Il presidente Donald Trump vuole una forza militare spaziale che espanda la potenza militare statunitense oltre il globo. La presentazione del progetto effettuata qualche giorno fa dal vicepresidente Pence ha messo in difficoltà i terrapiattisti, quelle persone che credono che la Terra sia un disco piatto fluttuante nello spazio.
Giovedì, il vicepresidente Mike Pence ha annunciato l’intenzione dell’amministrazione Trump di fondare la “Space Force“, un sesto ramo delle forze armate statunitensi, entro il 2020. Si tratterebbe di un ramo delle forze armate riservato specificamente per le operazioni nello spazio. E proprio questo sarebbe il problema per i terrapiattisti: secondo loro andare nello spazio è praticamente impossibile.
“Anche se c’è una certa differenza di opinioni tra i diversi gruppi di terrapiattisti, penso che sia giusto dire che la convinzione generale è che il volo spaziale sia impossibile, o per lo meno proibitivo“. Così si è espresso Pete Svarrior, un portavoce della Flat Earth Society.
La Flat Earth Society è una delle associazioni più note e apparentemente serie di terrapiattisti, i membri di questo gruppo sostengono che la Terra non sia uno sferoide ma un disco, forse coperto da una cupola. I movimenti dei terrapiattisti sono cresciuti negli ultimi anni grazie alla convergenza con altre teorie cospirative.
Secondo Svarrior, tra i terrapiattisti l’orientamento politico prevalente si posiziona sul centro ma i movimenti di terrapiattisti e pro-Trump condividono lo stesso DNA cospirativo e controfattuale, che ha portato alla creazione di forum e gruppi Facebook come il “QAnon flat earthers club” di 101 membri, che accusa Hillary Clinton di essere pedofila e la Cancelliera tedesca Angela Merkel di essere la figlia di Adolf Hitler. Quando si ritiene che la Terra sia piatta, qualunque altra sciocchezza è possibile.
Tutto questo rende la proposta di costituire una Space Force da parte di Trump un problema da risolvere per i terrapiattisti, molti dei quali ritengono che la NASA sia parte di un complotto globale istituito per convincere le masse a credere che il mondo sia rotondo.
Qualche tempo fa Svarrior e la Flat Earth Society pubblicarono un post sul loro blog che affermava che la SpaceX di Elon Musk aveva simulato un video che mostrava il lancio di un’auto in orbita.
Tutto questo diventa un problema: come farà ad operare una space force se i voli spaziali sono impossibili?
Il dibattito all’interno della Flat Heart Society è acceso, attendiamo di conoscerne gli esiti.
Nelle prime di oggi, domenica 12 agosto 2018, un razzo Delta IV-Heavy della NASA è stato lanciato con successo da Cape Canaveral, segnando l’inizio di una missione che mira a portare la sonda Parker Solar più vicino al sole di quanto abbia fatto qualsiasi altro oggetto realizzato dagli uomini.
Secondo quanto riportato dalla NASA, la sonda attraverserà l’atmosfera del sole nel corso della sua missione ed arriverà a circa quattro milioni di miglia dalla superficie della stella.
Il mezzo spaziale affronterà temperature e radiazioni mai sperimentate in precedenza. Lo schermo in composito di carbonio da quasi 12 millimetri di spessore, largo poco meno di 2 metri e mezzo, è stato costruito per resistere a temperature superiori a 1200 gradi Celsius.
La speranza è che la sonda, dedicata a quel prof. Parker che nel 1958 previde l’esistenza del vento solare, aiuterà gli scienziati a svelare alcuni dei più grandi misteri del sole, come, ad esempio, perchè la corona solare ha una temperatura più alta della sua superficie e le origini e il meccanismo del vento solare.
Gli scienziati hanno discusso su questi enigmi per decenni ed ora la NASA ha messo a punto una tecnologia abbastanza avanzata per rendere questa missione una realtà.
A differenza di molte missioni di esplorazione planetaria che si posizionano su un’orbita principale intorno al pianeta da esplorare, la sonda Parker passerà sempre più vicino al Sole attraverso un’orbita ellittica che ottenuta sfruttando la fionda gravitazionale di Venere.
La Parker Solar Probe raggiungerà velocità enormi mentre orbiterà intorno al sole. Secondo la NASA, la sua velocità massima dovrebbe raggiungere i 692.000 Km all’ora.
La sonda Parker Solar arriverà a sfiorare l’eliosfera durante il mese di novembre, i primi risultati delle sue analisi verranno trasmessi a Terra all’inizio di dicembre.
Qualche tempo fa fece scalpore una dichiarazione del presidente Trump che affermava di avere deciso la creazione di una sesta forza militare degli Stati Uniti: la Space Force, una forza militare indipendente, capace di prendersi in carico i compiti che già svolge l’aeronautica militare e di estendere le sue funzioni alla “protezione degli interessi statuitensi” nello spazio, considerato, evidentemente, dal presidente un nuovo possibile teatro di guerra.
Due giorni fa, il vicepresidente Mike Pence ha presentato, nel corso di una conferenza stampa tenutasi alla casa bianca, i dettagli dell’idea del presidente Trump, arrivandone ad ipotizzare la nascita entro il 2020.
Si, perchè per creare una nuova forza armata serve un voto del congresso e servono, soprattutto, molti soldi, fondi che può stanziare solo lo stesso congresso.
Il Trattato sullo Spazio Esterno, ratificato nel 1967 da gran parte delle nazioni con capacità tecnologiche del mondo, proibisce di mettere in orbita e di usare armi di distruzione di massa nello spazio, così come sono proibite manovre, esercitazioni o operazioni militari sulla Luna. Il trattato permette ai militari l’accesso allo spazio solo per finalità scientifiche e, in ogni caso, esclusivamente per scopi pacifici”.
Come notato da ArsTechnia, la funzione della Space Force sarà probabilmente quella di utilizzare le missioni spaziali militari per garantire la sicurezza, non necessariamente da minacce di origine militare, di missioni scientifiche e di ricerca tecnologica.
Bisogna, inoltre, sottolineare che le forze armate statunitensi hanno, di fatto, operato nello spazio per oltre mezzo secolo, in particolare in relazione all’uso militare di tecnologie di osservazione, spionaggio e comunicazioni per mezzo di satelliti.
L’astronauta Scott Kelly ha sottolineato che l’Air Force opera già da tempo nello spazio e una voce anonima dello stato maggiore ha definito la Space Force come “una soluzione in cerca di un problema“.
Sono numerosi, inoltre, gli osservatori, non solo americani, secondo i quali lo spazio diventerà inevitabilmente una nuova area di confronto, basta pensare a come diverse nazioni, oltre alle tradizionali USA e Russia, stanno incrementando le proprie capacità operative extra atmosferiche. Nazioni come Cina, India, Giappone e perfino alcune nazioni arabe hanno già la tecnologia dei lanci spaziali o stanno lavorando per averla.
La possibilità che un giorno vengano mandati in orbita satelliti armati con cannoni o missili ha messo, già da tempo, in allarme esperti e tecnici che hanno già cominciato a sviluppare software in grado di simulare scenari relativi a combattimenti spaziali. Non è chiaro, però, cosa potrebbe fare la nuova space force più di quanto faccia attualmente l’air force per prevenire questis cenari futuribili.
Vale la pena notare che l’idea non è una novità assoluta e che progetti simili siano già stati presi in considerazione diverse volte dall’inizio del millennio.
Già nel 2017, il Comitato per i servizi armati della Camera votò per dividere l’Air Force per creare un “Corpo spaziale“, ma il segretario alla Difesa dell’amministrazione Trump, James Mattis, cassò la proposta. “Esorto caldamente il Congresso a riconsiderare la proposta di un servizio spaziale separato” dichiarò all’epoca.
Secondo fonti interne, il Pentagono sarebbe da tempo consapevole di aver bisogno di intensificare la propria presenza nello spazio. Gli osservatori ritenevano, però, che alla i vertici militari avrebbero optato per richiedere un comando spaziale statunitense, che avrebbe riunito tutte le forze militari coinvolte nello spazio sotto un unico ombrello.
Non è proprio la stessa cosa che creare un ramo militare completamente nuovo, qualcosa che, certamente, richiederebbe più di due anni di preparazione ed un’adeguata organizzazione. Al momento, nessun esponente del Pentagono ha espresso un esplicito sostegno al progetto Space Force.
Durante il suo intervento, Pence ha delineato quattro azioni specifiche che l’amministrazione Trump considera come i primi passi fondamentali nella creazione della Space Force. Questi passaggi implicano la creazione di:
un nuovo Comando Spaziale degli Stati Uniti, che “stabilirà un controllo di comando unificato per le nostre operazioni della Space Force, assicurerà l’integrazione tra le forze armate e svilupperà la dottrina, le tattiche, le tecniche e le procedure per combattere la guerra spaziale del futuro”.
un corpo di astronauti militari, che Pence ha definito “un gruppo elitario di astronauti specializzati in tecniche di combattimento nello spazio”.
un’Agenzia di sviluppo spaziale, che studierà e svilupperà nuove tecnologie e “garantirà capacità di lotta bellica all’avanguardia”.
nuove strutture burocratiche che definiranno “chiare linee di responsabilità e la precisa catena di comando del Dipartimento della Space Force degli Stati Uniti”.
secondo quanto detto da Pence, l’amministrazione Trump punta a rendere operativa la Space Force entro il 2020. “Il prossimo febbraio, nel bilancio del presidente, chiederemo al Congresso di mobilitare le risorse di cui abbiamo bisogno per avviare il tutto“.
Tuttavia, ci vorrà molto di più dei grandiosi discorsi di Trump e Pence per far sì che l’idea della Space Force possa realizzarsi. Solo il Congresso ha l’autorità di stabilire una nuova branca dell’esercito e l’ultima volta che è accaduta una cosa simile è stato nel 1947 quando fu fondata come arma indipendente l’Air Force statunitense. La Casa Bianca dovrà, quindi, convincere i membri del congresso che gli USA hanno davvero bisogno di istituire una forza armata spaziale, a quel punto il congresso dovrà prima scrivere una legge ad hoc e poi definire il budget necessario.
Nel frattempo, i responsabili della campagna per la rielezione di Trump per il secondo mandato nel 2020, hanno avviato un sondaggio su twitter di quale dovrebbe essere il logo della nuova forza armata. Con l’occasione hanno cominciato ad esortare i sostenitori per avviare la raccolta dei fondi per la campagna elettorale.
Ci sono notizie che lasciano senza fiato e fanno pensare a che non c’è limite ai livelli di abiezione che può raggiungere l’animo umano.
Da Palermo un gruppo di persone aveva organizzato una truffa alle assicurazioni; la novità nel sistema era che i falsi incidenti erano caratterizzati da fratture vere provocate a persone reclutate tra tossicodipendenti, alcolisti o non abbienti
Francesca Calvaruso, una delle persone, che ha accettato di partecipare alla truffa in veste di “vittima” ha raccontato che le hanno proposto di essere pagata 300 euro se fosse stata disposta a farsi rompere un solo arto, 1000 euro se avesse accettato che le venissero rotti tutti gli arti.
Accettata la proposta la donna fu portata in un magazzino abbandonato in aperta campagna dove tre persone la stavano attendendo per procedere al fine di procurarle le fratture.
Fatta distendere sul pavimento, alla donna fu gettato prima sul piede e poi sul braccio, un peso da palestra, di quelli rotondi che si montano sui bilancieri.
Finita l’operazione gli aguzzini presero in braccio la donna e la fecero sedere sul sedile anteriore passeggero di un Fiat Panda celeste”.
Un altro ragazzo Alessio ha raccontato di essere stato fatto sdraiare a terra sul fianco sinistro, con la gamba destra appoggiata su due pietroni. Dopo pochi secondi un trolley pieno di blocchi di pietra fu cadere sulla sua gamba. Successivamente, una signora di circa 40 anni, piuttosto robusta gli praticò quella che doveva essere un’anestesia, però il dolore rimase, forte ed insopportabile. A quel punto, fu portato e lasciato al luogo stabilito per l’incidente simulato.
Infatti le vittime venivano lasciate a terra o fatte sdraiare sulle strisce pedonali, in attesa di falsi investitori e falsi testimoni con i mezzi già pronti.
Questa dura cronaca rappresenta solo due dei tanti casi di chi ha accettato di farsi rompere braccia e gambe per racimolare qualche euro.
L’aspetto più inquietante della vicenda è la naturalezza con la quale persone normali abbiano messo a punto una organizzazione dell’orrore per perseguire un illecito guadagno.
Questa non è una storia criminale come le altre perché in questi criminali si rivedono, in piccolo, l’indifferenza alla sofferenza ed il compiacemento che dimostravano i nazisti nell’infkiggere dolore e morte in chi consideravano inferiore.
I media hanno sottovalutato questa notizia, dal momento che, al di là dei semplici servizi di cronaca dei telegiornali, nessuno ha sentito il bisogno di approfondire la tematica.
Eppure essa segna la fine di ogni traccia di umanità e testimonia la presenza di esseri mossi solo da un fine utilitaristico, per perseguire il quale non esistano ad infliggere fratture gravi a esseri umani e non si sono fermati nemmeno quando uno degli incidenti ha provocato la morte di un malcapitato.
Viene da chiedersi a cosa serva la politica se non interviene con fermezza, perchè la Chiesa non senta il bisogno di far sentire la propria voce di fronte a vicende in cui trionfano cattiveria e crudeltà, in cui si fatica a riconoscere gli esseri umani come tali.
Dal profondo, di fronte a fatti come questo viene da chiedersi se sia iniziato l’Armageddon e non l’abbiamo capito. Se questo sia l’Inferno.
La notte delle stelle cadenti è ormai vicina e sono tanti coloro che, appassionati di astronomia o romantici pieni di poesia, attendono, ad agosto, le notti tra l’11 ed il 13 per osservare la pioggia di “stelle cadenti” che si verifica in queste notti. Le Perseidi sono i frammenti della coda di una cometa chiamata Swift-Tuttle la cui traiettoria interseca il percorso orbitale dell Terra che, proprio nella notte di S. Lorenzo, attraversa la sezione di spazio dove questi frammenti, costituiti essenzialmente da polvere, hanno una maggior densità.
Gli esperti prevedono che quest’anno si potranno vedere tra 60 e 70 meteore l’ora, inoltre, poichè saremo vicini alla Luna nuova, solo la luce di una sottile falce di Luna disturberà la visibilità.
Il fenomeno dovrebbe cominciare la sua fase di maggiore intensità intorno alla mezzanotte.
Coloro che osserveranno il cielo nei giorni delle Perseidi potranno anche vedere molto bene Marte, visibile fino verso le 4 del mattino, e Saturno (visibile fino alle 2 del mattino. Per chi non potesse o non avesse voglia di fare le ore piccole sarà possibile vedere Venere e Giove nelle prime ore della sera, tra le 21,30 e le 23.
Per osservare al meglio il fenomeno delle stelle cadenti tutto ciò che serve è un luogo buio, circa 30 minuti affinchè la vista si adatti e un po’ di pazienza, lo spettacolo offerto dal cielo non mancherà di ripagare chiunque lo guardi.
Questa estate si sta rivelando veramente particolare, infatti in tutto il mondo si succedono ondate di calore. Così, dal Giappone al Regno Unito, dall’Italia settentrionale all’Algeria, dai paesi scanfinavi alla California, si registrano picchi di temperatura raramente viste in quei luoghi e sono molti coloro che dispensano consigli su come resistere al caldo. Ma quali consigli sono davvero validi e non contrastano con la verità scientifica? Analizziamone alcuni:
1) Bere molte bevande fredde
Bere molti liquidi è la cosa giusta da fare durante un’ondata di caldo: è essenziale rimanere idratati per proteggere i reni. C’è, però, dibattito sul fatto se sia più opportuno assumere bevande ghiacciate o calde.
La teoria alla base della scelta di una bevanda calda è basata sull’idea che provocando un aumento della temperatura interna pora l’organismo ad aumentare la sudorazione, cosa che favorisce una sensazione di fresco. Il corpo umano può produrre fino a due litri di sudore l’ora, che è un modo efficace per ridurre la temperatura corporea.
Ma se i liquidi che vengono consumati con la sudorazione non vengono sostituiti, ci si disidrata. Quindi potrebbe essere meglio lasciare che il nostro organismo ed i suoi meccanismi di autoregolazione della temperatura agiscano naturalmente. Bere molta acqua fresca o a temperatura ambiente va bene. Si consiglia, inoltre, di non bere grandi quantità di caffè o tè perchè contengono la caffeina, una sostanza dotata di proprietà diuretiche.
2) Utilizzare un ventilatore
La brezza provocata da un ventilatore sembra dare un certo sollievo durante le ore calde. I ventilatori non raffreddano l’aria, La spostano, provocando una lieve brezza che migliora l’evaporazione del sudore dalla pelle, ottenendo il risultato abbassare la temperatura corporea.
In generale, questo principio funziona bene fino a temperature intorno ai 35C°, se le temperature salgono oltre questo limite, anche spostare l’aria con un ventilatore non porterà il vantaggio sperato.
3) Bambini ed anziani sono i più esposti alle ondate di calore
È vero che i ricoveri ospedalieri aumentano durante le ondate di caldo e che molti dei pazienti sono bambini ed anziani.
Le temperature alle quali il corpo funziona meglio rientrano in un intervallo ristretto tra i 36 ed i 37,5 ° C. I termocettori disposti sulla pelle, i tessuti profondi e gli organi possono rilevare immediatamente un aumento di appena 1° C. Se la temperatura ambiente è superiore alla nostra temperatura corporea, iniziamo a sudare per rinfrescarci. È il meccanismo dell’omeotermia messo in atto dal nostro organismo che, oltre a sudare, provoca una dilatazione dei capillari periferici, in particolare di mani e piedi, per favorire la dispersione del calore in eccesso. Entrambi questi metodi di termoregolazione richiedono al cuore un certo sforzo, motivo per cui le persone anziane possono a volte sperimentare attacchi di cuore o insufficienza cardiaca. Tipicamente, la maggior parte dei decessi si verifica durante le prime 24 ore di un’ondata di caldo.
Un altro problema è che le persone anziane hanno più difficoltà a mantenere la temperatura corporea costante e potrebbero non accorgersi nemmeno del loro surriscaldamento, il che significa che possono disidratarsi più rapidamente dei giovani.
Ma non solo gli anziani sono a rischio durante un’ondata di caldo. I bambini piccoli e le persone con malattie croniche hanno maggiori probabilità di avere problemi. Così come chiunque abbia problemi di mobilità. Stima attendibili affermano che l’ondata di calore del 2003 abbia ucciso almeno 30.000 persone.
4) Tenere tutte le finestre aperte
Aprire le finestre è la prima cosa che molti di noi fanno quando fa caldo. Ma durante il giorno, questo può essere un errore.
Aprire le finestre ha senso solo se l’aria esterna è più fredda di quella all’interno della casa, il che è più probabile che accada di notte. Nei periodi molto caldi è, solitamente, più opportuno tenere chiuse le finestre durante il giorno. Perché, specialmente nella parte più interna della casa, l’aria è solitamente più fresca che all’esterno.
5) Bere birra rinfresca e reidrata
In realtà, presa in piccole dosi, uno o due bicchieri, la birra può, inizialmente, effettivamente reidratare ma maggiori quantitativi inducono la diuresi e la conseguente perdita di liquidi non fa bene all’organismo. Insomma, si può bere birra se il consumo è moderato, in particolare se si tratta di birra analcolica.
Sono morte nei giorni scorsi due neonate di pertosse. La notizia, come ormai sempre in Italia in questo costante caos dell’informazione, è stata “usata” per ogni tipo di strumentalizzazione, più o meno assurda, inclusa la colpevolizzazione delle madri, che crediamo fosse del tutto non necessaria.
Allora riepiloghiamo quello che si deve sapere sulla pertosse e sul vaccino anti-pertosse in DIECI brevi punti, ad uso di chi vuole capire, senza ne’ agende, ne’ opinioni politico-social-religiose, ne’ paraocchi.
1. La pertosse è una malattia molto seria e potenzialmente mortale (soprattutto nei bambini più piccoli), che si trasmette per via respiratoria. E’ molto contagiosa, e non sempre guarisce con gli antibiotici.
2. La pertosse è prevenibile con una vaccino molto efficace (la versione in uso corrente è il cosiddetto “vaccino acellulare”), e proprio grazie al vaccino la pertosse è diventata molto più rara che in passato. Ma non è affatto sparita. Ogni tanto rispunta: nello scorso anno c’è stata una epidemia di pertosse a Modena, con 22 contagiati. Grazie al pronto intervento dei medici e alle misure messe in atto, non c’è stata nessuna conseguenza.
3. Il batterio che causa la pertosse (Bordetella pertussis) continua a circolare nonostante le vaccinazioni perché l’efficacia del vaccino cala nel tempo e gli adolescenti/adulti vaccinati che non hanno effettuato richiami rappresentano una possibile fonte di infezione sia per i non vaccinati, sia per i neonati che non hanno completato il ciclo primario (naturalmente NON a causa del vaccino, ma perché vaccinati meno del necessario).
4. In USA ci sono due preparazioni del vaccino (DTaP per i bambini fino a 7 anni e Tdap per > 7 anni e adulti). Entrambi proteggono anche per tetano e difterite. Questi vaccini NON contengono mercurio (thimerosal). In Italia si usa la cosiddetta “esavalente” che copre anche per Hemophilus influenza B, Polio, e Epatite B. E l’esavalente, con buona pace dei nostri “fenomeni”, non contiene nanoparticelle, pelle di maiale, feti umani, o altro ancora.
5. Effetti collaterali gravi consistono in reazioni anafilattiche immediate (entro mezz’ora dalla somministrazione) in un caso su un milione, che si risolvono senza conseguenze con appropriati interventi terapeutici. Si noti che le vaccinazioni avvengono SEMPRE in ambiente idoneo, con il medico pronto a intervenire in caso di simili problemi.
6. Altri effetti gravi (epilessie, coma, danni cerebrali, morte) sono stati riportati ma la loro rarità è tale che non è MAI stato possibile stabilire un nesso causale. In altre parole, non si può sapere se tali patologie sarebbero comunque insorte anche senza vaccinazioni.
7. La vaccinazione per la pertosse è raccomandata dal CDC di Atlanta (il maggior organismo sanitario degli Stati Uniti che si occupa del controllo delle malattie e delle infezioni) per bambini (a partire dal 2 mese di vita), adolescenti, adulti, e nel terzo trimestre di gravidanza. Ci piacerebbe sapere se gli ostetrici seguono queste raccomandazioni, dato che la percentuale delle gravide vaccinate non è proprio entusiasmante…. Non a caso la Società Italiana di Neonatologia sostiene una campagna di sensibilizzazione alla vaccinazione non solo in gravidanza, ma per tutte le donne in età fertile che intendono avere figli.
8. I neonati sono protetti dagli anticorpi materni se la madre riceve una dose di vaccino nel terzo trimestre di gravidanza, ma non se la madre è stata vaccinata molti anni prima. Ricordiamo che durante la gravidanza il sistema immunitario della madre non è, e non deve essere, efficientissimo, altrimenti il feto sarebbe visto come qualcosa di estraneo ed attaccato. Ma comunque il sistema immunitario materno funziona, anche se a regime ridotto, e se ritorna a vedere un antigene, ovvero il vaccino, produce subito anticorpi che passano la placenta e proteggono il feto, e di conseguenza, e per alcuni mesi, il neonato.
9. La madre che ha ricevuto il vaccino nel terzo trimestre di gravidanza può tranquillamente allattare senza nessun problema per il neonato. Anzi, meglio!
10. In Italia il vaccino per la pertosse fa parte dei dieci vaccini obbligatori per l’infanzia secondo la Legge Lorenzin, mentre non c’è alcun obbligo per il suo uso in gravidanza (che avrebbe molto probabilmente salvato queste due neonate), ne’ per gli operatori sanitari.
L’universo è immenso e solo nella nostra galassia, la Via lattea, si calcola vi siano dai 200 ai 400 miliardi di stelle, moltissime delle quali accompagnate da una corte di pianeti come il nostro Sole che, forse, ospitano esseri in grado di viaggiare per migliaia di anni luce e arrivare sulla Terra, fino a Mortegliano.
Narrano cronache ormai impolverate dal tempo, visto che il caso è vecchio di oltre 6 anni, che la notte di sabato 11 febbraio 2012 nei pressi della rotonda della strada regionale 252 nelle vicinanze dell’abitato di Mortegliano, in Friuli, sia comparso un alieno.
La vicenda divenne nota grazie all’unico testimone, che non si avvalse dell’anonimato, Leonard D’Andrea, cosa che fecero i numerosi altri testimoni, almeno una quindicina.
Ricostruiamo gli eventi: la notte di sabato 11, quando D’Andrea, intorno alla mezzanotte, transita nei pressi della rotonda e nota alcune macchine ferme. Pensando a un sinistro o ad un posto di blocco si accoda in attesa. A quel punto D’Andrea prende il cellulare per contattare i familiari ma si accorge che c’è linea. Ricordiamo che spesso i testimoni di avvistamenti UFO raccontano di black out di impianti elettrici, motori e mezzi di comunicazione, come in questo caso anche se, stranamente, quando il testimone decide di dare un’occhiata, la torcia elettrica funziona benissimo.
D’Andrea racconta di eseere sceso dalla macchina perchè aveva notato uno strano essere che si muoveva tra le auto in sosta, il misterioso essere, alto 4 metri dalla pelle color bianco sporco, magro e con gli arti molto lunghi aveva le estremità inferiori simili a quelle delle galline. D’Andrea non avrebbe visto il viso dello strano essere ma aggiunge che la parte posteriore della testa era simile a un pallone da rugby. Poco dopo, sempre secondo il racconto, l’essere sarebbe fuggito tra i campi, infastidito dagli abbaglianti e dal frastuono del clacson di un’auto. In concomitanza con la presenza dell’essere si sarebbero verificati malfunzionameni alle auto e dei black out elettrici, e il malfunzionamento di almeno un telefono, quello di D’Andrea, la torcia elettrica, invece, sembra funzionare benissimo.
L’alieno scompare ma solo apparentemente perché D’Andrea, il giorno seguente, contatta un ufologo, Antonio Chiumento che decide di occuparsi del succulento avvistamento, definendo il fatto “il caso dei casi”.
L’entusiasmo dell’ufologo, però, non fuga certamente i dubbi leciti dei tanti scettici che non vedono alcun motivo valido del perché un sabato notte un alieno alto 4 metri debba andare in giro per le strade intorno a Mortegliano causando code alle rotonde e provocando black out e malfunzionamenti vari, fatto che assomiglia più alla trama del film di Bud Spencer dove, invece di un gigante di 4 metri troviamo un bambino alieno che con un marchingegno spaziale ne combina di tutti i colori.
Ad esprimere scetticismo, visto che la storia del presunto incontro alieno ha fatto il giro del mondo, non solo scettici qualunque ma anche esponenti del CICAP e del CUN.
Tra le ipotesi espresse per spiegare lo strano contatto, si parla di un buontempone dotato di trampoli o, anche, di uno struzzo sfuggito al suo allevatore. Dopo tutto non è facile, a meno che non siamo ciechi appassionati di UFO e entità extraterrestri, credere che a Mortegliano sia comparso un essere alieno proveniente da chissà quale sistema stellare, soprattutto quando tutti i testimoni (meno uno) hanno parlato mantenendo l’anonimato e soprattutto gli inquirenti non hanno rilevato prove o tracce anomale nel sito dell’avvistamento a parte una foto, comparsa in seguito ma rivelatasi un semplice zoom d’inganno.
Per non farci mancare nulla, come spesso accade in racconti simili, la storia subisce nel corso del tempo delle modifiche e si arricchisce di particolari. Il testimone avrebbe in seguito aggiunto che l’essere gli avrebbe sfiorato il volto con una mano e all’interno dell’abitacolo dell’auto di due testimoni sarebbe comparsa una sfera di luce.
Nasce in quel periodo una vera psicosi nella zona, le segnalazioni fioccano e da varie località arrivano notizie della presenza dell’essere avvistato a Mortegliano, dalla periferia di Udine, dal Veneto nella cittadina di Oderzo e nei pressi di Varmo. Le informazioni sono sempre anonime e le verifiche quindi sono impossibili.
Qualcuno voleva assimilare il caso di Mortegliano a quello di Roswell che, per quanto falso, ha un suo fascino.
Il caso dell’essere di Mortegliano giunge al capolinea, tutte le informazioni, anche quelle che non abbiamo trattato in questo articolo, forse perché veramente eccessive, non hanno avuto nessun tipo di riscontro, solo un fatto da aggiungere: la storia, raccontata in un libro, ha avuto un triste tributo di alberi abbattuti per produrre la carta necessaria a narrarla.
Sembra che, lo scorso 25 luglio, una grande meteora sia penetrata nell’atmosfera esplodendo in quota con una potenza di 2,1 kilotoni. Nessuna fonte ufficiale a riportato la notizia fino a quando uno scienziato l’ha diffusa su Twitter.
Hans Kristensen, direttore del Nuclear Information Project per la Federation of American Scientists, ha twittato la sera del 1 ° agosto che “Una meteora è esplosa nell’atmosfera, ad una quota di 43 chilometri nel cielo sovrastante la base aerea di Thule, facendo scattare lo stato di prellarme missilistico nel radar della base“.
Lo scienziato ha concluso scrivendo che “Siamo ancora qui, quindi (le autorità) hanno concluso che non era in corso un attacco russo. Ci sono quasi 2.000 armi nucleari in allerta, pronte al lancio“.
La notizia sembrebbe essere stata ripresa, cotto forma di retweet, dall’utente di Twitter “Rocket Ron“, uno “Space Explorer presso il Jet Propulsion Laboratory [della NASA] ” utilizzando l’handle @RonBaalke.
Secondo quanto riferisce Baalke, la palla di fuoco è stata individuata il 25 luglio 2018, mentre attraversava l’atmosfera a 24,4 chilometri al secondo. La meteora sarebbe infine esplosa sulla verticale del radar di allarme antimissile degli Stati Uniti situato nella base aerea di Thule in Groenlandia.
L’aeronautica statunitense, per ora, non ha rilasciato rapporti ufficiali nè commentato il fatto ma ha confermato che non vi sono stati impatti sulla base aerea. Anche la NASA non ha rilasciato dichiarazioni in proposito.
Kristensen si è detto preoccupato per il silenzio del governo degli Stati Uniti sull’incidente, specialmente considerando che la missione principale della base militare è “fornire osservazioni di attività missilistica e gestire il controllo spaziale“.
“Se [la meteora] fosse entrata nell’atmosfera con una traiettoria più perpendicolare, avrebbe colpito la terra con una forza significativamente maggiore“, ha scritto lo scienziato in un articolo su Business Insider.
Sono migliaia le meteore che entrano nell’atmosfera terrestre ogni anno. La maggior parte sono abbastanza piccole da bruciare completamente durante l’attraversamento dell’atmosfera e passare inosservate, ma alcune hanno dimensioni tali da poter arrivare sulla superficie del nostro pianeta. La maggior parte di queste precipita negli oceani o in località remote dove non fanno danno. Ci sono state, però, diverse eccezioni negli ultimi anni che, se si ripetessero, sarebbe bene informare ed avvertire tempestivamente i residenti nelle zone dove è previsto l’impatto. Ricordiamo, ad esempio, l’asteroide di Chelyabinsk che, nel febbraio 2013, entrò in atmosfera alla velocità di 17,7 chilometri al secondo, esplodendo ad una quota di 22,5 chilometri con un lampo accecante e un forte boom sonico. La forza dell’esplosione fu stimata in 440 chilotoni e mandò in frantumi le finestre per un rggio di 518 chilometri, danneggiando edifici e ferendo più di 1600 persone.
La Space Force voluta da Trump non è ancora attiva ma la NASA sta già monitorando da tempo gli oggetti spaziali che potrebbero provocare altre situazioni come questa con il programma Near Earth Object (NEO) il cui scopo è rintracciare meteore, comete ed asteroidi abbastanza grandi da essere davvero pericolose, studiare i possibili modi per deviarne la traiettoria quando risultasse che sono in rotta di collisione con la Terra e, ove non fosse possibile deviarle, studiare come mitigare al massimo gli effetti dell’impatto. Per ora, l’Ufficio di Coordinamento della Difesa Planetaria (PDCO) sta tracciando una mappa completa di tutti gli oggetti potenzialmente pericolosi come asteroidi e comete, le cui traiettorie passano a meno di 8 milioni di chilometri dalla Terra.
La scoperta di un lago di acqua allo stato liquido 1500 metri sotto la superficie del polo sud di Marte ha reso, sicuramente, la ricerca della vita su Marte molto più intrigante ed interessante.
Dall’invio delle prime sonde sovietiche e americane, passando poi per le missioni Viking fno agli attuali lander e rover, gli scienziati hanno studiato il pianeta arido e polveroso e si sono concentrati sulla ricerca di regioni in cui la vita avrebbe potuto radicarsi miliardi di anni fa , quando il clima marziano era più caldo e più umido. Ma il 25 luglio, i ricercatori hanno annunciato di aver individuato i segni di un grande lago di acqua liquida, nascosto in profondità sotto agli spessi strati di ghiaccio del polo sud del pianeta rosso.
Se l’esistenza del lago venisse confermata, potremmo aver trovato un ambiente adatto per la sopravvivenza di forme di vita microscopica.
Questa scoperta cambia di molto la prospettiva degli astrobiologi, che già erano preoccupati che eventuali batteri o funghi terrestri sfuggiti ai processi di sterilizzazione dei lander e dei rover possano prendere piede, adattandosi all’ambiente marziano, spaqzzando via l’eventuale vita esistente.
Ma come può la scopertaa di una lago sotterraneo a modificare le prospettive della ricerca della vita su Marte?
Potrebbe davvero esserci qualche forma di vita autoctona in quel lago? Per la maggior parte dei microbi terrestri costituirebbe un ambiente molto difficile ma eventuali microbi marziani avrebbero avuto molto tempo per adattarsi partendo da condizioni più favorevoli diventate, lentamente, più difficili ma, come sappiamo, la vita sulla Terra riempie ogni nicchia che riesce a trovare, dai cristalli delle caverne ai deserti. Certo, la capacità di sopravvivere delle forme di vita terrestri sembra fermersi a temperature intorno ai -40 ° C mentre La calotta di ghiaccio di Marte è a circa -68 ° C. Insomma, è un ambiente molto freddo, più freddo di qualsiasi ambiente sulla Terra in cui crediamo che la vita possa avere un metabolismo attivo e replicarsi.
Sappiamo, però, che alcune forme di vita terrestri, anche multicellulari, sono in grado, quando le condizioni ambientali diventano sfavorevoli, di mettersi in una specie di animazione sospesa, sopravvivendo indefinitamente in attesa che le condizioni tornino ad essere più favorevoli.
Il lago sembra contenere molta acqua. Ma perché l’acqua sia liquida a temperature così fredde, deve essere estremamente salata. “Sulla Terra, questo tipo di miscele salate presenta importanti sfide agli organismi viventi“, ci fa sapere lo scienziato planetario Jim Bell dell’Arizona State University di Tempe, presidente della Planetary Society. “Anche i batteri ‘estremofili’ che possono vivere in acque altamente salate potrebbero non essere in grado di sopravvivere in quell’ambiente.”
Ma potrebbero esserci forme di vita marziane in quel lago? Secondo gli scienziati, ammesso che la vita sia mai nata su Marte, è possibile che si sia adattata a sopravvivere in quell’ambiente.
Se nel passato di Marte c’è stata la vita, alcuni organismi potrebbero essersi adattati ai cambiamenti climatici in corso ed essere sopravvissuti, magari in animazione sospesa come fano alcuni nostri batteri e microroganismi, in attesa di un miglioramento della situazione.
Sospettiamo che almeno due Lune del sistema solare, Europa ed Encelado, potrebbero avere sviluppato forme di vita in grado di prosperare nei gelidi oceani nascosti sotto la crosta di ghiaccio che ricopre questi corpi celesti. Il sospetto si basa sul fatto che le nostre sonde hanno rivelato negli sbuffi dei geyser di queste lune che spruzzano materiale nello spazio, la presenza di composti organici sospettati di essere il frutto del metabolismo di possibili forme di vita. Per gli scienziati, Marte presenta un grande vantaggio rispetto alle lune ghiacciate di Saturno e Giove: ci siamo già approdati con mezzi robottizzati in grado di svolgere analisi chimiche e fisiche ed altri vi arriveranno nel giro di pochi anni. Andare su Marte è un viaggio relativamente veloce di circa 4-11 mesi e l’atmosfera del pianeta, sia pur rarefatta, rende l’atterraggio molto più semplice rispetto alle minuscole lune senz’atmosfera.
Ora, la grande domanda è se il lago individuato nel polo sud di Marte abbia qualche tipo di contatto con la superficie che potrebbe diventare una via d’accesso per aventuali contaminazioni batteriche. Sulla luna di Saturno Encelado e sulla luna di Giove Europa, acqua liquida viene, letteralmente, spruzzata nello spazio da potenti geyser che erompono dagli oceani sotto la crista di ghiaccio attraverso grandi crepe che si formano nella crosta a causa degli effetti dirompenti delle interazioni gravitazionali con altre lune e, soprattutto, con i grandi pianeti attorno ai quali orbitano.
I pennacchi di ghiaccio e acqua che erompono dalla superficie di queste lune potrebbero rendere il campionamento degli oceani relativamente semplice: un veicolo spaziale potrebbe riuscire a raccogliere dei campioni volando attraverso il pennacchio durante un flyby. Ovviamente, se ci sono fratture nel ghiaccio attraverso le quali l’acqua sottostante esce all’esterno, significa che ci sono letteralmente delle “porte” attraverso le quali eventuali batteri sfuggiti alla sterilizzazione, arrivati sulla luna con un nostro lander, potrebbero penetrare nell’ambiente e contaminarlo.
Su Marte, per ora, nessun veicolo spaziale è atterrato nei pressi dell’area sotto la quale è stato scoperto il lago ma una tempesta di polvere globale come quella che sta attualmente imperversando sul pianeta e che ha messo fuori combattimento il rover Opportunity, potrebbe trasportare eventuali contaminanti in qualsiasi punto del pianeta e sappiamo che queste tempeste globali tendono a ripetersi ogni 6 -8 anni.
Sostanzialmente, dobbiamo sperare che il lago non abbia collegamenti diretti con la superficie perchè sappiamo che non siamo in grado di sterilizzare al 100% le macchine che inviamo nello spazio e chealcuni tipi di batteri riescono a sopravvivere nello spazio. Perfino nel vuoto della nostra Lunaun rhinovirus riuscì a sopravvivere all’interno di una cinepresa lasciata in superficie dagli astronauti dell’Apollo 11 e recuperata due anni dopo da una missione successiva.
È anche vero, però, che per indagare fisicamente su cosa contiene il lago di Marte dovremo trivellare.
Ma trivellare senza contaminare è abbastanza difficile. Sulla Terra, abbiamo trovato un lago simile a questo (ne abbiamo trovati anche altri e li chiamiamo subglaciali), il lago Vostok in Antartide. I sondaggi effettuati su questo lago da scienziati russi hano dato dei risultati controversi perchè apparentemente è stato individuato un florido ecosistema nelle acque glaciali di quel lago ma poi è uscito fuori che i campioni prelevati erano stati contaminati dal fluido usato per la perforazione.
Trivellare il ghiaccio del polo sud marziano per ameno 1500 metri costituirà una sfida inedita per i tecnici della NASA ed è un’operazione che potrebbe trovare l’opposizione della comunità scientifica se non fosse possibile garantire l’assoluta sterilità dell’operazione.
Potremmo anche essere fortunati e, prima di essere in grado di effettuare perforazioni nel ghiaccio marziano, ed avere la conferma della presenza della vita atraverso la rilevazione del metano atmosferico prodotto dal metabolismo di eventuali forme di vita. Abbiamo scoperto che le concentrazioni atmosferiche di metano su Marte variano con cadenza stagionale con un aumento notevole durante la primavera e l’estate marziana. Una conferma di questo dato potrebbe costituire una prova certa. ExoMars Trace Gas Orbiter dell’Agenzia spaziale europea, sta raccogliendo dati sul metano nell’atmosfera di Marte da aprile. Secondo il professor Roberto Orosei dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Bologna, capo del team che ha rilevato la presenza del lago sotto la superficie del polo sud di Marte utilizzando lo strumento MARSIS, uno speciale radar montato sulla sonda Mars Express, “ExoMars potrebbe trovare una pistola fumante, per così dire. L’associazione tra la presenza di acqua liquida e un aumento della concenrazione di metano che potrebbe derivare dal metabolismo di microrganismi sarebbe una prova molto, molto eccitante che qualcosa di molto interessante sta succedendo su Marte“.