kordylewski visibile in pixel rosso vivo (J. Slíz-Balogh)

Le nuvole di Kordylewski sono state ipotizzate per decenni, ma la scienza che sostiene la loro esistenza risale ad ancora prima.

Nello spazio, le nuvole di Kordylewski occupano posizioni che sono chiamate punti di Lagrange – luoghi in cui piccoli oggetti rimangono bloccati in un nesso gravitazionale tra le forze esercitate da due corpi più grandi.

I punti di Lagrange furono scoperti per la prima volta nel XVIII secolo, e ci sono cinque di questi punti co-orbitali in qualsiasi sistema applicabile, come il sistema Sole-Terra, il sistema Terra-Luna e molti altri.

Nel caso del sistema Terra-Luna, due di questi cinque punti – L4 e L5, a volte chiamati punti trojan – formano un triangolo con la Terra e la Luna.

Teoricamente, piccoli corpi celesti potrebbero essere intrappolati all’interno di questi punti per sempre, se non fosse per la perturbazione gravitazionale di corpi ancora più grandi (come il Sole, in questo caso) o altre forze destabilizzanti (come il vento solare ) che, nel lungo periodo finiscono per destabilizzarli.

Nel 1961, l’astronomo polacco Kazimierz Kordylewski divenne il primo scienziato a rivendicare prove fotografiche di questo fenomeno di accumulo di polvere, anche se l’estrema debolezza della polvere a quasi 400.000 chilometri di distanza rende difficile confermare tali osservazioni.

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Rappresentazione artistica delle osservazioni di Kordylewski (G. Horváth)

Nondimeno, questo è ciò che il team di Slíz-Balogh ha deciso di fare nel loro studio.

Nel primo articolo di uno studio in due parti, i ricercatori hanno modellato come potrebbero formarsi le nuvole di Kordylewski (KDC), con quasi 2 milioni di simulazioni che confermano che fasce composte da particelle di polvere interplanetaria sarebbero intrappolate in L5, anche se temporaneamente, prima di trovare una via di fuga con il cambiare delle configurazioni orbitali.

Secondo le nostre simulazioni, il KDC ha una forma in continuo cambiamento, pulsante e vorticoso, inoltre, la probabilità che le particelle di polvere siano intrappolate è casuale a causa dell’arrivo occasionale di particelle e dei loro vettori di velocità accidentali scrivono i ricercatori, “pertanto, la struttura e la densità delle particelle del KDC non sono costanti.”

Nella seconda parte della loro ricerca, i ricercatori hanno tentato di fotografare il fenomeno.

Dopo diversi mesi di perseveranza – in attesa di una notte sufficientemente serena e senza luna in Ungheria – sono riusciti a catturare le prove dell’esistenza della nube di Kordylewski in L5, usando una tecnica chiamata polarimetria ad immagini sequenziali per rilevare l’estrema debolezza delle particelle.

Poiché questa nube di polvere è illuminata dalla luce solare diretta, la debole luce diffusa dalle particelle di polvere può essere osservata e fotografata dalla superficie terrestre con rilevatori opportunamente sensibili alla radiazione“, spiegano gli autori. “Per la prima volta abbiamo osservato e registrato polarimetricamente il KDC attorno al punto di Lagrange L5 della Terra e della Luna.

Per ora, le prove fotografiche dello stesso accumulo di particelle in L4 non sono ancora disponibili ma i risultati ottenuti finora dimostrano che Kordylewski ha avuto ragione quasi 60 anni fa.

Esattamente come la polvere cosmica ed i satelliti naturali, i punti di Lagrange sono sfruttati per il posizionamento di satelliti e telescopi orbitali che necessitano di un’orbita stabile.

I risultati dello studio sono stati pubblicati nelle Comunicazioni mensili della Royal Astronomical Society qui e qui .

Buco nell’ozono: la Cina continua a violare il protocollo di Montreal

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All’inizio di quest’anno la NASA ci informò che il buco nell’ozono cominciava a chiudersi, grazie alla messa al bando dei CFC. Successivamente, alcuni mesi più tardi, un rapporto del NOAA avvisò che la riduzione del buco nell’ozono si era bruscamente interrotta e che la causa sembrava essere identificabile in forti emissioni di CFC provenienti dalla Cina.

Ora arriva notizia che il principale colpevole è il tetracloruro di carbonio, una molecola sintetica nota anche come  freon 10 o CFC 10. Nonostante appartenga alle categorie di sostanze vietate dal protocollo di Montreal viene ancora utilizzato, soprattutto dall’industria cinese, per la produzione di diversi tipi di Freon e come precursore nella produzione del CFC11, ancora largamente usato dalle industrie cinesi per la sua economicità.

Già a luglio, il rapporto “Blowing It” dell’Environmental investigacion agency  (Eia) comunicò di avere prove convincenti della “produzione illegale e uso di CFC-11 in Cina” con 18 diverse compagnie che operano in 10 province cinesi, “confermando il loro uso di CFC-11 come agente espandente per la produzione di schiume utilizzate per isolare edifici ed elettrodomestici“.

La Cina ha certamente grandi responsabilità ma anche l’industria edilizia occidentale non è da meno perché è proprio questo settore che utilizza i pannelli e le schiume isolanti prodotti in Cina per la loro economicità.

Insomma, la Cina viola sistematicamente il protocollo di Montreal ma è largamente incoraggiata a farlo dal vasto mercato che hanno i suoi prodotti realizzati con sostanze proibite.

Ci si aspetta ora un forte richiamo dell’ONU alla Cina cui, però, dovrà affiancarsi un divieto generalizzato di utilizzare materiale che violi il protocollo di Montreal in tutto il mondo.

Ricordiamo che il Protocollo di Montreal è entrato in vigore nel 1989 per proteggere lo strato di ozono attraverso l’eliminazione delle sostanze che lo riducono. Il protocollo indica oltre 200 singole sostanze con un alto potenziale di riduzione dell’ozono, tra cui clorofluorocarburi (CFC), halon, tetracloruro di carbonio (CTC), 1,1,1-tricloroetano (TCA), idroclorofluorocarburi (HCFC), idrobromofluorocarburi (HBFC), bromoclorometano (BCM) e metilbromuro (MB), tutti denominati “sostanze controllate“.

Antiche statuette di legno ritrovate in una città abbandonata peruviana

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Gli archeologi hanno portato alla luce 19 statue di legno antropomorfe a Chan Chan, una città abbandonata (e ora sito archeologico) a nord di Lima, in Perù. Queste statue sembra che abbiano oltre 750 anni, rendendole le icone più antiche trovate in quella regione.

Il ministero della Cultura peruviano ha fornito un comunicato stampa che spiega la scoperta lunedì. 

Una squadra di archeologi ha scoperto queste statuette finemente decorate incastonate in minuscole alcove lungo un corridoio che portava a un cortile o una piazza cerimoniale. Ciascuna è alta 70 centimetri e sono tutte in buono stato di conservazione anche se alcune sono senza testa. Quelle con la testa ancora intatta indossano maschere di argilla beige dall’aspetto sinistro.

Il resto del corridoio in cui sono state trovate le statuette è decorato con disegni ad altorilievo, con motivi ondulati e zoomorfi. Secondo il Ministero, questo è il primo ingresso al cortile cerimoniale completamente decorato con rilievi di fango trovato in Chan Chan.  

Oggi, questa località è un  sito del patrimonio mondiale dell’UNESCO ma, nel lontano 15° secolo, Chan Chan era la vivace e ricca capitale del regno Chimú. Si pensa che sia la città più grande dell’America precolombiana, con una superficie totale di 20 chilometri quadrati. Nel centro della metropoli c’erano sei “cittadelle” o “palazzi” autonome, che formavano insieme un’area di 6 chilometri quadrati. All’interno di ciascuna di queste unità, il popolo Chimú costruì templi, abitazioni e magazzini.  

Da questa base, il suo sovrano, il monarca Chimú, gestiva un impero che si estendeva per 970 chilometri dall’Ecuador al Perù centrale. La società era rigorosa e gerarchica sulla base del presupposto che gli esseri umani non erano nati uguali. Secondo lo Smithsonian, i Chimú credevano che il Sole avesse popolato il mondo con tre uova: una d’oro (per le élite dominanti), una d’argento (per le loro mogli) e una terza di rame (per tutti gli altri).

Il regno di Chimú (e la città di Chan Chan) raggiunse il suo apice nel XV secolo quando circa 60.000 persone vivevano nella capitale. Poco tempo dopo, però, gli Incas conquistarono tutto l’impero e schiavizzarono gli abili artigiani della capitale e li portarono al loro servizio a Cuzco.

Gli archeologi credono che queste particolari statue siano anteriori alla cultura Chan Chan. Secondo la Reuters , potrebbero risalire al 1.100 dopo Cristo. 

New Horizons si prepara per il Flyby con Ultima Thule

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Tra meno di due mesi e mezzo, la sonda New Horizons della NASA esplorerà il corpo celeste più distante mai visitato da un veicolo spaziale.

Nelle prime ore del mattino del 1 ° gennaio 2019, New Horizons festeggerà il nuovo anno sorvolando l’oggetto della cintura di Kuiper ufficialmente chiamato MU69 2014 ma soprannominato Ultima Thule, una roccia delle dimensioni di una città che gli scienziati considerano una reliquia congelata dalla nascita del sistema solare.

Le uniche informazioni che effettivamente abbiamo su Ultima Thule sono relative alla stima delle sue dimensioni: circa 37 chilometri di larghezza. Per il resto,  non sappiamo se è di forma allungata,  se possiede lune o anelli o è un oggetto solitario. Alcune delle limitate osservazioni di Ultima Thule sembrano suggerire che potrebbe essere composto da due corpi in rotazione reciproca.

Non abbiamo idea di cosa aspettarci“, ha detto il ricercatore capo, responsabile della missione New Horizons, Alan Stern, del Southwest Research Institute di Boulder, in Colorado, durante una conferenza stampa tenuta il 24 ottobre presso l’American Astronomical Society.

Si spera che New Horizons possa rivelare i segreti di Ultima Thule, proprio come ha svelato moltissime informazioni su Plutone nel luglio 2015.

New Horizons ci fornirà informazioni su dimensioni, superficie e possibili compagni orbitali di Ultima Thule ma, soprattutto, dovrebbe fornire agli scienziati notizie utili su come si è formato il sistema solare.

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A sinistra: un’immagine composita delle prime osservazioni di New Horizons sul suo prossimo obiettivo, l’oggetto della cintura di Kuiper Ultima Thule. Credits: NASA / JHUAPL / SwRI

New Horizons avrà il tempo solo per un breve sguardo ad Ultima Thule, inviandoci immagini ingrandite di quel mondo gelido durante il suo passaggio a 32.000 km/h. Tutti e sette gli strumenti scientifici di New Horizons esamineranno il KBO, sondando la sua superficie per aiutare gli scienziati a comprenderne la composizione. Una telecamera ad alta risoluzione esplorerà la sua superficie e la navicella misurerà i suoi parametri rotazionali.

Durante la fase di avvicinamento ad Ultima Thule, gli strumenti di New Horizons esploreranno lo spazio circostante il corpo celeste per tentare di individuare lune, polvere o anelli di detriti che potrebbero danneggiare il veicolo durante il suo volo ravvicinato. Il team che gestisce la sonda ha tempo fino al 16 dicembre per decidere se effettuare un flyby ravvicinato da 3500 km o ad una distanza più sicura intorno ai 10.000 km.

Stern ed i suoi colleghi non si aspettano di vedere un’atmosfera o qualsiasi segno di processi geologici attivi ma controlleranno a prescindere l’eventuale presenza di dati interessanti.

La sonda, per puntare i suoi strumenti verso Ultima Thule, dovrà ruotare su sé stessa e durante tutta la fase del sorvolo dell’oggetto perderà i contatti con la Terra che riprenderanno solo diverse ore dopo l’incontro ravvicinato quando invierà un segnale per far sapere di essere sopravvissuta all’operazione; il segnale impiegherà più di 12 ore per giungere sulla Terra.

Il 2 gennaio e il 3 gennaio, New Horizons comincerà ad inviare immagini e dati delle misurazioni effettuate durante il flyby. Le foto avranno una risoluzione ancora maggiore rispetto a quelle che la sonda spaziale ha preso su Plutone.

New Horizons impiegò circa 16 mesi per inviare tutti i dati recuperati durante l’incontro di Plutone. La trasmissione da Ultima Thule richiederà ancora più tempo.

I dati arriveranno per tutto il 2019 e la maggior parte del 2020“, ha affermato Stern.

Il veicolo spaziale trasmetterà circa 50 gigabyte di dati a poco più di 1.000 bit al secondo.

I dati ripresi durante il flyby dovrebbe anche aiutare a risolvere un mistero sulla sorprendente luminosità di questo KBO. Come la maggior parte degli oggetti rocciosi nel sistema solare esterno, Ultima Thule è scuro perché è stato cotto dalle radiazioni cosmiche per eoni, ma è un po ‘più luminoso di quanto dovrebbe essere.

“C’è qualcosa che lo rende due volte più luminoso dei nuclei cometari medi”, ha spiegato la dottoressa Lisse del gruppo di studio che lavora sui dati di New Horizons, “noi speriamo che l’osservazione ci aiuti a scoprire cosa fa risplendere così questo oggetto tanto lontano dal Sole.

Bufale: la statua miracolosa

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di Oliver Melis

All’inizio di agosto 2016 in Messico, un video diventato presto virale mostrava una statua di Gesù Cristo che apriva e chiudeva li occhi. Questo video ha avuto una discreta attenzione da parte dei media internazionali. Molti credenti hanno sostenuto che lo spettacolare avvenimento è un miracolo, almeno questo risulta da quanto riferito dal tabloid britannico The Sun il 10 agosto del 2016 che aggiunge:

Gli investigatori hanno analizzato le immagini che sembrano mostrare la statua aprire e chiudere gli occhi molto rapidamente in una chiesa in Messico.

Gli utenti dei social media sono stati rapidi nel commentare la clip filmata nella Cappella di Saltillo, affermando che si trattava semplicemente di un’illusione ottica o di un nemmeno tanto abile lavoro di Photoshop.

Che coincidenza che ci fosse qualcuno lì per registrarlo“, scrisse una persona

L’investigatore paranormale Ivan Escamilla del sito Web Adimensional, dove il video è stato pubblicato per la prima volta, è stato scoraggiato dalla reazione scettica, sostenendo che il video è stato esaminato “per settimane” da più di 20 specialisti, inclusi i sacerdoti, che “non hanno trovato prove di manomissione“, secondo quanto riferisce il the mirror. Secondo il quotidiano argentino El Ancasti, i funzionari della diocesi di Saltillo, che sono stati i primi a ricevere il video, hanno rifiutato di vederlo, men che meno rilasciare una dichiarazione sulla sua autenticità.

Il filmato non ha nulla di particolare, è scuro, sfocato, tremolante e a bassa risoluzione. Come è stato sottolineato, la concomitante ripresa del video è sospetta. Apparentemente sembra che la statua apra e chiuda gli occhi, ma la sequenza fa pensare agli effetti speciali di un film horror a basso budget e non all’impressione che si sia verificato un miracolo.

Il miglior indizio sul fatto che il video sia stato manipolato è il fatto che le alterazioni in altre aree dell’immagine si verificano esattamente negli stessi momenti in cui gli occhi si aprono e si chiudono.

Per esempio, in una sequenza, si vedono tre fotogrammi che mostrano gli occhi della statua spalancati, in via di chiusura e completamente chiusi. Osservando bene, si notano i cambiamenti delle ombre intorno agli occhi e un cambiamento nella forma del capezzolo di Gesù: se l’unica cosa che accade in questi fotogrammi relativamente stabili fosse effettivamente la chiusura degli occhi della statua, nessun altro cambiamento dovrebbe essere visibile.

Ma i cambiamenti sono visibili, specialmente quando il filmato viene visualizzato a bassa velocità o fotogramma per fotogramma.

Insomma, una bufala.