La ricerca di risposte sul nucleo interno della Terra e la super rotazione

Poiché il nucleo interno non è rigidamente connesso al mantello solido della Terra, la possibilità che esso ruoti leggermente più o meno veloce rispetto al resto della Terra viene tenuta da lungo tempo in considerazione

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Uno dei misteri più grandi della geofisica sono i movimenti del nucleo più interno del nostro pianeta, la Terra. Il suolo sotto nostri piedi ci appare solido e rassicurante ma ha un limite ben preciso. In profondità sotto la superficie del pianeta, il nucleo interno caldissimo è circondato da un involucro liquido, il nucleo esterno fuso, separato da una zona chiamata mantello dalla crosta terrestre.

Questa disposizione stratificata e ben suddivisa, pone diverse domande, la più importante delle quali è chiamata super-rotazione: se il nucleo interno della Terra non è solidale al mantello per via del nucleo esterno fluido, in che modo ne influenza la rotazione?

Le ipotesi sulla super-rotazione suggeriscono che il nucleo interno della Terra ruota a una velocità diversa rispetto alla velocità di rotazione della Terra stessa, che è circa una rotazione completa ogni 24 ore. Il tasso di super-rotazione del nucleo interno è stato discusso dagli scienziati per decenni, ma ora una nuova analisi del sismologo John Vidale, dell’Università della California del Sud, offre una stima che i geofisici devono considerare.

Nel suo studio, Vidale esamina le onde sismiche retrodiffuse rilevate da due test nucleari separati, condotti dall’Unione Sovietica nell’arcipelago della Novaya Zemlya, nella Russia settentrionale, nel 1971 e nel 1974.

Quando queste esplosioni nucleari sono state effettuate, oltre quattro decenni fa, la potenza dell’esplosione è stata rilevata dalle stazioni sismiche di tutto il mondo, tra cui la Large Aperture Sismic Array (LASA): la prima grande matrice sismica al mondo, costruita nel Montana nel 1965.

Analizzando i dati di LASA e misurando il movimento del nucleo interno in base alle onde sismiche rilevate, Vidale ha stimato che il nucleo interno ruotava di circa 0,07 gradi in più rispetto al resto del pianeta ogni anno tra il 1971 e il 1974.
Se il suo tasso è giusto, significa che se ti fermassi in un punto all’equatore per un anno, la parte del nucleo interno che era precedentemente sotto di te si sposterebbe in un punto ad oltre 6 chilometri di distanza“, spiega Maya Wei-Haas in un rapporto sulla ricerca stilato per National Geographic .



Per quanto riguarda i calcoli della super-rotazione, Vidale afferma che la sua nuova stima è più precisa delle precedenti approssimazioni, una delle quali, in particolare, è la sua. Nel 2000, Vidale faceva parte di un team che analizzava gli stessi dati dei test nucleari rilevati dall’array Montana e calcolava una super-rotazione più veloce per il periodo 1971-1974, pari a 0,15 gradi all’anno. Nel nuovo studio, Vidale spiega che la sua ultima stima fornisce una maggiore risoluzione e beneficia di miglioramenti nella correzione, elaborazione e interpretazione dei dati.

Ma c’è un altro motivo per cui le cifre sono diverse, infatti questo è un campo molto teorico della scienza: si tratta di esaminare una parte del pianeta Terra sepolto a grande profondità e surriscaldato, impossibile studiare da vicino; la ricerca è ancora agli inizi. L’intera teoria della super-rotazione è stata proposta negli anni ’70 , ma il primo modello e le prime prove sismiche sono apparse solo negli anni ’90, pochi anni prima della pubblicazione della ricerca di Vidale del 2000.

Gli scienziati hanno anche altre spiegazioni sul perché le nostre letture e stime sui tassi di super-rotazione apparenti del nucleo interno sono diverse. In uno studio pubblicato a maggio si evidenzia che le discrepanze potrebbero essere dovute a variazioni della superficie del nucleo interno stesso, che potrebbero spiegare incoerenze in altre analisi.

Se questa visione fosse corretta, potremmo avere a che fare con un dilemma ancora più grande sul centro della Terra. Solo il tempo, e molti più scienziati disposti a accettare la sfida, troveranno forse la soluzione.

Fonte: https://www.sciencealert.com

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