Amazzonia: distrutta per produrre carne

In Amazzonia la foresta pluviale viene distrutta per favorire le multinazionali che producono la carne che mangiamo nei fast food delle nostre città

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Nel nuovo documentario, Takeout, il regista Michal Siewierski porta gli spettatori nella più grande foresta pluviale del mondo per discutere del perché l’Amazzonia sta bruciando.

Pascoli in Amazzonia

Lo sfruttamento della foresta amazzonica da parte degli esseri umani è ai suoi massimi storici e mai, come in questo momento, è grave la minaccia per le comunità indigene, la sopravvivenza di innumerevoli specie, note e sconosciute, e devastanti possono essere le conseguenze per l’intero pianeta sul piano ambientale e climatico se dovesse continuare la distruzione dell’Amazzonia.
Il motivo principale per cui l’Amazzonia viene deforestata, secondo Michal Siewierski è il consumo umano di carne. Egli documenta che il novanta per cento degli incendi scoppiati nella foresta pluviale ha lo scopo di liberare spazio per l’allevamento di bestiame e il 70 per cento di essi scoppiano vicino alle aree di proprietà delle grandi aziende produttrici di carne nella regione già pronte per il pascolo del bestiame.
Gli allevatori vendono la loro carne a grosse multinazionali come la JBS, il più grande produttore di carne al mondo. Il manzo che è stato allevato sulla scia degli incendi dell’Amazzonia viaggia per il mondo e le tracce della potente foresta pluviale si trovano regolarmente nei ristoranti fast-food dall’altra parte del pianeta.

I pesticidi avvelenano la foresta pluviale

L’Amazzonia non è adatta per essere un pascolo per mucche e il suo non è un terreno ideale per coltivare la soia, perchè manca dei nutrienti necessari. Per rendere possibile la coltivazione è necessario l’uso eccessivo di pesticidi, che alla fine del percorso vengono ingeriti dagli esseri umani.
Oltre a ciò i pesticidi finiscono nei fiumi locali provocando l’avvelenamento delle piccole comunità indigene, che non hanno nulla a che fare con il consumo di ciò che viene coltivato nelle aree deforestate. Né hanno voce in capitolo su ciò che accade sulla terra, che i loro antenati abitano da centinaia di anni. A loro resta solo la facoltà di protestare contro l’invasione illegale della loro terra registrando la morte di attivisti e manifestanti indigeni.

I sussidi governativi favoriscono la distruzione della foresta

L’aspetto paradossale è che sono i sussidi governativi a rendere possibile l’esistenza di questo tipo di produzione di massa.
Nel film, Vivian Mocellin, giornalista e attivista brasiliana, spiega che per ogni milione di reais ($ 185.000) che i produttori di carne guadagnano in Brasile, circa 22 milioni di reais ($ 4 milioni) di costi vengono assorbiti dai contribuenti, i quali pagano per la depurazione delle acque avvelenate dalle grandi società che possono scaricare impunemente sostanze chimiche e pesticidi.AAX