Gli scienziati statunitensi hanno scoperto una nuova famiglia di antibiotici in alcuni campioni di terreno.
Si tratta di composti naturali che potrebbero essere utilizzati per combattere le infezioni difficili da trattare, secondo quanto sostengono i ricercatori della Rockefeller University.
I test mostrano che i composti, chiamati malacidine, annichiliscono diverse malattie batteriche che sono diventate resistenti alla maggior parte degli antibiotici esistenti, incluso il superbatterio MRSA.
Gli esperti dicono che il lavoro, pubblicato su Nature Microbiology, offre nuove speranze nella corsa agli armamenti degli antibiotici.
Uccidono circa 700.000 persone all’anno e sono urgentemente necessari nuovi trattamenti.
Farmaci dal terreno
Il suolo pullula di milioni di microrganismi diversi che producono molti composti potenzialmente terapeutici, inclusi nuovi antibiotici.
Il team del dott. Sean Brady della Rockefeller University di New York è riuscito ad identificarli.
Hanno usato una tecnica di sequenziamento dei geni per analizzare più di 1.000 campioni di suolo prelevati da tutti gli Stati Uniti.
Quando hanno scoperto le malacidine in molti dei campioni, hanno avuto l’impressione che fosse una scoperta importante.
Accertate le proprietà antibiotiche del composto, lo hanno testato su ratti cui era stato inoculato l’MRSA e hanno osservato la rapida scomparsa dell’infezione dalle piaghe sulla pelle.
I ricercatori stanno ora lavorando per migliorare l’efficacia del farmaco nella speranza che possa essere sviluppato in una vera cura adatta agli esseri umani.
Secondo il dott. Brady “È impossibile dire quando, o anche se, una scoperta di antibiotici nella fase iniziale come le malacidine procederà verso la clinica. È una strada lunga e ardua dalla scoperta iniziale di un antibiotico a un’entità clinicamente utilizzata“.
Il professor Colin Garner, dell’Antibiotic Research UK, ha affermato che trovare nuovi antibiotici per il trattamento di infezioni gram-positive come l’MRSA è una buona notizia, ma non risponderebbe al bisogno più pressante.
“La nostra preoccupazione sono i cosiddetti batteri gram-negativi che sono difficili da trattare e dove la resistenza è in aumento“, ha detto.
“I batteri Gram-negativi causano infezioni della polmonite, del sangue e del tratto urinario come infezioni della pelle. Abbiamo bisogno di nuovi antibiotici per trattare questa classe“.
Da qui ai prossimi dieci anni la salute degli italiani potrebbe essere seriamente a rischio. Un vero e proprio allarme quello lanciato da Silvestro Scotti, presidente nazionale della Fimmg, la federazione nazionale dei medici di medicina generale.
Secondo i dati elaborati dalla Fimmg, infatti, da oggi al 2022 saranno 14.908 i medici ad andare in pensione, numero che arriverà a 33.392 in capo ai prossimi dieci anni. “Per poter continuare a garantire ai cittadini italiani il diritto di essere curati tutti nello stesso modo devono essere garantiti investimenti economici sul numero e sulla qualità della formazione dei medici di medicina generale, sul personale sanitario e amministrativo nei nostri studi, sulle tecnologie – sottolinea Scotti in un lungo e articolato intervento sul sito della Fimmg.
“Siamo stufi di allarmi, analisi, fabbisogni sulle necessità di investimenti necessari e urgenti per compensare i pensionamenti dei medici di famiglia che nei prossimi cinque/otto anni priveranno 14 milioni di cittadini di questa figura professionale. Appare quasi ridicolo assistere al fatto che nessuna forza politica che aspira a governare il Paese proponga e si impegni sul tema dell’assistenza territoriale, della cronicità e della non autosufficienza in un Paese che, per caratteristiche demografiche, avrà soprattutto bisogno di un’assistenza medica domiciliare, residenziale e di prossimità“, ha dichiarato.
Sierra Nevada Corporation (SNC) ha ricevuto l’autorizzazione della NASA per procedere alla prima missione della nave spaziale Dream Chaser, con una finestra di lancio per la fine del 2020. La missione rifornirà di merci e attrezzature la Stazione spaziale internazionale con un Contratto per servizi di rifornimento commerciale 2 (CRS2).
“SNC ha completato con successo le pietre miliari del design critico approvate dalla NASA e avere un calendario per il primo lancio è un passo importante per noi“, ha dichiarato Fatih Ozmen, proprietario e CEO di SNC. “Il team ha lavorato tanto per arrivare a questo punto e non vediamo l’ora di compiere questa missione per la NASA.”
Funzionalità chiave di missione:
Fornirà fino a 5.500 kg di materiali di consumo tra pressurizzati e non pressurizzati e carichi utili per la ricerca scientifica
Rimarrà collegato alla stazione spaziale per un lungo periodo di tempo in modo che l’equipaggio possa trasferire merci ed effettuare operazioni di laboratorio scientifico
Laboratorio volante per consentire agli scienziati di inviare comandi e ricevere dati in tempo reale
Gli esperimenti scientifici con carico utile possono funzionare continuamente durante la missione
Ricerche critiche verranno condotte dalla cabina pressurizzata (dall’equipaggio o in autonomia)
I carichi / esperimenti non pressurizzati verranno trasferiti da o verso la stazione spaziale tramite operazioni robotizzate
Riporterà fino a 2000 kg di carico tramite atterraggio puntuale presso lo Space Shuttle Landing Facility (SLF) del NASA Kennedy Space Center (KSC) per il passaggio immediato al cliente, massimizzando l’integrità dei dati raccolti in orbita
“Il Dream Chaser sarà di grande aiuto per la scienza e la ricerca critiche in corso sulla stazione spaziale“, ha dichiarato Mark Sirangelo, vicepresidente esecutivo dell’area operativa Space Systems della SNC. “Ricevere l’Autorizzazione della NASA a procedere è un grande passo per il programma. Non vediamo l’ora di vedere il veicolo tornare al Kennedy Space Center per atterrare su una pista, consentendo l’accesso immediato ai carichi utili della scienza che vengono restituiti dalla stazione.”
Il Dream Chaser ha superato con successo il test di volo planato lo scorso 11 novembre.
Informazioni su Sierra Nevada Corporation Sierra Nevada Corporation (SNC) è un leader fidato nel risolvere le sfide più difficili del mondo attraverso tecnologie di ingegneria avanzate in sistemi spaziali, soluzioni commerciali e difesa e sicurezza nazionale. Nota come una delle aziende statunitensi più innovative nello spazio, la business area SNC Systems Space progetta e produce soluzioni avanzate per veicoli spaziali e satellitari, habitat spaziali e sistemi ambientali, sistemi di propulsione, meccanismi e sottosistemi di precisione spaziali e è famosa per aver realizzato il Dream Chaser ® la navicella spaziale. Con oltre 25 anni di esperienza maturata lavorando con il governo degli Stati Uniti, clienti commerciali e il mercato internazionale, SNC ha partecipato a più di 450 missioni spaziali di successo e ha consegnato oltre 4000 sistemi, sottosistemi e componenti in tutto il mondo. Per ulteriori informazioni, visitare www.sncorp.com .
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Rappresentazione grafica del veicolo spaziale Dream Chaser sulla stazione spaziale.
Ebbene si, SpaceX dopo anni di ritardi e rinvii ha, finalmente, lanciato il suo vettore pesante, il Falcon Heavy, ed è stato un pieno successo.
L’evento, trasmesso in diretta streaming sul canale You tube di SpaceX ha conseguito il record di secondo avvenimento i diretta più visto di sempre, con circa due milioni e mezzo di spettatori connessi contemporaneamente nonostante fosse trasmesso in diretta anche sul canale della NASA.
Rispetto all’orario annunciato, il lancio è avvenuto con oltre due ore di ritardo a causa dei forti venti ad alta quota che ne minacciavano la riuscita ma alle 21,45 ora italiana il Falcon Heavy si è sollevato maestosamente e senza esitazioni dalla piattaforma 39A (la stessa delle missioni Apollo) del Kennedy Space Center, lasciandosi dietro una enorme nuvola di fumo ed una scia fiammeggiante che a molti ha rievocato i lanci del mitico Saturn V delle missioni Apollo, trasportando nello spazio la Tesla Roadster di proprietà di Elon Musk ed il suo singolare guidatore, un manichino rivestito con il prototipo delle tute spaziali che saranno adottate dagli astronauti di SpaceX nelle future missioni con equipaggio, per questo chiamato “Starman“.
Dopo due minuti e trenta secondi i due boosters ausiliari del primo stadio si sono regolarmente sganciati, come da programma, e hanno iniziato la manovra di rientro al KSC dove sono atterrati circa otto minuti dopo il lancio con una perfetta ed emozionante manovra in sincrono.
La registrazione della diretta streaming è ora disponibile su you tube ed è possibile riassaporare le emozioni rivedendola:
Dopo altri cinquanta secondi è stata la volta del motore principale, il cosiddetto central core, che si è spento e si è sganciato dal corpo principale, cambiando assetto e iniziando la manovra di rientro a terra verso la piattaforma OCISLY (Of Course I Still Love You) che lo attendeva in mezzo all’Atlantico.
Qui c’è stata l’unica lieve nota stonata dell’evento: il core ha eseguito la manovra alla perfezione avvicinandosi in perfetto assetto alla sua destinazione ma, al momento dell’accensione dei tre motori Merlin che dovevano gestirne l’atterraggio solo uno di questi, quello centrale, si è acceso regolarmente mentre gli altri due non sono ripartiti a causa dell’esaurimento dello speciale liquido TEA-TEB, che doveva garantirne la riaccensione.
Un piccolo problema perfettamente compensabile nei lanci futuri a causa del quale il core è arrivato al contatto con la piattaforma a quasi 300 km/h distruggendosi e e danneggiando anche due delle turbine di stazionamento della piattaforma.
Intanto l’ogiva del razzo si è aperta rivelando, grazie alle tre telecamere montate a bordo, la Roadster rossa fiammante guidata da Starman, mentre riecheggiavano le note di “Life on Mars” di David bowie. Per la verità Starman si è rivelato un po’ coatto, con una sola mano sul volante ed il gomito appoggiato al finestrino aperto, in perfetto stile. Lo schermo dello stereo dell’auto mostrava la scritta “Don’t Panic“, riecheggiando il mitico romanzo sci-fi di Douglas Adams “Guida galattica per autostoppisti“.
Il momento più suggestivo è arrivato, però, quando si è spento il secondo stadio ed il Falcon heavy si è immesso in orbita di parcheggio in attesa di raggiungere l’assetto per lo strappo finale che lancerà la Tesla Roadster con il suo singolare passeggero verso l’orbita solare definitiva che avrà il suo afelio nei pressi dell’orbita di Marte, cui passerà davvero vicino in certi momenti e dove si prevede possa restare indisturbata anche per un miliardo di anni.
Da quel momento, finite le emozioni del lancio, è partita una diretta streaming costituita da tre visuali diverse alternate prese da dietro, davanti e lateralmente all’auto, grazie alle quali si è potuta osservare la Terra alle spalle, davanti e al fianco di Starman che vi orbitava intorno.
Insomma, un evento riuscito al 99% che è stato, in realtà, un successo completo. Un grandissimo ritorno di Immagine per SpaceX e per il suo Ceo Elon Musk.
Un Elon Musk che è apparso estremamente soddisfatto nella conferenza stampa successiva al lancio durante la quale ha spiegato che saranno necessari circa 6 mesi per produrre un nuovo esemplare del lanciatore pesante che verrà utilizzato per portare in orbita il primo carico pagante del Falcon Heavy, un satellite Arabsat (Arabsat 6A) la cui messa in orbita è stata commissionata dall’Arabia Saudita, il primo paese a credere davvero alle possibilità del Falcon Heavy.
Musk ha anche chiarito che il manichino Spaceman indossa il modello definitivo della tuta spaziale di SpaceX (destinata all’uso dentro la Dragon, non adatta alle EVA, ndr). Il suo sviluppo ha richiesto circa 3 anni e che è in arrivo la versione 2.0 del fairing, l’ogiva dei vettori Falcon che protegge il carico utile durante le prime fasi del lancio. Questa versione sarà recuperata.
Insomma, uno spettacolo di successo che potrebbe far riaccendere l’entusiasmo per i voli spaziali e spingere i governi a rifinanziare pesantemente, anche in vista di uno sfruttamento commerciale, il settore. È attesa a breve la presentazione al congresso USA del nuovo progetto della NASA per il ritorno sulla Luna, fortemente voluto dal presidente Trump mentre è stato reso noto il progetto dell’ESA per l’istituzione di una base sulla Luna entro il 2030.
L’obbiettivo finale di Musk dovrebbe essere ancora, come annunciato nel 2016, l’atterraggio su Marte nel 2022 per poi portare un equipaggio umano nel 2024, Prima, però, sarà necessario completare lo sviluppo della navicella Dragon e di un nuovo lanciatore pesante per lo spazio profondo, sviluppo che SpaceX conta di completare entro il 2019.
Upper stage restart nominal, apogee raised to 7000 km. Will spend 5 hours getting zapped in Van Allen belts & then attempt final burn for Mars.
22,18: The #FalconHeavy should have completed its 30-second re-start at this time, boosting Tesla & Starman into an elliptical orbit with a period of around six hours. Earth departure maneuver around 3:20 UTC or thereabouts.
22,09: Tra sette minuti si riaccenderà il secondo stadio e lo Space Heavy con il suo carico penetreranno nelle fasce di Van Allen.
Impressionante l’atterraggio dei booster sulle piattaforme di atterraggio, arrivati dolcemente e all’unisono.
20,48: Distacco dei boosters regolare dopo 2 minuti e 32 secondi dal lancio.
20,45: Lancio perfetto!
20,20: Abbiamo il GO! per il carico del carburante! GO for PROP LOAD!!! #FalconHeavy#SpaceX
Elon Musk conferma che la sequenza automatica di lancio è iniziata con T – 0 settato per le 21,45.
SpaceX/Heavy: 2 hours and 20 minutes left into today’s launch window; the countdown remains in an extended hold at the 2-hour 3-minute mark; waiting for an updated launch target
One item the Launch Team will evaluate is whether there is enough of a favorable trend in the winds to justify loading the vehicle. There may not be enough time to re-condition over 900 metric tons of LOX between the end of today’s & the opening of tomorrow’s window. #FalconHeavy
Again approaching T-2 hours to the latest NET time and coming up on the pre-tanking decision points. This is the latest snapshot of the atmosphere over KSC. #FalconHeavy
New launch time of 3:05 pm, continuing to evaluate upper level winds.
19,20: A causa di venti d’alta quota, che superano del 20% gli estremi fissati per il lancio, il decollo del #FalconHeavy é stato spostato a non prima delle 20:50 ora italiana! Tutti gli avvisi automatizzati sono stati riadattati a questa nuova tempistica.
19,05: L’astronauta Scott Kelly comunica che il lancio è ora confermato per le 21,05. Intanto a Cape Canaveral è arrivato anche Harrison Ford, espressamente invitato da Musk ad assistere al lancio. Si dice che i vettori Falcon portano tale nome in onore del Millenium Falcon, l’astronave capitanata da Ford nei panni di Han Solo in Star Wars.
18,50: Nessuna nuova comunicazione ufficiale, per ora, ma l’inizio della diretta su you tube è ora fissato per le 21.00.
18,37: Il lancio, inizialmente previsto alle 19,30, ora italiana, è stato posposto alle 20,20 a causa del forte vento. L’account twitter di SpaceX, comunque, riferisce che le condizioni meteo restano al 90% favorevoli. Ricordiamo che la finestra di lancio odierna si chiuderà alle 22,30. L’inizio della diretta su You Tube resta, per ora, fissato alle 19,00.
All systems remain go for today’s test flight of Falcon Heavy. Weather is 90% favorable for today’s two-and-a-half hour launch window, which opens at 1:30 p.m. EST, or 18:30 UTC.
Dopo il positivo risultato del test di accensione dei 27 motori Merlin-1D effettuato lo scorso 24 gennaio 2018 e dopo avere ottenuto dalla Federal Aviation Administration (FAA) la necessaria autorizzazione, SpaceX ha comunicato che questa sera, alle 19,30 italiane, tenterà il lancio inaugurale del Falcon Heavy.
Falcon Heavy dovrebbe essere la navicella spaziale interplanetaria che SpaceX, l’azienda avveniristica di Elon Musk, utilizzerà per portare, secondo il programma annunciato, l’uomo su Marte nel 2024.
Il condizionale è d’obbligo, Falcon Heavy fu annunciato da Elon Musk nel 2011 e avrebbe dovuto esordire nel 2013, invece ritardi di produzione e modifiche al progetto hanno causato continui rinvii fino ad oggi. Questo non ha impedito, però, ad Elon Musk di annunciare alcuni mesi fa il programma per lo sbarco su Marte che prevede per il 2022 l’arrivo sul pianeta rosso di due astronavi cariche di attrezzature e per il 2024 lo sbarco di due equipaggi.
Questa sera la finestra di lancio si aprirà alle 19,30, ora italiana, e resterà aperta per tre ore, le condizioni meteorologiche dovrebbero essere favorevoli per il lancio.
Dopo il lancio SpaceX tenterà, come di consueto, di effettuare il recupero dei 3 booster che compongono il primo stadio del razzo: i due corpi laterali, che completeranno la loro spinta circa 2 minuti e mezzo dopo il decollo, torneranno verso Cape Canaveral per atterrare sulle Landing Zone 1 e 2 mentre il vettore principale, che esaurirà il suo compito pochi secondi dopo i booster laterali, rientrerà atterrando sulla sulla piattaforma marina OCISLY, in attesa nell’Oceano Atlantico al largo della costa della Florida.
Se il lancio avrà successo, il risultato finale sarà l’immissione in un orbita intorno al Sole, con afelio in prossimità dell’orbita di Marte, di una autovettura Tesla Roadster rossa con a bordo “Starman”, un manichino che indossa un prototipo delle tute che SpaceX ha sviluppato per i prossimi equipaggi da inviare con le capsule Dragon V2 sulla Stazione Spaziale Internazionale, chiamato così in onore del personaggio dell’omonima canzone di David Bowie.
La Tesla Roadster, con il passeggero Starman, prima di essere rinchiusa nella copertura aerodinamica del Falcon Heavy. (C) Elon Musk
Per l’occasione, SpaceX ha pubblicato sul suo canale You Tube l’animazione sottostante che mostra tutta la sequenza di lancio:
La diretta del lancio e delle fasi successive verrà trasmessa sul canale You Tube al sottostante link:
Reccom Magazine seguirà l’evento proponendo ai suoi lettori la diretta diretta video via You Tube e gli aggiornamenti comunicati via Twitter dall’account ufficiale di SpaceX.
Secondo alcuni Otis T. Carr è stato una delle menti più geniali della storia al pari di Sir Isaac Newton, Albert Einstein e Nikola Tesla. Carr, che sosteneva di essere stato assistente di Tesla e raccontava che questi gli avrebbe rivelato importanti segreti negli anni venti, quando Carr lavorava come impiegato di un hotel a New York.
Dopo la scomparsa di Tesla, verso la metà degli anni 50, Carr decise di raccontare al mondo le sue scoperte e di raccoglierne i frutti. Fondò cosi la OTC Enterprises, e assunse un manager di nome Norman Colton. Con la nuova società cercò di trovare i fondi per costruire un veicolo capace di volare nello spazio alimentato da un nuovo accumulatore di energia chiamato “Utron“. Il veicolo spaziale era l’OTC-X1, un velivolo di forma discoidale che avrebbe dovuto effettuare il suo primo volo nell’aprile del 1959 e il dicembre seguente proseguire fino alla luna.
Carr e Colton avrebbero raccolto centinaia di migliaia di dollari grazie a ricchi investitori e grazie ai fan dei “dischi volanti“.
Uno degli investitori era Warren Goetz che sosteneva di essere un alieno, essendosi materializzato da piccolo tra le braccia della madre mentre un disco si librava sopra di lei.
Ma per gli scettici, Carr era un imbroglione senza pudore. La domenica del 19 aprile 1959, mentre la folla si radunava in un parco di divertimenti a Oklahoma City per assistere al primo volo dell’OTC-X1, Carr improvvisamente contrasse una misteriosa malattia e dovette essere ricoverato in ospedale, malattia causata a suo dire, da una perdita di mercurio.
I giornalisti vennero tenuti lontani dalle guardie che presidiavano lo stabilimento dove si presumeva fosse custodita la meravigliosa nave, ottenuta grazie agli studi di Tesla. Nessuno però la vide e solo qualcuno riusci a vedere un intrico di cavi e parti che non assomigliavano nemmeno lontanamente a qualcosa che potesse librarsi nell’aria.
L’OTC-X1 non è mai andato sulla luna, ma Carr è andato in prigione per aver venduto azioni illegalmente. Morì senza un soldo anni dopo in una baraccopoli di Pittsburgh.
Controllare il clima o, per meglio dire, il meteo è ormai per molti “complottisti” un modo per dominare il mondo, grazie al quale è possibile impoverire un territorio causando carestie, desertificazione e morte. Per tanti adepti del complotto delle scie chimiche il controllo dell’atmosfera terrestre permetterebbe il dominio del pianeta e delle sue ricchezze riducendo la popolazione mondiale a mezzo miliardo di individui guidati da una dittatura elitaria con a capo misteriosi esseri, forse di origine aliena. Questi incubi però restano tali se si analizzano i tentativi di controllo del clima tentati ormai da oltre settanta anni.
Il cloud seeding è quella pratica che prevede di seminare le nubi con delle particelle che hanno lo scopo di fare da nuclei di aggregazione per le gocce o i cristalli di ghiaccio. In definitiva, per indurre piogge e nevicate a comando. Quando se ne parla si finisce sempre per incontrare laureati all’università della strada che gridano al complotto tirando in ballo i più disparati complotti che sopra abbiamo citato.
Dopo decenni di tentativi a partire dagli anni 40, abbiamo accumulato poche evidenze scientifiche sulla reale efficacia della tecnica, figuriamoci se, visti i risultati, possiamo comandare il meteo. Un conto è misurare gli effetti su piccola scala, in laboratorio, e un altro è misurarlo al di fuori delle condizioni controllate. In passato avevamo strumenti inadeguati alla misura precisa delle dimensioni delle gocce all’interno di un complesso nuvoloso cosi da capire le sostanze disseminate potessero realmente funzionare, senza considerare che in natura le nubi presentano tutte diverse condizioni di temperatura e umidità e la direzione e l’intensità del vento e la pressione cambiano in continuazione .
Oggi però esistono strumenti più evoluti e precisi e un gruppo di scienziati statunitensi è riuscito a condurre un esperimento sopra alle montagne dell’Idaho e a descriverne la catena di eventi su una rivista scientifica, Proceedings of the National Academy of Sciences, dalla formazione del ghiaccio alla crescita dei cristalli, fino alla loro precipitazione a terra.
IL GRUPPO ha aspettato che sulle montagne sudoccidentali dell’Idaho si accumulassero nubi di temperature comprese tra 0 °C e -15 °C, abbastanza fredde da formare ghiaccio e quando si è presentata l’occasione, un aereo appositamente attrezzato ha effettuato una serie di virate a zig-zag all’interno di una nuvola rimanendo posizionato tra due radar di terra, capaci di rilevare le dimensioni delle goccioline d’acqua e il numero di quante si sono trasformate in cristalli di ghiaccio.
L’aereo, durante le manovre a zig zag, ha disseminato ioduro d’argento (un composto usato per questo tipo di esperimenti) prima da taniche e poi attraverso le ali, per fornire un nucleo di condensazione attorno al quale potessero accumularsi gocce, fino a formare cristalli abbastanza grossi e pesanti da cadere al suolo. Un secondo velivolo ha volato nell’area per raccogliere dati.
In un paio d’ore si sono formati dei fiocchi di neve lungo il tratto percorso dal velivolo che rilasciava lo ioduro d’argento, i fiocchi sono passati dalle dimensioni di pochi micrometri a ben 8 millimetri di diametro iniziando a precipitare.
Gli studi sono all’inizio e comunque, nonostante i tanti laureati all’università della strada gridino al complotto, cercare di controllare a comando il clima, modificarlo a piacimento e utilizzarlo magari come arma è un procedimento ancora al di fuori della portata della tecnologia umana e forse non lo si potrà controllare mai, con buona pace dei tanti sostenitori delle più assurde e insensate teorie.
Il termine fallstreak hole è un fenomeno che in Italia prende il nome di “buchi nelle nuvole“. Spesso questo fenomeno viene associato alle scie chimiche che, grazie ai social, sono un argomento molto discusso e che abbiamo trattato precedentemente cercando di fare un minimo di chiarezza.
Oggi i fenomeni che osserviamo possono essere condivisi grazie alla capillare diffusione di cellulari e fotocamere dandoci la possibilità di vedere fenomeni che in passato erano di difficile osservazione, grazie a internet siamo oggi in grado di capirli ma allo stesso modo tanti tendono a deformare quello che osservano prendendo per buone informazioni fornite da personaggi e siti che di scientifico non hanno nulla, cosi nascono e circolano bufale, leggende e complotti.
I fallstreak hole si presentano come buchi di grandi dimensioni che si formano in presenza di nuvole chiamate cirrocumuli o altocumuli.
I buchi si formano molto velocemente quando correnti d’aria portano i cristalli di ghiaccio a quote inferiori svuotando la nuvola, in definitiva, una parte della nuvola stessa, a causa delle correnti, si stacca formando un buco. Solitamente la corrente tende a distruggere la nuvola privandola dei cristalli che la compongono fino a farla scomparire, qualche volta però il fenomeno può fermarsi prima di consumare la nuvola facendo in modo che il buco si richiuda ad esempio, nel caso arrivi un altro fronte nuvoloso o il passaggio di venti più intensi in quota.
A seconda di diverse variabili, come la quota e la pressione atmosferica, le nuvole possono contenere delle gocce d’acqua che nonostante la bassa temperatura non formano cristalli di ghiaccio, questo fenomeno detto “sopraffusione” permette alle gocce di restare in forma liquida fino a quando qualcosa non interviene a cambiarne l’equilibrio, portando alla formazione di pochi cristalli che innescano il fenomeno.
La rottura dell’equilibrio può avvenire quando un aereo passa nella regione in esame innescando il congelamento delle gocce e rompendo quindi lo stato di equilibrio del sistema. Nel buco spesso si forma un arcobaleno grazie alla luce rifratta dai cristalli di ghiaccio.
Il fenomeno viene associato come detto alle fantomatiche “scie chimiche” anche se per fugare ogni dubbio basterebbe solo un po’ di buona volontà, una buona lettura e un po’ di razionalità e buon senso.
La notte del 17 agosto del 1994 a Oakville pioveva, aveva cominciato alle 3 del mattino.
La pioggia, però, non era quella di sempre ma una strana sostanza gelatinosa.
Quando la pioggia iniziò a cadere, L’ufficiale di polizia David Lacey era di pattuglia con un civile suo amico. Entrambi si resero subito conto che la pioggia era diversa dal solito e si fermarono ad osservarla dall’abitacolo della macchina; presto il parabrezza fu coperto del tutto. Decisero di fermarsi presso una stazione di servizio per ripulire l’auto e si accorsero che la sostanza era simile a gelatina.
Nella casa di campagna di un certo Sunny Barclift a Oakville, anche la signora Dotty Heam vide cadere la stessa sostanza che cadeva in piccole goce grandi come chicchi di riso che, una volta a terra, andavano a formare ammassi gelatinosi. La donna venne portata in ospedale dopo aver accusato nausea e vertigini.
Lo stesso Barclift accusò stanchezza e nausea dopo aver toccato la misteriosa sostanza. Questo almeno viene raccontato da fonti ufficiali anche se dal web arrivano notizie di tante altre persone che accusarono gli stessi sintomi. In seguito l’intero paese fu colpito da una violenta influenza.
La donna venne assistita dal dottor David Little che espresse dubbi sul fatto che i suoi sintomi potessero essere collegati ai blob gelatinoso: Il problema invece era dovuto all’apparato uditivo, problema già esistente nella donna.
Anche alcuni animali ebbero però dei problemi, un gatto morì dopo aver ingerito la sostanza.
Vennero compiuti diversi tentativi di identificare la sostanza: Barclift chiese che il misterioso blog venisse analizzato con l’attrezzatura dell’ospedale. Circolò voce che i risultati ottenuti furono a dir poco scioccanti, il blob avrebbe contenuto niente meno che globuli bianchi.
Furono espresse diverse ipotesi per tentare di spiegare la natura del misterioso blob, una delle quali chiama in causa la teoria delle meduse piovute dal cielo a causa di un’esercitazione militare dell’esercito americano che avrebbe causato delle esplosioni in mare, provocando, appunto, la pioggia di blob composto dai corpi delle meduse.
Per Barclift e Osweiler ila cosa era assurda, ma la teoria prese talmente tanto da convincere la popolazione locale a organizzare un Festival delle Meduse per commemorare lo strano evento. Una locanda del posto inventò anche una nuova bevanda, “The Jellyfish”, composta da vodka, gelatina, e succo di frutta!
Secondo David Little, che gestì l’analisi originale dei blob, si trattava di blocchi solidificati dal freddo di rifiuti liquidi provenienti dalla toilette di un aeroplano. Ma la FAA respinse la teoria poiché i fluidi provenienti dagli aerei di linea sono colorati di blu mentre i blob erano trasparenti.
Insomma, un episodio misterioso, con una causa non individuata con sicurezza.
Non fu il primo episodio di strana pioggia dal cielo né l’ultimo, presto vedremo, in altri articoli, come si siano verificate, nel tempo, un po’ ovunque nel mondo piogge di strane sostanze, di piccoli animali, di sostanze non ben identificate…
Come sempre in questi casi, vennero formulate le più strampalate teorie, compresi gli UFO, esperimenti militari di armi chimiche e moltissime altre. L’unica cosa che sappiamo è che, a quanto pare, la sostanza non fu mai identificata con certezza.