mercoledì, Aprile 2, 2025
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Nessuno è mai morto colpito da materia oscura

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Ancora non sappiamo come individuare la Materia Oscura, ma una cosa la sappiamo: nessuno è mai morto per essere stato colpito da Materia Oscura.

Bene, una cosa in meno di cui preoccuparci ma non era definire questa cosa lo scopo del documento di prestampa che descrive questi risultati.

Secondo i fisici Jagjit Singh Sidhu e Glenn Starkman della Case Western Reserve University e Robert Scherrer della Vanderbilt University, il fatto che nessuno sia morto per un impatto con la materia oscura ci consente di applicare vincoli a questa misteriosa sostanza.

I nostri risultati,riferiscono, “aprono una nuova finestra sulla materia oscura: il corpo umano come rivelatore di materia oscura“.

All’apparenza, sembrerebbe un’idea un po’ fuori dagli schemi; per ora, possiamo leggere il loro articolo – intitolato “Death By Dark Matter” – sul sito Web di pre-stampa arXiv, fino a quando anche la comunità scientifica e la peer review gli daranno uno sguardo più da vicino.

La materia oscura continua ad essere una spina nel fianco della cosmologia. Sappiamo che c’è qualcosa là fuori che genera più gravità di quanto possa essere spiegato dalla materia rilevabile. In effetti, il modo in cui stelle e galassie si muovono indica che fino l’85 percento della massa nell’Universo è composta da materia ed energia oscura, due cose che ancora non riusciamo a capire come rilevare.

Sono stati effettuati e sono ancora in corso una serie di esperimenti e di test con lo scopo di rilevare queste due sfuggenti sostanze e, sebbene abbiamo imparato alcune cose piuttosto sorprendenti, fino ad oggi, non ci sono stati rilevamenti conclusivi sulla natura della Materia Oscura.

Un altro modo per cercare qualcosa è capire che cosa non è. Ecco perché cercare di capire se la materia oscura ha sbattuto contro persone come una specie di misteriosi proiettili spaziali fantasma potrebbe essere una domanda interessante.

In particolare, la macro materia oscura si riferisce a possibili candidati ad essere materia oscura che si espandono elasticamente dalla materia normale attraverso un’ampia sezione geometrica.

Secondo i calcoli del team, queste particelle di materia oscura – che chiamano “macro” – farebbero parecchi danni se colpissero un essere umano.

La più vicina analogia per una macro collisione della materia oscura con un essere umano è una ferita da arma da fuoco” scrivono i fisici.

“Si noti che stiamo lavorando con una gamma molto diversa di dimensioni e velocità del proiettile rispetto ai proiettili tipici: le macro hanno generalmente velocità ipersoniche ma sezioni geometriche molto piccole nel nostro intervallo di parametri (minimo 1 micron).

Quindi, il loro effetto distruttivo è probabilmente qualitativamente diverso da quello di un proiettile: un impatto macro, tipicamente riscalda il cilindro di tessuto che scava lungo il suo percorso ad una temperatura di 10 milioni di Kelvin, in pratica avremmo un cilindro di plasma che si espande all’interno del corpo“.

Va bene, a fronte di questa idea, non sono stati osservati decessi correlati a impatti macro negli ultimi 10 anni in Europa, negli Stati Uniti e in Canada.

Questi risultati vincolano i macro che possono essere rilevabili qui sulla Terra al di sotto di una dimensione fisica di pochi micron e una massa di circa 50 chilogrammi. L’effetto sul corpo umano di macro più piccole di quelle non è ancora stato studiato, ma è possibile che anche questo possa essere compreso in futuro.

Per quanto riguarda gli altri candidati alla materia oscura, alcuni di questi devono ancora essere esplorati; anche se due documenti separati hanno scoperto che le particelle massive debolmente interagenti, o WIMP, non è probabile che causino il cancro negli esseri umani.

Dormiremo tutti sonni più tranquilli grazie a questa informazione.

Il documento del team è disponibile sul sito Web pre-stampa arXiv .

Storm Area 51, cos’è e cosa succederà?

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Se tutto andrà secondo i piani, il venti settembre più di mezzo milione di persone si riuniranno in una remota città del Nevada, unite da un obiettivo comune: occupare l’Area 51 nelle prime ore del mattino, usando la forza del numero, per portare allo scoperto gli oggetti extraterrestri, resti di navicelle, cadaveri e altro, nascosti nella base governativa notoriamente clandestina.

Su facebook è stato organizzato un evento chiamato: “Storm Area 51, They Can’t Stop All of Us” (Tempesta sull’Area 51, non possono fermarci tutti).

Al momento della pubblicazione di questo articolo, oltre 1,6 milioni di persone avevano manifestato la loro intenzione di partecipare e un altro milione abbondante si era dichiarato interessato all’evento. Non tutti sembrano aver preso sul serio la cosa, però. La pagina dell’evento è piena di migliaia di post satirici e meme che teorizzano il modo migliore per entrare nella struttura top-secret.

A fronte di molti che ci scherzano, però, ci sono altri che furbescamente consigliano l’acquisto di un kit paramilitare per equipaggiarsi al meglio, alla modica cifra di 500 dollari.

equipaggiarsi per occupare l'area 51

Ci incontreremo all’attrazione turistica dell’Area 51 Alien Center e coordineremo la nostra entrata“, recita una breve descrizione dell’evento, creato dal famoso streamer di videogiochi SmyleeKun. “Se eseguiamo naruto, possiamo muoverci più velocemente dei loro proiettili.” L’ultima parte della descrizione fa riferimento al ninja degli anime Naruto Uzumaki, la cui firma in avanti, la tecnica della corsa dietro le spalle ha indotto alcuni a credere che permetta di correre più veloce. (Non è così).

La maggior parte delle persone che discutono del raid, incluse varie agenzie di stampa che hanno scritto sull’evento, riconoscono che si tratta più di una burla che di una cosa seria. Ma molti sembrano, invece, avere preso la faccenda molto sul serio. Non è chiaro esattamente quante persone, se ce ne saranno, si presenteranno effettivamente per tentare di effettuare un blitz sul Complesso della Base Aerea Nellis, che ospita il terreno che contiene l’Area 51.

Alcuni tra coloro che hanno scritto sulla pagina dell’evento nei giorni scorsi hanno considerato questa possibilità.

PS: Ciao governo degli Stati Uniti, questo è uno scherzo, e in realtà non intendo andare avanti con questo piano“, ha preso un po’ le distanze dalla cosa l’utente Jackson Barnes, l’ideatore dell’evento che aveva anche pubblicato un piano particolareggiato per riuscire ad invadere la famigerata base segreta. “Ho solo pensato che sarebbe stato divertente prendere un po’ di like su Internet. Non sono responsabile se le persone decidono di occupare realmente l’area 51“.

Parlando con il Washington Post, la portavoce dell’Air Force, Laura McAndrews, ha dichiarato che i funzionari militari sono a conoscenza dell’evento. Alla domanda su come le autorità avrebbero risposto ai curiosi che potrebbero tentare di entrare nell’area 51, McAndrews ha affermato di non poter rivelare piani specifici o procedure di sicurezza alla base.

Tuttavia, ha lanciato un avvertimento a coloro che potrebbero tentare la fortuna.

[Area 51] è un campo di addestramento dell’aviazione americana, e scoraggeremo chiunque provi ad entrare nell’area dove addestriamo le forze armate americane“, ha detto la McAndrews. “L’US Air Force è sempre pronta a proteggere l’America e le sue risorse”.

La struttura è da lungo tempo nel mirino di ufologi e cospirazionisti convinti che nella base vengano custoditi resti di navi spaziali aliene precipitate sulla Terra e addirittura i corpi dei loro piloti alieni deceduti, come ad esempio la supposta navicella di Roswell.  Per decenni il governo a sistematicamente smentito qualsiasi idea legata alla presenza di amnufatti alieni o cose collegate, addirittura si è a lungo affermato che l’area 51 non esisteva affatto.

Questa idea è stata ufficialmente smentita nel 2013 quando la CIA ha confermato la sua esistenza.

Sì, l’Area 51 è sicuramente reale e anche se tutte le relazioni indicano che si tratta solo di una base aerea, la rivelazione diede credito alle teorie del complotto secondo cui il governo usa la base per nascondere alieni e navicelle spaziali. Successivamente, la CIA ha pubblicato informazioni sui voli di prova di aerei sperimentali che hanno avuto luogo in quella base, e gli aspetti alieni in molte di quelle teorie sono state ridimensionate.

Tuttavia, nel 2017, il Pentagono ha confermato l’esistenza di un programma governativo da 22 milioni di dollari per analizzare “anomale minacce aerospaziali” – conosciute anche come UFO – dando ai tanti appassionati di ufologia nuovo materiale per le loro congetture.

Sebbene la struttura non sia accessibile al pubblico, l’area intorno all’area 51 è una destinazione turistica popolare, cosparsa di motel, musei e ristoranti a tema alieno (Nel 1996, il Nevada ridenominò la Route 375 in Extraterrestrial Highway). I curiosi che si avvicinano troppo alla base, però, vengono accolti con avvisi che indicano la possibilità di essere multati o incarcerati per aver violato la zona e preso fotografie.

Alcuni segnali suggeriscono che chi entra potrebbe essere soggetto a forza mortale“.

Nel 2014, un autobus turistico che portava quattro passeggeri, violò inavvertitamente l’area riservata, oltrepassando i segnali senza notarli ed entrò nel territorio della base, secondo quanto riferisce il Las Vegas Now. Il mezzo fu fermato da uomini in “abbigliamento militare” e tutti nel veicolo sono stati minacciati di arresto e di una multa di 650 dollari. L’incidente fu registrato in video, rendendo evidente che i passeggeri del tour pensavano che fosse una messa in scena parte dell’esperienza. La multa fu addebitata solo all’autista.

Naturalmente, quelli che sostengono che parteciperanno al raid di settembre sanno che la loro missione non sarà facile. Alcuni hanno offerto i propri piani e persino schemi che descrivono in dettaglio come il gruppo potrà assumere il controllo della base.

Intanto c’è gente che fa affari d’oro vendendo T-Shits e gadgets vari dal sito dell’evento.

Insomma, che sia una burla o che qualcuno farà sul serio, probabilmente non succederà niente ma non c’è dubbio che, per la prima volta dai tempi di Bob Lazars si siano nuovamente accesi i riflettori sulla mitica Area 51.

L’app russa che manipola le tue foto invecchiandoti probabilmente sta conservando i tuoi dati (come fa qualsiasi altra app)

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FaceApp è l’app gratuita più popolare su Google Play e App Store di Apple grazie a un filtro per l’età che rende le persone in foto molto più vecchie. Celebrità e utenti comuni di FaceApp trovano divertente pubblicare foto con sé stessi invecchiati, ma cominciano ad emergere una serie di preoccupazioni su come FaceApp gestisce i dati degli utenti.

FaceApp divenne popolare nel 2017; l’app utilizza l’intelligenza artificiale per modificare i volti delle persone con una varietà di filtri. Le foto aggiunte a FaceApp vengono caricate su un server remoto per l’elaborazione prima di essere reinviate all’utente.

Comprensione della politica di FaceApp sulla provacy

termini di servizio di FaceApp consentono alla società di utilizzare le foto e altre informazioni caricate dagli utenti a scopi commerciali, inclusi i loro nomi, somiglianze e voci. I termini di servizio dicono anche che FaceApp può conservare i dati dell’utente anche dopo che questo ha cancellato l’app e la sua registrazione.

La società ha affermato che i dati potrebbero essere conservati per rispettare “determinati obblighi legali“, ma non vi è alcuna limitazione sulla durata della conservazione dei dati.

Inoltre, la politica sulla privacy di FaceApp afferma che tutte le informazioni raccolte dall’app possono essere archiviate e trasferite in qualsiasi paese in cui FaceApp e le sue affiliate operino. Ciò significa che le foto degli utenti e i dati delle app possono essere archiviati in Russia, il paese in cui si trova il team di sviluppo dell’app.

TechCrunch ha riferito che FaceApp utilizza server di Google e di proprietà di Amazon negli Stati Uniti.

FaceApp non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.

FaceApp ha rilasciato una dichiarazione per risolvere i problemi di privacy

FaceApp ha, in seguito, fornito a TechCrunch una dichiarazione dettagliata per chiarire la sua politica in materia di privacy. Sebbene i termini del servizio suggeriscano che i dati possano ancora essere trasferiti al team di sviluppo russo, la società afferma che i dati dell’utente rimangono sul lato server.

FaceApp sostiene che le foto memorizzate sul server sono mantenute per rendere il processo di editing più efficiente per i suoi utenti e che le foto vengono di solito cancellate entro due giorni.

La società ha dichiarato di accettare anche le richieste degli utenti di rimuovere tutti i dati personali dai loro server. Tuttavia, FaceApp ha dichiarato che il team di supporto era in ritardo con tali richieste. FaceApp dice anche che il 99% degli utenti sceglie di non effettuare il login, impedendogli, quindi, di identificare l’utente e relazionare con lui le informazione raccolte.

C’è molto scetticismo sulle attività delle società tecnologiche russe

L’anno scorso, l’ex consigliere speciale dell’ufficio di Robert Mueller ha accusato più di una dozzina di cittadini russi per crimini legati a una vasta campagna sui social media destinata a influenzare le elezioni presidenziali del 2016. L’Agenzia di ricerca Internet di San Pietroburgo, con sede in Russia, ha utilizzato false identità su Facebook, Twitter e altre piattaforme di social media per diffondere notizie false e propaganda.

Ovviamente bisognerebbe evitare di fare di tutte l’erba un fascio, non tutte le aziende tecnologiche russe hanno intenti malevoli ma alcuni utenti e critici di FaceApp sono ragionevolmente preoccupati che i loro nomi e le foto caricate su FaceApp potrebbero finire per essere usate impropriamente. In proposito FaceApp ha dichiarato che di non vendere dati a società terze e che i dati non sono stati trasferiti in Russia.

Ci sono alcuni problemi di sicurezza aggiuntivi con la versione iOS di FaceApp a causa del modo in cui gli iPhone gestiscono la sicurezza delle foto. Normalmente, gli utenti possono bloccare FaceApp e altre app impedendo la visualizzazione delle loro librerie fotografiche complete attraverso le impostazioni dell’iPhone, TechCrunch ha segnalato una lacuna in iOS 11 che consente alle app di accedere a una foto alla volta se l’utente concede l’autorizzazione.

Finora, gli esperti di sicurezza non hanno rilevato pratiche insolite con la versione corrente di FaceApp.

In ogni caso, con tutte le app per smartphone (e non solo), gli utenti dovrebbero essere consapevoli della loro completa mancanza di controllo su cosa accade alle foto e tutti gli altri dati personali che condividono in rete.

Il negoziatore figura fondamentale per le politiche commerciali di un’azienda

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L’arte della trattativa è antica quanto il mondo.

Quando il primo uomo cacciatore-raccoglitore si approcciò ad un suo simile proponendo uno scambio, ad esempio una punta di lancia in selce in cambio di una fornitura di frutta e verdura, nacque l’arte della negoziazione, ovvero la capacità di raggiungere un accordo traendo da esso il massimo vantaggio per ognuna delle parti in causa.

Raggiungere il massimo risultato concedendo il minimo fa parte del bagaglio culturale e tecnico del bravo responsabile commerciale di un’azienda che, oltre a saper individuare il potenziale cliente, deve essere in grado di capirne le necessità impellenti e sapere quale servizio proporre, in che modo e, soprattutto, capire fino a che punto il suo interlocutore è disposto ad arrivare in una trattativa.

Nel concorrenziale mondo moderno saper condurre una trattativa è un’abilità fondamentale. Non esistono accordi facili e la difficoltà è maggiore quando ci sono interessi economici sul tavolo.

Considerando quanti e quali sono gli attori presenti oggi sul mercato ed il forte livello di concorrenzialità tra loro, non è possibile sedersi ad un tavolo di negoziazione con una proposta “Prendere o lasciare”. Le probabilità di perdere il cliente, in un caso del genere, sarebbero davvero molto alte.

Il vero negoziatore è un soggetto capace di esaminare la situazione e di proporre una soluzione in grado di soddisfare gli interessi di tutte le parti in causa. Bisogna conoscere i propri interlocutori e, per farlo, è necessario documentarsi quanto più sia possibile, sapere analizzare le informazioni e trovare le risposte alle domande fondamentali di un tavolo di trattativa:

  • Quale è l’obbiettivo, dichiarato e non, delle persone sedute a quel tavolo?
  • C’è un limite che non possono o vogliono superare?
  • Cosa sono realisticamente disposti ad accettare?
  • Sono soggetti veramente disposti a trovare, alla fine, un accordo soddisfacente per tutti?
  • Se la possibilità di un accordo c’è, quali sono i termini più accettabili per tutti i protagonisti?

Per rispondere a queste domande e raggiungere il risultato richiesto è necessario anche conoscere la natura e l’uso della menzogna, uno strumento molto utilizzato durante trattative di ogni genere, e l’ideale è prepararsi in anticipo. La conoscenza è potere e grazie ad essa è possibile programmare i dettagli dell’incontro, in modo di giocare in casa e prendersi un vantaggio psicologico già dall’avvio della trattativa.

Ma come ottenere questo vantaggio e saperlo sfruttare al meglio?

Servono strumenti specifici e, per ottenerli, la formazione è un elemento imprescindibile.

Uno delle migliori opzioni di formazione per negoziatori la propone la società Scotwork, con il suo programma Advancing Negotiation Skills, accreditato CPD Standard Office che offre ai suoi partecipanti 28 ore di accreditamento CPD.

L’accreditamento CPD significa che l’attività di apprendimento ha raggiunto gli standard ed i Benchmark necessari per lo sviluppo professionale continuo. I CPD sono crediti formativi di formazione professionale che supportano il professionista a monitorare i miglioramenti delle proprie competenze tecniche e della propria crescita formativa.

Il vantaggio fondamentale dei corsi formativi Scotwork sta nella certezza di essere sostenuti nel tempo. Gli allievi dei corsi Scotwork vengono provvisti dei migliori tool di diagnostica, planning ed e-learning digitali per aggiornarsi continuamente, oltre ad una hotline a disposizione con i propri tutor anche a corso terminato.

In definitiva, un buon corso di formazione per negoziatori aziendali significa un rapido ritorno del proprio investimento, grazie alle nuove abilità acquisite volte ad ottenere il massimo possibile da qualsiasi trattativa.

Il discorso alternativo già pronto in caso di morte degli astronauti sulla Luna

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Sono passati 50 anni dal primo sbarco sulla Luna della missione Apollo 11 che portò due uomini a posare il piede sul grigio e polveroso suolo lunare e questo senza, o quasi, intoppi di rilievo nonostante la missione fosse stata caratterizzata da diverse incognite.

Si, perché la missione era letteralmente ai limiti delle conoscenze e delle possibilità tecnologiche del tempo.

Ma cosa sarebbe successo se “Buzz” Aldrin e Neil Armstrong non fossero tornati sani e salvi dalla luna?

Nulla fu lasciato al caso e ci si preparò anche a un insuccesso. Richard Nixon, all’epoca Presidente degli Stati Uniti, fece preparare un piano segreto, un piano “B” che è diventato parte della storia, anche se, fortunatamente, alla fine andò tutto bene.

Tutti sapevano che l’impresa era al limite dell’umano, compresi gli astronauti che, però, probabilmente non immaginavano minimamente che fosse già pronto un discorso che il presidente Nixon avrebbe letto dallo studio ovale al mondo intero, nel caso che la missione fallisse e gli astronauti fossero morti.

Il testo venne preparato da William Safire, ghostwriter del presidente Usa, il 18 luglio 1969. Il protocollo prevedeva che, prima di leggere pubblicamente il discorso, il presidente in persona avrebbe avrebbe chiamato ciascuna delle due vedove e, una volta terminati i tentativi di comunicazione della Nasa con gli astronauti, un sacerdote avrebbe compiuto il rito funebre previsto per la sepoltura in mare, affidando le anime degli astronauti defunti alle “profondità degli abissi”.

Di seguito, la versione tradotta del testo redatto da William Safire.

Il destino ha voluto che gli uomini che sono andati sulla Luna per esplorarla in pace rimarranno sulla Luna per riposare in pace.
Questi uomini coraggiosi, Neil Armstrong ed Edwin Aldrin, sanno che non c’è speranza per il loro recupero. Ma sanno anche che c’è speranza per l’umanità nel loro sacrificio.
Questi due uomini stanno donando le loro vite per l’obiettivo più nobile dell’umanità: la ricerca della verità e della conoscenza.
Saranno compianti dalle loro famiglie e dai loro amici; saranno compianti dalla loro nazione; saranno compianti da tutta l’umanità; saranno pianti dalla Madre Terra che ha osato mandare due dei suoi figli verso l’ignoto.
Nella loro esplorazione, hanno unito i popoli del mondo in uno solo; con il loro sacrificio, hanno rafforzato la fratellanza tra gli uomini.
Nei tempi antichi, gli uomini hanno guardato le stelle e hanno visto i propri eroi nelle costellazioni. Nei tempi moderni, noi facciamo lo stesso, ma i nostri eroi sono miti in carne e ossa.
Altri seguiranno e certamente troveranno la loro via di casa. La ricerca dell’Uomo non verrà negata. Ma questi uomini erano i primi, e primi resteranno nei nostri cuori.
Ogni essere umano che guarderà la Luna nella notte saprà che vi è un piccolo angolo di un altro mondo che apparterrà per sempre all’Umanità“.

A preoccuparsi di organizzare un piano in caso di fallimento fu, poco prima della missione, l’astronauta dell’Apollo 8 e collaboratore della Casa Bianca, Frank Borman, chiamando il ghostwriter del Presidente: “Ti conviene prendere in considerazione una posizione differente per il Presidente nel caso di disavventure.” Queste furono le parole che Borman disse a Safire, che ha ricordato il fatto in un’intervista alla NBC nel programma “Meet The Press” il 18 luglio 1999, 20 qanni fa.

All’inizio, a Safire non fu chiaro che cosa Borman intendessealla NBC disse che gli sembrò una cosa indecomprensibile – ma poco dopo Borman fu più chiaro. A due giorni dall’inizio della missione sulla Luna — il 18 luglio 1969 — Safire completò la bozza del suo discorso “IN EVENT OF MOON DISASTER” che avrebbe dovuto essere l’epitaffio presidenziale nel caso che i due astronauti della missione Apollo 11 non fossero riusciti a riavviare i motori dell’Aquila, restando impossibilitati a risalire in orbita e ricongiungersi al loro compagno che li attendeva a bordo del modulo di comando. Il plico contente il testo del discorso fu recapitato a H.R. “Bob” Haldeman, il capo dello staff del Presidente Richard Nixon.

Forse mancò poco all’attuazione del piano “B”, infatti, al momento della partenza dalla Luna, Armstrong e Aldrin si accorsero che il pulsante di accensione del propulsore di risalita del modulo Lem era rotto: nella concitazione e a causa delle loro ingombranti tute spaziali, uno dei due astronauti aveva urtato il pulsante spezzandolo di netto alla base.

A quel punto gli ingegneri del centro di controllo di Houston vennero allertati e si misero al lavoro utilizzando un simulatore a grandezza naturale. Dopo diversi tentativi venne escogitato un sistema poco ortodosso, ma quanto mai assolutamente efficace: infilare la punta di una FISHER PEN in dotazione agli astronauti sul moncone dell’interruttore per ottenere il contatto di accensione.

Ci mancò veramente poco, e ancora oggi Buzz Aldrin mostra felice la sua Ag7 Fisher dicendo: “questa penna mi ha salvato la vita!

Safire, infine, parlando alla NBC aggiunse che il successo delle missioni lunari diede una falsa impressione di sicurezza a quello che la NASA stava cercando di fare e che il disastro della navicella “Challenger” fu una delle tristi conseguenze.

Fonti: bookandtoys.com; http://pochestorie.corriere.it/; http://edu.inaf.it

Un nuovo studio assesta l’ennesimo colpo alla “Costante di Hubble”

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Probabilmente ci sono difetti fondamentali nel modello elaborato per comprendere l’universo.

Il problema è emerso in seguito ai nuovi calcoli degli scienziati che cercavano di calcolare e misurare un valore chiamato Costante di Hubble, che rappresenta quanto rapidamente l’universo si sta espandendo.

Questo valore fu calcolato per la prima volta dall’astronomo Edwin Hubble negli anni ’20. Da allora, gli astronomi che osservano e misurano l’espansione dell’universo sono arrivati ​​a calcolare valori diversi per la Costante di Hubble, nessuno dei quali concorda con gli altri. il problema è serio perché questa discrepanza mette in discussione non solo la nostra idea sull’età dell’universo, ma anche la nostra capacità di comprendere la fisica fondamentale che ne guida il comportamento.

Naturalmente, sorgono delle domande sul fatto che la discrepanza derivi da qualche aspetto che gli astronomi non comprendono ancora sulle stelle che stiamo misurando, o sul fatto che il nostro modello cosmologico dell’universo sia ancora incompleto“, ha affermato l’astronomo dell’Università di Chicago Wendy Freedman in un comunicato stampa della NASA. “O forse entrambi devono essere migliorati“.

Freedman è il responsabile dell’ultima misurazione della Costante di Hubble, che ha calcolato utilizzando un diverso tipo di punto di riferimento cosmico rispetto agli esperimenti precedenti.

La sua squadra ha misurato la luminosità delle stelle giganti rosse nelle galassie lontane. Poiché queste stelle raggiungono dimensioni e luminosità uniformi, la loro distanza dalla Terra può essere calcolata più facilmente rispetto ad altre stelle. Il lavoro di Freedman, che è stato accettato ma non ancora pubblicato da The Astrophysical Journal, ha rilevato che l’universo si sta espandendo a 69,8 chilometri al secondo per megaparsec, secondo il comunicato stampa.

Si tratta di un tasso di espansione più lento di quello calcolato in un altro studio recente che si concentra su un diverso tipo di stella, ma più veloce di quello calcolato in un altro studio ancora che calcolò la Costante di Hubble basandosi sullo sfondo cosmico a microonde.

Questo ennesimo valore diverso per la Costante di Hubble mette in dubbio non solo l’effettiva accelerazione del tasso di espansione dell’universo ma anche i nostri calcoli sull’età dell’universo stesso. Insomma, forse abbiamo sbagliato tutto.

Originariamente, Freedman sperava che la sua ricerca servisse a conciliare tra loro gli astronomi impegnati in questo tipo di ricerca ma, invece, ha aggiunto un altro possibile valore alla costante di Hubble, ottenendo probabilmente l’effetto opposto.

La costante di Hubble è il parametro cosmologico che imposta la scala, la dimensione e l’età assolute dell’universo; è uno dei modi più diretti che abbiamo di quantificare come si evolve l’universo“, ha spiegato Freedman nel comunicato stampa. “La discrepanza che abbiamo visto prima non è andata via, ma questa nuova evidenza suggerisce che abbiamo una ragione immediata e convincente per credere che ci sia qualcosa di fondamentalmente difettoso nel nostro attuale modello dell’universo“.

A complicare ulteriormente la questione, l’analisi statistica convalida entrambi i due precedenti studi, secondo un articolo pubblicato da New Scientist la scorsa settimana, prima che lo studio di Freedman fosse annunciato. C’è solo una possibilità su un milione e mezzo di dollari che i risultati derivino da casualità.

Verso la metà del prossimo decennio, la NASA spera di lanciare in orbita il Telescopio Survey Survey Wide Field, a quel punto gli scienziati saranno in grado di misurare con maggiore precisione la distanza degli oggetti celesti, secondo il comunicato stampa. Quando ciò accadrà, è possibile che che gli astronomi riescano finalmente a riconciliarsi sul valore della costante di Hubble.

La costante di Hubble è il più grande problema che abbiamo in cosmologia in questo momento, e la speranza è che capire la cause di questa crepa nella nostra comprensione ci condurrà a risolvere crepe ancora più grandi come l’energia oscura e la materia oscura“, ha dichiarato l’astronomo della Duke University Daniel Scolnic a New Scientist. “ dobbiamo solo restare sul pezzo“.

Fonte: futurism.com

Cinquant’anni fa, ora: la partenza dell’Apollo 11. Guarda il replay

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Cinquant'anni fa, ora: la partenza dell'Apollo 11. Guarda il replay
Cinquant'anni fa, ora: la partenza dell'Apollo 11. Guarda il replay
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Il 16 luglio del 1969 alle 09,32, ora locale, partiva, dal Kennedy Space Center, la missione Apollo 11, destinata a portare l’uomo a toccare per la prima volta il suolo lunare. A bordo della capsula Apollo, montata in cima al possente razzo Saturn V, tre astronauti veterani:

Apollo 11

  • Neil Armstrong, comandante e primo uomo a camminare sulla Luna
  • Michael Collins, pilota del modulo di comando
  • Buzz Aldrin, pilota del modulo lunare

Il razzo Saturn V, utilizzato anche nelle successive missioni lunari del programma Apollo, è il più grande e potente mai costruito dall’uomo. L’Apollo 11 entrò in orbita 12 minuti dopo il lancio.

Apollo 11 fu la quinta missione con equipaggio del programma Apollo della NASA. La navicella spaziale Apollo era costituita da tre parti: un Modulo di Comando (CM) che ospitava i tre astronauti ed è l’unica parte rientrata a Terra, un modulo di servizio (SM), che forniva il modulo di comando di propulsione, energia elettrica, ossigeno e acqua, e un Modulo Lunare (LM).

Vi riproponiamo gli ultimi minuti prima del lancio ed i minuti successivi, con l’ingresso in orbita e le prime fasi del lungo volo verso la Luna. All’epoca, più di 600 milioni di persone assistettero in mondovisione al lancio.

La missione Apollo 11

Apollo 11 fu la missione spaziale che portò i primi uomini sulla Luna, gli astronauti statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin, il 20 luglio 1969 alle 20:17:40 UTC. Armstrong fu il primo a mettere piede sul suolo lunare, sei ore dopo l’allunaggio, il 21 luglio alle ore 02:56 UTC; Aldrin lo raggiunse 19 minuti più tardi. I due trascorsero circa due ore e un quarto a esplorare il sito chiamato Statio Tranquillitatis, e raccolsero 21,5 kg di materiale lunare che avrebbero riportato sulla Terra.

Il terzo membro dell’equipaggio, Michael Collins, pilota del modulo di comando, rimase in orbita lunare mentre gli altri due erano sulla superficie; 21,5 ore dopo l’allunaggio i tre si riunirono e Collins pilotò il modulo di comando Columbia nella traiettoria di ritorno verso la Terra. La missione terminò il 24 luglio, con l’ammaraggio nell’oceano Pacifico.

Lanciata da un razzo Saturn V dal Kennedy Space Center, il 16 luglio alle 13:32 UTC, Apollo 11 fu la quinta missione con equipaggio del programma Apollo della NASA. La navicella spaziale Apollo era costituita da tre parti: un modulo di comando (CM) che ospitava i tre astronauti ed è l’unica parte rientrata a Terra, un modulo di servizio (SM), che forniva il modulo di comando di propulsione, energia elettrica, ossigeno e acqua, e un modulo lunare (LM).

La navicella entrò in orbita lunare dopo circa tre giorni di viaggio e, una volta raggiunta, gli astronauti Armstrong e Aldrin si spostarono sul modulo lunare Eagle con cui discesero nel Mare della Tranquillità. Dopo aver messo piede sulla Luna e aver effettuato la prima passeggiata lunare della storia, gli astronauti utilizzarono lo stadio di ascesa di Eagle per lasciare la superficie e ricongiungersi a Collins sul modulo di comando. Sganciarono quindi Eagle prima di effettuare le manovre che li avrebbero portati fuori dall’orbita lunare verso una traiettoria in direzione della Terra dove ammararono nell’oceano Pacifico il 24 luglio dopo più di otto giorni nello spazio.

La prima passeggiata lunare fu trasmessa in diretta televisiva per un pubblico mondiale. Nel mettere il primo piede sulla superficie della Luna Armstrong commentò l’evento come “un piccolo passo per [un] uomo, un grande balzo per l’umanità“. Apollo 11 concluse la corsa allo spazio intrapresa dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica nello scenario più ampio della guerra fredda, realizzando l’obiettivo nazionale che il presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy aveva definito il 25 maggio 1961 in occasione di un discorso davanti al Congresso degli Stati Uniti: “Prima che finisca questo decennio, di far atterrare un uomo sulla Luna e farlo tornare sano e salvo sulla Terra“.

Stasera l’eclissi di Luna – Sarà visibile in tutta Italia

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Questa sera, gran parte del mondo potrà vedere un’eclissi lunare parziale.

L’eclissi lunare parziale sarà visibile in Africa, nella maggior parte dell’Europa, in gran parte dell’Asia, la parte orientale del Sud America e la parte occidentale dell’Australia, secondo quanto riferisce la Royal Astronomical Society. L’America del Nord mancherà non potrà , tranne che in alcuni dei suoi punti più orientali, come Nantucket, parti del Maine e della Nuova Scozia.
La Luna piena sorgerà già nel cono di penombra della Terra ed entrerà nel cono d’ombra alle 22 circa. La parte oscurata sarà tra il 55 e il 70% e interesserà il nostro satellite a partire dalle 20:43. Il culmine dell’eclissi avverrà alle 23:30.
L’eclissi sarà parziale e di conseguenza non tutto il lato visibile della Luna sarà oscurato.
In seguito l’ombra uscirà dal disco lunare, fase che si completerà intorno all’1.00 del 17 luglio. La fine dell’eclissi, con l’uscita dal cono di penombra, si verificherà alle 02:20.

Durante tutte le fasi dell’eclissi, la Luna apparirà rossa, come accadde in occasione dell’eclissi totale dello scorso anno, occasione in cui il fenomeno si accoppiò con il momento di massima vicinanza di Marte alla Terra, permettendo così di osservare un fenomeno interessante e raro.
Le eclissi lunari possono verificarsi solo durante la luna piena. La Luna sarà in perfetto allineamento con il sole e la Terra, con La luna sul lato opposto della Terra rispetto al Sole.
La Terra proietterà due ombre sulla Luna durante l’eclisse. La penombra è l’ombra esterna parziale che sarà seguita dall’ombra piena e scura che determinerà l’eclissi vera a propria…
Quando la Luna piena si muove nell’ombra della Terra, si oscura, ma non scompare mai del tutto, infatti la luce del Sole, riflessa dalla Terra attraverso l’atmosfera, illumina fiocamente il nostro satellite con una drammatica luce rossa.
A seconda delle condizioni meteorologiche nella zona di osservazione, la luna potrebbe apparire grigia, color ruggine, color mattone o rosso sangue.
Questo accade perché la luce blu subisce una maggiore dispersione atmosferica, quindi la luce rossa sarà il colore dominante mentre la luce riflessa del Sole passa attraverso la nostra atmosfera e si proietta sulla Luna.
Il progetto Virtual Telescope condividerà uno streaming live dell’eclissi lunare ripresa sopra lo skyline di Roma.

TV Samsung NU7170 55″: occasione d’oro per acquistare questa tv campione di vendite

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Se cercate un campione, allora non potete fare a meno di questo TV Samsung NU7170 Un mostro di potenza, design e classe ad un prezzo davvero speciale per questo Prime Day. Tra le smart TV a meno di 1000 euro è il campione assoluto, se avete bisogno di una nuova TV è questa che dovete comprare.

Tutti noi conosciamo la Samsung, e l’affidabilità dei suoi prodotti, dagli smartphone alle periferiche di varia natura, fino ovviamente alle TV. Nel vasto e ottimo parco modelli TV della Samsung, se c’è un televisore però che ha sempre solleticato i clienti e la loro voglia di comprare, è  il TV Samsung NU7170. Considerato ad oggi un vero campione di vendite,

Le opinioni sul TV Samsung NU7170, si sprecano a più non posso in rete, e tutte quante sono collegate da un fil rouge non indifferente, l’inossidabile rapporto qualità/prezzo che circonda questo modello fin dalla sua uscita. Questo è il principale motivo per cui nelle TV Smart non c’è niente sul mercato che possa reggere il confronto con il TV Samsung NU7170.

Sconto per il Prime Day 2019:

In occasione del Prime Day si può trovare questo televisore da sogno ad un prezzo davvero stracciato per le prossime 24 ore. La versione a 55 pollici costa di listino 799 euro, ma in occasione del Prime Day scende a 438 euro.

Uno studio sulle onde della magnetosfera apre nuove prospettive per la produzione di energia da plasma

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È noto che la Terra ed altri pianeti siano circondati da una fascia di spazio piena di particelle caricate elettricamente che costituiscono il campo magnetico del pianeta. un gruppo ha completato un nuovo studio su quest’area chiamata magnetosfera, approfondendo la conoscenza della regione e la sua interazione con il nostro pianeta, aprendo anche alla possibilità di studiare altri pianeti.

Il gruppo di scienziati, guidati da Eun-Hwa Kim, fisico del Princeton Plasma (PPPL), del Dipartimento di Energia degli Stati Uniti (DOE), hanno esaminato un tipo di onda che viaggia attraverso la magnetosfera. Queste onde, chiamate onde ciclotrone di ioni elettromagnetici (EMIC), possono rivelare, tra le altre cose, la temperatura e la densità delle particelle di plasma all’interno della magnetosfera.

Le onde sono una sorta di segnale dal plasma“, ha spiegato Kim, autore principale di un documento che riportava i risultati in JGR Space Physics. “Pertanto, le onde EMIC possono essere utilizzate come strumenti diagnostici per rivelare alcune delle caratteristiche del plasma“.

Kim e i ricercatori della Andrews University in Michigan e della Kyung Hee University in Corea del Sud hanno focalizzato la loro ricerca sulla conversione di modalità, il modo in cui si formano alcune onde EMIC. Durante questo processo, altre onde che si comprimono lungo la direzione in cui viaggiano dallo spazio esterno si scontrano con la magnetosfera terrestre e innescano la formazione di onde EMIC, che si attenuano con un particolare angolo e polarizzazione – la direzione in cui tutte le onde luminose vibrano.

Usando i computer del PPPL, gli scienziati hanno eseguito simulazioni dimostrando che le onde EMIC convertite possono propagarsi attraverso la magnetosfera lungo le linee del campo magnetico con un angolo normale inferiore a 90 gradi, in relazione al confine della regione con lo spazio. Conoscere tali caratteristiche consente ai fisici di identificare le onde EMIC e raccogliere informazioni sulla magnetosfera.

Una migliore comprensione della magnetosfera potrebbe fornire informazioni dettagliate su come la Terra e gli altri pianeti interagiscono con lo spazio che li circonda. Ad esempio, le onde potrebbero consentire agli scienziati di determinare la densità di elementi come l’elio e l’ossigeno nella magnetosfera, oltre a saperne di più sul flusso di particelle cariche portate dal vento solare che producono l’aurora boreale.

Inoltre, gli ingegneri utilizzano onde simili alle onde EMIC per favorire il riscaldamento del plasma nei dispositivi per la fusione magnetica a forma di ciambella, noti come tokamak.

Studiando il comportamento di queste onde nella magnetosfera si potrebbe approfondire la conoscenza necessaria alla creazione dell’energia di fusione, che si verifica quando le particelle del plasma si scontrano per formare particelle più pesanti. Gli scienziati di tutto il mondo cercano di replicare la fusione che avviene nelle stelle per ottenere la produzione di di energia praticamente inesauribile.

La conoscenza delle onde EMIC potrebbe quindi fornire benefici ad ampio raggio. “Siamo davvero ansiosi di capire la magnetosfera e il modo in cui media gli effetti climatici sull’atmosfera del nostro pianeta“, ha detto Kim. “Essere in grado di utilizzare le onde EMIC per la diagnostica sarebbe molto utile“.

Fonte: Phys.org