Buco nell’ozono: la Cina continua a violare il protocollo di Montreal

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All’inizio di quest’anno la NASA ci informò che il buco nell’ozono cominciava a chiudersi, grazie alla messa al bando dei CFC. Successivamente, alcuni mesi più tardi, un rapporto del NOAA avvisò che la riduzione del buco nell’ozono si era bruscamente interrotta e che la causa sembrava essere identificabile in forti emissioni di CFC provenienti dalla Cina.

Ora arriva notizia che il principale colpevole è il tetracloruro di carbonio, una molecola sintetica nota anche come  freon 10 o CFC 10. Nonostante appartenga alle categorie di sostanze vietate dal protocollo di Montreal viene ancora utilizzato, soprattutto dall’industria cinese, per la produzione di diversi tipi di Freon e come precursore nella produzione del CFC11, ancora largamente usato dalle industrie cinesi per la sua economicità.

Già a luglio, il rapporto “Blowing It” dell’Environmental investigacion agency  (Eia) comunicò di avere prove convincenti della “produzione illegale e uso di CFC-11 in Cina” con 18 diverse compagnie che operano in 10 province cinesi, “confermando il loro uso di CFC-11 come agente espandente per la produzione di schiume utilizzate per isolare edifici ed elettrodomestici“.

La Cina ha certamente grandi responsabilità ma anche l’industria edilizia occidentale non è da meno perché è proprio questo settore che utilizza i pannelli e le schiume isolanti prodotti in Cina per la loro economicità.

Insomma, la Cina viola sistematicamente il protocollo di Montreal ma è largamente incoraggiata a farlo dal vasto mercato che hanno i suoi prodotti realizzati con sostanze proibite.



Ci si aspetta ora un forte richiamo dell’ONU alla Cina cui, però, dovrà affiancarsi un divieto generalizzato di utilizzare materiale che violi il protocollo di Montreal in tutto il mondo.

Ricordiamo che il Protocollo di Montreal è entrato in vigore nel 1989 per proteggere lo strato di ozono attraverso l’eliminazione delle sostanze che lo riducono. Il protocollo indica oltre 200 singole sostanze con un alto potenziale di riduzione dell’ozono, tra cui clorofluorocarburi (CFC), halon, tetracloruro di carbonio (CTC), 1,1,1-tricloroetano (TCA), idroclorofluorocarburi (HCFC), idrobromofluorocarburi (HBFC), bromoclorometano (BCM) e metilbromuro (MB), tutti denominati “sostanze controllate“.

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