giovedì, Gennaio 16, 2025
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Stivali lunari e bufale

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di Oliver Melis

Le missioni lunari sono state una grande fonte di ispirazione per i teorici del complotto secondo i quali lo sbarco sulla Luna sarebbe stato solo un’abile mistificazione. Soprattutto la prima missione, quella che ha visto due uomini camminare per la prima volta sulla Luna, è stata particolarmente presa di mira. Nonostante l’impegno dei teorici del complotto, tutte le varie voci che volevano le missioni lunari una bufala creata ad arte in strutture segrete sono state puntualmente smentite, anche quella che esaminava gli stivali di Neil Armstrong, il primo uomo a camminare sul suolo selenitico, vediamo come:

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Le fotografie qua sopra sono entrambe reali: la tuta spaziale di Neil Armstrong è mostrata a sinistra e le sue impronte lunari sulla destra.

La fotografia della tuta spaziale utilizzata nella missione Apollo 11 da Neil Armstrong è stata scattata nel 2015 dall’astronomo Phil Plait, la tuta che è ora un capo storico viene conservato dallo Smithsonian National Air and Space Museum.

Gli astronauti dell’Apollo 11 hanno fotografato sé stessi e il terreno lunare, comprese le impronte lasciate nei pressi del sito di atterraggio del Lem.

La foto dell’impronta qua sopra è stata realizzata da Buzz Aldrin. Aldrin scattò la foto dell’impronta per consentire agli scienziati di studiare la resistenza della superficie lunare, e quella fotografia corrisponde al battistrada del suo stivale, come documentato anche in una foto scattata da Armstrong mentre Aldrin scendeva dalla scala dal LEM sulla superficie lunare.

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Anche il battistrada degli stivali di Armstrong corrispondeva alle impronte delle fotografie scattate sulla superficie lunare. Mentre Armstrong indossava la tuta nella foto sopra per gran parte della missione Apollo 11, lui e Aldrin indossarono alcuni pezzi extra prima di camminare sulla superficie della luna – tra cui due grandi overshoes (con suole calpestabili).

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Fonte: Snopes

NASA, su Marte con un’astronave a propulsione nucleare?

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Nella corsa per sbarcare uomini su Marte, la NASA starebbe riconsiderando i progetti sviluppati negli anni ’70 per astronavi a propulsione nucleare. Un’astronave a propulsione nucleare ridurrebbe il tempo di viaggio verso il Pianeta Rosso a poco più di tre mesi e permetterebbe di risolvere il problema della propulsione per il viaggio di ritorno.

L’anno scorso, la NASA ha collaborato con BWXT Nuclear Energy Inc. per un contratto da 18,8 milioni di dollari per progettare un reattore e sviluppare combustibile da utilizzare in un motore a propulsione nucleare-termica per i viaggi nello spazio profondo. Per l’agenzia spaziale americana si tratta di un vero e proprio ritorno ad una tecnologia sviluppata durante la guerra fredda e poi abbandonata dopo la decisione di non tornare sulla Luna e tanto meno, puntare verso Marte nei decenni successivi. Il contratto con BWXT Nuclear Energy Inc segna il ritorno degli Stati Uniti a un’idea tuttora perseguita anche da Russia e Cina.

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Un modello di un razzo a propulsione nucleare che utilizza la fissione nucleare per generare la propulsione. (Science & Society Picture Library tramite Getty Images)

A differenza dei razzi convenzionali che bruciano carburante per creare spinta, un propulsore nucleare usa il reattore per riscaldare un propellente come l’idrogeno liquido, che poi si espande attraverso un ugello, generando energia e spinta di propulsione.

Parliamo di un sistema in grado di raddoppiare l’efficienza con cui l’astronave utilizza il carburante, consentendo la realizzazione di una struttura drasticamente più piccola e un tempo di viaggio più breve” come ha affermato Stephen Heister, professore alla Purdue University School of Aeronautics and Astronautics. “Si tratterebbe di un vantaggio enorme, specialmente per missioni molto lunghe che richiedono molto propellente come può essere un viaggio andata e ritorno su Marte.”

Mentre il sistema sarebbe un mercato di nicchia nell’industria nucleare globale, potrebbe essere molto redditizio per la società che sviluppasse la tecnologia, specialmente in nazioni come gli Stati Uniti, dove il settore dell’energia atomica è rimasto in stasi per decenni.

L’applicazione delle funzionalità di BWXT per i sistemi di produzione per le applicazioni spaziali è un’area di sviluppo tecnico modesta ma estremamente importante“, ha affermato Jonathan Cirtain, vicepresidente per i programmi di tecnologia avanzata di BWXT. “La dimensione del mercato è direttamente legata alla facilità con cui questi sistemi possono essere fabbricati e come questi sistemi di energia nucleare nello spazio per la potenza elettrica o propulsiva si confrontano con fonti alternative“.

Negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone, norme severe, ritardi nello sviluppo, sfiducia e opposizione politica hanno bloccato lo sviluppo dell’energia nucleare e contribuito a far fallire i pionieri dell’industria come la Westinghouse Electric Co., mentre paesi come la Germania, la Corea del Sud e Taiwan stanno invece cercando energie rinnovabili o gas naturale a basso costo, lasciando di fatto solo a Cina e Russia il monopolio nello sviluppo di nuove centrali nucleari.

La russa Rosatom Corp. ha annunciato che quest’anno prevede di testare un prototipo di motore nucleare per un veicolo spaziale in grado di arrivare su Marte. La Russia finora ha guidato la ricerca sul campo e ha dispiegato più di 30 reattori a fissione nello spazio, secondo l’Associazione mondiale per il nucleareLa Cina intende utilizzare navette a propulsione atomica come parte dei suoi piani di esplorazione spaziale fino al 2045, secondo quanto riporta la Xinhua News Agency.

La NASA è in competizione nella corsa verso Marte con industriali come Elon Musk, che ha anche promesso di fondare una colonia sul pianeta rossoSpace Exploration Technologies Corp., fondata da Musk, sta sviluppando un motore a ossigeno liquido e metano. Blue Origin di Jeff Bezos sta testando un motore che utilizza ossigeno liquido e gas naturale liquefatto.

La NASA sta pensando alla tecnologia nucleare anche per alimentare una base permanente una volta arrivati ​​su Marte. L‘agenzia e il Dipartimento dell’Energia stanno sviluppando un reattore a fissione nucleare per lo spazio, noto come Kilopower, in grado di fornire fino a 10 kilowatt di potenza ed essere dispiegato sulla Luna e su altri pianeti. La NASA ha già utilizzato generatori termoelettrici a radioisotopi in precedenti missioni spaziali, per esempio, il rover marziano Curiosity funziona con questa tecnologia.

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Il rendering di un artista di un’astronave a propulsione nucleare di BWXT.
Fonte: BWXT Nuclear Energy Inc.

Per BWXT, il contratto della NASA è solo l’ultimo nel suo lungo pedigree nel settore. La compagnia è una propaggine di Babcock & Wilcox, che ha progettato e costruito alcuni dei primi reattori nucleari e sottomarini atomici al mondo, e ha lavorato a studi di fattibilità per sistemi di propulsione nucleare nello spazio con diverse agenzie statunitensi negli ultimi decenni. Il suo ultimo contratto scade a settembre 2019.

Nel piano di esplorazione umana della NASA per Marte, sviluppato nel 2009, la propulsione termica nucleare è l’opzione preferita. Altre due tecnologie considerate sono la propulsione solare-elettrica e chimica. I razzi termici nucleari furono per la prima volta studiati e testati dalla NASA tra il 1955 e il 1972, prima che il Congresso cancellasse il programma per i timori sui costi. La NASA ha rivisitato alcune volte la propulsione termica nucleare nel corso degli anni, ma non è andata oltre gli studi di fattibilità.

I significativi progressi nella ricerca sui materiali e nello sviluppo tecnologico hanno permesso di prendere in considerazione nuovi materiali per i componenti critici del reattore“, ha affermato Cirtain di BWXT.

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Un prototipo di un motore nucleare a grandezza naturale per applicazione di veicoli a razzo, o NERVA, nel 1967.
Fonte: Bettmann Archives via Getty Images

“Un sistema di propulsione nucleare fornirebbe la flessibilità di abortire e rientrare sulla Terra anche a metà missione” ha detto Jeffrey Sheehy, ingegnere capo della direzione di missione della tecnologia spaziale della NASA. “La novità del design del reattore limita la quantità di combustibile nucleare necessaria per eseguire una manovra di propulsione. Sarebbe possibile riavviare quel motore più volte“.

Lo svantaggio sarebbe do dover schermare l’equipaggio dalle radiazioni del reattore ma la velocità maggiore di una nave a propulsione nucleare ridurrebbe il tempo in cui gli astronauti sono esposti alle radiazioni cosmiche.

La propulsione nucleare potrebbe essere l’opzione migliore per i viaggi nello spazio profondo ma le complessità della tecnologia e dei test potrebbe comportare dei costi di sviluppo molto alti e questa potrebbe rivelarsi una barriera importante ma l‘utilizzo della tecnologia sviluppata dalla NASA decenni fa potrebbe contribuire ad accelerare il processo” ha affermato  Claudio Bruno, professore all’Università del Connecticut.

Arrivare su Marte non è un compito da poco: richiede un volo spaziale di 55 milioni di chilometri, più di 100 volte la distanza dalla Terra alla Luna. La NASA probabilmente non invierà esseri umani verso il pianeta rosso almeno fino agli inizi degli anni ’30.

I test di terra richiederebbero un sistema costoso per catturare e rimuovere minuscoli materiali radioattivi, secondo il prof. Heister dell‘Università di Purdue.

L’esplorazione dello spazio è una passione accattivante che hanno in molti, non necessariamente motivati ​​dal profitto“, ha detto Heister. “Tra noi spesso scherziamo sul fatto che il modo migliore per diventare milionari nel settore della propulsione spaziale è iniziare da miliardario“…

Fonte: Business Insider

Nuova famiglia di antibiotici scoperta in campioni di terreno

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Gli scienziati statunitensi hanno scoperto una nuova famiglia di antibiotici in alcuni campioni di terreno.

Si tratta di composti naturali che potrebbero essere utilizzati per combattere le infezioni difficili da trattare, secondo quanto sostengono i ricercatori della Rockefeller University.

I test mostrano che i composti, chiamati malacidine, annichiliscono diverse malattie batteriche che sono diventate resistenti alla maggior parte degli antibiotici esistenti, incluso il superbatterio MRSA.

Gli esperti dicono che il lavoro, pubblicato su Nature Microbiology, offre nuove speranze nella corsa agli armamenti degli antibiotici.

Le malattie resistenti ai farmaci sono oggi una delle maggiori minacce alla salute globale.

Uccidono circa 700.000 persone all’anno e sono urgentemente necessari nuovi trattamenti.

Farmaci dal terreno

Il suolo pullula di milioni di microrganismi diversi che producono molti composti potenzialmente terapeutici, inclusi nuovi antibiotici.

Il team del dott. Sean Brady della Rockefeller University di New York è riuscito ad identificarli.

Hanno usato una tecnica di sequenziamento dei geni per analizzare più di 1.000 campioni di suolo prelevati da tutti gli Stati Uniti.

Quando hanno scoperto le malacidine in molti dei campioni, hanno avuto l’impressione che fosse una scoperta importante.

Accertate le proprietà antibiotiche del composto, lo hanno testato su ratti cui era stato inoculato l’MRSA e hanno osservato la rapida scomparsa dell’infezione dalle piaghe sulla pelle.

I ricercatori stanno ora lavorando per migliorare l’efficacia del farmaco nella speranza che possa essere sviluppato in una vera cura adatta agli esseri umani.

Secondo il dott. Brady “È impossibile dire quando, o anche se, una scoperta di antibiotici nella fase iniziale come le malacidine procederà verso la clinica. È una strada lunga e ardua dalla scoperta iniziale di un antibiotico a un’entità clinicamente utilizzata“.

Il professor Colin Garner, dell’Antibiotic Research UK, ha affermato che trovare nuovi antibiotici per il trattamento di infezioni gram-positive come l’MRSA è una buona notizia, ma non risponderebbe al bisogno più pressante.

La nostra preoccupazione sono i cosiddetti batteri gram-negativi che sono difficili da trattare e dove la resistenza è in aumento“, ha detto.

I batteri Gram-negativi causano infezioni della polmonite, del sangue e del tratto urinario come infezioni della pelle. Abbiamo bisogno di nuovi antibiotici per trattare questa classe“.

Fonte: BBC

Salute, medici di famiglia in pensione: 14 milioni di italiani a rischio cure

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Da qui ai prossimi dieci anni la salute degli italiani potrebbe essere seriamente a rischio. Un vero e proprio allarme quello lanciato da Silvestro Scotti, presidente nazionale della Fimmg, la federazione nazionale dei medici di medicina generale.

Secondo i dati elaborati dalla Fimmg, infatti, da oggi al 2022 saranno 14.908 i medici ad andare in pensione, numero che arriverà a 33.392 in capo ai prossimi dieci anni. “Per poter continuare a garantire ai cittadini italiani il diritto di essere curati tutti nello stesso modo devono essere garantiti investimenti economici sul numero e sulla qualità della formazione dei medici di medicina generale, sul personale sanitario e amministrativo nei nostri studi, sulle tecnologie – sottolinea Scotti in un lungo e articolato intervento sul sito della Fimmg.

Siamo stufi di allarmi, analisi, fabbisogni sulle necessità di investimenti necessari e urgenti per compensare i pensionamenti dei medici di famiglia che nei prossimi cinque/otto anni priveranno 14 milioni di cittadini di questa figura professionale. Appare quasi ridicolo assistere al fatto che nessuna forza politica che aspira a governare il Paese proponga e si impegni sul tema dell’assistenza territoriale, della cronicità e della non autosufficienza in un Paese che, per caratteristiche demografiche, avrà soprattutto bisogno di un’assistenza medica domiciliare, residenziale e di prossimità“, ha dichiarato.

Fonte: Teleborsa

DREAM CHASER, entro il 2020 il primo lancio verso la ISS

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Sierra Nevada Corporation (SNC) ha ricevuto l’autorizzazione della NASA per procedere alla prima missione della nave spaziale Dream Chaser, con una finestra di lancio per la fine del 2020. La missione rifornirà di merci e attrezzature la Stazione spaziale internazionale con un Contratto per servizi di rifornimento commerciale 2 (CRS2).

SNC ha completato con successo le pietre miliari del design critico approvate dalla NASA e avere un calendario per il primo lancio è un passo importante per noi“, ha dichiarato Fatih Ozmen, proprietario e CEO di SNC. “Il team ha lavorato tanto per arrivare a questo punto e non vediamo l’ora di compiere questa missione per la NASA.”

Funzionalità chiave di missione:

  • Fornirà fino a 5.500 kg di materiali di consumo tra pressurizzati e non pressurizzati e carichi utili per la ricerca scientifica
  • Rimarrà collegato alla stazione spaziale per un lungo periodo di tempo in modo che l’equipaggio possa trasferire merci ed effettuare operazioni di laboratorio scientifico
  • Laboratorio volante per consentire agli scienziati di inviare comandi e ricevere dati in tempo reale
  • Gli esperimenti scientifici con carico utile possono funzionare continuamente durante la missione
  • Ricerche critiche verranno condotte dalla cabina pressurizzata (dall’equipaggio o in autonomia)
  • I carichi / esperimenti non pressurizzati verranno trasferiti da o verso la stazione spaziale tramite operazioni robotizzate
  • Riporterà fino a 2000 kg di carico tramite atterraggio puntuale presso lo Space Shuttle Landing Facility (SLF) del NASA Kennedy Space Center (KSC) per il passaggio immediato al cliente, massimizzando l’integrità dei dati raccolti in orbita

Il Dream Chaser sarà di grande aiuto per la scienza e la ricerca critiche in corso sulla stazione spaziale“, ha dichiarato Mark Sirangelo, vicepresidente esecutivo dell’area operativa Space Systems della SNC. “Ricevere l’Autorizzazione della NASA a procedere è un grande passo per il programma. Non vediamo l’ora di vedere il veicolo tornare al Kennedy Space Center per atterrare su una pista, consentendo l’accesso immediato ai carichi utili della scienza che vengono restituiti dalla stazione.

Il Dream Chaser ha superato con successo il test di volo planato lo scorso 11 novembre.

Informazioni su Sierra Nevada Corporation
Sierra Nevada Corporation (SNC) è un leader fidato nel risolvere le sfide più difficili del mondo attraverso tecnologie di ingegneria avanzate in sistemi spaziali, soluzioni commerciali e difesa e sicurezza nazionale. Nota come una delle aziende statunitensi più innovative nello spazio, la business area SNC Systems Space progetta e produce soluzioni avanzate per veicoli spaziali e satellitari, habitat spaziali e sistemi ambientali, sistemi di propulsione, meccanismi e sottosistemi di precisione spaziali e è famosa per aver realizzato il Dream Chaser ® la navicella spaziale. Con oltre 25 anni di esperienza maturata lavorando con il governo degli Stati Uniti, clienti commerciali e il mercato internazionale, SNC ha partecipato a più di 450 missioni spaziali di successo e ha consegnato oltre 4000 sistemi, sottosistemi e componenti in tutto il mondo. Per ulteriori informazioni, visitare www.sncorp.com .

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Sierra Nevada Corporation riceve la finestra di lancio ufficiale della NASA per Dream Chaser® Spacecraft
Rappresentazione grafica del veicolo spaziale Dream Chaser sulla stazione spaziale.

Fonte: SNC

Lanciato con successo il Falcon Heavy, un altro, decisivo, passo verso la nuova frontiera

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Ebbene si, SpaceX dopo anni di ritardi e rinvii ha, finalmente, lanciato il suo vettore pesante, il Falcon Heavy, ed è stato un pieno successo.

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L’evento, trasmesso in diretta streaming sul canale You tube di SpaceX ha conseguito il record di secondo avvenimento i diretta più visto di sempre, con circa due milioni e mezzo di spettatori connessi contemporaneamente nonostante fosse trasmesso in diretta anche sul canale della NASA.

Rispetto all’orario annunciato, il lancio è avvenuto con oltre due ore di ritardo a causa dei forti venti ad alta quota che ne minacciavano la riuscita ma alle 21,45 ora italiana il Falcon Heavy si è sollevato maestosamente e senza esitazioni dalla piattaforma 39A (la stessa delle missioni Apollo) del Kennedy Space Center, lasciandosi dietro una enorme nuvola di fumo ed una scia fiammeggiante che a molti ha rievocato i lanci del mitico Saturn V delle missioni Apollo, trasportando nello spazio la Tesla Roadster di proprietà di Elon Musk ed il suo singolare guidatore, un manichino rivestito con il prototipo delle tute spaziali che saranno adottate dagli astronauti di SpaceX nelle future missioni con equipaggio, per questo chiamato “Starman“.

Dopo due minuti e trenta secondi i due boosters ausiliari del primo stadio si sono regolarmente sganciati, come da programma, e hanno iniziato la manovra di rientro al KSC dove sono atterrati circa otto minuti dopo il lancio con una perfetta ed emozionante manovra in sincrono.

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La registrazione della diretta streaming è ora disponibile su you tube ed è possibile riassaporare le emozioni rivedendola:

Dopo altri cinquanta secondi è stata la volta del motore principale, il cosiddetto central core, che si è spento e si è sganciato dal corpo principale, cambiando assetto e iniziando la manovra di rientro a terra verso la piattaforma OCISLY (Of Course I Still Love You) che lo attendeva in mezzo all’Atlantico.

Qui c’è stata l’unica lieve nota stonata dell’evento: il core ha eseguito la manovra alla perfezione avvicinandosi in perfetto assetto alla sua destinazione ma, al momento dell’accensione dei tre motori Merlin che dovevano gestirne l’atterraggio solo uno di questi, quello centrale, si è acceso regolarmente mentre gli altri due non sono ripartiti a causa dell’esaurimento dello speciale liquido TEA-TEB, che doveva garantirne la riaccensione.

Un piccolo problema perfettamente compensabile nei lanci futuri a causa del quale il core è arrivato al contatto con la piattaforma a quasi 300 km/h distruggendosi e e danneggiando anche due delle turbine di stazionamento della piattaforma.

Intanto l’ogiva del razzo si è aperta rivelando, grazie alle tre telecamere montate a bordo, la Roadster rossa fiammante guidata da Starman, mentre riecheggiavano le note di “Life on Mars” di David bowie. Per la verità Starman si è rivelato un po’ coatto, con una sola mano sul volante ed il gomito appoggiato al finestrino aperto, in perfetto stile. Lo schermo dello stereo dell’auto mostrava la scritta “Don’t Panic“, riecheggiando il mitico romanzo sci-fi di Douglas AdamsGuida galattica per autostoppisti“.

Il momento più suggestivo è arrivato, però, quando si è spento il secondo stadio ed il Falcon heavy si è immesso in orbita di parcheggio in attesa di raggiungere l’assetto per lo strappo finale che lancerà la Tesla Roadster con il suo singolare passeggero verso l’orbita solare definitiva che avrà il suo afelio nei pressi dell’orbita di Marte, cui passerà davvero vicino in certi momenti e dove si prevede possa restare indisturbata anche per un miliardo di anni.

Da quel momento, finite le emozioni del lancio, è partita una diretta streaming costituita da tre visuali diverse alternate prese da dietro, davanti e lateralmente all’auto, grazie alle quali si è potuta osservare la Terra alle spalle, davanti e al fianco di Starman che vi orbitava intorno.

Insomma, un evento riuscito al 99% che è stato, in realtà, un successo completo. Un grandissimo ritorno di Immagine per SpaceX e per il suo Ceo Elon Musk.

Un Elon Musk che è apparso estremamente soddisfatto nella conferenza stampa successiva al lancio durante la quale ha spiegato che saranno necessari circa 6 mesi per produrre un nuovo esemplare del lanciatore pesante che verrà utilizzato per portare in orbita il primo carico pagante del Falcon Heavy, un satellite Arabsat (Arabsat 6A) la cui messa in orbita è stata commissionata dall’Arabia Saudita, il primo paese a credere davvero alle possibilità del Falcon Heavy.

Musk ha anche chiarito che il manichino Spaceman indossa il modello definitivo della tuta spaziale di SpaceX (destinata all’uso dentro la Dragon, non adatta alle EVA, ndr). Il suo sviluppo ha richiesto circa 3 anni e che è  in arrivo la versione 2.0 del fairing, l’ogiva dei vettori Falcon che protegge il carico utile durante le prime fasi del lancio. Questa versione sarà recuperata.

Insomma, uno spettacolo di successo che potrebbe far riaccendere l’entusiasmo per i voli spaziali e spingere i governi a rifinanziare pesantemente, anche in vista di uno sfruttamento commerciale, il settore. È attesa a breve la presentazione al congresso USA del nuovo progetto della NASA per il ritorno sulla Luna, fortemente voluto dal presidente Trump mentre è stato reso noto il progetto dell’ESA per l’istituzione di una base sulla Luna entro il 2030.

L’obbiettivo finale di Musk dovrebbe essere ancora, come annunciato nel 2016, l’atterraggio su Marte nel 2022 per poi portare un equipaggio umano nel 2024, Prima, però, sarà necessario completare lo sviluppo della navicella Dragon e di un nuovo lanciatore pesante per lo spazio profondo, sviluppo che SpaceX conta di completare entro il 2019.

 

Diretta video e Twitter del lancio del Falcon Heavy

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22,31:  2 minuti fa

Upper stage restart nominal, apogee raised to 7000 km. Will spend 5 hours getting zapped in Van Allen belts & then attempt final burn for Mars.

22,18: The should have completed its 30-second re-start at this time, boosting Tesla & Starman into an elliptical orbit with a period of around six hours. Earth departure maneuver around 3:20 UTC or thereabouts.

22,09: Tra sette minuti si riaccenderà il secondo stadio e lo Space Heavy con il suo carico penetreranno nelle fasce di Van Allen.

Impressionante l’atterraggio dei booster sulle piattaforme di atterraggio, arrivati dolcemente e all’unisono.

20,48: Distacco dei boosters regolare dopo 2 minuti e 32 secondi dal lancio.

20,45: Lancio perfetto!

20,20: Abbiamo il GO! per il carico del carburante! GO for PROP LOAD!!!

Elon Musk conferma che la sequenza automatica di lancio è iniziata con T – 0 settato per le 21,45.

20,00:  8 minuti fa

19,45: NEW LAUNCH TIME: 15:45 EST (20:45 UTC). Next weather conditions update in 20mins.  Il lancio avverrà alle 21,45.

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  1. SpaceX/Heavy: 2 hours and 20 minutes left into today’s launch window; the countdown remains in an extended hold at the 2-hour 3-minute mark; waiting for an updated launch target

  2. One item the Launch Team will evaluate is whether there is enough of a favorable trend in the winds to justify loading the vehicle. There may not be enough time to re-condition over 900 metric tons of LOX between the end of today’s & the opening of tomorrow’s window.

     

      ha ritwittato

    SpaceX/Heavy: The countdown is holding at 2 hours 3 minutes and 2 seconds; a clock adjustment is expected soon with a new launch target

     

  3. Again approaching T-2 hours to the latest NET time and coming up on the pre-tanking decision points. This is the latest snapshot of the atmosphere over KSC.

  4.   ha ritwittato

    Now 3:10 pm EST for Falcon Heavy launch “for clock management.”

     

  5.   ha ritwittato

    New launch time of 3:05 pm, continuing to evaluate upper level winds.

19,20: A causa di venti d’alta quota, che superano del 20% gli estremi fissati per il lancio, il decollo del é stato spostato a non prima delle 20:50 ora italiana! Tutti gli avvisi automatizzati sono stati riadattati a questa nuova tempistica.

19,05: L’astronauta Scott Kelly comunica che il lancio è ora confermato per le 21,05. Intanto a Cape Canaveral è arrivato anche Harrison Ford, espressamente invitato da Musk ad assistere al lancio. Si dice che i vettori Falcon portano tale nome in onore del Millenium Falcon, l’astronave capitanata da Ford nei panni di Han Solo in Star Wars.

18,50: Nessuna nuova comunicazione ufficiale, per ora, ma l’inizio della diretta su you tube è ora fissato per le 21.00.

18,37: Il lancio, inizialmente previsto alle 19,30, ora italiana, è stato posposto alle 20,20 a causa del forte vento. L’account twitter di SpaceX, comunque, riferisce che le condizioni meteo restano al 90% favorevoli. Ricordiamo che la finestra di lancio odierna si chiuderà alle 22,30. L’inizio della diretta su You Tube resta, per ora, fissato alle 19,00.

 23 minuti fa

All systems remain go for today’s test flight of Falcon Heavy. Weather is 90% favorable for today’s two-and-a-half hour launch window, which opens at 1:30 p.m. EST, or 18:30 UTC.

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Questa sera il lancio inaugurale del Falcon Heavy – diretta video

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Dopo il positivo risultato del test di accensione dei 27 motori Merlin-1D effettuato lo scorso 24 gennaio 2018 e dopo avere ottenuto dalla Federal Aviation Administration (FAA) la necessaria autorizzazione, SpaceX ha comunicato che questa sera, alle 19,30 italiane, tenterà il lancio inaugurale del Falcon Heavy.

Falcon Heavy dovrebbe essere la navicella spaziale interplanetaria che SpaceX, l’azienda avveniristica di Elon Musk, utilizzerà per portare, secondo il programma annunciato, l’uomo su Marte nel 2024.

Il condizionale è d’obbligo, Falcon Heavy fu annunciato da Elon Musk nel 2011 e avrebbe dovuto esordire nel 2013, invece ritardi di produzione e modifiche al progetto hanno causato continui rinvii fino ad oggi. Questo non ha impedito, però, ad Elon Musk di annunciare alcuni mesi fa il programma per lo sbarco su Marte che prevede per il 2022 l’arrivo sul pianeta rosso di due astronavi cariche di attrezzature e per il 2024 lo sbarco di due equipaggi.

Questa sera la finestra di lancio si aprirà alle 19,30, ora italiana, e resterà aperta per tre ore, le condizioni meteorologiche dovrebbero essere favorevoli per il lancio.

Dopo il lancio SpaceX tenterà, come di consueto, di effettuare il recupero dei 3 booster che compongono il primo stadio del razzo: i due corpi laterali, che completeranno la loro spinta circa 2 minuti e mezzo dopo il decollo, torneranno verso Cape Canaveral per atterrare sulle Landing Zone 1 e 2 mentre il vettore principale, che esaurirà il suo compito pochi secondi dopo i booster laterali, rientrerà atterrando sulla sulla piattaforma marina OCISLY, in attesa nell’Oceano Atlantico al largo della costa della Florida.

Se il lancio avrà successo, il risultato finale sarà l’immissione in un orbita intorno al Sole, con afelio in prossimità dell’orbita di Marte, di una autovettura Tesla Roadster rossa con a bordo “Starman”, un manichino che indossa un prototipo delle tute che SpaceX ha sviluppato per i prossimi equipaggi da inviare con le capsule Dragon V2 sulla Stazione Spaziale Internazionale, chiamato così in onore del personaggio dell’omonima canzone di David Bowie.

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La Tesla Roadster, con il passeggero Starman, prima di essere rinchiusa nella copertura aerodinamica del Falcon Heavy. (C) Elon Musk

Per l’occasione, SpaceX ha pubblicato sul suo canale You Tube l’animazione sottostante che mostra tutta la sequenza di lancio:

La diretta del lancio e delle fasi successive verrà trasmessa sul canale You Tube al sottostante link:

Reccom Magazine seguirà l’evento proponendo ai suoi lettori la diretta diretta video via You Tube e gli aggiornamenti comunicati via Twitter dall’account ufficiale di SpaceX.

 

Otis T. Carr e l’OTC-X1

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di Oliver Melis

Secondo alcuni Otis T. Carr è stato una delle menti più geniali della storia al pari di Sir Isaac Newton, Albert Einstein e Nikola Tesla. Carr, che sosteneva di essere stato assistente di Tesla e raccontava che questi gli avrebbe rivelato importanti segreti negli anni venti, quando Carr lavorava come impiegato di un hotel a New York.

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Dopo la scomparsa di Tesla, verso la metà degli anni 50, Carr decise di raccontare al mondo le sue scoperte e di raccoglierne i frutti. Fondò cosi la OTC Enterprises, e assunse un manager di nome Norman Colton. Con la nuova società cercò di trovare i fondi per costruire un veicolo capace di volare nello spazio alimentato da un nuovo accumulatore di energia chiamato “Utron“. Il veicolo spaziale era l’OTC-X1, un velivolo di forma discoidale che avrebbe dovuto effettuare il suo primo volo nell’aprile del 1959 e il dicembre seguente proseguire fino alla luna.

Carr e Colton avrebbero raccolto centinaia di migliaia di dollari grazie a ricchi investitori e grazie ai fan dei “dischi volanti“.

Uno degli investitori era Warren Goetz che sosteneva di essere un alieno, essendosi materializzato da piccolo tra le braccia della madre mentre un disco si librava sopra di lei.

Ma per gli scettici, Carr era un imbroglione senza pudore. La domenica del 19 aprile 1959, mentre la folla si radunava in un parco di divertimenti a Oklahoma City per assistere al primo volo dell’OTC-X1, Carr improvvisamente contrasse una misteriosa malattia e dovette essere ricoverato in ospedale, malattia causata a suo dire, da una perdita di mercurio.

I giornalisti vennero tenuti lontani dalle guardie che presidiavano lo stabilimento dove si presumeva fosse custodita la meravigliosa nave, ottenuta grazie agli studi di Tesla. Nessuno però la vide e solo qualcuno riusci a vedere un intrico di cavi e parti che non assomigliavano nemmeno lontanamente a qualcosa che potesse librarsi nell’aria.

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L’OTC-X1 non è mai andato sulla luna, ma Carr è andato in prigione per aver venduto azioni illegalmente. Morì senza un soldo anni dopo in una baraccopoli di Pittsburgh.

Fonte: Howstuffworks

Cloud Seeding

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di Oliver Melis

Controllare il clima o, per meglio dire, il meteo è ormai per molti “complottistiun modo per dominare il mondo, grazie al quale è possibile impoverire un territorio causando carestie, desertificazione e morte. Per tanti adepti del complotto delle scie chimiche il controllo dell’atmosfera terrestre permetterebbe il dominio del pianeta e delle sue ricchezze riducendo la popolazione mondiale a mezzo miliardo di individui guidati da una dittatura elitaria con a capo misteriosi esseri, forse di origine aliena. Questi incubi però restano tali se si analizzano i tentativi di controllo del clima tentati ormai da oltre settanta anni.

1Il cloud seeding è quella pratica che prevede di seminare le nubi con delle particelle che hanno lo scopo di fare da nuclei di aggregazione per le gocce o i cristalli di ghiaccio. In definitiva, per indurre piogge e nevicate a comando. Quando se ne parla si finisce sempre per incontrare laureati all’università della strada che gridano al complotto tirando in ballo i più disparati complotti che sopra abbiamo citato.

Dopo decenni di tentativi a partire dagli anni 40, abbiamo accumulato poche evidenze scientifiche sulla reale efficacia della tecnica, figuriamoci se, visti i risultati, possiamo comandare il meteo. Un conto è misurare gli effetti su piccola scala, in laboratorio, e un altro è misurarlo al di fuori delle condizioni controllate. In passato avevamo strumenti inadeguati alla misura precisa delle dimensioni delle gocce all’interno di un complesso nuvoloso cosi da capire le sostanze disseminate potessero realmente funzionare, senza considerare che in natura le nubi presentano tutte diverse condizioni di temperatura e umidità e la direzione e l’intensità del vento e la pressione cambiano in continuazione .

Oggi però esistono strumenti più evoluti e precisi e un gruppo di scienziati statunitensi è riuscito a condurre un esperimento sopra alle montagne dell’Idaho e a descriverne la catena di eventi su una rivista scientifica, Proceedings of the National Academy of Sciences, dalla formazione del ghiaccio alla crescita dei cristalli, fino alla loro precipitazione a terra.

2IL GRUPPO ha aspettato che sulle montagne sudoccidentali dell’Idaho si accumulassero nubi di temperature comprese tra 0 °C e -15 °C, abbastanza fredde da formare ghiaccio e quando si è presentata l’occasione, un aereo appositamente attrezzato ha effettuato una serie di virate a zig-zag all’interno di una nuvola rimanendo posizionato tra due radar di terra, capaci di rilevare le dimensioni delle goccioline d’acqua e il numero di quante si sono trasformate in cristalli di ghiaccio.

L’aereo, durante le manovre a zig zag, ha disseminato ioduro d’argento (un composto usato per questo tipo di esperimenti) prima da taniche e poi attraverso le ali, per fornire un nucleo di condensazione attorno al quale potessero accumularsi gocce, fino a formare cristalli abbastanza grossi e pesanti da cadere al suolo. Un secondo velivolo ha volato nell’area per raccogliere dati.

In un paio d’ore si sono formati dei fiocchi di neve lungo il tratto percorso dal velivolo che rilasciava lo ioduro d’argento, i fiocchi sono passati dalle dimensioni di pochi micrometri a ben 8 millimetri di diametro iniziando a precipitare.

Gli studi sono all’inizio e comunque, nonostante i tanti laureati all’università della strada gridino al complotto, cercare di controllare a comando il clima, modificarlo a piacimento e utilizzarlo magari come arma è un procedimento ancora al di fuori della portata della tecnologia umana e forse non lo si potrà controllare mai, con buona pace dei tanti sostenitori delle più assurde e insensate teorie.

Fonte: Focus.it