È partita senza incidenti la missione lunare cinese Chang’e-4. Il lancio è avvenuto, come previsto, intorno alle 19,30 di oggi, 7 dicembre (era già l’8 in Cina). Il viaggio durerà 27 giorni e il missile LongMarch porterà fino alla Luna un lander ed un rover automatici che scenderanno nel cratere Von Karman, nella zona del polo sud lunare, sulla faccia nascosta della Luna.
La Cina sarà la prima nazione a far scendere un lander sulla faccia nascosta della Luna. Come al solito, i cinesi sono stati abbastanza parchi sui dettagli della missione: si sa che verrà tentato uno studio di radioastronomia con l’ausilio di strumenti realizzati in Germania, Svezia e Paesi Bassi. Inoltre verrà svolto un esperimento di coltivazione di piante di patate, e di sviluppo di uova di bachi da seta in gravità lunare in vista della futura realizzazione di una base lunare.
Il rover si occuperà di studi topografici e mineralogici, per comprendere la composizione mineraria e l’origine della Luna.
Lo scorso maggio i cinesi lanciarono il satellite Queqiao, posizionandolo in orbita lagrangiana lunare per garantire le comunicazioni tra i suoi strumenti sul lato nascosto e la Terra.
Ecco alcuni numeri che spiegano perché la Francia è scoppiata.
€ 1.700: reddito mensile medio in Francia
La Francia, come altri paesi occidentali, ha visto crescere un profondo divario tra i suoi cittadini più ricchi e quelli più poveri.
L’ 1 per cento più ricco della Francia rappresenta oltre il 20 percento della ricchezza del paese. Tuttavia, il reddito medio mensile disponibile è di circa 1.700 euro, ovvero $ 1.930, il che significa che almeno la metà dei lavoratori francesi è pagata meno della media.
Molti manifestanti della stanno protestando a causa della difficoltà a pagare l’affitto, sfamare le loro famiglie e ad arrivare a fine mese perché i costi della vita, in particolare i prezzi dei carburanti, continuano a salire mentre i loro redditi familiari si muovono a malapena.
Non è sempre stato così.
I livelli di vita e le retribuzioni salirono in Francia dopo la seconda guerra mondiale durante un periodo di crescita di 30 anni noto come “Les Trente Glorieuses“. Gli utili salariali per i percettori di reddito medio-basso continuarono nei primi anni ’80, grazie agli accordi collettivi sindacali.
Ma quelle dinamiche furono frenate negli anni successivi dai governi francesi di sinistra che hanno cercato di migliorare la competitività comprimendo i guadagni salariali, come spiega l’economista francese Thomas Piketty. Dagli anni ’90, I redditi medi per i percettori di reddito medio-basso sono rimasti stagnanti, crescendo di circa l’1 percento all’anno o meno.
Nello stesso periodo, i ricchi sono diventati più ricchi, in quanto i percettori di redditi alti hanno registrato incrementi del reddito di circa il 3 percento all’anno.
I lavoratori francesi stanno ancora meglio di quelli in Italia, dove la crescita dei salari reali è stata negativa dal 2016. I salari reali sono diminuiti dell’1,1 per cento tra il quarto trimestre del 2016 e il 2017, secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
Ma mentre aumentano i salari orari effettivi in Francia, la crescita è arrivata lentamente, ancor più dalla fine della crisi del debito dell’eurozona nel 2012.
1,8 per cento: crescita economica
La Francia è la terza più grande economia in Europa dopo la Gran Bretagna e la Germania, e il sesto più grande del mondo prima di adeguarsi all’inflazione. I visitatori di Parigi possono pensare che lo sfarzo della capitale francese significhi che il resto della nazione è altrettanto benestante.
Ma la crescita economica francese è stata stagnante per quasi un decennio durante la lunga crisi del debito in Europa e solo di recente ha iniziato a migliorare.
La qualità della ripresa è stata irregolare. Un gran numero di posti di lavoro permanenti sono stati spazzati via, specialmente nelle aree rurali e ex-industriali. E molti dei nuovi posti di lavoro creati sono precari contratti temporanei.
La crescita è la chiave per migliorare le condizioni di lavoro per coloro che stanno protestando. Ma mentre la nascente ripresa economica ha contribuito a generare nuovi posti di lavoro prima che entrasse in carica il signor Macron, la crescita è rallentata con un ritmo annuale dell’1,8 per cento, abbinata con il rallentamento dell’economia nel resto dell’eurozona.
Disoccupazione oltre il 9 per cento
Il rallentamento della crescita rende più difficile risolvere un altro problema francese: il gran numero di persone senza lavoro.
La disoccupazione in Francia è bloccata tra il 9 e l’11% dal 2009, quando la crisi del debito ha colpito l’Europa. La disoccupazione è tornata al 9,1 per cento oggi, dal 10,1 per cento di quando è stato eletto il signor Macron. Ma è ancora più del doppio del livello in Germania.
Il signor Macron ha promesso di abbassare la disoccupazione al 7% entro le prossime elezioni presidenziali del 2022, e ha riconosciuto che un fallimento in tal senso potrebbe alimentare le fiamme del populismo.
Ma per riuscirci, l’economia dovrebbe crescere almeno dell’1,7 percento in ciascuno dei prossimi quattro anni, il che non è affatto certo, secondo l’Osservatorio economico francese, un gruppo di ricerca indipendente.
Il signor Macron ha cercato di rianimare l’economia francese.
Quest’anno, ha proposto una revisione aggressiva del rigido codice del lavoro della nazione per aiutare i datori di lavoro a stabilire le regole in materia di assunzioni e licenziamenti e ad aggirare i vincoli di vecchia data che scoraggiano i datori di lavoro dall’assumere nuovi lavoratori. Le nuove disposizioni, inoltre, limitano la capacità dei sindacati di ritardare il cambiamento, consentendo la negoziazione di singoli accordi a livello aziendale o industriale tra capi e lavoratori.
Quelle riforme hanno aiutato a portare società come Facebook e Google in Francia. Ma potrebbero volerci anni perchè i risultati di queste riforme arrivino alla classe media. Riforme di questo tenore hanno fatto arrabbiare i lavoratori, soprattutto perché li hanno spogliati dei diritti conquistati nello scorso secolo durante le lotte sindacali a tutto vantaggio delle grandi aziende e degli affaristi.
3,2 miliardi di taglio delle tasse per i ricchi
Come parte del suo piano per stimolare l’economia, Macron ha tagliato le tasse per i contribuenti più ricchi della Francia durante il suo primo anno di mandato, creando anche una tassa fissa per i redditi da capitale.
Ma il fulcro del pacchetto fiscale, e quello che ha attirato la maggiore ira dei manifestanti, è stato nell’abolizione della tassa sul patrimonio che si applicava a molti beni delle famiglie più ricche della Francia, sostituendola con una che si applica solo alle proprietà immobiliari.
Ciò ha comportato un minor gettito fiscale per quest’anno di 3,2 miliardi di euro, ovvero 3,6 miliardi di dollari. In qualche modo, alcuni segnali di stimolo all’economia si sono visti, ma il signor Macron si è guadagnato la reputazione di favorire i ricchi, una delle maggiori fonti di protesta tra i manifestanti dei gilet gialli.
È anche vero che i percettori di alti redditi hanno goduto di agevolazioni fiscali mentre il potere d’acquisto del 5% elle famiglie è sceso pesantemente lo scorso anno, mentre la maggioranza della classe media non ha visto alcun miglioramento del proprio potere d’acquisto, secondo l’Osservatorio Economico francese.
Anche prima che i Gilet gialli scendessero nelle strade, Macron si era conto che il suo sostegno stava calando e ha tentato di correggere la rotta con la legge di bilancio del 2019, presentata a ottobre, che programma di concedere riduzioni il prossimo anno del valore di 6 miliardi di euro per i lavoratori a medio e basso reddito. Include inoltre una riduzione del costo del lavoro e altre imposte professionali per 18,8 miliardi di euro per incoraggiare le assunzioni e gli investimenti.
715 miliardi di euro: la rete di sicurezza sociale
I sondaggi mostrano che i giubbotti gialli hanno il sostegno di tre quarti della popolazione.
Eppure, la Francia protegge i cittadini con una delle più generose reti di sicurezza sociale del mondo, con oltre un terzo del suo reddito economico speso per la protezione del benessere, più di qualsiasi altro paese in Europa. Nel 2016, la Francia ha speso circa 715 miliardi di euro in assistenza sanitaria, sussidi familiari e disoccupazione, tra gli altri aiuti.
Per ottenere quell’aiuto, i lavoratori francesi pagano alcune delle imposte più alte in Europa.
Mentre le tasse sono maggiori per i percettori di reddito superiore, la Francia ha anche un’imposta sul valore aggiunto del 20 percento sulla maggior parte dei beni e servizi. Insieme alla tassa sul carburante che il governo del signor Macron ha appena promesso di sopprimere temporaneamente, tali misure tendono a colòire le classi meno abbienti, mentre le classi ricche ne vengono appena sfiorate.
C’è anche da ricordare che la Francia è fatta di alcune grandi città, dove stanno la gran parte delle classi agiate, ma che la gran parte della popolazione a reddito medio basso vive in aree rurali, dove l’aumento delle imposte colpisce pesantemente i cittadini.
Tra le altre cose che la capsula Dragon di SpaceX sta portando alla Stazione Spaziale Internazionale c’è un particolare pacchetto di Chips all’interno dei quali sono contenuti tessuti umani. I frammenti di tessuto contengono una piccola rete di cellule che sono organizzate come veri organi umani e rappresentano un modo relativamente semplice ma affidabile per permettere agli scienziati di studiare come funziona il corpo umano.
A bordo della Dragon ci sono alcune dozzine di questi chip progettati per imitare il sistema immunitario umano.
Si tratta dell‘iniziativa Tissue Chips in Space che permetterà agli scienziati di dare uno sguardo più ravvicinato ai cambiamenti fisiologici che gli astronauti sperimentano durante le missioni spaziali, come la perdita di calcio nelle ossa ed il deterioramento del tono muscolare.
Poiché i cambiamenti che subiscono gli astronauti in condizioni di microgravità sono molto simili a quelli provocati dall’invecchiamento, i chip permetteranno anche di studiare i meccanismi di invecchiamento a livello cellulare.
Altri chip specializzati sono in fase di preparazione per imitare tessuti quali le ossa, le cartilagini e la barriera emato-encefalica, il loro invio alla ISS è previsto per marzo e aprile 2019.
Questi studi saranno fondamentali non solo per la comprensione e la cura delle patologie legate all’invecchiamento cellulare ma anche per capire meglio cosa può capitare agli astronauti impegnati in lunghe missioni spaziali, sottoposti a micro o assenza di gravità e per trovare rimedi adeguati a compensare questi effetti negativi.
Si tratta di un passo fondamentale in vista delle lunghe missioni verso Marte previste nei prossimi decenni.
Un titolo fuorviante fa pensare al lettore che un oggetto fisico, dotato quindi di massa, sia stato teletrasportato dalla superficie della terra nello spazio, aprendo mille speculazioni sulla possibilità di realizzare il teletrasporto in stile Star Trek.
In realtà non è successo niente del genere, ciò che è stato trasmesso è solo informazione. Nessun oggetto fisico si è spostato da terra nello spazio.
Il titolo apparso su molte testate nel luglio 2017 suonava cosi: “Primo oggetto teletrasportato dalla Terra all’Orbita”
Il sottotitolo, meno ingannevole dice invece: “I ricercatori in Cina hanno teletrasportato un fotone da terra a un satellite in orbita più di 500 chilometri sopra”
Il sottotitolo è più vicino alla realtà dei fatti, in quanto un fotone (una “particella” di luce) non è esattamente un oggetto. Ma anche qui il fotone stesso (uno di una coppia di fotoni intrecciati) non è magicamente saltato dalla terra nello spazio. In effetti viaggiava in modo normale attraverso un laser e era stato sparato nell’atmosfera verso un ricevitore sul satellite o facendo brillare un laser dal satellite verso la Terra.
Trovate una spiegazione ottimamente illustrata su Science Magazine:
Il teletrasporto quantico è un processo mediante il quale l’informazione quantistica (es. Lo stato esatto di un atomo o di un fotone) può essere trasmessa (esattamente, in linea di principio) da una posizione all’altra, con l’aiuto della comunicazione classica e dell’entanglement quantistico precedentemente condiviso tra l’invio e luogo di ricezione.
Poiché dipende dalla comunicazione classica, che può procedere non più velocemente della velocità della luce, non può essere utilizzata per il trasporto più veloce della luce o per la comunicazione di bit classici. inoltre va ricordato che, sebbene sia stato possibile teletrasportare uno o più qubit di informazioni tra due atomi, questo non è stato ancora possibile tra molecole o qualcosa di più grande.
Sebbene il nome sia ispirato dal teletrasporto comunemente usato nella narrativa fantascientifica, non esiste alcuna relazione al di fuori del nome, perché il teletrasporto quantico riguarda solo il trasferimento di informazioni. Il teletrasporto quantico non è una forma di trasporto, ma di comunicazione; fornisce un modo per trasportare un qubit da una posizione all’altra, senza dover spostare una particella fisica insieme ad essa.
Il motivo per cui il “teletrasporto” satellitare è così interessante è che una volta che l’informazione quantistica si trova nello spazio può essere trasmessa ad altre stazioni terrestri o ad altri satelliti in modo molto più efficace con i laser a causa della mancanza di atmosfera. Ciò consente la creazione di una rete di comunicazione quantistica su larga scala.
La realtà è che questo esperimento riguarda la comunicazione sicura. In particolare potrà essere usata dai militari per trasmettere informazioni in un modo che sarebbe impossibile intercettare (a differenza delle attuali trasmissioni radio). Questo lo rende molto utile alle forze armate, e spiega perché i cinesi stiano facendo tanto lavoro su di esso.
Si sa che Elon Musk vuole fondare una colonia umana su Marte e sappiamo anche che le operazioni per questa difficile impresa inizieranno intorno al 2024. Il CEO di SpaceX ha delineato un piano per mandare sul pianeta rosso astronavi con equipaggio, con audaci visioni di razzi che faranno rifornimento in orbita e sull’eplorazione del sistema solare.
Musk non è, però, l’unico ad avere piani su Marte: gli Emirati Arabi Uniti, ad esempio, puntano a fondare una città e popolarla con 600.000 abitanti entro il 2117. L’astrobiologo Lewis Dartnell ritiene, però, che “mentre la prima missione umana su Marte avrà luogo nei prossimi due decenni, probabilmente trascorreranno almeno 50 – 100 anni prima che un consistente numero di persone possa trasferirsi su Marte e viverci in città autosufficienti “.
SpaceX ha altri piani, ecco la sua timeline:
2019
Nel 2019 la compagnia di Elon Musk procederà ai primi test della nave spaziale destinata a raggiungere Marte. I test consisteranno in prove di decollo ed atterraggio verticale. Per questi test, SpaceX utilizzerà la propria base di sviluppo e prova situata a Boca Chica, in Texas. Nel luglio 2018, l’azienda ha posizionato nell’area un serbatoio di ossigeno liquido da 95.000 galloni, la stessa capacità di 20 camion cisterna. Ha anche completato un impianto solare da 600 kilowatt e due stazioni di comunicazione che potrebbero rivelarsi utili anche per le missioni di Dragon Crew.
Elon Musk, tempo fa, ha descritto questi test come “volare, girarsi, testare l’atterraggio, provare rientri nell’atmosfera per testare lo scudo termico perché vogliamo avere uno scudo termico altamente riutilizzabile che sia in grado di assorbire il calore dalle velocità di ingresso interplanetarie“. Quest’ultima parte, presumibilmente, riguarderà l’anno successivo.
2020
Mentre gli Stati Uniti saranno alle prese con le elezioni presidenziali, SpaceX lavorerà alla fase successiva dei test della Starship. I test di quest’anno riguardano il booster, voli ad alta quota e ad alta velocità. Ci si aspetta che la squadra effettui una serie di voli di prova prima di mettere effettivamente qualcuno a bordo.
2022
Questo potrebbe essere il primo anno in cui SpaceX raggiunge Marte. Al congresso internazionale di astronautica di Adelaide, in Australia, nel settembre 2017, Musk ha suggerito quest’anno come obbiettivo per inviare almeno due navi senza equipaggio verso Marte.
“Sono abbastanza fiducioso di poter completare la fase di sviluppo e test e di poter effettuare il primo lancio entro cinque anni, e mi sembra un periodo molto lungo“, ha detto.
Le navi automatiche posizionerebbero generatori, pannelli solari, strutture minerarie e di supporto vitale per i voli futuri. Inoltre confermerebbero le risorse idriche e identificheranno i pericoli. Ogni nave trasporterà circa 100 tonnellate di rifornimenti.
2023
Questo è l’anno in cui SpaceX dovrebbe mandare il miliardario giapponese Yukazu Maezawa, insieme a sei-otto artisti, in un viaggio intorno alla luna usando la Starship. Sebbene non si tratterà di una missione specificamente focalizzata su Marte, servirà a testare in maniera approfondita la nave spaziale e il suo successo sarebbe di buon auspicio per la futura missione con equipaggio destinata a Marte.
2024
È tempo di un’altra elezione per il presidente degli Stati Uniti. Se tutto va secondo i piani, potrebbe anche essere il momento per SpaceX di inviare i primi esseri umani su Marte.
Il piano è di inviare su Marte due navi da carico automatiche ad integrare i rifornimenti inviati nel 2022, insieme a due navi con equipaggio. I due equipaggi avranno il compito di assemblare un impianto di produzione di propellente, combinando acqua marziana, ghiaccio e anidride carbonica per creare metano e ossigeno liquido per alimentare le navi e metterle in grado di tornare sulla Terra. Per svolgere questo compito gli astronauti avrebbero circa un anno e mezzo di tempo, in attesa della successiva finestra di lancio. Servirà circa una tonnellata di ghiaccio al giorno per alimentare il sistema.
Non sarà certo una passeggiata. Musk ha dichiarato al Southwest Festival di Austin, in Texas, nel marzo di quest’anno, che Marte e la luna “sono spesso pensati come una via di fuga per i ricchi, ma non lo sarà affatto“.
Questo è il momento in cui, secondo Musk, la colonia Marziana potrebbe prendere forma. Il CEO di SpaceX prevede un periodo di “7-10 anni” prima che la prima base prendano forma.
2028
In questo periodo avverrà l’espansione di quanto già realizzato dai primi uomini scesi su Marte. Paul Wooster, ingegnere responsabile dello sviluppo del progetto Marte per SpaceX, ha spiegato che “l’idea sarebbe di espandersi subito, iniziare non solo con un avamposto, ma ampliare subito la base in una struttura più ampia, non come succede in Antartide, avviare, insomma, la costruzione di un vero e proprio villaggio, che si svilupperà in una città, per poi avviare altri centri analoghi per avere presto più città su Marte.” Le città più grandi sarebbero in grado di offrire habitat, serre, supporto vitale e consentire ricerca ed esperimenti per contribuire a rispondere ad alcune delle grandi domande sulla vita su Marte.
Oltre
Entro la fine del prossimo decennio, SpaceX si aspetta di avere una sorta di insediamento su Marte. Musk ha detto che c’è il 70% di possibilità che visiterà Marte lui stesso durante la sua vita, forse recandosi proprio nella colonia in via di sviluppo. Secondo Musk, i primi viaggi e i primi esploratori correranno grandi rischi e, forse, potrebbero esserci anche dei morti ma, alla fine, viaggiare verso Marte e viverci diventerà una esperienza molto sicura.
Oltre a trasformare l’umanità in una civiltà spaziale multiplanetaria, fondare colonie su Marte e, magari, altri posti, potrebbe anche preservare la specie da eventuali eventi a livello di estinzione che potrebbero verificarsi sulla Terra. Il presidente di SpaceX, Gwynne Shotwell, ha dichiarato ad aprile che “se qualcosa dovesse accadere sulla Terra, avremo bisogno di altri luoghi in cui gli esseri umani potranno sopravvivere… Penso che avremo bisogno di più possibilità per garantire la sopravvivenza dell’umanità e Marte è uno di questi“.
Intanto, il booster del Falcon 9 block 5 con cui SpaceX ha lanciato ieri una capsula Dragon piena di rifornimenti per la ISS, è sceso sull’oceano Atlantico ammarando delicatamente sulla sua superficie, dopo che un tentativo di atterraggio alla Kennedy Air Force Station è stato annullato a causa di un problema tecnico.
Il “water landing”, secondo gli ingegneri di SpaceX, è stato causato dal malfunzionamento di una pompa idraulica che ha fallito nell’aprire una delle tre pinne a griglia, una grande aletta direzionale che viene usata per guidare il razzo durante l’atterraggio in verticale dopo il suo rientro in l’atmosfera.
Una videocamera montata sul primo stadio del razzo ha catturato lo spin-out mentre avveniva la discesa verso la Florida. Durante la fase di atterraggio, il booster del Falcon 9 ha iniziato a ruotare su sé stesso e ha scendere a velocità transonica.
Gli ingegneri di SpaceX, invece di rassegnarsi a perdere il razzo sono riusciti a deviare il punto di rientro sull’oceano e a controllarne con i retrorazzi la rotazione fino a farlo ammarare abbastanza dolcemente sulla superficie dell’oceano Atlantico.
Musk ha pubblicato la spiegazione dell’evento sul suo account Twitter pochi istanti più tardi e ha detto che il razzo non dovrebbe avere subito danni e che stava continuando a trasmettere dati. Una nave di recupero è stata inviata a recuperarlo.
Musk ha anche spiegato su Twitter che non era presente alcun sistema di back-up perché l’atterraggio del razzo non era considerato mission-critical. “Visto cosa è successo, aggiungeremo probabilmente una pompa di backup”, ha risposto a un utente di Twitter.
Musk ha anche spiegato che SpaceX manderà sempre in diretta tutti i suoi lanci e non nasconderà mai nulla, successi e fallimenti. Ha anche aggiunto che il razzo di oggi potrà essere riutilizzato per una “missione interna di SpaceX”. Musk ha pubblicato il video completo del difficile ammaraggio.
La missione, denominata CRS-16, è stata la ventesima per SpaceX nel 2018 e tutte le missioni prima di questa sono avvenute con pieno successo senza registrare intoppi. questa missione ha anche rappresentato la sedicesima volta che SpaceX ha inviato merci alla Stazione Spaziale Internazionale.
Il booster era già stato utilizzato una volta: il 19 febbraio 2017, quando decollò dalla Florida e atterrò sui suoi supporti nella LZ-1, dove era previsto il suo ritorno anche oggi. anche quella prima missione era destinata alla ISS, la missione CRS-10.
In ogni caso, la capsula Dragon con il suo carico di rifornimenti ed esperimenti scientifici per gli astronauti della ISS, è stata rilasciata regolarmente ed il suo arrivo alla ISS è previsto per sabato.
È stato uno di quegli episodi che restano scolpiti nella vita di chi vi ha, suo malgrado, partecipato, sia per la dinamica che per le sue, tragiche, conseguenze.
Il dramma inizia tra le 13,30 e le 14,30 di ieri, quando un’autocisterna si ferma al distributore IP posto al chilometro 39 della Salaria, in direzione di Roma, tra i due piccoli centri di Borgo Quinzio e Borgo Santa Maria, per effettuare un rifornimento di GPL.
Secondo una prima ricostruzione, Gianni casentini, l’autista dell’autocisterna collega i manicotti ed i bocchettoni, un’operazione di routine, e avvia il rifornimento. a questo punto non è chiaro se si sia allontanato mentre il travaso era in corso o se l’ha fatto dopo il termine dell’operazione senza però staccare manicotti e bocchettoni. Fatto sta che, ad un certo punto, si allontana e va a prendere un caffè nel vicino bar “La Perla“, posto ad una sessantina di metri, all’interno dell’area della stazione di servizio.
Cinque minuti per prendere il suo caffè e l’autista esce dal bar e, constatando immediatamente che la cisterna è già avvolta dalle fiamme, chiama immediatamente i vigili del fuoco.
Pochi minuti e dalla vicina caserma di Montelibretti arriva subito la prima autopompa, il cui equipaggio inizia immediatamente le manovre necessarie per allontanare le persone dall’area di pericolo e a circoscrivere e spegnere l’incendio, intanto stanno arrivando altre autopompe da Poggio Mirteto e un’ambulanza del 118. Intanto, sopraggiunge un altro vigile del fuoco, Stefano Colasanti, in forza al distaccamento di Rieti, che si stava recando a Monterotondo con un mezzo da sottoporre a revisione, il quale, constatando la complessità dell’intervento in cui erano impegnati i colleghi, si ferma per aiutarli.
Non trascorre molto tempo che inizia la tragedia: la cisterna esplode con immane violenza, il tir e la stessa cisterna vengono scaraventati oltre il lato opposto della Salaria, travolgendo Colasanti; una palla di fuoco si espande dal luogo dell’esplosione verso la Salaria vecchia che, in quel tratto, corre parallelamente alla Salaria, separata dalla statale da circa 150 metri di campagna coltivata ad olivi. La cisterna si abbatte sul campo dall’altro lato della strada, mentre la sfera infuocata brucia erba ed alberi, incendia l’autopompa dei vigili del fuoco arrivata per prima sul luogo dell’incidente ed incenerisce una persona, che ancora non è chiaro se fosse sul luogo per osservare le operazioni di soccorso o se stesse lavorando al vicino campo oppure sia stato scaraventato là dall’esplosione; ad ora non è stato ancora identificato. In alcune case oltre la Salaria vecchia gli abitanti avvertono distintamente il calore della sfera di fuoco mentre l’onda d’urto rompe i vetri in una casa e fa tremare le finestre di tutte le case circostanti, fino a Borgo Quinzio, sito ad un paio di chilometri. Il rombo dell’esplosione viene avvertito distintamente a chilometri di distanza.
Alcuni membri delle squadre dei vigili del fuoco e alcuni operatori del 118 vengono investiti dal calore prodotto dall’esplosione e dall’onda d’urto, alla fine saranno sette i pompieri ricoverati con ustioni e traumi da scoppio, cinque del distaccamento di Poggio Mirteto e due del distaccamento di Montelibretti.
Non basta, intanto l’incendio si è propagato alle pompe del distributore e poco dopo un’altra assordante esplosione squassa la zona, una colonna di denso fumo nero, visibile da molti chilometri di distanza si alza dall’area del distributore.
Intanto sono arrivate altre squadre dei vigili del fuoco e cominciano ad arrivare numerose ambulanze del 118, anche tre elicotteri del 118 vengono impiegati nelle operazioni di soccorso ai feriti più gravi. Anche le forze dell’ordine e la protezione civile di Fara Sabina intervengono sul posto ed il traffico sulla Salaria viene bloccato in entrambi i sensi dallo svincolo per Passo Corese a quello per Borgo Quinzio.
Un dramma nella tragedia: mentre procedono le operazioni di spegnimento e soccorso arriva sul luogo il questore di Rieti, competente per territorio. Pochi minuti ed il poliziotto che guida la sua auto scopre che il vigile del fuoco morto è suo fratello.
Le operazioni di spegnimento dureranno ancora qualche ora, mentre l’area non è stata ancora messa completamente in sicurezza per la presenza di grandi quantitativi incombusti di GPL ancora presenti nella cisterna e nei serbatoi del distributore.
Alla fine il bilancio sarà pesantissimo, 2 morti accertati, di cui uno ancora da identificare, 15 o 17 feriti, non è ancora ben chiaro, nessuno in pericolo di vita, fortunatamente, e, in serata, è giunta notizia di una persona che non ha più dato notizie di sé da ieri pomeriggio.
Al momento, la Salaria resta chiusa in attesa che l’area venga messa in sicurezza. La procura ha aperto un fascicolo, per ora contro ignoti, per disastro colposo ed omicidio colposo.
Update 06/12/2018, ore 15.15: È stato identificata la salma della persona carbonizzata dall’esplosione. Si tratta di Andrea Maggi, purtroppo proprio la persona data per dispersa dalla famiglia nella serata di eiri.
La redazione di Dokeo e quella di Reccom Magazine esprimono la loro vicinanza alla famiglia di Stefano Colasanti e dell’altra vittima oltre che agli operatori del 118 e ai vigili del fuoco rimasti feriti nell’incidente.
L’8 dicembre partirà la missione cinese Chang’e-4, destinata a trasportare sul lato nascosto della Luna un lander ed un rover. Si tratta della prima missione umana che scenderà sul lato nascosto della Luna di cui, finora, disponiamo solo delle foto riprese dai vari satelliti messi in orbita lunare da americani, sovietici, cinesi ed indiani.
La missione, composta da un lander e un rover, sarà lanciata dalla base di lancio cinese di Xichang, nella provincia del Sichuan, ed entrerà in orbita lunare prima di atterrare, all’inizio del 2019, in un enorme cratere vicino al polo sud della Luna.
uno dei compiti di questa missione sarà quello di mappare la regione che circonda il sito di atterraggio e studierà il sottosuolo utilizzando una tecnologia radar.
I responsabili della missione cinese contano anche di riuscire ad utilizzare il rover per misurare la composizione minerale della Luna con uno spettrometro a infrarossi, cosa che potrebbe aiutare i geologi a comprendere i processi coinvolti nella sua evoluzione iniziale.
Se l’atterraggio avverrà con successo, Chang’e-4 condurrà anche i primi esperimenti di radioastronomia dal lato più lontano della Luna.
La dott.ssa Carolyn van der Bogert, geologo planetario presso la Westfälische Wilhelms University di Münster, in Germania, ha dichiarato: “Questa missione è sicuramente un risultato significativo e importante nell’esplorazione lunare“.
Alieni dotati di tecnologia molto più evoluta della nostra potrebbero aver già visitato la Terra ma, purtroppo, siamo troppo presi dalle nostre idee per essercene accorti.
Sembra la trama di un nuovo film di fantascienza, ma lo scienziato informatico della NASA Silvano Colombano ha suggerito che i tratta di una possibilità reale. Qualcuno ha trovato il suo studio in rete e lo ha diffuso, scatenando il delirio tra ufologi e cospirazionisti.
In realtà, questo white paper non è esattamente nuovo. È stato caricato sui server dei rapporti tecnici della NASA nel marzo di quest’anno, in seguito a un seminario dell’Istituto SETI che ha esaminato una serie di idee su come potremmo fare per rilevare la tecnologia extraterrestre.
Il lavoro di Colombano è uno dei 21 documenti che sono stati resi disponibili dopo questo seminario, e questo è il contesto per il quale il documento è stato redatto, cosa che alcuni siti si sono ben guardati dall’evidenziare.
Come tutti sappiamo, Internet non gestisce bene le notizie su alieni e questioni collegate e, alcontrario di quanto qualcuno ha voluto intendere, questo documento non significa che la NASA abbia alcuna prova che esistano extraterrestri. Ancora di più, inoltre, non significa che la NASA stia “ammettendo” attività extraterrestri sul nostro pianeta.
In effetti, la carta è davvero più una suggestione che un’affermazione. Si tratta di uno studio conciso sul perché dovremmo abituarci ad utilizzare un approccio nuovo e più “aperto” per trovare la vita nell’Universo, inclusa una “seria inchiesta” sugli UFO.
Visto che hanno fatto breccia nel mainstream, proviamo a dare un’occhiata più da vicino alle idee di Colombano:
Il ricercatore informatico della NASA, sostanzialmente, sostiene che le modalità che attualmente utilizziamo per cercare di individuare eventuali intelligenze aliene siano troppo ristrette e che dovremmo anche prestare maggiore attenzione agli UFO.
Alan Alda una volta disse in un discorso tenuto nel 1980 che le assunzioni umane sono come le nostre finestre sul mondo: “Pulisci i vetri ogni tanto, o la luce non entra.”
Bene, Colombano vorrebbe che la comunità scientifica guardi all’Universo con occhi nuovi e riconsideri le nostre più care ipotesi sulla vita aliena.
“Voglio semplicemente sottolineare il fatto che l’intelligenza che potremmo trovare e che potrebbe scegliere di trovarci (se non lo ha già fatto) potrebbe non essere affatto prodotta da organismi basati sul carbonio come noi“, scriveColombano.
La sua argomentazione è in realtà abbastanza semplice. Recentemente, il progetto Kepler ha identificato alcuni sistemi planetari nello spazio che hanno un’età di 11,2 miliardi di anni. Il nostro Sistema Solare è molto più giovane in confronto, solo 4,6 miliardi di anni, e questo significa da qualche parte nell’Universo, potrebbe esistere un’altra forma di vita con un avanzamento evolutivo e tecnologico più avanti del nostro di sei miliardi di anni.
Considerata la velocità con la quale si sta sviluppando la tecnologia umana, è davvero difficile immaginare quali conoscenze avremo a nostra disposizione nei prossimi mille anni, per non parlare di cosa saremo e cosa sapremo fare tra sei milioni di volte quella cifra.
Come diceColombano: “…la nostra forma di vita e intelligenza, potrebbe essere solo un piccolo primo passo in una continua evoluzione che potrebbe benissimo produrre forme di intelligenza che sono di gran lunga superiori alla nostra e non più basate sulla “chimica del carbonio”
Con tutto quel tempo a disposizione per l’evoluzione intellettiva e tecnologica, il viaggio interstellare potrebbe essere abbastanza facile da raggiungere. E questo significa che potrebbero esserci degli alieni qui sulla Terra proprio adesso. Si tratta di una consapevolezza che dovrebbe farci aprire gli occhi ma cosa cercare? Nessuno sa come sia una forma di vita non basata sul carbonio.
E anche se lo sapessimo, potremmo non essere in grado di vederla. Nel documento, Colombano suggerisce che “le dimensioni dell’esploratore potrebbe essere quella di un’entità superintelligente estremamente piccola “.
Gli argomenti presentati in questo documento non sono nuovi. Molti di loro sono già stati avanzati in precedenza, ma Colombano ha affrontato anche un argomento intrigante, particolarmente per i tanti appassionati di ufologia e i cospirazionisti: ammette che la maggior parte dei fenomeni UFO sono senza dubbio falsi, ma, sostiene, che sarebbe opportuno affrontare il fenomeno degli avvistamenti di UFO con studi seri ed approfonditi. Secondo lui, il programma SETI (“Search for extraterrestrial intelligence”) ha trascurato la rilevanza degli UFO perché riteniamo che la probabilità che si possa trovare un modo per effettuare viaggi interstellari a velocità superiori a quella della luce sia estremamente bassa.
Ma, data l’età del nostro sistema planetario rispetto al resto dell’Universo, questa ipotesi è ancora valida?
“Penso che l’approccio che la comunità scientifica potrebbe adottare dovrebbe essere molto simile a quello che il SETI ha fatto finora: cercare il segnale nel rumore“, spiegaColombano. “Nella quantità molto grande di rumore costituito da falsi e bufale nella registrazione degli avvistamenti ufologici, potrebbero esserci piccoli segnali, cioè avvisatamenti reali, che indicano l’evenienza di alcuni fenomeni non spiegabili o negabili.”
L’idea di Colombano è ancora in fase di elaborazione, ma sappiamo già che il professor Brian Cox, docente di fisica ed astronomia all’Università di Manchester, non la condivide: commentando su Twitter l’articolo del Daily Mail che riportava, nel modo tipico del Daily Mail, il contenuto del documento di Colombano, Cox ha scritto che l’articolo è “inaccurato in molti modi“.
“Approssimativamente, penso che la vita microscopica possa essere comune nell’universo mentre esseri multicellulari e senzienti, probabilmente, sono molto rari.”
Stephen Hawking, forse, sarebbe stato un po ‘meno scettico. A suo tempo, Hawking ha diede il suo sostegno al programma SETI e non escluse mai l’ipotesi che possano esistere forme di vita più intelligenti della nostra nell’universo.
Hawking, però, sostenne sempre la necessità di evitare una ricerca attiva, nel senso di segnalare la nostra presenza, e che sarebbe meglio limitarci ad ascoltare ed osservare l’universo. Secondo quanto sostenne il grande scienziato, se mai ricevessimo un segnale indubitabilmente di provenienza aliena, dovremmo essere cauti nel rispondere e palesare la nostra esistenza, almeno fino a quando non avremo raggiunto un maggiore sviluppo tecnologico.
“Incontrare una civiltà più avanzata, nella nostra fase attuale, potrebbe portare alle stesse conseguenze che subirono gli abitanti originari dell’America dopo l’arrivo di Colombo“, ha spiegòHawking durante una conferenza sulla vita nell’Universo.
Probabilmente dovremmo tenere presente l’avvertimento di Hawking, specialmente se qualcuno avanzasse l’ipotesi di muoverci in maniera diversa e più attiva nella ricerca della vita aliena.
Sul sito web del seminario dell’Istituto SETI sulla ricerca della vita aliena intelligente, è possibile scaricare i cari lavori discussi, compreso quello di Colombano.
Gli scienziati che lavorano sui rilevatori di onde gravitazionali LIGO e Virgo hanno annunciato l’osservazione di altre quattro fusioni tra buchi neri. Gli eventi sono venuti alla luce dopo che sono state effettuate ulteriori analisi sui dati raccolti durante la seconda ondata di rilevamenti effettuati nei mesi di luglio e agosto del 2017, non si tratta, quindi, di nuovi eventi ma dell’individuazione di eventi già registrati la cui osservazione era sfuggita.
La registrazione degli eventi è avvenuta all’incirca nello stesso momento della prima rilevazione di onde gravitazionali provocate dalla fusione di due stelle di neutroni, un evento chiamato GW170817. In effetti, sono state effettuate sei rilevazioni di eventi gravitazionali separati in meno di un mese dal tempo di osservazione.
I due rilevatori LIGO sono negli Stati Uniti: uno a Livingston, in Louisiana e l’altro a Hanford, Washington. Il rilevatore Virgo si trova vicino a Pisa, in Italia. Dal 2015, i rilevatori di onde gravitazionali hanno osservato 10 fusioni di buchi neri e una fusione di stelle di neutroni.
“In meno di tre anni le rilevazioni delle onde gravitazionali ci hanno fornito prove dirette dell’esistenza dei buchi neri e di collisioni di stelle di neutroni binarie“, ha affermato Sheila Rowan, membro del team LIGO-Virgo dell’Università di Glasgow.
La più colossale delle fusioni osservate è soprannominata GW170729 ed è stata rilevata il 29 luglio 2017 (il numero sta per Onde Gravitazionali più l’anno, il mese e il giorno dell’osservazione, in inglese). Questa è la più grande fusione finora vista e si ritiene che abbia coinvolto due buchi neri, uno di dimensioni superiori a 50 masse solari e l’altro di più di 34 masse solari. L’evento è accaduto circa 5 miliardi di anni fa e ne è risultato un buco nero di 80 masse solari e convertito circa 5 masse solari in onde gravitazionali, alcune delle quali percorso tutto il lungo viaggio verso la Terra.
GW170729 è stato visto da entrambi i rilevatori LIGO, ma non da Virgo, che all’epoca non era ancora attivo. LIGO ha anche individuato GW170809, un evento che ha creato un buco nero di circa 50 masse solari.
Nel catalogo delle nuove osservazioni l’evento GW170817 è stato rilevato sia da LIGO che da Virgo ed è risultato essere stato provocato dalla fusione di stelle di neutroni che ha comportato la creazione di un buco nero di circa 55 masse solari. La quarta nuova fusione si chiama GW170823 e ha creato un buco nero di circa 60 masse solari.
Un evento visto da tutti e tre i rilevatori è significativo perché permette agli astronomi una migliore approssimazione della posizione dell’evento. Questo è importante per l’astronomia multimessenger, in cui i telescopi puntano verso la sorgente delle onde gravitazionali per cercare di rilevarne le radiazioni elettromagnetiche, e possibilmente i neutrini, create dalla fusione. Mentre segnali aggiuntivi devono ancora essere visti dalle fusioni dei buchi neri, radiazioni che vanno dalle onde radio ai raggi gamma sono state osservate all’indomani della fusione di stelle di neutroni GW170817. Ciò fornisce importanti informazioni sull’oggetto (molto probabilmente un buco nero rotante) che è stato creato dalla fusione.
Per la prima volta è stata osservata la collisione di due stelle di neutroni
I rilevatori LIGO e Virgo sono attualmente in fase di aggiornamento e la terza ondata di rilevazioni inizierà il prossimo anno. “Viviamo in un’epoca incredibilmente eccitante, ha affermato David Shoemaker del Massachusetts Institute of Technology, portavoce della LIGO Scientific Collaboration. “La prossima fase di osservazione, che inizierà nella primavera del 2019, dovrebbe produrre molti più candidati alla produzione di onde gravitazionali, e questo ci permetterà di comprendere molte più cose“.
I nuovi eventi, più i rilevamenti precedentemente annunciati, sono descritti in due preprints su arXiv . Un primo lavoro cataloga tutte le fusioni viste finora, mentre l’altro parla specificamente di ciò che LIGO-Virgo ci racconta sulle popolazioni di buchi neri dell’universo.
Alla fine di novembre, il rover Curiosity, da poco tornato all’operatività dopo un lungo stop causato da problemi al computer che lo gestisce, ha individuato una roccia particolarmente interessante, che è stata soprannominata “Little Colonsay“. Nelle prime foto della roccia presa dal rover, Little Colonsay appare insolitamente brillante, portando gli scienziati del team che gestisce il rover a sospettare che potrebbe trattarsi di un meteorite che si è schiantato sulla superficie di Marte.
“Ma l’occhio può ingannare e le prove provengono solo dalla chimica“, ha scritto uno scienziato della missione in un aggiornamento sul blog della NASA dedicato al rover pubblicato il 28 novembre. Curiosity sta tentando di acquisire informazioni più dettagliate sulla roccia per confermarne l’origine e la composizione.
Il motivo per cui Little Colonsay ha attirato l’attenzione sta proprio nel suo aspetto insolito: dalle immagini appare lucido e brillate, come un pezzo di metallo levigato, un fatto decisamente insolito per un meteorite che ha attraversato l’atmosfera e il cui strato esterno dovrebbe essere stato fuso e carbonizzato, quindi dovrebbe apparire opaco e annerito, presentando una crosta di fusione. Certo, l’atmosfera di Marte è più sottile di quella della Terra e questo non sarebbe il primo meteorite dall’aspetto insolito individuato su Marte.
Proprio Curiosity, nel novembre del 2016, individuò un piccolo sasso delle dimensioni di una pallina da golf il cui aspetto incuriosì i tecnici che gestiscono il rover e che si rivelò essere un piccolo meteorite ferroso.
Le analisi di Little Colonsay sono in corso e se ne sta occupando lo strumento ChemCam di Curiosity. Intanto, altri strumenti del rover stanno perforando e campionando altre rocce vicine mentre i sensori ambientali stanno controllando l’area circostante.
Una cosa è certa: ufologi e complottisti hanno nuovo materiale su cui speculare per avanzare le loro assurde ipotesi.