giovedì, Settembre 19, 2024
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Charlie, ci siamo: il Great Ormond Street chiede una nuova udienza all’alta corte inglese

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Siamo giunti ad una svolta sul caso del piccolo Charlie, il neonato di dieci mesi affetto da una malattia incurabile, sindrome da deplezione mitocondriale che, a causa della legge inglese sull’accanimento terapeutico, potrebbe essere lasciato morire staccandolo dalla macchine che lo tengono in vita.

Dopo gli interventi degli ultimi giorni da Parte del presidente statunitense Trump e, soprattutto da parte dell’Ospedale romano Bambino Gesù, qualcosa è cambiato. Che sia una conseguenza di un incontro diretto di Trump con la premier inglese Theresa May o per quello della diplomazia vaticana non è dato, per ora, saperlo. Anche il ministro degli esteri italiano Angelino Alfano si era attivato presso il suo omologo inglese Boris Jhonson ricevendo, però, un secco diniego. La legge inglese non può concedere deroghe.

La vicenda è balzata all’onore della cronaca internazionale dopo che l’alta corte per i diritti umani di Strasburgo si era rifiutata di pronunciarsi sul caso dando ragione alla giustizia inglese che, su richiesta dei medici dove è ricoverato il bambino, aveva sentenziato la necessità di dovere staccare le macchine al piccolo paziente, giudicato ormai incurabile e terminale.

La scorsa notte un numeroso gruppo di manifestanti ha marciato su Downing Street, invitando Theresa May a intervenire per consentire a Charlie di lasciare Londra.

Quest’oggi lo stesso Papa Francesco si era attivato di persona offrendo il passaporto della Città del Vaticano al piccolo Charlie nella speranza di poter eludere la sentenza inglese nei confronti di un cittadino del Vaticano.

Quest’oggi il Great Ormond Street ha richiesto una nuova udienza all’alta corte inglese per riesaminare il caso alla luce di nuove prove. Secondo il comunicato emesso dall’ospedale, due grandi strutture sanitarie estere, il Bambin Gesù ed un ospedale americano, hanno presentato dossier illustrativi di una terapia sperimentale che potrebbe avere successo nel caso del piccolo Charlie.

L’udienza è stata fissata per lunedì.

Di seguito, il comunicato integrale dell’ospedale inglese:

Great Ormond Street Hospital’s full statement

Great Ormond Street Hospital for Children has today applied to the High Court for a fresh hearing in the case of Charlie Gard in light of claims of new evidence relating to potential treatment for his condition.

We have just met with Charlie’s parents to inform them of this decision and will continue to keep them fully appraised of the situation.

Two international hospitals and their researchers have communicated to us as late as the last 24 hours that they have fresh evidence about their proposed experimental treatment.

And we believe, in common with Charlie’s parents, it is right to explore this evidence.

Great Ormond Street Hospital is bound by the ruling of the High Court which expressly forbids us from transferring Charlie for nucleoside therapy anywhere.

This ruling has been upheld by the Court of Appeal, the Supreme Court and the European Court of Human Rights.

It has also been supported unequivocally by some of the world’s most distinguished clinicians and scientists.

The ruling also states that it is in Charlie’s best interests for artificial ventilation to be withdrawn, and for his clinicians to provide him with palliative care only.

The ruling of Mr Justice Francis states: “It is lawful, and in Charlie’s best interests not to undergo nucleoside therapy, provided always that the measures and treatments adopted are the most compatible with maintaining Charlie’s dignity.”

Great Ormond Street Hospital is therefore giving the High Court the opportunity to objectively assess the claims of fresh evidence.

It will be for the High Court to make its judgment on the facts.

Charlie’s condition is exceptionally rare, with catastrophic and irreversible brain damage.

Our doctors have explored every medical treatment, including experimental nucleoside therapies. Independent medical experts agreed with our clinical team that this treatment would be unjustified.

Not only that, but they said it would be futile and would prolong Charlie’s suffering. This is not an issue about money or resources, but absolutely about what is right for Charlie.

Our view has not changed. We believe it is right to seek the High Court’s view in light of the claimed new evidence.

Our priority has always been, and will always be, the best interests of Charlie Gard.

But our care and compassion also goes to the loving families of each and every one of the children we look after. We strive to ensure we give them limitless support at these most difficult of times.

We will always, under all circumstances, respect the confidentiality of our patients and their families.

At Great Ormond Street Hospital, we endeavour to provide the best possible medical care for every single child we treat.

It is why we are recognised as one of the world’s leading children’s hospitals, employing the most skilled and caring doctors and nurses who are absolutely dedicated to their patients.

We are proud of our colleagues, and proud of the work that they do.

We are also immensely proud of the public support we have earned over the generations. We respect it greatly and know how precious it is.

The very last thing we want is for a patient to suffer, and our devoted medical teams do their very best day in, day out, for the children under their care.

We respectfully acknowledge the offers of help from the White House, the Vatican and our colleagues in Italy, the United States and beyond.

We would like to reassure everyone that Great Ormond Hospital will continue to care for Charlie and his family with the utmost respect and dignity through this very difficult time.

In sostanza, la direzione sanitaria del Great Ormond Street Hospital’s, pur affermando di non avere cambiato idea circa la necessità di sospendere l’accanimento terapeutico sul piccolo Charlie Gard, afferma di ritenere giusto che il caso vada riesaminato alla luce dei protocolli terapeutici proposti dai sanitari del Bambin gesù e di un ospedale americano. Senza un pronunciamento della corte inglese che annulli la precedente sentenza, l’ospedale dovrebbe staccare il sostentamento artificiale che tiene in vita il bambino.

Nel comunicato si ringraziano esplicitamente la casa Bianca ed il vaticano, oltre ai colleghi italiani ed americani, per l’interesse manifestato nel caso in oggetto.

La Sacra Sindone

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di Oliver Melis per Reccom Magazine

La sacra Sindone è una delle principali reliquie della cristianità ed una delle più note. Basti pensare alla quantità di fedeli e turisti che partecipano alle periodiche ostensioni di questo sacro reperto.

L’esistenza della Sindone, il lenzuolo di lino che avrebbe avvolto il corpo esanime di Gesù, è nota in occidente già dal 1353, da quando, cioè, a Lirey in Francia, il cavaliere Goffredo di Charny annunciò di essere in possesso del telo che avvolse il corpo del Salvatore nel sepolcro. Nel 1453 Margherita di Charny, discendente di Goffredo, vendette la Sindone ai duchi di Savoia, che la portarono a Chambéry, loro capitale. La Sindone venne riconosciuta come autentica con la benedizione di papa Giulio II nel 1506, in un momento storico delicatissimo per la Chiesa: era in corso lo scisma di Lutero.

Cosa si sa della Sindone in epoche precedenti il 1353?

Qualche leggenda e alcune citazioni dei Vangeli che raccontano di Gesù avvolto in un lenzuolo (sindon in greco) da Giuseppe di Arimatea, una citazione in un vangelo apocrifo e leggende con nessuna valenza storica. Gesù secondo i vari miti e le varie leggende e secondo alcuni riferimenti che troviamo nei vangeli, anche apocrifi, cioè non ritenuti validi, venne avvolto in un lenzuolo ma non ci sono certezze dopo 2000 anni che il lenzuolo sia lo stesso esposto a Torino.

Nel IV secolo dopo Cristo, Elena, madre di Costantino che la Chiesa fece santa, iniziò a raccogliere reliquie di Gesù e degli apostoli. Con tutta probabilità molte di queste reliquie erano artefatte e comunque utilizzata dalla nascente chiesa per attirare le persone. Fu, però, con le crociate che si inaugurò la massiccia importazione di reliquie in occidente, chiodi e i legni della croce non mancano certamente.

Con le Crociate in Palestina, dopo che Costantinopoli era stata saccheggiata, arriviamo al 1353 e Goffredo di Charny dice di avere il telo sepolcrale di Gesù che viene poi venduto ai Duchi di Torino e passa in mano della Chiesa Cattolica. Quel lenzuolo ha 2000 anni? ha avvolto veramente un uomo morto in croce e poi risorto?

Secoli fa, soprattutto quando si creavano reliquie non erano a conoscenza di nessun metodo per datare l’età dei reperti ma oggi con il metodo del radio carbonio 14 possiamo facilmente datare sostanze di origine organica (ossa, legno, fibre tessili, semi, carboni di legno…) con una certa precisione. Il metodo fu ideato e messo a punto tra il 1945 e il 1955 dal chimico statunitense Willard Frank Libby, che per questa scoperta vinse il Premio Nobel nel 1960. Il metodo del C14 può essere utilizzato per materiali di età compresa tra i 50.000 e i 100 anni e viene utilizzato in paleontologia, archeologia ed in ogni disciplina in cui sia necessario risalire all’età di un qualsiasi reperto.

Negli anni ’80 del ventesimo secolo la Chiesa accettò di far esaminare la Sindone attraverso metodi scientifici. Per determinare l’età del telo furono tagliati tre piccoli quadratini che furono distribuiti ai tre più accreditati istituti di ricerca del mondo perché scoprissero l’età dei campioni. La datazione ottenuta dai tre laboratori dette gli stessi risultati: la Sindone risaliva all’Alto Medioevo, in un’epoca tra il 1260 ed il 1390, date compatibili con il ritrovamento, avvenuto nel 1353, del cavaliere Goffredo di Charny.

La sindone, durante la sua esistenza nota, ha subito parecchie traversia. Fu danneggiata in un incendio ed è stata sottoposta a molteplici analisi i cui risultati sono spesso stati interpretati in maniera contrastante. C’è anche molto da dire sull’immagine impressa sul telo che rappresenterebbe Gesù anteriormente e posteriormente, immagine che ha sollevato parecchi interrogativi non ancora del tutto svelati.

Dopo questo articolo introduttivo, torneremo presto ad esaminare quella che viene considerata una delle reliquie più importanti della cristianità e a provare a chiarirne alcuni degli aspetti più controversi.

Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO ItaliaPerle complottare e le scie chimiche sono una cazzata

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Presto le nostre auto saranno guidate da un’Intelligenza Artificiale in grado di prendere decisioni morali

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Nel suo libro ” La discesa dell’uomo” e la selezione in relazione al sesso , Darwin ha orgogliosamente sostenuto che il senso della moralità è un tratto univocamente umano. Anche se questa affermazione è stata contestata negli ultimi anni, è giusto dire che gli esseri umani sono ancora al top dei grafici quando si tratta di espressione della morale.

Presto, però, in questo senso, avremo concorrenza, sotto forma di auto senza conducente, guidate da un’Intelligenza Artificiale in grado di prendere decisioni autonome.

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Behavioral Neuroscience ha analizzato il comportamento umano e le valutazioni morali per capire come potrebbero essere applicate ai computer.

Proprio come un essere umano al volante, un’Intelligenza Artificiale che guidi un’auto potrebbe trovarsi a dover prendere delle in un’auto, un’auto senza conducente potrebbe dover prendere importanti decisioni di carattere morale. Immaginiamo uno scenario del genere: un bambino attraversa improvvisamente la strada mentre l’auto controllata dall’ AI sta sopraggiungendo. A questo punto l’AI deve esaminare le alternative che le si presentano e decidere se investire il bambino, scartare di lato e rischiare di investire altri passanti o scartare e schiantarsi copntro un muro con il rischio di danneggiare il suo passeggero.

In precedenza si è sempre pensato che questo tipo di decisioni di carattere morale, che dipendono esclusivamente dal contesto e dalla reazione umana individuale in funzione del contesto, non potesse essere descritte in un software.

“Noi abbiamo scoperto che, invece, è possibile farlo” Ha affermato Leon Sütfeld, autore dello studio, in una dichiarazione .

“Il comportamento umano in situazioni critiche che presentano un dilemma è regolato da un modello piuttosto semplice basato sul valore che ogni individuo attribuisce agli oggetti coinvolti, siano esseri umani, animali od oggetti inanimati”.

lo studio è stato realizzato attraverso una simulazione di realtà virtuale in cui i partecipanti guidavano un’auto in un tipico quartiere suburbano in una giornata nebbiosa, quindi con scarsa visibilità. Durante la simulazione, sono stati affrontati situazioni che presentavano inevitabili incidenti con oggetti inanimati, animali, persone, ecc. Le persone sottoposte al test dovevano decidere, di volta in volta, come reagire.

I risultati dei test sono stati inseriti in un data base alimentante una serie di modelli statistici atti a stabilire le regole per elaborare come e perché un essere umano prende una data decisione. Una volta alimentata a sufficienza la base di dati i modelli sono emersi.

Il risultato è che sono state elaborate e comprese, almeno in apparenza, le leggi e le meccaniche che portano un essere umano a prendere una certa decisione di carattere morale con la conseguenza che ora potremo insegnare all’Intelligenza Artificiale a condividere il nostro codice morale.

Si tratta di una cosa che avrà implicazioni enormi nello sviluppo delle autovetture automatiche guidate dall’AI.

Sono numerosi i grandi produttori di auto e le software house impegnati nello sviluppo di automobili guidate dall’Intelligenza Artificiale e si prevede che il trasporto di cose e persone automatizzato diventerà presto uno dei principali business. Avremo automobili e TIR in grado di andare da un posto all’altro senza essere controllate manualmente da un essere umano, evitando ostacoli, scegliendo il percorso migliore in base ai dati sul traffico e sul meteo comunicati da una centrale di coordinamento, tenendo la velocità più adatta per ogni circostanza.

Un’intelligenza Artificiale che sarà in grado di decidere, proprio come un essere umano, come comportarsi in caso di imprevisti.

Ma voi, la comprereste un’automobile che, in caso di un’emergenza improvvisa, potrebbe decidere che rischiare la vostra vita schiantandosi contro un muro sia la scelta che porta il male minore?

L’astrologia

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di Oliver Melis per Reccom Magazine

L’astrologia ha origini antichissime, i popoli primitivi iniziarono da subito a interrogarsi sul moto dei corpi celesti, dove i principali punti di riferimento erano il Sole, la Luna, Venere, Sirio e costellazioni come i due Carri, Orione e le Pleiadi, corpi e formazioni di stelle ben visibili. Tutte le civiltà del passato hanno studiato con attenzione i fenomeni celesti, creando una propria astrologia.

Storia e nascita dell’astrologia

Lo studio della volta celeste e dei corpi che vi si osservano e di tutti i fenomeni annessi, ha da sempre attirato l’interesse delle persone, e forse nel passato l’interesse nella conoscenza dei moti degli astri era ancora più forte. Tutte le società antiche hanno diretto i loro sforzi nello studio delle stelle, delle loro posizioni e dei loro movimenti.

Ogni civiltà antica ha sviluppato una propria astrologia, dando vita alle proprie interpretazioni e tradizioni che nel corso dei secoli, grazie allo scambio interculturale, si sono amalgamate e differenziate, portando a distinguere tre grandi branche: l’astrologia occidentale, l’astrologia cinese e l’astrologia indiana.

Astrologia e i Maya

I Maya osservavano scrupolosamente i corpi celesti ed erano in grado di prevedere i movimenti dei pianeti con estrema precisione ed è grazie ai loro studi astronomici, da cui derivò la loro astrologia, che essi erano in grado di prevedere l’inizio della stagione delle piogge, fondamentale per la loro agricoltura. Grazie allo studio degli astri individuarono i quattro punti cardinali, creando un calendario per le celebrazioni religiose e per la prosperità della loro economia.

I loro templi avevano 365 scalini, uno per ogni giorno dell’anno e costruirono le loro città seguendo il moto dei pianeti e delle stagioni.

Babilonesi ed Egiziani

L’astrologia babilonese e quella egiziana sono le antenate dell’astrologia occidentale moderna, quella che realizza gli oroscopi, basata sulla posizione dei corpi celesti del nostro sistema solare. Greci ed egizi associarono le divinità ai corpi celesti, e solo dal 1500 in poi fu possibile scoprire ed aggiungere le costellazioni dell’emisfero australe che sino ad da allora era rimasto nascosto.

Persiani e Arabi

Durante l’Alto Medioevo i Persiani e gli Arabi, svilupparono ulteriormente l’astrologia e l’astronomia con l’introduzione dell’astrolabio, uno strumento che permetteva di localizzare e calcolare la posizione dei corpi celesti, di determinare l’ora locale conoscendo la latitudine e viceversa. Esso per molti secoli fu il principale strumento utilizzato nella navigazione.

Astrologia e astronomia per lungo tempo sono state profondamente interconnesse, ma dopo l’introduzione del metodo scientifico hanno preso strade diametralmente opposte. Oggi l’astrologia è considerata dalla comunità scientifica una superstizione basata su una pseudoscienza.

La validità dell’astrologia

L’astrologia moderna e gli oroscopi si basano su 12 costellazioni ma i segni non sono 12 ma 13. Se si volessero essere precisi bisognerebbe infatti tenere conto della costellazione delll’Ofiuco, la costellazione che rappresenta forse il dio Apollo oppure Laocoonte, per i romani Esculapio che tiene con le mani un grosso serpente.

Chi, alcuni millenni fa, ha posto le basi dell’astrologia non era a conoscenza di un altro movimento, che avviene con una periodicità molto più lunga di quello che impiega la Terra a compiere una rivoluzione attorno al Sole.

Il movimento è quello dell’asse terrestre, quello cioè attorno a cui la terra ruota quotidianamente in poco meno di 24 ore. L’asse è inclinato, e l’inclinazione cambia cioè descrive una curva nel cielo, tornando al punto di partenza all’incirca ogni 26mila anni: un fenomeno chiamato precessione. Questo fatto non era noto nell’antichità,

Tenendo conto della precessione il percorso apparente del Sole lungo la volta celeste nel nostro 2015 cambia rispetto a quello che avrebbe osservato un babilonese o un greco antico. E questo ci fa capire che bisognarebbe cambiare anche le costellazioni o segni dello zodiaco.

Dalla creazione dell’astrologia a oggi sono cambiate molte cose e dopo millenni abbiamo una visione diversa dell’universo che ci ospita. Oggi sappiamo che la Terra ruota intorno al Sole e che le stelle non sono dei semplici punti fissi sulla volta celeste ma altrettanti Soli sparsi a diverse distanze dal nostro sistema solare e che insieme formano una gigantesca galassia chiamata Via Lattea, e che tutte le stelle, Sole compreso cambiano posizione in continuazione in tempi molto lunghi rispetto alla vita umana.

Le costellazioni, per la moderna astronomia non ricoprono nessun interesse, al massimo vengono considerate come dei punti di riferimento che si usano più per comodità che per tradizione, non avendo nessuna esistenza reale, sono solo formazioni immaginarie ottenute unendo gruppi di stelle solo apparentemente vicine.

Oggi noi vediamo l’universo con occhi diversi ma, nonostante le scoperte scientifiche di questi ultimi 100 anni, ancora molti si affidano alla superstizione credendo che pianeti e stelle influiscano sulla vita di tutti i giorni segnandone addirittura il destino D’altra parte la scienza si nutre di dubbi e di domande sempre nuove andando continuamente a ricercare risposte sempre più complesse e soddisfacenti mentre l’astrologia resta ferma, immutabile malgrado le evidenti falle messe a nudo proprio dal metodo scientifico.

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Mangiare regolarmente cacao ha effetti positivi sul cervello

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Secondo un nuovo studio, il consumo di flavanoli del cacao – antiossidanti presenti nelle fave di cacao – non solo aumenta la memoria e le funzioni cognitive, nel breve termine, ma il consumo regolare potrebbe aiutare a proteggere contro il declino cognitivo con l’età.

Che il cioccolato abbia effetti positivi non è un’idea nuova e sono molti gli studi che ne hanno delineato gli effetti positivi. Tuttavia, un gruppo di ricercatori italiani ha condotto una meta-analisi degli studi disponibili, analizzando in particolare gli effetti del cioccolato sul cervello, relativo agli effetti immediati e quelli a lungo termine.

Lo studio, pubblicato su Frontiers in Nutrition , ha determinato che mangiare flavanoli del cacao aumenta il flusso di sangue in sezioni chiave del cervello, migliorando la memoria, la capacità di attenzione e  la velocità di elaborazione degli stimoli visivi. C’è, però, da rilevare che, in adulti giovani e sani, questi effetti sono rilevabili solo con approfonditi test cognitivi.

Gli effetti più rilevanti sono stati accertati nelle persone anziane: il consumo regolare e prolungato di cioccolato ha effetti positivi sulle prestazioni cognitive degli anziani, proteggendo il cervello dal declino cognitivo.

“Questo risultato suggerisce che il potenziale dei flavanoli del cacao, consumati continuativamente, a lungo termine protegge la parte vulnerabile della popolazione dal declino delle facoltà cognitive” affermano gli autori dello studio Valentina Socci e Michele Ferrara, dell’Università dell’Aquila, in un comunicato . “Se si guarda il meccanismo di base, i flavanoli del cacao hanno effetti benefici per la salute cardiovascolare e possono umentare il volume ematico cerebrale nel giro dentato dell’ippocampo. Questa struttura è particolarmente influenzata dall’invecchiamento e quindi potenziale fonte di declino della memoria correlata all’età nell’uomo.”

E se, secondo voi, questa non è una ragione sufficiente per andare al negozio più vicino a comprare cioccolata, si è scoperto anche che, soprattutto tra le donne, mangiare cacao dopo una notte di privazione del sonno permette di riequilibrare gli effetti negativi dell’insonnia e migliora ancora le funzioni cognitive (grande notizia per le neo mamme).

Gli autori suggeriscono nel loro articolo che la somministrazione di flavanoli del cacao potrebbe essere utilizzata come “un nuovo strumento nutraceutico, utile per proteggere le facoltà cognitive e contrastare diversi tipi di declino cognitivo” se dipende dalla privazione del sonno o dal naturale declino dovuto all’età.

A controbilanciare gli effetti positivi del cioccolato vi sono però le conseguenze dovute all’assunzione di latte e zucchero, troppo spesso associati al consumo di cioccolato.

Per evitare gli effetti negativi sarebbe opportuno consumare sempre cioccolato del tipo fondente.

“Il cioccolato fondente è una fonte ricca di flavanoli. Quindi dobbiamo consumare un po’ di cioccolato fondente. Ogni giorno.”

Guarda le api in slow motion: La raccolta del polline e l’impollinazione

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httpss://www.youtube.com/watch?v=3fCvkNuUBiQ

In questo suggestivo filmato è possibile vedere in slow motion come operano le api. È da ricordare che le api, nella loro opera di raccolta per la produzione del miele, sono il principale veicolo di impollinazione, e quindi di riproduzione, per le piante che producono fiori e la loro opera è fondamentale per gli equilibri ambientali.

Purtroppo, le api si stanno estinguendo in molte zone del mondo a causa dell’inquinamento e dei veleni utilizzati in agricoltura e gli scienziati sono all’opera per salvarle e trovare validi sostituti per l’impollinazione, ad esempio dei minuscoli droni. Senza le api, probabilmente, la vita sulla Terra sarebbe molto più difficile.

Dal 2018 la Francia renderà obbligatorie 11 vaccinazioni

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Dall’anno prossimo anche la Francia renderà obbligatorie 11 vaccinazioni.

Attualmente, sono solo tre i vaccini  obbligatori in Francia e, precisamente, quelli relativi a difterite, tetano e poliomielite ma la nuova legge in materia di prevenzione voluta dal governo Macron estenderà l’obbligo della vaccinazione anche per morbillo, l’epatite B, l’influenza, la pertosse, parotite, rosolia, la polmonite, la meningite ed epatite C.

La nuova legge, riporta Le Figaro, è stata annunciata dal nuovo primo ministro francese Edouard Philippe martedì scorso.

Parlando al giornale francese Le Parisien il mese scorso, il ministro della Salute Agnès Buzyn aveva preannunciato l’intenzione di rendere obbligatori undici vaccini, alla luce dell’epidemia di morbillo in corso in Francia. Tra il 2008 e il 2016, più di 24.000 casi di morbillo (con 10 morti correlate) sono stati segnalati in Francia tra le persone non vaccinate, nonostante la disponibilità del vaccino.

“Oggi, in Francia, abbiamo un problema di salute pubblica, ” ha detto il ministro, “è riapparso il morbillo e non è tollerabile che vi siano bambini che muoiono a causa di esso: 10 sono morti dal 2008. Dal momento che questo vaccino è solo consigliato e non obbligatorio, il tasso di copertura è del 75 per cento, mentre dovrebbe essere il 95 per cento per evitare questa epidemia. Abbiamo lo stesso problema con la meningite “.

Nel mese di maggio, il governo italiano ha stabilito che i bambini devono essere vaccinati contro 12 malattie comuni prima di poter frequentare le scuole statali anche se una recente delibera ha ridotto questo numero a 10.

In uno studio effettuato su 65,819 individui in tutto 67 Paesi lo scorso anno, la Francia è risultato il paese con la maggiore diffidenza verso i vaccini in tutto il mondo. Oltre il 41% dei francesi intervistati ha espresso dubbi circa la sicurezza dei vaccini, rispetto alla media mondiale che è del 13%.

I timori sulla la sicurezza dei vaccini derivano, in gran parte, da una studio fraudolento da Andrew Wakefield. Lo studio, realizzato come perizia medica di parte nel corso di una causa intentata da una famiglia contro lo stato inglese, fupubblicato sulla rivista medica The Lancet nel 1998, sosteneva un legame tra i vaccini contro il morbillo, la parotite e la rosolia e la comparsa di autismo e malattie intestinali.

Alla fine si dimostrò che lo studio era stato realizzato con dati falsi ed inventati e Wakefield fu radiato dall’albo dei medici. Lo studio fu ritirato dalla rivista.

Ambiente: piantati in India 66 milioni di alberi in 12 ore

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È accaduto in India, nella regione del Madhya Pradesh, frequentemente sconvolta da inondazioni e alluvioni che, complice la scarsa foretazione dell’area, provocano danni enormi e moltissime vittime.

Sono stati 6,630,000 i giovani alberi messia  dimore in sole 12 ore, grazie all’opera di migliaia di volontari.

Da tempo, in seguito alla firma degli accordi sul clima di Parigi, il governo indiano si è impegnato nell’impresa ad aumentare la copertura forestale del paese a 95 milioni di ettari entro il 2030 con un investimento di oltre 6 miliardi di dollari.

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L’India, negli ultimi decenni, aveva effettuato una deforestazione selvaggia che ha pesantemente influito sul clima locale. La cosa era dovuta sia alla cementificazione sia all’enorme quantità di legna consumata a scopo energetico nel paese. In seguito agli accordi di Parigi l’India ha cominciato ad investire su energia verde e ambiente. La produzione di energia in India sta virando rapidamente dal consumo di carbone e legna alla produzione basata sulle rinnovabili, in particolare fotovoltaico ed eolico.

Charlie: L’Inghilterra oppone difficoltà legali al trasferimento del piccolo al Bambin Gesù

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La famiglia è in contatto con la direzione sanitaria dell’ospedale pediatrico romano che si è detto pronto ad assistere il piccolo, il Great Ormond Street Hospital di Londra, dove è attualmente ricoverato,  si oppone al trasferimento citando ragioni di ordine legale.

La direttrice sanitaria del Bambin Gesù Mariella Enoc, ha confermato di essere in contatto con la famiglia Gard per risolvere il problema del trasferimento del piccolo Charlie, affetto da una rara malattia di origine genetica, presso la struttura romana. Purtroppo, la direzione della struttura sanitaria inglese si sta opponendo al trasferimento del neonato citando problemi di ordine legale, non essendoci nessuna ragione di ordine clinico ad impedirlo.

Gli impedimenti di ordine legale che cita il nosocomia inglese sono probabilmente alla perentoria legge vigente in Gran Bretagna sull’accanimento terapeutico.

Per tentare di sbloccare la situazione si sta muovendo anche il Vaticano. “Superare questi problemi? Se possiamo farlo lo faremo”, ha detto il card. Pietro Parolin riferendosi agli ostacoli di tipo giuridico legati alla legislazione inglese. “Il Bambin Gesù – ha aggiunto – è competente per la parte medica”.

Intanto, secondo il tabloib inglese “Sun”, anche un ospedale americano si sarebbe offerto di aiutare Charlie e la sua famiglia, senza però citare il nome dell’istituto.

L’opinione pubblica internazionale si è mobilitata per intercedere a favore di Charlie e ha già ottenuto il risultato di posporre la data in cui saranno spenti i sostegni tecnologici che tengono in vita il piccolo Charlie, data che era stata fissata per lo scorsa sabato 1° luglio. Pressioni sarebbero in corso sulla premier Theresa May per sbloccare la situazione.

Intanto, complice la pubblicità fatta al caso del piccolo Charlie è comparso sui media un caso “simile”: un bimbo americano di sei anni, Arturo Estopiñan, affetto dalla stessa malattia di Charlie ha ricevuto, da neonato, lo stesso trattamento sperimentale negli Usa che vorrebbero tentare i genitori del piccolo britannico e oggi vive su una sedia a rotelle.

Nella loro campagna per tentare di prolungare la vita di loro figlio i familiari hanno raccolto oltre un milione di sterline che volevano utilizzare per portare Charlie negli Usa e sottoporlo a una terapia sperimentale, nonostante il parere contrario dei medici. Il bambino è affetto da una sindrome da deplezione del Dna mitocondriale. Una malattia rara che causa un progressivo e inesorabile indebolimento muscolare e forte dolore. Per la medicina è incurabile ma i genitori non si sono mai arresi portando la questione in tribunale. Il 12 aprile scorso l’Alta corte inglese ha stabilito che i medici potevano staccare la spina. Da lì il ricorso alla Corte europea, fino al definitivo verdetto di questi giorni.

Reccom Magazine continuerà a seguire la vicenda e ad aggiornare i propri lettori.

Foo figthers, i caccia di fuoco della seconda guerra mondiale

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di Oliver Melis per Reccom Magazine

Il termine “Foo figthers” fu coniato dai piloti dell’USAF e della RAF nel corso della seconda guerra mondiale per indicare  dei particolari oggetti volanti che. in alcuni casi, avrebbero seguito squadriglie aeree americane e inglesi durante le loro missioni.

In rete è possibile recuperare tante foto che ritraggono i Foo fighters, o caccia di fuoco, che in passato, negli anni 50, vennero analizzate da una apposita commissione scientifica denominata “commissione Panel”. Di questa commissione facevano diversi esperti tra i quali i fisici Lloyd Berkner, Luis Alvarez e Samuel Goudsmit, l’astrofisico Thorton Page, l’esperto di missili Frederick Durant e l’astronomo Josef Allen Hynek. La commissione prenderà il nome dal fisico che la presiedette, Howard Percy Robertson. La conclusione del rapporto fu che diversi fenomeni naturali, artificiali o dovuti ad artefatti delle immagini erano la causa dei globi più o meno luminosi ritratti in diverse fotografie durante il loro presunto tallonamento aereo. Per quanto riguarda le testimonianze dei piloti, invece, si ipotizzò come possibile spiegazione un fenomeno noto come “effetto autocinetico” che è un effetto ottico particolare osservato per la prima volta dal naturalista tedesco Alexander Von Humboldt (1769 – 1859). Il naturalista tedesco pensava fosse un fenomeno ottico ma nel 1857 l’astronomo G. Schweizer dimostrò che si trattava di un fenomeno soggettivo, infatti se diversi osservatori guardavano la stella Sirio, gli stessi ossevatori percepivano movimenti diversi.

I foo fighters sono stati avvistati in diverse occasioni e in diverse parti del globo.

Un avvistamento notturno data del settembre, 1941 nell’Oceano Indiano ed è omologo ad alcuni rapporti di foo fighter successivi.

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Dal ponte della nave S.S. Pulaski, (un mercantile polacco che trasportava truppe britanniche), due marinai avvistarono uno “strano globo che brillava di luce verdastra, di circa metà del diametro della luna piena come ci appariva nel luogo.” Allertarono un ufficiale britannico, che osservò attentamente i movimenti dell’oggetto assieme a loro per più di un’ora.

Il 28 febbraio del 1942, qualche ora prima dalla sua partecipazione nella battaglia del Mare di Giava, la nave USS Houston avvistò un gran numero di strane, ed inspiegabili scie luminose e luci gialle che illuminarono il mare per molte miglia attorno.

Un avvistamento con successivo rapporto venne fatto nelle Isole Salomone nel 1942 dall’ufficiale dei Marines Stephen J. Brickner. Dopo un’allerta di raid aereo, Brickner ed altri videro circa 150 oggetti raggruppati in linee di 10 o 12 oggetti ciascuna. Sembravano “oscillare” mentre si muovevano, e Brickner riportò che gli oggetti avevano una superficie simile all’argento lucidato e che sembravano muoversi ad una velocità lievemente superiore rispetto ai comuni aeromobili giapponesi. Descrisse l’avvistamento, dicendo: “Rispetto a tutto quanto, era lo spettacolo nello stesso tempo più sbalorditivo e tuttavia terrorizzante che Io abbia mai visto nella mia vita.”

I Foo fighter arrivarono anche ai mass media, era, infatti, il 1945 quando sul “Time” comparve una storia in cui si affermava “se non erano bufale o illusioni ottiche, erano certamente la più intrigante arma segreta che i caccia alleati abbiano mai incontrato. La scorsa settimana piloti americani di stanza in Francia hanno raccontato una strana storia di palle di fuoco che da più di un mese sono solite seguire i loro aeroplani nei voli notturni sulla Germania. Nessuno sa cosa siano o a cosa servano queste palle di fuoco. I piloti, pensando ad una nuova arma psicologica, li chiamano ‘foo-fighter’ … Le loro descrizioni e apparizioni variano, ma sono d’accordo che queste luci misteriose si piazzano vicine agli aerei e sembrano seguirli ad alta velocità per miglia. Un pilota ha detto che un foo fighter, in forma di palla di fuoco rossa alle estremità delle ali, è rimasto con lui in una picchiata a 360 miglia l’ora. Poi la palla è svanita nel cielo.” Ovviamente i giornalisti presero al volo le storie che attirarono l’attenzione di un vasto pubblico, già “scosso” dal nascente fenomeno dei dischi volanti che stavano da li a poco per esplodere in tutta la loro potenza, mancava poco al fatidico “1947” anno di nascita ufficiale del fenomeno che ha versato e versa fiumi di inchiostro e non solo.

FOO 14

Queste sono testimonianze ormai vecchie alle quali si può aggiungere poco o nulla, risalgono alla metà circa degli anni 40 e le verifiche possibili sono veramente poche e le varie commissioni create per indagare il fenomeno non riscontrarono nulla di pericoloso e non si trovò nulla che portasse a chiamare in causa ipotetiche armi Sovietiche, Naziste o aliene. Certo che un’indagine svolta dalla CIA porterebbe l’acqua al mulino complottista che sicuramente propende per un insabbiamento del fenomeno dei Foo fhighters come per tutti i fenomeni UFO.

Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO ItaliaPerle complottare e le scie chimiche sono una cazzata