venerdì, Gennaio 17, 2025
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Boeing batterà SpaceX nella corsa verso Marte?

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La corsa per Marte è iniziata, a quanto pare, visto che Dennis Muilenburg, CEO di Boeing, ha affermato che la sua compagnia sta aiutando la NASA a costruire il grande razzo che porterà astronauti americani sul Pianeta Rosso prima che possa farlo SpaceX, la compagnia spaziale di Elon Musk.

l’amministratore delegato della Boeing Dennis Muilenburg ha dichiarato nel corso di un’intervista sulla alla CNBC che “Alla fine arriveremo su Marte, e credo fermamente che la prima persona che vi metterà piede su Marte arriverà trasportata da un razzo Boeing”.

Boeing è l’appaltatore principale dell’SLS, lo Space Launch System della NASA , progettato per il lancio di missioni nello spazio profondo utilizzando la nuova navicella spaziale Orion (Altri contractors del progetto SLS sonoUnited Launch Alliance, Orbital ATK e Aerojet Rocketdyne).

La NASA progetta di costruire una stazione spaziale, “Deep Space Gateway” vicino alla luna, con equipaggio permanente che sarà supportato attraverso la navicella Orion, per assemblare la navicella spaziale studiata per inviare esploratori su Marte. Il primo lancio di test è previsto per il 2019.

Elon Musk, dal canto suo, progetta da lungo tempo di inviare uomini su Marte e di avviare la realizzazione di una colonia entro il 2024. A questop scopo, la sua SpaceX sta sviluppando un grande vettore di lancio riutilizzabile, il Falcon Heavy riutilizzabile o BFR, che sarà utilizzato per portare astronauti su Marte, la Luna ed altre destinazioni nello spazio profondo. Secondo quanto comunicato da SpaceX, il nuovo razzo Falcon heavy farà il suo primo volo a gennaio 2018. La scorsa settimana, Musk ha annunciato su Twitter che il primo volo di prova del Falcon Heavy porterà nello spazio la sua Tesla Roadster. La sua destinazione? L’orbita di Marte

Quindi il guanto di sfida nella corsa verso Marte sembra essere stato lanciato.

In risposta a un  post su Twitter che citava la rivendicazione di Muilenburg su chi arriverà primo su Marte, Musk si è limitato a rispondere semplicemente: “Fallo“.

Il team tecnico di sviluppo della Boeing ha, a sua volta, replicato: “Game on!”

Insomma, il Team Boeing ha lanciato la sfida a SpaceX ma c’è da dire che se l’azienda di Elon Musk manterrà gli impegni presi in termini di tempistiche nessuno potrà batterlo nella corsa verso il pianeta rosso. Se invece i programmi di Elon Musk dovessero essere procrastinati per una qualsiasi ragione, problemi tecnici o di finanziamenti in primis, tutto verrebbe rimesso in discussione.

Chi sarà a portare il primo uomo a camminare su Marte?

Non vediamo l’ora di scoprirlo!

Fonte: space.com

Navi su Marte

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di Oliver melis

Se su Marte un tempo c’era l’acqua, forse c’erano laghi, fiumi e oceani. Questo comporta forse che in passato, secondo alcuni non troppo remoto, su Marte sia esistita una fiorente civiltà che ha lasciato innumerevoli strutture artificiali, costruzioni, muraglie, piramidi, cupole e navi.

Il canale Youtube Paranormal Crucible afferma di aver trovato un enorme oggetto artificiale sul suolo del pianeta rosso e questo oggetto sarebbe una nave spaziale gigantesca. Il sito in questione avrebbe utilizzato immagini satellitari prese direttamente dal sito della sonda NASA Mars Global Surveyor: si proprio dai cattivoni, insabbiatori dell’ente per la ricerca spaziale americana.

mars anomaly space ship alien2024 Oct. 27Per il sito Paranormal Crucible, l’immagine raffigurerebbe, senza ombra di dubbio, una nave spaziale lunga quasi due chilometri, abbandonata sul suolo marziano.

Per altri invece non si tratterebbe di nulla di più che di una parte di terreno rialzato, una specie di collinetta o una formazione rocciosa, una delle tante su Marte, come tanti sono i presunti artefatti che abbiamo citato ma che, fino ad oggi, si sono rivelati essere parte integrante del panorama e certamente nulla di artificiale.

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Nelle foto sopra potete osservare la ricostruzione della nave effettuata dal sito Paranormal Crucible.

Se la NASA insabbia questi oggetti, come mai lascia che queste documentazioni girino liberamente e siano a disposizione di chiunque? Ce lo domandiamo da tempo e la risposta è per noi semplicissima: fare informazione in modo serio forse non paga quanto produrre fake news e bufale che una rete sempre più assetata di curiosità trasforma in una sorta di contro cultura.

Non ce ne vogliano gli appassionati di temi misteriosi ma queste notizie non hanno nulla da spartire con l’informazione e la conoscenza.

NASA: “la palla di cannone” avvistata su Marte non è quello che sembra

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La NASA ha smentito la teoria diffusa sul web da un entusiasta degli UFO secondo cui in una fotografia ripresa dal rover Curiosity sembrerebbe esserci una palla di cannone appoggiata sul suolo polveroso di Marte.

Se mai avessimo trovato una vera palla di cannone su Marte, tutto quello che sappiamo sulla storia del Pianeta Rosso verrebbe rimesso in discussione. Quel momento non è ancora arrivato.” È la risposta dell’agenzia spaziale americana affidata ad un tweet rilasciato dall’account twitter del rover Mars Curiosity della NASA in un messaggio pubblicato insieme ad alcune foto in cui vengono evidenziati diversi oggetti sferici trovati sul pianeta:

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L’immagine pubblicata da Curiosity mostra una forma una sfera perfetta tra i sassi e la polvere del suolo marziano. Si tratta di un’immagine scattata e pubblicata tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 che sta ricevendo una rinnovata attenzione grazie a un post del 2 dicembre sul popolare blog ufosightingsdaily.com, che definisce la sfera come una “palla di cannone delle dimensioni di una una palla da softball” e suggerisce che potrebbe essere la prova di una guerra su Marte.

La NASA afferma che la sfera è in realtà di dimensioni inferiori a un quarto di pollice (5 millimetri) ed è composta da solfato di calcio, sodio e magnesio.

Europa potrebbe avere un’attività tettonica che fornisce cibo al suo oceano

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Sono emerse nuove prove della presenza di attività tettonica sulla luna di Giove Europa, che potrebbe collaborare a fornire risorse alimentari alle eventuali forme di vita che potrebbero essere presenti nell’oceano sotto la coltre di ghiaccio superficiale.

Secondo quanto Pubblicato sul Journal of Geophysical Research: Planets, i ricercatori della Brown University di Rhode Island hanno utilizzato modelli computerizzati per verificare se la subduzione fosse possibile nel guscio ghiacciato di Europa.

La subduzione è il processo attraverso il quale una placca tettonica scorre sotto l’altra. La Terra è l’unico pianeta in cui siamo sicuri che avvenga un’attività tettonica, mentre, degli altri corpi del sistema solare, ci sono sospetti che almeno Mercurio presenti movimenti delle placche tettoniche.

Secondo questa ricerca, quindi, anche Europa potrebbe presentare attività tettonica, si tratta di un’ipotesi già teorizzata in precedenza. I modelli computerizzati hanno provato a verificare come questo processo potrebbe svolgersi su questa luna ghiacciata e l’ipotesi è che il guscio ghiacciato di Europa potrebbe avere due strati. Uno sarebbe un sottile strato esterno di ghiaccio molto freddo, l’altro uno strato leggermente più caldo di ghiaccio convettivo.

In presenza di quantità variabili di sale nel guscio esterno ghiacciato, potrebbe essere possibile che i piatti dal guscio esterno si immergano nel guscio inferiore. O, in altre parole, avvenga il fenomeno che chiamiamo subduzione.

Su Europa, possiamo vedere le regioni in cui il guscio ghiacciato sembra espandersi, non c’erano però ipotesi certe su come questo processo potrebbe avvenire. Questa nuova ricerca sembrerebbe fornire una risposta almeno parziale.

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Come la tettonica delle placche potrebbe aver luogo su Europa. Noah Kroese, I.NK / NASA

Abbiamo prove di estensione e diffusione delle placche di ghiaccio superficiali di europa e ci siamo domandati dove andasse a finire quel materiale” Ha dichiarato Brandon Johnson, l’autore principale dello studio.

Sulla Terra, la risposta è nelle zone di subduzione. Ciò che abbiamo cercato di dimostrare è che vi sono ipotesi ragionevoli, adeguate alle condizioni di europa, secondo le quali la subduzione potrebbe accadere anche lì, il che, dal nostro punto di vista, è davvero eccitante.”

La ricerca è particolarmente interessante perché è probabile che la crosta superficiale sia ricca di sostanze chimiche in grado di svolgere un ruolo nutritivo per la vita. In pratica, nelle zone di subduzione delle placche, queste sostanze potrebbero entrare in contatto con l’oceano al di sotto della superficie ghiacciata.

Se effettivamente c’è vita in quell’oceano, la subduzione offre un modo per fornire i nutrienti di cui avrebbe bisogno“, ha concluso Johnson.

Nella nostra ricerca della vita al di fuori della Terra, Europa sembra essere una scommessa abbastanza buona, e se davvero presentasse una tettonica a placche, allora qualsiasi eventuale forma di vita fosse presente nel suo oceano potrebbe avere una migliore possibilità di sopravvivere.

A mani Nude di Ferdinando Orsi – con Gabriele Orsi e Susanna Marcellini

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Fernando Orsi è stato ed è (perché da quel ruolo non ci si stacca mai) un portiere d’altri tempi. Tempi di uomini e non di supereroi, in cui l’applicazione, la serietà e la grande preparazione tecnica e atletica non precludevano lo spazio alla leggerezza nell’interpretare un mestiere che era anche, e forse soprattutto, un magnifico gioco.

In questa autobiografia romantica, Orsi ci racconta con sincerità e ironia la sua bella storia: la mamma romanista e il papà laziale, le giovanili nella Roma e la maturità nella Lazio, dove rimane per vent’anni. E poi i compagni “storici” come Giordano, Manfredonia, D’Amico, gli allenatori improbabili come Lorenzo, gli autogollisti implacabili come Miele. E anche la celebre tripletta subita da Maradona, perché fare il portiere significa anche questo. Storie di sport e di vita che s’incastrano con i momenti più intensi della nostra cronaca: quella degli anni Settanta e Ottanta,due decenni agli antipodi, e poi via via fino al mondo e al calcio di oggi. A fare da sfondo, i ricordi emozionati ed emozionanti di un figlio, Gabriele, che racconta un padre calciatore. Anzi, un padre portiere, che è decisamente un’altra cosa.

Fernando Orsi è nato a Roma nel 1959. Ha giocato da professionista nel Siena, nel Parma, nell’Arezzo e nella Lazio, dove ha terminato nel 1998 la carriera di calciatore per iniziare quella di preparatore dei portieri e poi, nel 2001, quella di allenatore, come vice di Roberto Mancini; nel 2004 ha seguito Mancini all’Inter, e nel 2007 ha esordito sulla panchina del Livorno. Dopo l’ultima esperienza alla guida della Ternana, dal 2011 fa parte in pianta stabile della scuderia di Mediaset Premium come opinionista.Gabriele Orsi è nato nel 1991 e si è laureato in Lettere classiche all’Università La Sapienza di Roma, dove vive e prosegue gli studi. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo romanzo, Ali di piombo (Curcio).

Susanna Marcellini, giornalista, è redattrice per l’emittente radiofonica Radio Radio. Per Ultra ha scritto Rosa d’amore, Bomber (con Roberto Pruzzo) e Cobra (con Sandro Tovalieri). Nel 2016 ha vinto il Premio internazionale di Letteratura Sportiva Antonio Ghirelli.

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Cosa succede se Trump fa saltare la net neutrality

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Tutti i siti sono uguali davanti alla connessione, stabilisce la legge voluta da Obama per fissare un principio democratico che esiste da quando esiste internet. E che ora rischia di sparire.

Dopo l’accordo sul clima di Parigi e l’intesa sul nucleare iraniano, l’amministrazione Trump si prepara a demolire un altro dei principali lasciti della presidenza Obama: la legge sulla net neutrality. Ovvero il principio in base al quale ogni sito internet ha pari dignità e nessun provider può decidere se rendere più lento o più rapido l’accesso a una determinata pagina, né creare “corsie preferenziali” sulle autostrade della rete, ovvero proporre pacchetti con connessioni più veloci a pagamento. I giganti del web, da Google a Facebook, lanciano un allarme che è anche democratico. I provider, ovvero le aziende che materialmente forniscono la connessione, come ComcastVerizon e AT&T, si fregano invece le mani, pregustando l’impennata dei fatturati che verrebbe garantita da una “deregulation” che non renderebbe più il traffico uguale per tutti.

Confidano fonti ben informate a Politico che Ajit Pai, il nuovo presidente della Federal Communication Commission (Fcc), è pronto a presentare nei prossimi giorni un piano per il “repeal”, ovvero l’abrogazione, della norma voluta da Obama per fissare nero su bianco un principio che esiste da quando esiste internet. Salterebbero così le regole federali che impediscono ai provider di rallentare, bloccare o imporre pagamenti a dei siti in maniera discriminatoria, cioè garantendo nel frattempo ad altri un trattamento differente.

Cosa succede se Trump fa saltare la net neutrality
Una manifestazione per la net neutrality

Perché è una questione di democrazia

Comprendere perché si tratti di una questione di democrazia è semplice. Da una parte, i clienti più ricchi potrebbero godere di una connessione superveloce, mentre chi ha meno soldi da spendere in bollette si ritroverebbe con un pacchetto “free basics” e rivivrebbe l’ebrezza vintage dei vecchi modem a 56k. Dall’altra, ogni provider potrebbe scegliere quali siti privilegiare e quali no, magari sulla base delle pressioni politiche del momento o di altre forme di lobbying. Per esempio, un’azienda multinazionale si ritroverebbe con le risorse necessarie per poter garantire un accesso rapido alla propria pagina, qualora i provider decidessero di monetizzare su questo fronte, mentre una piccola impresa resterebbe al palo.

 Non finisce qui: verrebbero cancellate anche le “regole di condotta generale” che consentono alla Fcc di intervenire sulle politiche dei provider che considerano irragionevoli. Le competenze passerebbero in parte alla Federal Trade Commission, che avrebbe lo scopo di vigilare sul rispetto delle norme sulla concorrenza. I provider sarebbero sottoposti all’obbligo di informare i consumatori sulle loro pratiche su materie come il rallentamento o l’accelerazione della connessione.
 Secondo Politico, il piano verrà votato il 14 dicembre dal board della Fcc, il cui portavoce non ha voluto commentare le indiscrezioni. I pesi massimi del web, da Netflix ad Air B&B, da Reddit a PornHub, si preparano invece a una nuova dimostrazione come quella dello scorso luglio, quando si oscurarono o rallentarono per far toccare con mano all’opinione pubblica uno scenario che, se Pai andrà avanti, diventerà realtà. Almeno per chi non potrà permettersi altrimenti.

@CiccioRusso_Agi

Fonte: Agenzia AGI

Le storie sul furto di reni

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La recente pandemia ha infierito su tantissime realtà e ha messo in ginocchio molti lavoratori. L'Africa ha subito un grande deficit con il turismo inesistente. Per compensare questa enorme lacuna e per conservare la fauna selvatica è nato il Safari virtuale, per aiutare la gente che vive di questo, ma anche gli animali e la natura

di Oliver Melis

Come altre leggende, quella degli espianti di rene da donatori involontari è stata italianizzata a partire dai miti d’oltre oceano e si è diffusa principalmente in Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia grazie alla stampa locale che si è interessata a questi casi che vennero però prontamente smentiti dalle forze dell’ordine.

A marzo ’94 su La stampa apparve un articolo in cui si riportava la leggenda della donna fascinosa e del malcapitato cui, dopo essere stata somministrata della droga, veniva espiantato un rene.

L’articolo faceva riferimento a un uomo di Imperia che in realtà non era mai incappato in simili vicissitudini.

La leggenda conosce diverse varianti: un uomo viene agganciato in un bar o in una discoteca da una bella donna e il mattino dopo si risveglia davanti a un ospedale, in un fosso o in una camera d’albergo privo del rene e con una flebo attaccata al braccio.

La leggenda è simile alla nota AIDS Mary, quando un felice abbordaggio del protagonista si conclude con il ritrovamento di una scritta sullo specchio del bagno, impressa con il rossetto: “Benvenuto nel mondo dell’AIDS”.

Ma nonostante le tante analogie con la leggenda dell’AIDS quella del rene rubato non deve essere presa troppo alla leggera, infatti storie simili a quelle raccontate in Italia erano apparse in nazioni come la Turchia, la Germania, il Belgio, la Danimarca, l’Olanda, e l’Irlanda. Le precedenti versioni europee, come riporta Paolo Toselli nel libro “La famosa invasione delle vipere volanti”, vedevano il protagonista impegnato in un viaggio all’estero, viaggio che si compiva in paesi esotici o Est europeo, dove come è noto il mercato degli organi è tutt’oggi particolarmente attivo e redditizio.

Stefano Bagnasco del CICAP sottolinea però che la leggenda del rene non è verosimile, perché espiantare un organo richiede una certa tempistica e non è certamente cosa semplice da eseguire, anche se i “furti” di rene sono possibili, magari in quei paesi dove avviene il racket degli organi, per esempio nel 2008 il Washington Post, che non è una testata da gossip, ha pubblicato l’articolo India Uncovers Kidney Racket dove metteva a nudo il racket del traffico d’organi che vedeva “vittime” i lavoratori più poveri del paese, attirati da false promesse di lavoro giornaliero per essere poi “depredati” di un rene…

Insomma, bufala si ma fino ad un certo punto. Quasi certamente queste cose non capitano nell’occidente evoluto ma non sono rare in paesi meno evoluti o socialmente più poveri.

Qualche volta le leggende metropolitane hanno qualcosa di più di un fondo di verità.

Fonte: La tela nera

I tre Re magi precari – comunicato stampa

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Riceviamo a pubblichiamo:

Questo natale sarà diverso dal solito. Lontano dalle luci colorate che siamo abituati a vedere ogni anno, dai panettoni per chi festeggia l’evento annuale e i regali per chi è stato più buono.

Come si può festeggiare senza pensare al prossimo? Se faccio una considerazione che è anche il mio “pensiero” come posso essere felice se c’è gente intorno a me che è infelice? Come faccio a godere dell’atmosfera natalizia se mia sorella è disoccupata, se mio cugino è disoccupato, il mio amico è “Precario” e se la mia vicina di casa non riceve lo stipendio da mesi e alcuni lavoratori e lavoratrici hanno perso il lavoro e si trovano nella condizione di “cassaintegrazione” senza certezza per il presente imminente e il futuro prossimo. In queste condizioni mi ritroverei solo è in nessun modo potrei manifestare la mia felicità.

Lo status di lavoratore precario lo trovi, da Nord a Sud, in qualsiasi luogo d’Italia da San Remo (Im), Forlì-Cesena (Fc), passando per Rossano (Cs) e arrivando a Sant’Angelo di Brolo (Me).

Quest’anno nella grotta dove è nato Gesù bambino insieme a Giuseppe e Maria il bue e l’asinello, i Re Magi, gli Angeli ed ai noti pastorelli e le pecorelle,  troveremo vicino i tre “Re magi Precari”.  Le tre statuine in formato su “scala” rappresenterebbero un po’ la vita è il percorso di un ex-precario della Scuola Pubblica, Euristeo Ceraolo (nativo di Rossano (Cs) ed è stato precario a Forlì) che con questa singolare ed unica iniziativa del genere ha voluto mettere in evidenza il disagio di tutti i lavoratori “Precari” e non solo, ricordando quando quel contesto lo ha vissuto in prima persona sulla propria pelle e adottando ogni volta forme di lotta creativa. La prima statuina (uno dei tre Re magi precari) è una provocazione con la maglietta “Euristeo precario…sposerò la Carfagna”. La provocazione è servita per far conoscere all’opinione pubblica il disagio che in quel periodo stava attraversando la scuola statale sia per i tagli alla Cultura, l’Istruzione Università e Ricerca e sia per i tagli al personale precario “Docente e Ata”. La seconda statuina con lo slogan: Euristeo Precario… Ma Sto Cercando di SMETTERE. Ed infine la terza miniatura con la maglietta: Euristeo VIP (Vincere Il Precariato) dove realizza foto con i “Vip” a sostegno dei lavoratori precari. Il presepe che ospita i tre “Re Magi Precari” lo si trova in un’unica esposizione nazionale, per tutto il periodo Natalizio, in occasione della manifestazione denominata “Natalitia 2017, presso Palazzo S. Bernardino a Rossano (Cs). Ingresso gratuito per il pubblico.

Buon Natale Precario

Guardate il video dei “Tre Re Magi Precari”.

 YouTube EuristeoVip: https://www.youtube.com/watch?v=gW3w-6U7nH0&feature=share

Pagina Pubblica: Euristeo Ceraolo https://www.facebook.com/euristeoceraoloofficial/

Gruppo Facebook: VIP Vincere Il Precariato https://www.facebook.com/groups/VIPvincereIlPrecariato/

Instagram@euristeoceraolo ; Twitter: @EuristeoVIP

800 milioni di lavoratori saranno sostituiti da robot entro il 2030

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Un nuovo studio della società di consulenza, McKinsey Global Institute (MGI), rivela che fino a un terzo dei lavoratori degli Stati Uniti e 800 milioni di lavoratori a livello globale potrebbero perdere il lavoro a causa dell’automazione entro il 2030.

Il nuovo rapporto, intitolato  “Jobs lost, jobs gained: Workforce transitions in a time of automation,”  si  basa su UNA  precedente ricerca MGI  pubblicata nel gennaio del 2017. La società di consulenza stima che tra 400 e 800 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo potrebbero essere rilevati dai sistemi automatici entro il 2030 con un conseguente importante aumento della disoccupazione. Il rapporto suggerisce che ben 375 milioni di lavoratori o il 14% della forza lavoro globale dovranno cambiare categoria professionali come risultato dell’intelligence automation.

Anche se ci sarà abbastanza lavoro per garantire la piena occupazione entro il 2030, ci attendono importanti transizioni che potrebbero eguagliare o addirittura superare la scala dei cambiamenti storici derivanti dall’agricoltura e dalla produzione“, secondo un rapporto del McKinsey Global Institute pubblicato questo mese.

Secondo i ricercatori della MGI, i lavori “più suscettibili all’automazione includono, oltre alle fabbriche, quelli fisici in ambienti prevedibili, come le macchine operatrici e la preparazione di alimenti nei fast food”, secondo  un articolo sull’ultimo rapporto . “La raccolta e l’elaborazione dei dati sono altre due categorie di attività che possono essere eseguite sempre più in modo migliore e più rapido con le macchine. Questo potrebbe portare alla perdita di molti posti di lavoro, ad esempio, nelle banche, nei settori paralegali, nella contabilità e nell’elaborazione delle transazioni di back-office“.

Insomma, i giovani che si preparano ad entrare nel mondo del lavoro oggi farebbero bene a cercare di capire quali saranno i settori che meno soffriranno il calo dei posti di lavoro disponibili.

Robert il pupazzo

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di Oliver Melis

Robert è un pupazzo che ha la fama di essere maledetto e la sua storia ha inizio ai primi del novecento, in Florida, nella casa della famiglia Otto a Key West. Uno dei servitori che lavoravano all’epoca nella casa della famiglia Otto regalò al piccolo Robert Eugene Otto un pupazzo alto circa un metro e venti, vestito da marinaretto. Fu il piccolo Eugenea chiamare con il suo stesso nome il pupazzo e cosi Robert the doll divenne il suo compagno di giochi.

Il piccolo Eugene passava quasi tutta la giornata con suo nuovo amico e spesso lo sfruttava come copertura per le sue marachelle. Qualche volta i genitori sentivano Eugene parlare per ore da solo e rispondere con una voce diversa dalla sua durante i lunghi monologhi con il pupazzo.

Il piccolo Eugene iniziò ad avere incubi e a svegliarsi gridando in preda al panico. I genitori raccontavano che quando entravano nella stanza trovavano oggetti sparsi sul pavimento. Il figlio davanti allo stupore dei genitori si giustificava come sempre, dando la colpa al pupazzo.

In altre occasioni, i vicini degli Otto videro Robert affacciarsi a finestre in stanze diverse, quando in casa non c’era nessuno. La servitù giurava di aver visto la bambola correre per i corridoi, e spesso di notte si udiva la risata gioiosa di un bambino.

La storia continuò per molti anni fino a quando Eugene si recò a Parigi per studiare dove conobbe Anna che in seguito sposò. Alla morte del padre, Eugene si trasferi nuovamente nella vecchia casa di Key West.

Il pupazzo Robert per tutto quel tempo rimase in soffitta. Eugene però lo ritrovò e durante dei lavori di ristrutturazione fece costruire per il pupazzo una stanzetta fatta su misura, con mobili e tutto il resto, insistendo perché Robert fosse trattato come una persona, facendolo addirittura sedere a tavola durante i pasti.

Con il passare del tempo, la moglie di Eugene inizia a preoccuparsi seriamente della cosa e durante un periodo di assenza del marito, decide di riportare il bambolotto in soffitta. Ma al ritorno Eugene si infuriò parecchio e molto spaventato decise di riportare il suo amico Robert nuovamente a casa. A questo punto Anne iniziò a dubitare della salute mentale del marito che diventò sempre più violento e scostante. Eugene nel 1972 muore e la moglie decide di lasciare la casa in affitto.

Una particolare clausola del contratto da lei voluta stabiliva però che Robert doveva essere l’unico occupante della stanza in cui si trovava, e così il bambolotto rimase solo per alcuni anni.

Quattro anni dopo anche Anne mori e la stanza dove si trovava Robert il pupazzo venne aperta per alcuni lavori. Gli operai incaricati di eseguire la ristrutturazione riferirono che il pupazzo sembrava spostarsi ogni volta che giravano lo sguardo, e più di una volta sentirono una risata sinistra risuonare nelle stanze.

Una volta rimessa a nuovo, la casa venne nuovamente messa in affitto e Robert il pupazzo trasferito suo malgrado nuovamente nella soffitta. Altri occupanti lamentarono in seguito episodi simili a quelli raccontati dagli Otto.

Il pupazzo fu in seguito donato alla Fort East Martello Museum, dove rimase rinchiuso in uno scatolone per molti anni, prima di essere messo in esposizione, seduto col suo leoncino in braccio, in una teca di vetro dove pare che continui a spostarsi e a cambiare lo sguardo e, raccontano i visitatori del museo, a interferire con i dispositivi fotografici.

Fonte: La tela nera