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La nuova terapia contro il cancro fa vincere il premio Nobel ai suoi ideatori

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Il premio Nobel 2018 per la medicina medicina è stato assegnato a James P. Allison, del MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas, e Takusu Honjo, dell’università di Kyoto in Giappone, “per il nuovo approccio da loro ideato alla lotta contro il cancro tramite l’inibizione della regolazione immunitaria negativa.”

Questo tipo di terapia è un nuovo approccio nel trattamento del cancro. Invece di prendere di mira le cellule tumorali stesse, rilascia i freni inbitori delle cellule immunitarie, permettendo loro di attaccare le cellule tumorali. I farmaci che sono stati sviluppati per ottenere questo effetto sono noti come inibitori del checkpoint.

“In pratica, si tratta di provocare un’interferenza sugli effettori che regolano l’azione del sistema immunitario, effettuata per per liberare questa difesa e sfruttarla per attaccare le cellule cancerose”, ha spiegato Klas Karre, un immunologo Karolinska Institute e membro del comitato Nobel, dopo che è stato dato l’annuncio.

Allison, un ricercatore specializzato in immunologia, ha studiato un recettore proteico chiamato CTLA-4 posto sulle embrane cellulari dei linfociti T, che ha un’azione di regolazione della risposta immuitaria. Nel corso dei suoi studi, si è reso conto che inibendo il recettore, si otteneva un effetto di sblocco per cui le cellule immunitarie iniziavano ad attaccare le cellule tumorali, e, su questa base, ha sviluppato un nuovo approccio terapeutico alla cura del cancro. Nel 2011 un farmaco basato sull‘inibizione del CTLA-4, l’ipilimumab, è stato approvato per il trattamento del melanomaPiù del 20% delle persone che usano il farmaco hanno una remissione completa dalla malattia.

Honjo, anche lui immunologo, ha scoperto un secondo recettore chiamato PD-1 che svolge, a sua volta, un’azione di regolazione inibendo la risposta immunitaria, ma con un diverso meccanismo di azione. Anche questa scoperta si è dimostrata efficace nello sviluppo di trattamenti mirati. Due farmaci basati sull’inibizione del PD-1, nivolumab e pembrolizumab, sono stati approvati per il trattamento del melanoma e del cancro ai polmoni.

Gli inibitori del checkpoint si sono rivelati trattamenti straordinariamente efficaci per molti diversi tipi di tumori maligni, in particolare per i melanomi. Alcuni studi recenti sembrano anche dimostrare la loro efficacia nei casi di cancro al polmone, il cancro del rene e alcuni tipi di linfoma. Le combinazioni dei due tipi di farmaco sembrerebbero aumentare l’efficacia del trattamento terapeutico.

Fonte: Inside Science

Postepay evolution: dal primo ottobre cambiato l’IBAN

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L’IBAN DI POSTEPAY EVOLUTION E DELLA POSTEPAY EVOLUTION BUSINESS È CAMBIATO DAL 1° OTTOBRE.

È nata PostePay S.p.A.: la nuova società di Poste Italiane specializzata nei servizi di pagamento, di telefonia mobile e digitali. Questo significa che PostePay S.p.A. sarà la nuova titolare dei contratti relativi alle tue carte prepagate Postepay, ma ciò non cambia le modalità di utilizzo delle carte, né le condizioni contrattuali ed economiche.

COME OTTENERE IL NUOVO IBAN
Per trovare il nuovo IBAN basta entrare nell’area riservata di postepay.it oppure accedere all’App Postepay e selezionare la tua Postepay Evolution. Si può anche richiedere al numero verde 800.00.33.22 o in ufficio postale.

E QUINDI?
La cosa migliore da fare è di comunicare il nuovo IBAN a coloro che abitualmente dispongono bonifici e postagiro in tuo favore (ad esempio il datore di lavoro in caso di accredito di stipendio, i tuoi familiari etc.). Attraverso l’App Postepay è anche possibile condividere la novità utilizzando email, sms e whatsapp.

IL VECCHIO IBAN SARA’ GESTITO IN AUTOMATICO
I servizi già attivi sulle Postepay Evolution, i bonifici SEPA, i postagiro in entrata e gli addebiti diretti (SDD) saranno automaticamente gestiti sulle vecchie coordinate almeno fino al 30 settembre 2019.

CAMBIA QUALCOSA PER GLI ACQUISTI CON LA MIA CARTA?
NO! sarà possibile continuare ad utilizzare la carta Postepay per acquisti online e nei negozi nello stesso modo in cui è stata utilizzata finora.

Ricordiamo che questo cambiamento influirà solo sulle POSTEPAY EVOLUTION E POSTEPAY EVOLUTION BUSINESS.
Per tutte le altre postepay non cambierà nulla e l’operatività resterà immutata.

Sesso con gli extraterrestri

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di oliver Melis

Una delle tante leggende folli accompagnano il fenomeno degli UFO che non è certamente libero da manie di protagonismo: i rapporti sessuali con gli alieni.

Sono moltissime le persone al mondo che hanno dichiarato di aver avuto un rapporto sessuale con esseri extraterrestri. Ricorderete forse il caso occorso in Brasile ad Antonio Villas Boas. I casi di rapporti sessuali presunti tra alieni e terrestri vedono maggiormente protagoniste le donne con una minor presenza di uomini. I presunti incontri vengono suddivisi in due categorie, i rapiti a scopi medici e di studio e coloro che hanno avuto un rapporto sessuale consenziente con un essere alieno per contribuire alla nascita di una razza di nuovo tipo, gli ibridi umano-alieni.

La creazione di una razza intermedia tra gli alieni e gli umani, gli ibridi appunto, è una delle ultime teorie che i cospirazionisti hanno definito. Tempo fa, negli Stati Uniti è nata una comunità chiamata Hybrid Children che raccoglie le donne coinvolte in questi rapporti sessuali, dette anche allevatrici, che avrebbero il difficile compito di crescere una nuova razza umana, aiutandola ad evolvere e a superare la fase attuale di stallo.

Ovviamente, non ci sono prove di queste relazioni clandestine aliene, impensabile produrle; le persone coinvolte in genere si affidano solo ed esclusivamente alle loro dichiarazioni e a un cliché ormai ben sperimentato, ma che certamente non può trarre in inganno i critici, sdoganando ad esempio conigli scuoiati spacciati per feti o porcherie simili. A detta delle donne coinvolte I rapporti avuti con le creature axtraterrestri sono state le migliori della loro vita.

La Hibrid Children è stata fondata da Sharon e Nielsen Mc Cormick, che sostengono la teoria che gli alieni abbiano accumulato sufficiente DNA da poter far nascere generazioni di ibridi. Le due donne affermano inoltre che gli alieni sono simili a lucertole e che le hanno rapite e portate a bordo delle loro navi spaziali.

La comunità che raccoglie queste persone ha una convinzione: i loro figli ibridi crescono su delle astronavi, in quanto le madri non allevano i propri figli, infatti l’organizzazione ritiene che i bambini ibridi arriveranno sulla Terra in un prossimo futuro, una progenie mista che assimilerà la cultura umana aiutandola a elevarsi, in quanto questi esseri ibridi vivrebbero con una frequenza diversa, qualsiasi cosa questo significhi, e la comunicazione avverrebbe attraverso il mondo onirico.

ll sito dell’associazione non lesina informazioni, affermando che sulla Terra ci sarebbero milioni di genitori ibridi, che però non sanno di esserlo. La cosa strana, che sfugge a ogni logica, è che con le attuali conoscenze scientifiche e con gli attuali controlli medici, se questa ipotesi fosse vera, cioé se effettivamente esistessero milioni di ibridi lo avremo saputo. Sappiamo anche che ipotetici alieni non avrebbero nulla da spartire con noi, non avrebbero nessuna affinità genetica e non si potrebbero avere rapporti di nessun tipo: l’uomo ha certamente più affinità biologica a fisiologica con un batterio che con un ipotetico extraterrestre, nato ed evolutosi in un altro pianeta, probabilmente totalmente diverso dal nostro.

Solo teorie, dicerie e forse problemi a livello mentale che chi effettivamente e in buona fede crede a queste cosa ha. Spesso gli ufologi e i cospirazionisti più agguerriti non si fanno scrupoli di indurre una persona a raccontare qualcosa che di reale non ha nulla pur di avere un po di notorietà in più e un po di visibilità.

Una “Cometa Morta” a forma di teschio ci farà visita poco dopo Halloween

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Quest’anno Halloween avrà una replica cosmica l’11 novembre.

Pochi giorni dopo Halloween, l’asteroide Terra 2015 TB145 si avvicinerà alla Terra passandole vicino ma a distanza di ampia sicurezza.

Ma cosa c’entra un asteroide con Halloween? In realtà nulla, giusto il fatto che arriverà in prossimità del nostro pianeta pochi giorni dopo la festività di Halloween. Il riferimento nasce perchè questo asteroide NEO, che in realtà è quanto rimane di una cometa dopo innumerevoli passaggi vicino al Sole, è stato soprannominato dai tecnici della NASA “The Great Pumpkin” (La grande zucca) o “The great Skull” (Il grande teschio), infatti molti osservatori hanno notato che, in certe condizioni di illuminazione, questo grande sasso cosmico manifesta una sorprendente somiglianza con un enorme teschio.

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The great Pumpkin

L’asteroide fu individuato per la prima volta il 10 ottobre 2015, 2015 TB145 passò a soli 1,3 distanze lunare dalla Terra. Questa volta, passerà molto più lontano, a circa 105 distanze lunari.

La traiettoria del 2015 TB145 è ben nota“, dice Paul Chodas, direttore del Center for Near-Earth Object Studies presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA, a Pasadena, in California. Sarà possibile vederlo a patto di utilizzare almeno un piccolo telescopio.

La spettrale 2015 TB145 ed il suo passaggio ravvicinato del 2015 sono stati oggetto di uno studio pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics l’anno scorso: L’asteroide ha un diametro stimato di 700 metri. Potrebbe sembrare abbastanza grande, ma le sue dimensioni non sono sufficienti per avere una qualsiasi influenza gravitazionale sulla Luna o sulla Terra.

2015 TB145 potrebbe essere quella che viene definita una “cometa morta“.

Abbiamo scoperto che l’oggetto riflette circa il 6% della luce che riceve dal Sole“, ha detto Vishnu Reddy, del Planetary Science Institute di Tucson, in Arizona, “È simile all’asfalto fresco, e anche se a noi sembra piuttosto scuro, è più luminoso di una tipica cometa che riflette solo il 3-5% della luce.

Pensiamo quindi che sia un oggetto di origine cometaria ma, poiché non ha una coda evidente, la nostra conclusione è che si tratti di una cometa morta“.

Gli appassionati che cercheranno di vederlo, faranno bene a sfruttare al massimo quest’occasione, perché la prossima volta che l’asteroide compirà un volo ravvicinato verso Terra sarà nell’agosto del 2027, quando passerà a una sola distanza lunare (383.000 chilometri) dalla Terra.

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Grafica raffigurante l’orbita dell’asteroide 2015 TB145 nel 2015. NASA / JPL-Caltech

Optical SETI: in corso uno studio per tentare di capire se nella galassia di Andromeda qualcuno ha trasmesso segnali luminosi

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Un gruppo di astronomi sta tentando di individuare eventuali segnali di vita aliena nella galassia di Andromeda.

Il progetto si chiama Trillion Planet Survey ed è gestito dall’Università di Santa Barbara, in California. L’idea, ovviamente, è quella che, se qualcuno in quella galassia ha inviato volutamente dei segnali, potrebbe essere possibile individuarli.

La galassia di Andromeda appartiene al cosiddetto “gruppo locale” e dista dalla Terra 2538 milioni di anni luce. Questo significa che, se anche ricevessimo un qualche genere di segnale da quella galassia, questo sarebbe stato inviato oltre due miliardi e mezzo di anni fa e l’eventuale civiltà che lo avesse inviato sarebbe quasi ceratmente oggi estinta.

Il team sta cercando di indivduare trasmissioni inviate da una civiltà “simile o di classe superiore alla nostra che abbia cercato di comunicare la propria presenza utilizzando un raggio ottico“, come ha spiegato Andrew Stewart della Emory University. Questo tipo di osservazione è noto come Optical SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence).

Prendendo spunto da un articolo del 2016 di Philip Lubin, che guida il progetto, il team sta cercando di verificare l’idea che un’altra civiltà possa tentare di stabilire un contatto sfruttando segnali ottici invece che radio.

Il gruppo di lavoro pensa che sfruttando la fotonica dovrebbe essere possibile creare una luce brillante visibile attraverso l’universo. Il team sta ora esaminando Andromeda (chiamata anche M31) per ottenere quello che chiamano “il gasdotto” attivo e funzionante per cercare una tale luce.

Usando una serie di immagini della galassia di Andromeda riprese da diversi telescopi, creeranno una singola immagine della galassia. Successivamente, confronteranno quell’immagine con un’altra immagine di controllo della stessa galassia, che non mostri “segnali transitori“, cioè eventi che operano su intervalli di tempo relativamente brevi misurati in anni o meno.

Eventuali differenze tra le due foto, potrebbero indicare se è presente qualcosa che possa somigliare ad un segnale luminoso. Il software utilizzato è in grado di rimuovere eventuali interferenze provocate da satelliti o altre fonti vicine.

Secondo il team che gestisce il progetto, si tratta di un tentativo che vale la pena fare: ” In fondo, cerchiamo reperti archeologici e fossili, che ci raccontano la storia della Terra“, ha detto il membro del team Jatila van der Veen “Trovare segnali antichi ci fornirebbe sicuramente informazioni sulla storia dell’evoluzione della vita nel cosmo, e sarebbe fantastico. ”

Il team ha presentato la propria ricerca al workshop della NASA Technosignatures tenutosi a Houston nei giorni scorsi. in questo workshop la NASA ha dibattuto sul fatto se sia il caso di riprendere la ricerca di alieni intelligenti, qualcosa non più fatto dal 1993.

Potrebbe essere tutto tempo perso e risorse spese, potremmo essere soli, oppure qualsiasi segnale alieno potrebbe non essere rilevabile con i nostri strumenti.

Ma come spesso si dice, se non proviamo, non lo sapremo mai.

Sembra un’eruzione vulcanica ma dovrebbe essere una nuvola orografica… Un pennacchio sull’Arsia Mons di Marte

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Ore 15.50: Grazie alla collaborazione di alcuni utenti sta venendo fuori una storia molto meno clamorosa. A quanto pare, nell’area che comprende l’Arsia mons di Marte già in passato sono state individuate formazionii nuvolose di tipo orografico.

Come dimostra la foto sottostante, ripresa nel 2015, l’attuale pennacchio ricorda proprio immagini simili già riprese in passato e attribuite a formazioni nuvolose orografiche.

nuvole orografiche Marte

 

La notizia era nata nella giornata di ieri, quando sulla pagina facebook Il Pianeta Marte – di Marco De Marco è stata pubblicata una foto, ripresa oggi anche dal giornalista – documentarista Luigi Bignami che sembrerebbe documentare un fenomeno che si pensava non potesse più verificarsi su Marte: un’eruzione vulcanica.

vulcano marte

La nota che accompagnava l’immagine, messa online da Marco De Marco era ccmpagnata dalla seguente didascalia:

Arsia Mons in eruzione!

Questa immagine è stata scattata dalla Mars Webcam il 24 settembre alle 14:29:15 UT da un’altitudine di 9886.29 km.
Si può ammirare questo splendido pennacchio mentre fuoriesce dalla caldera di Arsia Mons, con tanto di ombra!
Vedremo se per questa volta la notizia verrà divulgata, oppure se passerà in sordina come già altre volte!
A breve fornirò maggiori dettagli ed informazioni precise su questo spettacolare fenomeno marziano che a prima vista ha tutta l’aria di un’eruzione vulcanica con i controfiocchi!!!

Divulgate al vostro divulgatore di fiducia 1f609

Link immagine ESA:
https://www.flickr.com/photos/esa_marswebcam/44927780181/
Credit: ESA – European Space Agency

Finora la notizia non è stata confermata da nessuna agenzia spaziale, né NASA né ESA hanno fornito informazioni in proposito. Alcuni geologi, interrogati sulla sequenza di fotografie che indubbiamente mostrano un pennacchio con indubbia origine nell’Arsia Mons, non hanno voluto commentare.

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Riserbo o prudenza?

Probabilmente entrambe le cose.

Infatti, stando ai più recenti studi su Marte, il pianeta rosso non dovrebbe avere più alcuna attività geologia. Lo stesso Arsia Mons, che indubbiamente è un vulcano, secondo gli scienziati, non riporterebbe tracce di attività vulcaniche da oltre 50 milioni di anni.

Arsia Mons è una montagna alta circa 16 chilometri, formatasi durante l’ultimo picco di attività vulcanica individuabile su Marte, circa 150 milioni di anni fa, durato da uno a 3 milioni di anni. A quanto si ritiene, almeno fino ad oggi, ogni attività vulcanica su Marte sarebbe cessata definitivamente oltre 50 milioni di anni fa, un po’ più tardi del periodo durante il quale, sulla terra, si esitnguevano i grandi dinosauri.

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Se confermata, questa notizia rivestirebbe una notevole importanza perchè costringerebbe molti scienziati a rivedere le nozioni note su Marte, ad oggi creduto un pianeta geologicamente morto. Scoprire che, al contrario, è ancora presente attività vulcanica potrebbe avere una notevole importanza, sia sulle reali possibilità che esista la vita sul nostro vicino planetario sia dal punto di vista delle prospettive che si aprirebbero per una futura colonizzazione del pianeta.

L’intero set delle immagini della Mars webcam è visibile all’indirizzo https://www.flickr.com/photos/esa_marswebcam/ fornito direttamente dal blog della Mars Webcam curato dall’ASI.

Aggiorneremo questa notizia non appena saranno pubblicate altre informazioni o conferme.

 

L’equinozio dei terrapiattisti – video

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Pochi giorni fa si è verificato l’equinozio di autunno, il momento in cui il sole splende direttamente sull’equatore, in cui la durata del giorno e della notte è quasi uguale in tutto del mondo e, nell’emisfero settentrionale, inizia l’autunno. Tutto bene, quindi, se non fosse che esiste una piccola comunità, prevalentemente online, che non parla di “emisfero” ma di “disco“: i terrapiattisti o flat-Earther.

Per i flat-Earther, il mondo è piatto e la scienza è una cospirazione, ma un fenomeno come l’equinozio può essere difficile da spiegare si un pianeta a forma di disco. Senza inclinazione assiale, il fenomeno in cui la Terra, che ruota su se stessa ed è uno sferoide, inclina i suoi poli verso o nella direzione opposta al sole, come può essere spiegata in modo credibile l’alternanza delle stagioni? Come possono sorgere albe e tramonti se il sole splende costantemente sull’intera superficie piatta del pianeta? Se il Polo Nord si trova nel centro esatto del mondo, com possono funzionare le bussole?

Niente paura! Coloro che ritengono di vivere su una terra piatta e non su un pianeta di forma sferoide hanno fornito molte risposte a queste domande assurde ma la loro comprensione richiede di scartare alcune migliaia di anni di conoscenza scientifica assodata. Per cominciare, è necessario dimenticare il modello eliocentrico del sistema solare.

Nelle più diffuse mappe della Terra piatta, il Polo Nord si trova approssimativamente al centro del disco planetario, mentre l’Antartide forma un gigantesco muro di ghiaccio lungo la circonferenza del pianeta. L’equatore forma un corridoio ad anello tra i due poli.

Per tenere conto dell’equivalenza tra ore diurne e notturne nel periodo dell’equinozio, i modelli dei terrapiattisti apportano alcune modifiche alla comune idea di Sole.

Normalmente, il Sole viene immaginato come un’enorme sfera infuocata situata a 150 milioni di chilometri dalla Terra ma, un terrapiattista lo vede come un piccolo riflettore posizionato sopra la Terra. Secondo il primo ideologo del terrapiattismo Samuel Birley Rowbotham, che pubblicò il trattato “Zetetic Astronomy: Earth Not a Globe” nel 1881, il sole ha un diametro di circa 52 km e si muove Da 640 a 1.130 km sopra la Terra, a seconda del mese.

In realtà, i moderni terrapiattisti sono convinti che il sole si trovi a circa 5.000 km al di sopra della Terra, ma l’idea generale di Rowbotham rimane popolare nella comunità. Ecco come i membri della Flat Earth Society (uno dei principali gruppi di terrapiatti nel mondo) descrivono l’idea nella loro pagina wiki ufficiale:

“Il sole si muove in cerchio attorno al Polo Nord, quando lo vedi nel cielo sopra la tua testa, è giorno, quando non lo è, si verifica la notte. La luce del sole si diffonde su un’area limitata e la sua luce si comporta come un riflettore scenico illuminando solo una parte della superficie terrestre per volta.

Il diametro di questi cerchi solari governa le stagioni. Secondo una teoria popolare, i cerchi solari sono più vicini al Polo Nord a giugno, quindi trascorrono i successivi sei mesi ruotando lentamente a spirale verso l’esterno, spostandosi progressivamente verso il muro di ghiaccio ai confini del mondo. A dicembre, il sole inverte il corso e le spirali tornano di nuovo verso l’interno. Durante gli equinozi di primavera e autunno, il sole gira in un cerchio perfetto attorno all’equatore, facendo luce su metà del disco terrestre. Ecco fatto, tutto chiaro: abbiamo le stagioni!

Questa spiegazione presenta, però, alcuni problemi. Per coloro che sono a digiuno di astronomia, un sole che si muovesse a 5.000 km di altezza non tramonterebbe mai, nemmeno alle latitudini più meridionali. L’utente di YouTube Wolfie6020, lo ha dimostrato costruendo un modello in scala del sole in stile Terra piatta che mostra come si vedrebbe da Sydney durante l’equinozio di primavera. Come mostra il suo video, il sole (in realtà un drone che trasporta una palla da ping-pong) non cade mai sotto l’orizzonte, nemmeno nel punto più lontano dall’osservatore.

Inoltre, durante un equinozio, il sole sembra sorgere verso est e si trova a ovest dovunque sulla Terra, tranne ai poli. Affinché ciò si mantenga vero su una Terra piatta, dove alcune città sono fisicamente molte più distanti dal sole rispetto ad altre, la luce del sole dovrebbe piegarsi a centinaia di angolazioni diverse contemporaneamente. Questo è l’unico modo in cui potrebbe apparire come se provenisse sempre da est. L’utente di YouTube Flat Out, ha dimostrato l’impossibilità di questa spiegazione utilizzando semplici simulazioni al computer nel 2017.

Finora, nessun modello di Terra piatta è stato finora in grado di risolvere questi problemi, cosa che, però, non impedisce ai terrapiattisti di continuare a provare a costruire un modello che soddisfi tutte le osservazioni. Bisogna dire che esiste anche un gruppo di irriducibili che non si preoccupa delle incongruenze e non cerca di giustificarle.

Come per molte altre ipotesi di complotto, è proprio l’incongruenza scientifica che, per i suoi sostenitori, rende valida l’idea della Terra come un disco. Molti complottisti ritengono che la scienza in generale non sia altro che il frutto di una cospirazione tesa  far vivere l’umanità nell’illusione e nell’ignoranza. Non importa che le loro affermazioni non trovino un riscontro nella realtà o nella mera osservazione: l’importante è mettere in dubbio le verità costruite in secoli di osservazione scientifica, sperimentazione ed evoluzione tecnica.

Essere un terrapiattista ha però il suo fascino: credere in un pianeta a forma di disco abitato solo nella parte superiore ti rende libero di credere a qualunque altra sciocchezza tu possa ascoltare o leggere. 

Fonte: Livescience

SpaceX trasporterà sulla Luna una serie di lander per Ispace

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La visione di Elon Musk di una colonia umana su Marte potrebbe cominciare a realizzarsi prima della fine del prossimo decennio. Partecipando ad una discussione su Twitter, l’owner di SpaceX ha confermato che la prima missione su Marte del BFR dovrebbe avvenire entro il 2022 e, sotto un’immagine di concetto di come sarà la base, Musk ha scritto che pensa che i lavori di costruzione inizieranno intorno al 2028. Sarebbe solo il primo passo di un progetto più ampio ed ambizioso che prevede la creazione di alcune vere e proprie città sul pianeta rosso. Musk non ha rilasciato nessun commento di smentita o conferma di un viaggio verso Marte del BFR con equipaggio umano nel 2024.

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Intanto, la compagnia spaziale del vulcanico imprenditore di origine sudafricana dovrebbe lanciare il satellite di osservazione SAOCOM 1A dalla base aerea di Vandenberg, in California, il 6 ottobre. Il Falcon 9 Block 5 porterà in orbita il satellite per l’agenzia spaziale argentina CONAE.

È di ieri, inoltre, la notizia che SpaceX invierà una serie di robot sulla luna. La società giapponese Ispace ha annunciato che collaborerà con la società di Elon Musk per l’invio di mezzi sulla Luna, presumibilmente utilizzando il Falcon Heavy, per una serie di missioni programmate per il 2020 e il 2021.

Stiamo entrando in una nuova era nell’esplorazione dello spazio e SpaceX è orgogliosa di essere stata selezionata da Ispace per lanciare le loro prime missioni lunari“, ha commentato in una nota Gwynne Shotwell, presidente e chief operating officer di SpaceX. “Non vediamo l’ora di portare il loro innovativo veicolo spaziale sulla Luna.

Il progetto vedrà un Lunar Lander di test trsportato in orbita lunare durante una missione che si svolgerà a metà del 2020. La seconda missione, prevista un anno dopo, vedrà il lancio di alcuni Landers e Rovers lunari che scenderanno sulla superficie della Luna per raccogliere dati in vista di una ulteriore missione che si svolgerà verso la metà del 2021. Lo scopo di queste due missioni sarà quello di dimostrare le capacità tecniche di Ispace, che intende diventare un fornitore per agenzie o privati intenzionati ad inviare carichi utili sulla luna.

Ispace è l’azienda dietro “Hakuto“, una delle cinque squadre finaliste del concorso XPRIZE bandito da Google Lunar, che era finalizzato all’atterraggio di un veicolo spaziale robotico sulla Luna prima della fine del 2017. La competizione si è conclusa a gennaio di quest’anno, senza che nessuno sia riuscito ad aggiudicarsi il primo premio da 30 milioni di dollari.

L’annuncio arriva solo una settimana dopo la conferenza stampa in cui Elon Musk ha parlato del progetto di SpaceX di inviare un passeggero pagante, un turista, insomma, ed alcuni artisti suoi ospiti in un viaggio circumlunare. Il miliardario giapponese Yusaku Maezawa intraprenderà il viaggio, della durata di 4-5 giorni con sei-otto artisti da lui selezionati nel 2023.

Condividiamo con SpaceX l’idea di consentire agli esseri umani di vivere nello spazio e colonizzare altri mondi, quindi siamo molto felici che si unirà a noi in questo primo passo del nostro viaggio”, ha dichiarato Takeshi Hakamada, fondatore e CEO di Ispace.”

Relativamente al BFR, Elon Musk ha lasciato intendere su Twitter che il razzo più potente del mondo potrebbe vedere incrementata ulteriormente la sua potenza con l’installazione di ulteriori 11 motori, il cui numero passerebbe da 31 a 42. Forse un riferimento sottile al romanzo di fantascienza cult “Guida galattica per autostoppisti” .

Il BFR, secondo quanto annunciato dal CEO di SpaceX, è destinato ad effettuare una serie di missioni su Marte, con due razzi automatici nel 2022 e altri 4 viaggi, due con equipaggio e due automatici nel 2024. Musk, la scorsa settimana, ha presentato un design aggiornato del BFR, che avrà tre grandi pinne direzionali che gli serviranno anche da appoggio in fase di atterraggio. Secondo Musk, il BFR potrà trasportare fino a 100 tonnellate di carico in orbita bassa terrestre.

I motori Raptor che saranno montati sul BFR, sono fondamentali per i piani di SpaceX su Marte. Sono alimentati da ossigeno liquido e metano, piuttosto che da ossigeno liquido e propellente per razzi utilizzati nei motori Merlin della famiglia Falcon. Ciò permetterà ai primi astronauti che giungeranno su Marte di rifornire di carburante i motori del BFR estraendo metano ed ossigeno direttamente dal suolo e dall’atmosfera di Marte. In questo modo gli astronauti potranno effettuare il viaggio di ritorno.

Elon Musk ha l’abitudine di fare riferimenti alla fantascienza nel suo lavoro. Ha confermato che la prima nave a visitare Marte si chiamerà Heart of Gold (Cuore d’oro), in riferimento all’astronave dotata di propulsione ad improbabilità infinita nave della Guida galattica per gli autostoppisti. L’idea di usare 42 motori potrebbe anche essere un riferimento alla “risposta definitiva alla vita, all’universo e a tutto quanto” che fa parte del ciclo di romanzi della “Guida”.

I primi test di funzionamento del BFR si svolgeranno presso lo stabilimento di Boca Chica in Texas, il prossimo anno.

Musk sembra proprio intenzionato a gettare le basi per trasformare l’umanità in una civiltà multi-pianeta.

Forse individuata la stella di provenienza di Oumuamua

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Qualcuno ricorderà Oumuamua, il misterioso oggetto di origine interstellare a forma di sigaro che attraversò il nostro sistema solare sul finire dello scorso anno. In quei giorni fioccarono le ipotesi sulla natura dell’oggetto, vennero puntati radiotelescopi e telescopi per scandagliarlo e lo stesso Breakthrough Listen, il progetto di ricerca di intelligenze aliene lanciato da Stephen Hawking nel 2015, finanziato dal miliardario russo Yuri Milner, si impegnò nello studiarlo.

Ci fu, perfino, chi ritenne che si trattasse di un’astronave aliena entrata nel sistema solare per sfruttare l’effetto fionda del pozzo gravitazionale solare per ottenere maggiore accelerazione. Sia come sia, Oumuamua continuò per la sua strada, completamente indifferente all’attenzione suscitata negli esseri umani.

Dal momento in cui gli astronomi hanno avvistato Oumuamua, riconoscendolo come proveniente da fuori del nostro sistema solare, sono moltissime le domande sul suo conto che si sono rincorse, e quasi tutte rimaste, almeno finora, prive di risposta. Cos’è? Da dove proviene? Perché ha una forma così insolita?

Adesso, un team di scienziati ha annunciato che potrebbero aver fatto progressi sulla seconda domanda, restringendo l’area di provenienza dell’oggetto a soli quattro stelle.

La ricerca si basa sui dati raccolti nel mese di giugno che sembrano indicare che l’oggetto, giunto vicino al Sole, abbia preso un po’ di velocità, accelerando.

Questa considerazione ha permesso agli scienziati di risalire lungo la traiettoria percorsa nel sistema solare da Oumuamua. per riuscirci sono stati esaminati una quantità enorme di dati raccolti dalla missione Gaia dell’Agenzia spaziale europea, allo scopo di individuare le posizioni precise delle stelle. La mappa tracciata in qusto modo ha permesso agli scienziati di identificare i possibili sistemi solari di origine, ma anche di calcolare in che modo le stelle vicine e la loro gravità hanno influenzato la rotta dell’oggetto.

Combinando queste informazioni, il team ha identificato quattro possibili stelle come luogo di origine di Oumuamua: la nana rossa HIP 3757, la stella simile al Sole HD 292249 e altre due stelle ancora senza nome.

Gli astronomi credono che Oumuamua (il cui nome significa “messaggero da lontano che arriva per primo” in lingua hawaiana) deve provenire da un sistema stellare dotato di almeno un pianeta gigante gassoso, che sarebbe responsabile del calcio gravitazionale che l’ha spinto oltre la sua stella, mandandolo a errare, solitario, attraverso l’universo. Per quanto ne sappiamo, però, tutte e quattro le stelle candidate sono prive di pianeti, ma questa è una condizione che potrebbe cambiare quando il telescopio spaziale TESS rivolgerà loro la sua attenzione. 

Lo studio oggetto di questo articolo è descritto in un documento pubblicato il 24 settembre sul sito di preprint arXiv.org ed è stato accettato per la pubblicazione sul Journal of Astrophysical.

Uno strano UFO avvistato nel cielo di Milwaukee lo scorso 21 settembre – Video

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Secondo quanto riporta il sito The kozpost.com, lo scorso 21 settembre numerosi abitanti di Milwaukee (si, la città di Fonzie e di Richie Cunningham) hanno riferito l’avvistamento di uno strano oggetto che ha percorso in pieno giorno, e in piena vista, il cielo  della cittadina statunitense. Secondo varie fonti, sarebbero stati in molti i cittadini che hanno contattato le autorità, preoccupati da quella che appariva come una strana creatura volante di forma indefinibile.

Diversi testimoni oculari hanno ripreso con i propri smartphone il volo e, inevitabilmente, alcuni di questi filmati sono finiti sui social network attirando l’attenzione dei tanti ufologi e pseudotali che vi imperversano. Altrettanto inevitabilmente, alcuni you tuber hanno ripreso uno dei filmati rilanciandolo, condito della testimonianza del suo spaventatissimo autore.

Ero sul retro della mia casa quando ho sentito l’improvviso impulso di guardare in alto, verso le nuvole. Là, in alto, un oggetto dalla forma indefinita stava volando a velocità supersonica, illuminato da luci, rosse e blu, nella sua parte superiore. L’apparizione mi ha spaventato ma sono riuscito a filmare l’oggetto anche se, data la velocità a cui si muoveva, non sono riuscito a metterlo a fuoco chiaramente prima che scomparisse tra le nuvole.” effettuato la

Effettivamente, l’oggetto, o la creatura, che compare nel filmato appare a fuoco solo per pochi secondi, lasciando l’impressione di stare guardando qualcosa di simile ad un sacco di plastica sfilacciato, senza una forma definita ed in balia del vento.

Nel filmato, guarda caso, non appaiono punti di riferimento che consentano di valutare la velocità effettiva dell’oggetto.

Secondo alcuni ufologi e teorici della cospirazione che lo avrebbero analizzato, nel video non si rilerebbero contraffazioni di sorta.

Diversi ufologi, dopo aver visto il filmato, si sono detti convinti che gli abitanti di Milwaukee si sono trovati davanti ad un tipo nuovo di UFO, mai osservato finora, di sicura origine aliena.

Guardando e riguardando il filmato, rispetto all’ipotesi del sacco di plastica viene da rilevare che, se fosse trasportato dal vento, probabilmente alcune delle estremità apparirebbero svolazzanti e non così rigide come sembrano apparire nei pochi secondi in cui l’oggetto sembra abbastanza a fuoco. Potrebbe anche essere un drone “truccato” con qualche infrastruttura o con uno strano pupazzo.

Di sicuro, la forma dell’oggetto è tutt’altro che aerodinamica e l’impressione, pur in assenza di efficaci punti di riferimento, è che non stia certo volando a velocità supersonica.

Vale la pena di segnalare che, secondo il sito The kozpost.com, l’insolito oggetto avrebbe lasciato perplessi anche molti scettici sui social e su You tube.